Il bianconero dei film.

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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Roberto
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Guardando i vecchi film in B/N, recentemente “Don Camillo e Peppone” alla tele, rimango sempre ammirato da quei toni, da quelle sfumature di grigio, dalla qualità globale di quelle immagini, ma ho l’impressione che sia un bianconero “diverso” da quello fotografico, non riesco a spiegare bene, come se fosse lo stesso brano suonato in due tonalità diverse…
Volevo chiedervi se qualcuno di voi ne sa di più, se le pellicole impiegate sono diverse, magari ortocromatiche e non, come le nostre, pancromatiche, se vengono usati degli sviluppi dedicati o se, semplicemente, è tutto dovuto a direttori della fotografia a cinque stelle.
Il sospetto di “diversità” è supportato dal fatto che la stessa sensazione la provo guardando le foto di Koudelka sull’invasione di Praga, ed infatti anche in quel caso il buon Josef dovette usare pellicola cinematografica perché solo quella era riuscito a procurarsi. Si tratta allora di supporti diversi? E’ possibile procurarsene alcuni spezzoni per sperimentare? Ed eventualmente dove?
Ciao
Roberto
Supermario
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Confesso che io guardo i vecchi film, che a volte mi annoiano per certe banalità, proprio per la splendida qualità fotografica.
Nel caso di Peppone e Don Camillo vi è la compresenza di una splendida recitazione e di un paesaggio contadino a me famigliare e molto amato e rimpianto che mi fà dimenticare una certa ideologia demagogica di allora che comunque ho subito e pagato.
Il supporto di queste pellicole era la celluloide, materiale a base di nitrato di cellulosa altamente infiammabile, che emette vapori che in certe percentuali e temperature divengono esplosivi, molto simili per pericolosità a quelli della benzina.
Leggo su internet:
Dal 1954 tuttavia la celluloide non viene più usata per la fabbricazione di pellicole, proprio a causa della citata infiammabilità. È stata sostituita dal triacetato di cellulosa (non più usato) e, in seguito, dal poliestere (polietilene tereftalato) tuttora usato per la fabbricazione di pellicole cinematografiche..
Penso però che, sopratutto in Italia, l'utilizzo di celluloide si sia protratto oltre questa data.
Tuttavia quella qualità fatta di estrema nitidezza, contrasto brillante e trasparenza non è mai più stato raggiunto!.
Una decina di anni fa visitai casualmente un centro di quartiere di Stockolma dove vi erano alcune mostre fotografiche. Tutto era abbastanza deludente e noioso fino a quando in uno stanzone vidi stampe 30x40 cm tratte da singoli fotogrammi di pellicole dei film di Bergman: Il settimo sigillo, Il posto delle fragole (la mia grande passione), Monica e il desiderio. Veramente meravigliose, inarrivabili!
Pensare che questa qualità fosse in migliaia di fotogrammi anzichè in un rullino di 36 pose ancora oggi mi sconvolge!
Ora mi viene un quesito. come facevano gli Inglesi a quei tempi ad avere una fotografia tipicamente British, più morbida e tonale rispetto agli Americani-Italiani-Svedesi? In modo che la tonalità della fotografia marcasse perfettamente l'atmosfera di un racconto di Sherlock Olmes e non di Philip Marlowe? :P
Mario Andreoli
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Roberto
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Supermario ha scritto: (...) paesaggio contadino a me famigliare e molto amato e rimpianto (...)
In effetti parte del fascino di quelle immagini è dovuto al fatto che rappresentano un mondo che non esiste più, scorci di una bellezza estrema ormai cancellati per sempre.
Ma torniamo alle nostre pellicolle, chè altrimenti mi intristisco...
Non avevo mai pensato alle differenze di supporto (celluloide vs poliestere), pensavo piuttosto a differenze legate all'emulsione (orto vs. pancro). Per quanto riguarda l'effetto British non saprei, forse anche nel campo delle pellicole cinematografiche esistevano diverse scelte in termini di sensibilità e resa, non so, come scegliere tra Pan F e HP5. E poi curiosita: come venivano sviluppati (e con cosa) tutti quei metri di pellicola? Probabilmente diversi tipi di bagni di sviluppo conferivano atmosfere diverse alle pellicole.
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Roberto
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luca rubbi
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Da quello che mi risulta, le pellicole ortocromatiche erano usate ai tempi del muto, mi pare di ricordare che gli occhi chiari degli attori apparissero particolarmente innaturali.

Ciao
Luca
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Roberto
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luca rubbi ha scritto: (...) mi pare di ricordare che gli occhi chiari degli attori apparissero particolarmente innaturali. (...)
Intendi così?
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James Finlayson, il "cattivo" di Stanlio e Ollio
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Roberto
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luca rubbi
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:)

Pensa che mi è venuto in mente...

:smile:

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Roberto
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E' stato il primo a cui ho pensato quando hai postato. Pensa cosa ho scoperto, i baffi erano posticci, li usava solo in scena. Uno dei pochi attori ad avere superato la soglia dei 200 film. Troppo forte...
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Roberto
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luca rubbi
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Mitico, chi può dimenticarselo?

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Luca Ghedini
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UGP ha scritto:Pensare che questa qualità fosse in migliaia di fotogrammi anzichè in un rullino di 36 pose ancora oggi mi sconvolge!

C'è anche da considerare che il formato di una immagine cinematografica in 35mm è inferiore al consueto 24x36 mm a causa dello spazio occupato dalla banda magnetica...
il formato non era 18x24?
Lu©a Ghedini
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luca rubbi
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Qui c'è qualcosa sul formato:

http://it.wikipedia.org/wiki/35_mm

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Roberto
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Dovessi raffrontarla ad una pellicola fotografica, quella che più si avvicina come resa è la FP4, voi che ne pensate?
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Roberto
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Roberto
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Beh, ora che ci penso, a prescindere da tutto, la pellicola non poteva non essere invertibile... :grin:
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Roberto
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Luca Ghedini
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Tutte le pellicole si possono "invertire"...
Lu©a Ghedini
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Roberto
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Caspita, ora che ci ripenso, hai perfettamente ragione ](*,)
Ciao
Roberto
Votantonio
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Iscritto il: gio ott 25, 2007 1:45 pm
Due considerazioni:
La prima è che molte (se non tutte) le immagini che circolano per "documentare" un film, non provengono (a meno che non sia specificato) dai fotogrammi "originali" della pellicola (già, invertibile, o invertita, formato 18x24), ma dagli scatti dei fotografi di scena, che usano normali fotocamere.
La seconda è che, supporto a parte, le pellicole (pancromatiche) di allora erano veramente "cariche" di argento.
Mentre oggi l'argento, in percentuale, è veramente ai minimi termini, o non c'è affatto, vedi copulanti e simili.
Non so se i meno giovani di noi si ricordano della resa della mitica Adox bianco e nero, mi pare fosse 17-18 Asa: io sì, conservo ancora alcuni negativi scattati da mio padre ed il bianco e nero che tirava fuori quell'emulsione, ricordo, non hanno paragone con quello che ci offrono le moderne emulsioni.
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