Ma tutte le fotografie sono buone?

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cliqueur
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Mi viene un dubbio. Ma tutte le fotografie sono buone?
In tutte le fotografie si può trovare un senso, e tutte le fotografie hanno senso di esistere (per qualcuno o più di qualcuno)?
Sto osservando sempre più il fenomeno stile social network, dove qualsiasi fotografia "è buona, funziona, è bella".
Non riesco a trovare una risposta.
Ho abbandonato l'idea di usare un qualsiasi sistema di regole per capire se una fotografia è buona, o se ha senso di esistere in quanto tale, ma una composizione evidentemente confusa, nella quale si è fallito l'intento di creare un certo ordine negli elementi, ovvero soggetti principali impallati da qualcosa sullo sfondo che non si è stati in grado di vedere o di "ordinare". E' sufficiente riuscire a produrre "bei colori", o "ottimi grigi" per dare il senso di esistere ad un soggetto visivamente del tutto insignificante e che non comunica alcunché?
Oppure è diffusa una sostanziale incapacità di destinare al cestino quelle fotografie che evidentemente non soddisfano un qualsivoglia criterio di composizione estetica ovvero di comunicazione/racconto visivi?
Ciao,
Luca
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maucas
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:-)
Maurizio Cassese.
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Stefano Tambalo
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Non lo so. Non riesco a trovare un senso di lettura generale, andrebbe tutto declinato e categorizzato in base allo scopo per cui si produce fotografia. Tutte le fotografie sono buone "da un certo punto di vista", mi verrebbe da dire. E se non c'è coerenza fra intento e immagine, nulla sembra funzionare.
Le fotografie social sfuggono a parecchie regole, Smargiassi ne ha analizzato a più riprese la funzione e le caratteristiche in modo molto interessante.
cliqueur
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Stefano Tambalo ha scritto:Non lo so. Non riesco a trovare un senso di lettura generale, andrebbe tutto declinato e categorizzato in base allo scopo per cui si produce fotografia. Tutte le fotografie sono buone "da un certo punto di vista", mi verrebbe da dire. E se non c'è coerenza fra intento e immagine, nulla sembra funzionare.
Le fotografie social sfuggono a parecchie regole, Smargiassi ne ha analizzato a più riprese la funzione e le caratteristiche in modo molto interessante.
Ho fatto riferimento allo "stile" Facebook unicamente perché ci sono i "like", e perché le lodi che si leggono assomigliano ai like.

Mi trova molto d'accordo il concetto di coerenza tra intento e immagine (cioè il risultato). Per capirlo è necessaria una certa conoscenza dell'autore e del suo percorso.

Credo anche che questi "like" scambiati siano un modo di compiacere. Non dimenticherei che, per quanto mediata e smaterializzata, la comunicazione in rete sempre comunicazione è, e sempre una forma di relazione rappresenta. In fondo lodiamo perché ci aspettiamo di essere lodati a nostra volta, ed in fondo accettati.

Direi che la fotografia è un mezzo di relazione che potrebbe aver perso gran parte della sua funzione visuale e ridursi ad un mero mezzo di connessione. Se a questo poi aggiungiamo l'intimo legame che esiste tra un appassionato di fotografia e le fotografie che fa (siamo ciò che fotografiamo e fotografiamo nel modo in cui siamo) ci rendiamo conto di quanto possa essere stretto il legame tra il fotografo e la sua fotografia.

Le fotografie diventate "mezzo di connessione" in qualche modo si distaccano dalla loro essenza fotografica, perdono gran parte della loro funzione di comunicazione visuale e si distaccano del tutto dal loro essere parte dell'universo fotografico. Tendenza direttamente correlata al grado di importanza attribuito al materiale, fattore di "estraniamento" dalla comunicazione visuale.

;)
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Giuseppe Mosconi
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Mi permetto di condividere questi spunti trattenuti nella mia memoria a medio termine e spero anche a lungo termine: una fotografia deve essere perfetta tecnicamente e in questo entra coerentemente il concetto di intenzionalità e di capacità di realizzazione per mostrare il risultato voluto; una foto deve essere in qualche modo interessante e quindi deve contenere delle informazioni che fanno pensare a qualcosa che c'è o qualcosa che manca e per ottenere ciò si possono usare diversi elementi nella foto stessa, un significato esplicito o implicito, una coerenza di stile o di progetto. Va da se che io personalmente credo che non tutte le foto siano buone e che l'assuefazione allo stile FaceBook sia una malattia letale per la fotografia e per il fotografo.
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

http://www.flickr.com/photos/gimo/
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simone toson
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Ci sono dei criteri oggettivi per stabilire se una foto è buona.
In primis l'elemento più importante, che sia analogico o digitale, da sempre, da quando esiste la fotografia: la luce.
Senza la giusta luce non esiste una foto buona. Salvo rare eccezioni in cui il contenuto della foto sia talmente forte da far passare in secondo piano tutti gli altri elementi, come nelle foto di news, di guerra. Ma anche lì sappiamo che è veramente raro.
La composizione. Valgono e non valgono le regole che tutti conosciamo ma la chiarezza, la semplicità, la geometria, la giustapposizione soggetto-sfondo. Sono tutte cose troppo importanti in fotografia.
Il contenuto. Ovviamente dovrebbe essere al primo posto ma rischia di perdere importanza nel momento in cui gli altri fattori non sono al posto giusto. Il contenuto, il messaggio deve arrivare, direttamente o indirettamente, esplicito o lasciato all'immaginazione.

E' sufficiente riuscire a produrre "bei colori", o "ottimi grigi" per dare il senso di esistere ad un soggetto visivamente del tutto insignificante e che non comunica alcunché?

No. Anzi di quel genere di foto, io personalmente ne ho le scatole piene. Ce ne sono tante, sono proprio le foto da photographers da social network. E' proprio l'esempio di fotografie in cui manca il contenuto.
A meno che non si parli di street, quella fatta bene però. Quella che può anche non piacere ma che, mancando il contenuto, riesce a disporre gli elementi, usare la luce e la composizione in maniera magistrale con elementi di particolare interesse, giochi di luce, elementi di disturbo ed inquadrature originali. Personalmente mi stufa ma ci sono interpreti del genere street che indubbiamente hanno un che di geniale.

Penso che le foto buone siano quelle che hanno all'interno queste caratteristiche. Da sempre, da Bresson ai fotografi moderni.
cliqueur
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Trovo, come ho detto, fondamentale in fotografia la corrispondenza tra intenzione e risultato.
Mi sembra anche essenziale ciò che dicono Giuseppe e Simone:
  • - perfezione tecnica
    - contenuto
    - coerenza, aggiungerei "interna"
    - sul l'interesse vedrei qualche difficoltà: è un elemento molto soggettivo. Magari, mantenendo una coerenza stilistica si potrebbe evitare di riproporre sempre lo stesso tipo di fotografie. Vogliamo dire "originali rispetto a se stessi"?
Se, come dice Simone ci sono regole che valgono e non valgono - e sono d'accordo - esse in qualche modo debbono essere funzionali e, ovviamente, intenzionali.
Per me, ma riconosco un certo livello di soggettività, sono irrinunciabili chiarezza, pulizia, bilanciamento dei vuoti e dei pieni, armonia degli elementi, giustapposizione soggetto-sfondo.
Il contenuto: elemento certamente soggettivo, ma forse anche "binario". Colpisce o no. Per me da considerare assieme agli altri elementi detti sopra.

Sono assolutamente d'accordo sulla notazione relativa ai colori o ai toni di grigio. Non possono da soli reggere una fotografia.

Ho due interrogativi:
  • - sulla luce: posso amare i forti contrasti di luci ed ombre, la meravigliosa luce delle albe fiamminghe, ma anche le brumose tonalità poco contrastate dei mattini invernali del nord. Cosa intendi dire, Simone?
    - sulla "street photography": sinceramente non riesco a definirla un genere, perché è troppo eterogenea. Personalmente abolirei il concetto, che non mi dice nulla, è troppo generico. Oltretutto fare buone fotografie in ambiente urbano è difficilissimo.
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simone toson
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Luca A Remotti ha scritto:
Ho due interrogativi:
  • - sulla luce: posso amare i forti contrasti di luci ed ombre, la meravigliosa luce delle albe fiamminghe, ma anche le brumose tonalità poco contrastate dei mattini invernali del nord. Cosa intendi dire, Simone?
    - sulla "street photography": sinceramente non riesco a definirla un genere, perché è troppo eterogenea. Personalmente abolirei il concetto, che non mi dice nulla, è troppo generico. Oltretutto fare buone fotografie in ambiente urbano è difficilissimo.
Intendo la luce giusta Luca. Mica ce n'è una sola..
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simone toson ha scritto:Intendo la luce giusta Luca. Mica ce n'è una sola..
Ah, mi sembrava ... :twisted:
mario zacchi
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Il like ha più a che vedere con la condivisione che con un giudizio critico (nel senso di ragionato). Penso anche io che le foto sui snw siano più che altro una nuova (per ora) attività ludica, in cui è il condividere ad essere il valore e non l’ immagine. Ciò non toglie che ci siano, però, anche belle foto (magari espressioni di una moderna tendenza, moderno gusto delle fotografia) quindi con un valore in più.
cliqueur
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Io credo che i "like" abbiano un loro motivo di essere. Non sono i "like" che mi dispiacciono. Anzi, molti fotografi affermati usano l'equivalente dei "like" e non ti spiegano perché si o no.
Non capisco come in certe situazioni tutte le fotografie sollevino lodi. Ci deve essere qualcos'altro oltre che l'estetica visuale.
La mia fotografia dell'omino all'Ara Pacis in fondo mi piaceva, questo braccio che puntava fuori dal fotogramma. L'espressione di uno che in effetti si fa venire in mente cose geniali.
Ma non c'erano due regole violate, c'erano due sbagli, senz'altro non intenzionali.
Cestino.

Io credo che solo feedback seri e sinceri aiutino a sviluppare il modo di porsi nei confronti del fotografare ed a capire a definire il proprio "Intento". Ma ho anche capito che molti non li vogliono. Proprio no.
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