questa immagine, che ricorda drammaticamente una quasi identica foto, famosissima, di Eugene Smith, presa nel 1944 a saipan nel Pacifico (marine e bimbo gipponese) fa riflettere su come le situazioni tendano a ripetersi e le foto con esse
Pierpaolo
Senza voler banalizzare, è evidente che le guerre di ripetono e allo stesso modo le foto che le documentano. Continuo a non capire come si possa essere indifferenti a tali immagini e continuare a mandare soldati al fronte...
Pierpaolo (o altri), mi consigli un libro di E.Smith? Tutte le foto che vedo sono belle e drammatiche. Ho comprato un libro "Torino Fotografia '91" dove ci sono alcune sue famosissime foto e voglio approfondire.
Con Smith siamo ai vertici della fotografia, ai vertici del bianco e nero, ai vertici dell'impegno sociale, ai vertici della vita di fotografo come testimonianza
Tutti i suoi reportage: dalla Guerra , a Minimata, a Pittsburgh, a Country Doctor, al Villaggio Spagnolo ecc sono stati il prototipo di generazioni di fotografi
Ineguagliabile e perciò non solo consigliabile ma 'necessario' conoscere questo grandissimo della immagine
Pierpaolo
----
Logu: ...è evidente che le guerre di ripetono....
appunto, volevo proprio dire questo: e allora a che serve, e a CHI serve fotografare in queste situazioni, cosa c'è oltre la testimonianza del momento?
Già Mattew Brady, fotografando i morti della Guerra Civile Americana nel 1862 (famosa immagine dei caduti sudisti ad Antietam) pensava che bastasse mostrare la cruda realtà della guerra, con un tipico verismo americano, allora sconosiuto in Europa, per far riflettere, ma evidentemente si sbagliava......perchè è vero, la foto sconvolse i giornali e il pubblico americano, ma a Guerra andò avanti sino in fondo, sino al completo annientamento della Confederazione.