[Libri] Ralph Gibson - Refractions

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mauro ruscelli
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thoughts on aesthetics photography

Ho usato delle macchine 35mm telemetro della serie Leica M per 40 anni. La combinazione di bilanciamento, silenziosita' e tattilita' tutti elementi molto importanti. Anche il fatto che puoi vedere fuori e dentro la frame al momento dell'esposizione. Questo mi da informazioni per la mia decisione, mi da tempo e ritmo sugli eventi e come si evolvono fuori dall'area della foto. Io posso vedere qualche cosa, portare la camera all'occhio esporre, riporre la fotocamera continuando a vedere e relazionarmi con il soggetto. Questa e' la considerevole differenza con una reflex dove l'immagine e' fuori fuoco fino a che non viene messa a fuoco e scompare al momento dell'esposizione. Io chiamo questo "coito interrotto visuale"

Per molti anni la lente che ho usato di piu' e' stato il 50. Rende gli oggetti senza distorsione prospettica. Usare esclusivamente il 50 per alcuni anni insegna che si puo' perfettamente comprendere il mondo con la geometria della lente, un po' come l'uomo di vitruvio illustra come la forma umana puo' comprendere il cerchio ed il quadrato.
Ultima modifica di mauro ruscelli il mar mar 27, 2007 11:30 am, modificato 1 volta in totale.
Mauro

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andreamiglio
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Non a caso è un grande e la semplicità aiuta ad esserlo
Andrea


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Marco Barretta
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Sarà anche un coito interrotto visuale, ma almeno con la reflex puoi "scopare al momento dell'esposizione".
Mauro ti sei dimenticato la m, era scompare al momento dell'esposizione.
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mauro ruscelli
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Corretto, grazie. Faceva un effetto molto strano
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luca rubbi
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Ma è poi così importante vedere il momento esatto dell'esposizione?
A me sembra una delle fisime da "telemetraro" che crede che siano gli apparecchi migliori del mondo, l'ho sempre sostenuto e lo ribadisco il vantaggio della M è tutto nella strepitosa precisione di messa a fuoco a bassi livelli di illuminazione, soprattutto con ottiche corte, per il resto ci sarebbe molto da ridire, come l'assenza di vibrazioni ed altro.

Ciao
Luca
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NatRiscica
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Semmai trovo più interessante il vedere oltre ciò che inquadro.
Francamente quei pochi centesimi di secondo in cui si oscura il mirino della reflex non mi hanno mai infastidito. Certo, poi può dipendere tutto dall'abitudine.

Non oso immaginare Gibson con l'Hasselblad.

Nat
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mauro ruscelli
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Quello del buio durante lo scatto posso condividerlo. Mi sembra interessante invece il discorso della continua visibilita', non hai virtualmente fuori fuoco nel mirino (escludendo certi paraluce :? ) e quindi segui sempre l'azione, vicina o lontana che sia, ed anche esterna alla cornice dell'ottica usata. Che poi tu debba comunque decidere cosa mettere a fuoco e soprattutto farlo e' un altro paio di maniche
Mauro

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luca rubbi
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NatRiscica ha scritto:Semmai trovo più interessante il vedere oltre ciò che inquadro.

[...]

Nat
Compensata però dalla "imprecisione" (eufemismo) dell'inquadratura.

Luca
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mauro ruscelli
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Dimenticavo

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Refractions: Thoughts On Aesthetics and Photography (Paperback)
by Ralph Gibson (Author), Mark Davison (Editor)
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# ISBN-13: 978-3865210791
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Mauro

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sante castignani
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Vedere durante lo scatto serve, eccome.
Nel lavoro professionale di routine, come un matrimonio, con un po' di attenzione ti accorgi se il soggetto chiude gli occhi al momento fatidico, specie con il flash;

con i tempi extralunghi, come il mezzo secondo o giù di lì, cui certe volte si è costretti per portare a casa qualcosa (ma io con i supergrandangoli ho fatto anche il secondo intero), il poter continuare a mirare aiuta a stabilizzare il corpo, evitando la vertigine del buio totale.

Non è forse moltissimo, ma visti i limiti del telemetro, i vantaggi vanno sfruttati fino in fondo.
Ciao,
Sante
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