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Una lezione

Inviato: mar set 14, 2010 10:00 pm
da zamario
Da un po' di tempo a questa parte mi interrogo, con poca fortuna, su quello che dovrebbe essere il ruolo del fotografo.
Puro veicolo di eventi o sensazioni?
Supertecnico in grado di rendere spettacolare qualsiasi cosa?
Metteur en scène di situazioni della propria fantasia?

Confesso di essere in alto mare nelle mie riflessioni, ma quando vedo qualcosa del genere
http://www.imagesoftheinvisible.com/pho ... i.php?id=1
comincia a venirmi un sospetto...
E' uno dei reportage piu' incredibili che abbia mai visto.
Non perdetelo

Re: Una lezione

Inviato: mer set 15, 2010 7:53 am
da trem
molto interessante quel reportage, grazie della segnalazione.

il fotografo è tutte tre quelle cose che dici sopra, ma il sospetto che ti è venuto quale é?
che sia tutto inutile? ce bisogna fare assolutely dei reportage sul sociale? che bisogna fare come San Francesco? che è tutto un gran spettacolo?
vuoi esplicitare?

Re: Una lezione

Inviato: mer set 15, 2010 8:44 am
da 1cesar
Credo di avere compreso il Tuo dubbio Mario, e lo condivido.

Sabato ho trascorso la giornata a Savignano, dove abbiamo con alcuni amici appassionati, dedicato il pomeriggio ad osservare decine di aspiranti fotografi farsi valutare il portfolio da critici (piùomeno) affermati.
Le idee originali erano tante, lo scopiazzamento dilagava, ma la tendenza generale era quella di forzare.

La sera a cena si rifletteva su questo aspetto, e un caro amico ha liquidato l'argomento parlando di un noto reporter italiano: farebbe foto da giudizio universale anche alla sagra della porchetta !
Ormai è la tendenza in atto, il mercato dell'immagine richiede una sempre maggiore sensazionalità.

Sempre sabato si rifletteva con Mauro su questi aspetti alla mostra di Eskildsen, composta e strutturata in controtendenza.
Ciao

Re: Una lezione

Inviato: mer set 15, 2010 10:06 am
da Vittorio
Il ruolo del fotografo e' una parola astratta.
Se e' un professionista e' pagato per fare al meglio delle proprie capacita' cio' che gli e' stato richiesto.
Se e' un fotoreporter,dovrebbe usare sempre una certa moralita' senza scadere in deontologiche visioni politiche personali.
Se e' un'artista ,mi piacerebbe che sii onesto intelletualmente e non giocasse con effetti speciali dettati dalle mode momentanee ,ma che il frutto del suo lavoro sii sempre e solo l'espressione di cio' in cui personalmente ha creduto.

Si lo so' sono un fottuto romantico visionista.......

Re: Una lezione

Inviato: mer set 15, 2010 10:06 am
da Alberto Bregani
ehm... non so, mi pare non abbiate colto il senso
perchè mi pare di aver letto solamente commenti sul "fotografo" e il suo modo di fotografare ..che in questo caso potrei dire non esiste.

Qui il "fotografo "sono gli stessi Homeless che attraverso la "loro" visione fotografano se stessi
qui non c'è alcun reportage sul sociale, nessun filone da seguire sulla scia di grandi Maestri ( o cosiddetti simili) di fotoreportage
nessun parametro a cui rifarsi, nessun portfolio da leggere, nessuna critica fotografica da apportare
c'è solo da guardare e riflettere, non sull'esposizione o il taglio compositivo, ma su chi c'è dietro e davanti alla macchina

Questo è un progetto sociale ( fotografico.. non per nulla si chiama Laboratorio di immagine con i senzatetto di Milano ) per dare la possibilità a persone con gravi problemi di adattamento di esprimere sé stessi e le loro qualità attraverso varie forme di espressione tra le quali, in questo caso, l'immagine, la fotografia; per dare loro ragione di "essere individui", per dare loro un senso dell'impegno e restituirgli un segno di gratificazione. Un progetto di impegno educativo per cercare di riabilitare ( ai nostri occhi, il più delle volte) persone emarginate in difficoltà
Progetto Exodus SOS Stazione Centrale Milano

That's it
penso che vedere quelle foto con gli occhi di un Uomo invece di un fotografo possa dare il giusto senso a quel "reportage"
e forse il titolo dato da Zama "una lezione" era da intendere in questo senso
Magari mi sbaglio ;-)
Ciao
A

ps e grazie a Zama per la segnalazione

Re: Una lezione

Inviato: mer set 15, 2010 9:45 pm
da mauro ruscelli
Il progetto e' molto bello, era in mostra a Savignano, dove si alternavano scatti dei senzatetto con i ritratti fatti dal fotografo che ha gestito il progetto e alcune frasi scritte sul muro sui vari autori. Un caso dove il fotografo ha veramente fatto un passo indietro

Re: Una lezione

Inviato: mer set 15, 2010 10:17 pm
da mauro ruscelli
Detto questo credo si possa affrontare il tema toccato da Mario e di cui ho effettivamente discusso con Cesare a Savignano perche' la scelta dell'organizzazione e' stata in completa controtendenza, pur avendo le tre mostre principali un tema da reportage, Roger Ballen con la sua Boarding House, Joakim Eskildsen con The Roma Journeys e Mark Steinmetz con South hanno dato una visione davvero diversa da come la moda ci sta portando ad interpretare il genere.
Una prima riflessione che mi viene e' che se l'incarico e' di pochi giorni od una settimana per coprire un evento, bisogna per forza cercare l'effettaccio, caricare i cieli i contrasti e quant'altro, non c'e' tempo materiale per riflettere ed avere abbastanza buone foto che si reggano da sole senza scorciatoie. Chi affronta un progetto di 5 mesi all'anno per 5 anni come Eskildsen, chi frequenta un'unico stabile in uno slum del sud africa per 4 anni come Ballen per ottenere la sua boarding house, o il catalogatore colto dell'america Steinmetz hanno altro in mano, tempo, immagini, e dalle loro immagini esce una profondita' ed una ricerca che non ha bisogno di altre stampelle, le foto possono essere stampate correttamente, equilibrate perche' sono immagini dove l'autore emerge tutto senza scorciatoie.

In quest'ottica si inserisce anche il fatto che Roger Ballen, alla conferenza raccontava anche episodi relativi agli scatti, "le mani che sporgono da questo telo sono di un omicida ricercato per aver ucciso a mani nude due bambine, per questo non si vuole far vedere, questo e' un ragazzo di 17 anni che mi ha aiutato molto poi improvvisamente si e' suicidato, qui hanno accoltellato uno, questa e' l'ultima foto fatta a questa persona, gia' rinchiusa dal gestore della boarding house per un tentativo di furto, dopo questa immagine il suo corpo e' scomparso e di lui non e' piu' saputo nulla..." eppure nulla di tutto questo e' "scritto" nell'esposizione o nei libri di Ballen, che per contro sembrano formalmente costruiti in studio, ma per lui il viaggio nella psiche che le sua immagini provocano non hanno bisogno di ulteriori elementi di realta' oggettiva.

http://www.rogerballen.com/

Il lavoro di Steinmetz, che non a tutti e' piaciuto, mi ha commosso, dopo tante immagini gridate che ci assalgono da piu' parti, tanta bellezza sottovoce, ma non povere od inutili, immagini ricche di rimandi alla tradizione fotografica americana e di elementi interni all'immagine che si intracciano, per me bellissime, frutto di una lunga ricerca negli stati del sud america,che hanno gia' prodotto tre libri.

http://www.marksteinmetz.net/

e per ultimo
http://www.joakimeskildsen.com/default. ... u&Item=113

Re: Una lezione

Inviato: gio set 16, 2010 9:47 am
da Condor
zamario ha scritto:Da un po' di tempo a questa parte mi interrogo, con poca fortuna, su quello che dovrebbe essere il ruolo del fotografo.
Puro veicolo di eventi o sensazioni?
Supertecnico in grado di rendere spettacolare qualsiasi cosa?
Metteur en scène di situazioni della propria fantasia?

Confesso di essere in alto mare nelle mie riflessioni, ma quando vedo qualcosa del genere
http://www.imagesoftheinvisible.com/pho ... i.php?id=1
comincia a venirmi un sospetto...
E' uno dei reportage piu' incredibili che abbia mai visto.
Non perdetelo
Faccio una provocazione: prendiamo queste foto, togliamo tutta la prefazione e ogni sorta di descrizione su come é nato questo progetto e supponiamo che un utente del forum le posti qui come sue, quante ne salvereste? che giudizio dareste al progetto fotografico?

Non credo che possa raccogliere molti giudizi positivi...

Io credo che la fotografia debba vivere senza tante parole, senza tante descrizioni e preamboli e per questo motivo vedo questo reportage più per l'esperienza sociale (notevole!) che per il suo valore nel campo fotografico.

Grazie per la segnalazione e le riflessioni che hai provocato ;-)

Re: Una lezione

Inviato: gio set 16, 2010 11:23 am
da mauro ruscelli
Io credo che la fotografia debba vivere senza tante parole, senza tante descrizioni e preamboli ...
Non credo piu' che questo sia vero in assoluto.

Re: Una lezione

Inviato: gio set 16, 2010 8:17 pm
da otto
Faccio una provocazione: prendiamo queste foto, togliamo tutta la prefazione e ogni sorta di descrizione su come é nato questo progetto e supponiamo che un utente del forum le posti qui come sue, quante ne salvereste? che giudizio dareste al progetto fotografico?

Non credo che possa raccogliere molti giudizi positivi...
prendendo la tua provocazione per buona mi vengono in mente le foto di Boris Mikhailov "Case History"


otto.

Re: Una lezione

Inviato: ven set 17, 2010 1:46 am
da zamario
Rieccomi.
Non pensavo che avrei stimolato tanti interventi, mi fa molto piacere.

Sicuramente la mia riflessione era molto meno profonda di molte lette qui.

Faccio prima a raccontare i miei pensieri seguendone l'ordine temporale:
Scopro per caso il lavoro che, a differenza di Condor piace tantissimo.
Mi colpisce, mi tocca, mi fa pensare.
Mi ricorda anche alcuni fotografi che amo molto, come Anders Petersen (tanto per cambiare)
Se devo trovare un difetto forse lo trovo un pelo "alla moda" come stile, cosi' informale, sporco.
Ovviamente queste considerazioni pensando che sia il lavoro di un fotografo.

Leggo l'introduzione e scopro la natura del progetto.
Io sono rimasto basito.
Da un lato capisco che l'essere completamente dentro una situazione renda le immagini molto piu' forti di quelle prese da una persona piu' esterna.
Immagino anche che questa sia una selezione di un numero molto ampio di fotografie.
Pero' mi chiedo come sia possibile che sia venuta fuori una cosa cosi' toccante e, a mio parere, ben fatta.

Da cui la considerazione: ma saper fare fotografie (ovviamente non parlando di un ambito professionale in cui si devono soddisfare i bisogni di una committenza, ma piu' di lavoro personale/artistico) serve a qualcosa?

Re: Una lezione

Inviato: ven set 17, 2010 7:10 am
da Nikita
zamario ha scritto: ... ma saper fare fotografie serve a qualcosa?
Si !

nik

Re: Una lezione

Inviato: ven set 17, 2010 12:41 pm
da warburg
In questo caso sono con Condor.
Vedo delle buone immagini, ma niente di più.
ciao
c

Re: Una lezione

Inviato: ven set 17, 2010 5:52 pm
da Condor
mauro ruscelli ha scritto:
Io credo che la fotografia debba vivere senza tante parole, senza tante descrizioni e preamboli ...
Non credo piu' che questo sia vero in assoluto.
That's the problem.... Con le parole ho visto giustificare minchiate di valore assoluto e spacciarmele per grandi opere.

Re: Una lezione

Inviato: ven set 17, 2010 5:52 pm
da Condor
Nikita ha scritto:
zamario ha scritto: ... ma saper fare fotografie serve a qualcosa?
Si !

nik
Si x 2