(serie ) Chiara

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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Condor
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Vittorio ha scritto:Sinceramente non vedo il problema Analogico,digitale,piccolo,grande ecc.

Alla fine parla solo cio' che e' stampato sulla carta,cioe' l'immagine,su questo forum assisto troppo a discussioni sull'attrezzatura e meno sulla fotografia che dovrebbe essere cio' che interessa....
si fanno merde col grande formato come con la D3,piuttosto che il summilux,e capolavori con l'holga o la polaroid.
il mezzo senza un messaggio VERO da parte dell'autore e' solo una scatoletta vuota.
Minchia... ti "amo" per questa affermazione :lol:
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marco palomar
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Basta con questo buonismo del cavolo: le foto di Luca dimostrano che gli scatti digitali dello stesso fotografo e degli stessi soggetti possono essere inferiori ai corrispettivi analogici, specie se la matericità degli scatti su pellicola costituiva un loro punto di forza. Punto.
Non sono neanche convinto che sia tutto emulabile, almeno allo stato attuale ed almeno sul bianco e nero, né che sia un problema di inesperienza di Luca come operatore di camera chiara.
Probabilmente le cose migliorerebbero molto con una FF e degli obiettivi almeno decenti, ma dubito che anche così si riesca a raggiungere quella stessa resa materica di una foto in bianco e nero col giusto contrasto, magari anche ben stampata.
ma guarda un po'
Supermario
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Iscritto il: gio mar 15, 2007 4:17 pm
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Ciao Vittorio, spero di vederti a Castel San Giovanni in Settembre e spero di vedere le tue belle stampe dal 4x5".

Per quanto riguarda l'operatività del digitale io devo confermare la mia inadeguatezza a controllare la situazione in fase di ripresa, mi succedeva anche con le autofocus a pellicola, e la mia incompetenza con la camera chiara che purtroppo è in concorrenza letale con il lavoro in ufficio. Questo è assolutamente legato ai miei processi mentali, a quel mescolone di pensieri che mi turbinano in testa quando fotografo, la foto che mi appare come un flash di un grande del passato, la necessità di esporre per quel soggetto e non per l'abito della sposa, la paura del mosso sia mio che del soggetto, l'espressione del viso che non arriva, la necessità di scattare per non infastidire il soggetto che si spazientisce e assume un aspetto innaturale, il gomito che non si sposta, ecc, (tanto è vero che voglio provare con una fotocamera scarica e una carica contemporaneamente per vedere di prendere i soggetti per stanchezza ). La mia fotocamera ideale deve essere più simile ad una matita (che necessita di un temperino e di una gomma) che ad un computer, con pochi comandi dimensionati per contadino.
D'altra parte il violino ha solo 4 corde.
Oltre a ciò devo constatare che la maggioranza delle foto selezionate e memorizzate và inesorabilmente perduta anche presso i migliori professionisti di mia conoscenza, mentre la fotografia deve essere anche testimonianza.

Per quanto riguarda le sensazioni tattili io sono venuto su a ferro e legno la plastica è nata dopo di mè e mi fà ancora senso anche quando è una Tojo 10x12" o una Horsemann 6x9. Io preferisco sommellarmi la mia Linhof o la mia Rollei di ferraccio in lega pesante senza Titanio e Magnesio :cry: che quando c'è il ghiaccio si afferra solo con i guanti altrimenti ci lasci la pelle attaccata! Ma io sono fatto molto all'antica! ...per certi versi troppo!

Pensare in B&W: per me vuol dire previsualizzare una certa impressione o forma o idea già sintetizzata ovvero scremata di un orpello quale il colore, che confonde le cose, rincorrendo un soggetto principale quale uno sguardo, un sorriso, oppure una goccia di rugiada che si stà per staccare. Si può pensare ad un file come se fosse in B&W e poi per passare al colore basta settare la propria mente anzichè cambiare pellicola o fotocamera, basterebbe se qualcuno fosse capace perchè la biologia umana non si adatta così facilmente.
Per esempio fotografare un carnevale invece di usare la pellicola Konica (non si trova più) si può fotografare in digitale e lasciare i colori come vengono, sono già carichi, ma se voglio fare un paesaggio che emani il profumo, l'aria, l'afa o il fresco (alla Ghirri)
invece di usare una Portra Kodak sovraesposta e stampata chiara posso lavorare in camera chiara e cominciare a fare tentativi di stampa, poi vedere i risultati e riprovare ecc. Tutto è possibile ma nessuno me l'ha mai mostrato.
Per quanto riguarda il vedere il mondo attraverso l'ottica con cui si esce il discorso è molto complesso e riguarda l'evoluzione anche culturale. Per esempio se il reportage all'epoca di HCB si faceva prevalentemente con il 50 mm, negli anni '70 si è passati al 35 mm , oggi forse prevale la visione del 28 mm , lo sguardo si fà più angoscioso, irriverente, non dà nulla per scontato, mentre in passato vi erano più sicurezze, più equilibrio ed armonia, più distacco.
Ecco che cambiando ottica anch'io tendo a cambiare approccio e stato d'animo, se la sostituzione dell'ottica è una scelta voluta dopo però è l'obiettivo che si impone e mi conduce ad un diverso sentire.
Più l'attrezzo diventa complesso, passando dalla fotocamera analogica meccanica a focale fissa alla fotocamera digitale a focale variabile i vincoli diminuiscono fino a sparire mentre le possibilità operative diventano infinite, in questo passaggio i miei schemi mentali perdono gli appigli, il controllo diventa sempre più complesso, il sentiero del discorso, come uno spartito da compiliare, si intreccia con quello di altri strumenti. Per me è già difficile usare uno zoom e una fotocamera automatica!.
Non credo che l'opera d'arte sia solo un atto voluto ma anche una ricerca, un sentiero già tracciato da percorrere, una combinazione di volontà e imposizione, un assecondare il caso. Io sono disposto a subire il destino ma non la macchina.
Mario Andreoli
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Stefano Tambalo
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...se questi due ultimi scritti di Supermario non vanno a finire nella sezione "cult", mi arrabbio con gli admin. ::m13
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zamario
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Io capisco benissimo lo spaesamento di luca di fronte al nuovo strumento.
In effetti il digitale impone una serie di scelte che prima potevamo fare solo in parte e che, dopo anni di esperienza, probabilmente non erano nemmeno piu' in discussione.
Pero' da qui a pensare che il digitale sia negativo perche' da' molte piu' possibilita' di prima mi sembra un po' come dire "piove, governo ladro"

Nel caso specifico, e volendo limitarsi esclusivamente al problema della resa: cambiare supporto implica sempre doversi ricercare una resa che ci soddisfi.
Con la pellicola andava fatto tanto quanto. La scelta, anche nei tempi migliori, era comunque limitata.
Fatti i debiti esperimenti alla fine uno si sceglieva la/le emulsioni preferite a seconda delle necessita', eventualmente gli sviluppi (o il laboratorio) e via. Dopo un po' di tempo non ci si rendeva nemmeno piu' conto di operare iuna scelta.
Oggi, col digitale, e' esattamente la stessa cosa. Con in piu' il vantaggio che la scelta e' tra un continuo di soluzioni e non tra un insieme ristretto e scelto da altri.
Non capisco come possa questo essere visto negativamente.
E' vero che ci vuole del tempo a trovare la soluzione che possa andare bene, che si devono conoscere i nuovi strumenti almeno un po', ma sono assolutamente convinto che ci voglia meno (in termini di tempo, soldi e fatica) a trovare la propria strada col digitale di quanta ce ne volesse ai tempi della pellicola.
http://www.zamario.com - http://www.flickr.com/photos/zamario/
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mauro ruscelli
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zamario ha scritto: , ma sono assolutamente convinto che ci voglia meno (in termini di tempo, soldi e fatica) a trovare la propria strada col digitale di quanta ce ne volesse ai tempi della pellicola.
Esatto
Mauro

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marco palomar
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Il discorso sul mezzo è abbastanza complesso, ma per usare una metafora mi sembra che la pellicola sia come una foresta che presenta al suo interno molte strade già ben battute, e che essendo ben nota permette di orientarsi anche al di fuori di esse; il digitale è una specie di giungla dove ci sono pochi riferimenti e ci si fa strada col machete (se non col caterpillar), col rischio concreto di non andare da nessuna parte. Almeno per ora.
C'è voluto più di un secolo per raggiungere la maturità espressiva e tecnica della fotografia in bianco e nero, e in questo secolo ci sono anche gli anni di esperienza dei singoli fotografi, dilettanti e non, che hanno imparato errore dopo errore. In dieci anni la fotografia digitale non ha raggiunto né la piena maturità tecnica né, tanto meno, quella espressiva. Ho visto fotografi professionisti che masticavano con disinvoltura i codici estetici del bianco e nero dei Pellegrin, Zizola, Salgado incespicare nel tentativo di trovare una propria "impronta" nel digitale tra colorini improbabili e luminosità barocche.
ma guarda un po'
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Zed
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luca rubbi ha scritto:
[...]
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Leica M6 - Summicron 35/2 Asph - XP2 (una sorta di rigurgito passatista...)

Ciao
Luca
Ehm, io la differenza la vedo molto nella modella... Chiara mi ricorda la Ninfa sotto certi aspetti...
Quando il dito indica la luna io guardo il miracolo dell' evoluzione, il saggio il grosso sasso.

Ciao, Matteo
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luca rubbi
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Hey Zed, ci hai visto proprio bene, quando conobbi Chiara nel 1997 una delle prime cose che le dissi era che assomigliava alla Ninfa...

:)

Poi il discorso di Marco mi è piaciuto molto, mi ha rammentato la metafora heideggeriana sui sentieri interrotti nel bosco, tutti sembrano la strada giusta, ma non tutti lo sono, si torna indietro e se ne prendono altri che ci portano alla meta, ma tutto questo fa parte del viaggio, una perfetta metafora sulla progettualità.

Vi ringrazio!

Luca
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Roberto
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trem ha scritto: (...) ecco benvenuto all'inferno vedrai che fra qualche mese starai anche tu le ore al computer (...)
Luca torna indietro, intanto che sei in tempo... :) :D
Ciao
Roberto
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luca rubbi
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Ciao
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FranzPisa
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Bello 'sto thread. Il mio piccolo contributo: già nei giorni scorsi ho detto, nemmeno scherzandoci troppo, che a mio parere il BN digitale è molto più difficile del BN analogico. E vedo che le argomentazioni portate allora già altri le avevano espresse in questo thread. E lo riconfermo in pieno. Io (purtroppo) sono dovuto passare al digitale in toto e vista la situazione attuale spero di poter continuare almeno con quello, quindi con il problema Photoshop mi ci sono dovuto scontrare, volente o nolente. Ed il fatto che manchino dei riferimenti, che non si possa far conto sulla pellicola, sul rilevatore, su tutto quello che volete per cui alla fine vi trovate con un RAW e siete soli vs il resto del mondo è vero.

Esempio:

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Marco Piccirillo di FranzPisa, su Flickr

io non so se questa sia pattume o meno, so che il soggetto in questione l'ha apprezzata tantissimo e che rappresenta esattamente quello che volevo ritrarre (il movimento ondulatorio della testa tipico del contrabbassista), oltretutto con una buona luce ed uno sfondo totalmente annerito, scattata con Canon EOS 5D e orrore orrore l'EF 70-200/4 L IS a 70mm tutta apertura, inadattissimo alla bisogna ma il 105 macro mi stringeva troppo.

Ecco, me lo hanno anche chiesto su Flickr perché non l'ho fatta in BN. C'è qualcuno che mi crede se dico che non ci sono riuscito? E io guardate che su PS mi ci muovo benino e di lavoro faccio l'informatico, io ci vivo in mezzo ai computer (nonostante la CIG e forse peggio per il 2011). Ho provato di tutto ma alla fine non riuscivo ad ottenere la resa che volevo sulla cassa armonica dello strumento. L'ho lasciata a colori perché la preparazione pre-viraggio in scala di grigi mi sembra soddisfacente.

A pellicola forse la stessa foto nelle stesse condizioni sarebbe uscita perfetta. E allora? Mica è colpa del digitale. Magari tra 5 anni la riprenderò in mano e mi verrà una foto degna del Rubbi :-P

Per chiudere vi ci metto il meno peggio che ho tirato fuori come BN (scusate la dimensione ma in BBCode non si può regolare) e proprio un si pole vedé, via:

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luca rubbi
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Grazie Franz, io comunque non mi arrendo.
In fondo sono un fottuto ariete!

::rub ::nat ::smilem

8-)


Ciao
Luca
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R.dox
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marco palomar ha scritto:Basta con questo buonismo del cavolo: le foto di Luca dimostrano che gli scatti digitali dello stesso fotografo e degli stessi soggetti possono essere inferiori ai corrispettivi analogici, specie se la matericità degli scatti su pellicola costituiva un loro punto di forza. Punto.
Non sono neanche convinto che sia tutto emulabile, almeno allo stato attuale ed almeno sul bianco e nero, né che sia un problema di inesperienza di Luca come operatore di camera chiara.
Probabilmente le cose migliorerebbero molto con una FF e degli obiettivi almeno decenti, ma dubito che anche così si riesca a raggiungere quella stessa resa materica di una foto in bianco e nero col giusto contrasto, magari anche ben stampata.
Concordo...
Riccardo
riccardox.2@libero.it

I work by impulse. No philosophy. No ideas. Not by the head but by the eyes.
Instinct is the same as inspiration.

Manuel Alvarez Bravo
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carlo riggi
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Supermario ha scritto:Inoltre il digitale è una droga ossia influenza lentamente il tuo modo di vedere
Vero, ma di quante cose potremmo dire lo stesso?
Su tutte, della fotografia.

Ciao
Carlo
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