E' un genere pericoloso. Cosa differenzia una qualsiasi foto fatta in strada da uno scatto riuscito di street?
Ho trovato in rete queste parole:
Le foto devono presentare nell'immagine una caratteristica significativa una caratteristica che doni una certa personalità all'immagine, devono in un certo senso stimolare creare interesse per cio che ritraggono.
Puo essere un azione, una particolare inquadratura, la foto deve in patica ritrarre in se una elemento importante.
Stesso concetto qui:
... Secondo me invece la maggior difficoltà di questo genere (e la sua bellezza) sta nel fatto che la foto DEVE contenere una storia condensata in un'immagine. Tutto (colore o BN, inquadratura, uso dei toni, saturazione e contrasto...) deve essere funzionale alla storia. L'equilibrismo sta nel mettere nella foto tutto quello che serve, e lasciar fuori tutto quello che non serve, e la seconda non è meno importante della prima......
Forse e' ancora distante da una corretta spiegazione, ma capita spesso di vedere foto che non dicono nulla, non raccontano nulla. Sono solo foto fatte per strada, gente distratta o addirittura di spalle.
Come se bastasse una conversione in B/N per avere una foto di street.
Le frasi sono prese da http://forum.wininizio.it/index.php?showtopic=24194 e http://www.nital.it/forum/index.php?s=2 ... ntry854445
dopo una breve ricerca con google
Street photography
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
- mauro ruscelli
- Site Admin
- Messaggi: 8727
- Iscritto il: dom dic 10, 2006 4:05 pm
- Località: Ferrara
- Contatta:
Mauro
Instagram: @mauroruscelli
Instagram: @mauroruscelli
- massimostefani
- Messaggi: 2955
- Iscritto il: gio dic 28, 2006 7:28 pm
- Località: san giorgio di piano (bo)
- Contatta:
Mi ritrovo in misura maggiore nel secondo stralcio...la storia dovrebbe esserci,almeno un accenno,poi come ben sai io racconto x sequenze,che penso siano la vera chiave della street...come del reportage! Senza nulla togliere alle grandi singole ovviamente!
massimostefani
ps: ho visto citare Doisneau...con le basieur,un falso clamoroso!
massimostefani
ps: ho visto citare Doisneau...con le basieur,un falso clamoroso!
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
- ulyssesitaca
- Messaggi: 2707
- Iscritto il: lun dic 11, 2006 11:35 am
- Località: BOLOGNA
- Contatta:
argomento interessantissimo, che mi appassiona.
Anche io mi trovo piu' d'accordo colla seconda frase; ricordo che quando lo Stefani mi presento' Garry Winogrand fui colpito dal fatto che in molte sue foto non c'era nulla di particolare eppure c'era "la vita" nel suo fluire incessante e vorticoso e nel suo continuo mutare restando uguale a se stessa.
La street sono c.... amari per tutti. Nel mio caso, ad esempio, non credo si possa parlare di street, visto l'approccio quasi sempre frontale e la coscienza-collaborazione del soggetto: penso che la street sia altro che "fotografare in strada" e il suo significato profondo sfugga ai piu' come quello della "fotografia alla Bresson".
C'e' qualcosa nei grandi fotografi di street (Winogrand, Friedlander, Gilden, Klein eccetera) che sa di "genio invisibile", una specie di folletto volante che si libra tra la folla e ne estrae l'essenza inosservato e indisturbato.
Tra noi, solo lo Stefani si avvicina a questa condizione e non a caso: ci vuole una faccia da culo incredibile a piantare un obiettivo nell'orecchio di una persona senza dirgli nulla (prima) e non e' da tutti.
Come tutti i generi di fotografia anche la street ha i suoi "turisti" che la affliggono. Nel caso specifico, entrandoci la reazione di un umano sconosciuto, tutte le paure e timidezze e taboo emergono prepotentemente, e il ricorso a medi tele e obiettivi normali prudentemente usati a 10 metri diventa comune.
Poi, e' ovvio, si converte in BN perche' da' un po' piu' di pretese all'immagine...
La cosa e' tristissima: quando nel sito di qualcuno (compresi alcuni che partecipano qui, onestamente) vedo la categoria "street" vado subito a vedere, per restarne in genere delusissimo: semplicemente foto fatte "in strada". Allora chiamiamole "all'aperto" e non parliamone piu', perche' in fotografia la "street photography" e' qualcosa che attiene a un movimento socioculturale preciso che affonda le sue radici in Kerouac e....va bene, va bene, niente citazioni.
Pero' sia chiaro che parlare di "street photography" e intendere le foto che si vedono in giro e' come dire che un quadro e' "impressionista" perche' da' l' impressione di una giornata fredda.
Detto cio', va riconosciuto che la street e' il genere piu' difficile in fotografia (a meno che a 90 anni non ci si cimenti nella foto alpinistica o subacquea) e quindi il piu' insidioso per chi la pratica.
Vi racconto un storia:
il mio primo rullo di bianconero, una TMax400 che sottoesposi coscienziosamente venendo dalle diapo, lo scattai in Cina in un cantiere. Girai intorno al cantiere per 30 minuti senza trovare il coraggio di entrare e sentendomi un coglione, rimpiangendo il mio 400 mm (la mia ottica "normale" fino a qualche mese prima, giusto equilibrio tra il grandangolare 180 ED e il medio tele 1000 catadiottrico...).
Poi, estratti 3 Mars, presi il coraggio a due mani, ed entrai nel cantiere, offrendo Mars come un coglione di Marine in Viet Nam a degli operai cinesi che i Mars non sapevano neanche che esistessero e forse gli sembravano merde di cane, e dopo aver fumato una merdosa sigaretta cinese (io non fumo !!) ho fatto mezzo rullo col ... 180 ED !!
Quindici anni fa.
E adesso pensate a che mazzo si e' fatto lo Stefani per portarmi alla M6 col 35...
Anche io mi trovo piu' d'accordo colla seconda frase; ricordo che quando lo Stefani mi presento' Garry Winogrand fui colpito dal fatto che in molte sue foto non c'era nulla di particolare eppure c'era "la vita" nel suo fluire incessante e vorticoso e nel suo continuo mutare restando uguale a se stessa.
La street sono c.... amari per tutti. Nel mio caso, ad esempio, non credo si possa parlare di street, visto l'approccio quasi sempre frontale e la coscienza-collaborazione del soggetto: penso che la street sia altro che "fotografare in strada" e il suo significato profondo sfugga ai piu' come quello della "fotografia alla Bresson".
C'e' qualcosa nei grandi fotografi di street (Winogrand, Friedlander, Gilden, Klein eccetera) che sa di "genio invisibile", una specie di folletto volante che si libra tra la folla e ne estrae l'essenza inosservato e indisturbato.
Tra noi, solo lo Stefani si avvicina a questa condizione e non a caso: ci vuole una faccia da culo incredibile a piantare un obiettivo nell'orecchio di una persona senza dirgli nulla (prima) e non e' da tutti.
Come tutti i generi di fotografia anche la street ha i suoi "turisti" che la affliggono. Nel caso specifico, entrandoci la reazione di un umano sconosciuto, tutte le paure e timidezze e taboo emergono prepotentemente, e il ricorso a medi tele e obiettivi normali prudentemente usati a 10 metri diventa comune.
Poi, e' ovvio, si converte in BN perche' da' un po' piu' di pretese all'immagine...
La cosa e' tristissima: quando nel sito di qualcuno (compresi alcuni che partecipano qui, onestamente) vedo la categoria "street" vado subito a vedere, per restarne in genere delusissimo: semplicemente foto fatte "in strada". Allora chiamiamole "all'aperto" e non parliamone piu', perche' in fotografia la "street photography" e' qualcosa che attiene a un movimento socioculturale preciso che affonda le sue radici in Kerouac e....va bene, va bene, niente citazioni.
Pero' sia chiaro che parlare di "street photography" e intendere le foto che si vedono in giro e' come dire che un quadro e' "impressionista" perche' da' l' impressione di una giornata fredda.
Detto cio', va riconosciuto che la street e' il genere piu' difficile in fotografia (a meno che a 90 anni non ci si cimenti nella foto alpinistica o subacquea) e quindi il piu' insidioso per chi la pratica.
Vi racconto un storia:
il mio primo rullo di bianconero, una TMax400 che sottoesposi coscienziosamente venendo dalle diapo, lo scattai in Cina in un cantiere. Girai intorno al cantiere per 30 minuti senza trovare il coraggio di entrare e sentendomi un coglione, rimpiangendo il mio 400 mm (la mia ottica "normale" fino a qualche mese prima, giusto equilibrio tra il grandangolare 180 ED e il medio tele 1000 catadiottrico...).
Poi, estratti 3 Mars, presi il coraggio a due mani, ed entrai nel cantiere, offrendo Mars come un coglione di Marine in Viet Nam a degli operai cinesi che i Mars non sapevano neanche che esistessero e forse gli sembravano merde di cane, e dopo aver fumato una merdosa sigaretta cinese (io non fumo !!) ho fatto mezzo rullo col ... 180 ED !!
Quindici anni fa.
E adesso pensate a che mazzo si e' fatto lo Stefani per portarmi alla M6 col 35...
Raffaele
io con la street ci sto lottando da unb pò.massimo prima e raffaele poi mi hanno dato grandi suggerimenti!!provo a metterli in atto ma è un casino!son timido e faccio fatica,ma la storia in strada,in sequenze faccio una gran fatica a vederla o immaginarla!masssimo mi ha pure prestato dei libri...continuo a provarci!!vogliio riuscirci!!
..tutto muore,è la regola,..ma tutto ciò che muore un giorno tornerà...."
- massimostefani
- Messaggi: 2955
- Iscritto il: gio dic 28, 2006 7:28 pm
- Località: san giorgio di piano (bo)
- Contatta:
C'è solo la strada su cui puoi contare...c'è solo la strada x capire e conoscere chi siamo...perchè il giudizio universale non passa x le case..ecc..ecc..dopo questo omaggio a Giorgio Gaber mi permetto di affermare che la street è forse figlia della straigth...generata dalla visione..allora visionaria (siamo ai primi del 900') di Alfred Stieglitz...storia che tutti conosciamo! Poi che "i poveri siano straordinariamente fotogenici" sempre Stieglitz..lo sappiamo ma,molto spesso, non sappiamo come dove e perchè andarli a collocare questi poveri...ed è a questo punto che avviene lo scatto che differenzia le foto semplicemente "fatte in strada" come giustamente evidenziavano sia Mauro che Raffaele..e la street,intesa nella sua miglior accezione! Bisogna decidere da che parte stare,in strada come nella vita,e se anche si tratta di un gioco (come nel ns caso) bisogna giocare mettendo a nudo noi stessi di fronte all'altrui sentire...è necessario credere in un progetto che abbia come base la condivisione,attraverso l'immagine,di un tempo ,più o meno dilatato all'interno del quale il ns intervenire,da uomini, nell'altrui vita possa sortire ad un quaLche positivo effetto...forse più per noi che per loro .Gente comune e non,che ha affidato un frammento di vita,cristallizzato in uno scatto,nelle mani di uno sconosciuto.Questo sconosciuto può cessare di esserlo x un ora...x un giorno...x quanto non è dato sapere......ma se si oltrepassa,con il cuore in mano, il confine dell'indifferenza (che nulla ha a che spartire con la timidezza) le porte si spalancano miracolosamente....ed i risultati non tarderanno a gratificare questa scelta.
massimostefani
ps: "i poveri" era un esempio tra i tantissimi che avrei potuto fare....
massimostefani
ps: "i poveri" era un esempio tra i tantissimi che avrei potuto fare....
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
- ulyssesitaca
- Messaggi: 2707
- Iscritto il: lun dic 11, 2006 11:35 am
- Località: BOLOGNA
- Contatta:
sacrosanto, Max....

Bologna, Nikon FM 35/1.4, ilfilmnonloricordomadevesseretri-x, e nemmenolosviluppoloricordomaquasisicuramenteeilsolitorodinal

Bologna, Nikon FM 35/1.4, ilfilmnonloricordomadevesseretri-x, e nemmenolosviluppoloricordomaquasisicuramenteeilsolitorodinal
Raffaele
- ulyssesitaca
- Messaggi: 2707
- Iscritto il: lun dic 11, 2006 11:35 am
- Località: BOLOGNA
- Contatta:
Nikolai Nikolaevich,
fanno parte di un lavoro sui simboli, come quella del portone e di Santa Rita che lei ebbe la bonta' di gradire in passato, cui sono certo di dare forma fisica mediante sublime incontro tra cellulosa e argento (il mondo vegetale e quello minerale che si compenetrano, quale poesia !) nel prossimo autunno.
Sara' mia cura, oltreche' mio piacere, invadere un giorno la Sua intimita' scaricando dal mio mezzo di locomozione terrestre una cornucopia di immagini con cui affliggerLa per un paio di giorni.
Tra queste, non mancheranno quelle come da sua desiderata.
Come sa chi mi conosce bene "io non parlo mai con lingua biforcuta" (Tiger Jack, il mio preferito)
Cordialmente,
fanno parte di un lavoro sui simboli, come quella del portone e di Santa Rita che lei ebbe la bonta' di gradire in passato, cui sono certo di dare forma fisica mediante sublime incontro tra cellulosa e argento (il mondo vegetale e quello minerale che si compenetrano, quale poesia !) nel prossimo autunno.
Sara' mia cura, oltreche' mio piacere, invadere un giorno la Sua intimita' scaricando dal mio mezzo di locomozione terrestre una cornucopia di immagini con cui affliggerLa per un paio di giorni.
Tra queste, non mancheranno quelle come da sua desiderata.
Come sa chi mi conosce bene "io non parlo mai con lingua biforcuta" (Tiger Jack, il mio preferito)
Cordialmente,
Raffaele
Gent.mo Ing. Bartoli,
lei sa già che la sua persona reverendissima non può che portare gioia e prosperità alla mia casa.
La cornucopia servirà a riflettere sulle sue magnifiche storie di viaggio.
E se modestissimamente non potro' che assumere le vesti dell'Aga Kahn, visto che saremo nella mia umilissima casa, non rimane che nominarla con magnificenza solennemente il Marco Polo dei nostri giorni.
Le assicuro che ne possiede tutte le doti: una su tutte quella del racconto per scrittura, per immagini e per parola.
Ma visto che Tiger Jack è nel suo cuore, non mi rimane che indossare i panni del vecchio pellerossa e gridare dall'altura più alta "...amico mio, quando ti vedo il mio cuore vola alto come il falco...".
Vostro Nikita.
lei sa già che la sua persona reverendissima non può che portare gioia e prosperità alla mia casa.
La cornucopia servirà a riflettere sulle sue magnifiche storie di viaggio.
E se modestissimamente non potro' che assumere le vesti dell'Aga Kahn, visto che saremo nella mia umilissima casa, non rimane che nominarla con magnificenza solennemente il Marco Polo dei nostri giorni.
Le assicuro che ne possiede tutte le doti: una su tutte quella del racconto per scrittura, per immagini e per parola.
Ma visto che Tiger Jack è nel suo cuore, non mi rimane che indossare i panni del vecchio pellerossa e gridare dall'altura più alta "...amico mio, quando ti vedo il mio cuore vola alto come il falco...".
Vostro Nikita.
- luca rubbi
- Messaggi: 7685
- Iscritto il: lun dic 11, 2006 4:39 pm
- Località: Milano
- Contatta:



Ribadisco non siamo gente normale, mi ci metto pure io, se no il Bartoli sfodera dal suo prezioso archivio, un'altra foto in cui facevo da bersaglio contro un muro.
Ciao
Luca
p.s. ovviamente scherzo, la normalità non esiste.
http://lucarubbi.blogspot.com/
http://lucarubbi.carbonmade.com/
http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
http://lucarubbi.carbonmade.com/
http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
- Lucianocasagranda
- Messaggi: 155
- Iscritto il: sab dic 23, 2006 8:57 pm
- Località: Lona-Lases (Trento)
ma se si oltrepassa,con il cuore in mano, il confine dell'indifferenza (che nulla ha a che spartire con la timidezza) le porte si spalancano miracolosamente....ed i risultati non tarderanno a gratificare questa scelta. (scritto da Massimo)
penso che in queste brevi parole ci sia la ragione più profonda per continuare a fotografare :
superare il confine dell’indifferenza per avvicinarci con generosità alle persone .
Grazie Massimo .
Luciano
PS :Raffaele, Nicola, Luca , confrontato ai vostri thread il Prozac
è acqua fresca
Ciao
penso che in queste brevi parole ci sia la ragione più profonda per continuare a fotografare :
superare il confine dell’indifferenza per avvicinarci con generosità alle persone .
Grazie Massimo .
Luciano
PS :Raffaele, Nicola, Luca , confrontato ai vostri thread il Prozac
è acqua fresca
Ciao