VIETATO! I limiti che cambiano la fotografia.

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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Gabriele66
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E' il titolo della mostra e l'argomento del dibattito che si terrà a Castelnuovo Garfagnana (LU) dal 29 luglio al 7 agosto che vuole porre l'attenzione su come è cambiata la fotografia a seguito della psicosi della privacy che ormai ha pervaso (a diritto o no) il modo di pensare comune, legando di fatto le mani ai fotografi.
Nella mostra, curata da Giovanna Calvenzi, Renata Ferri e dal sottoscritto, saranno esposte le foto di 55 autori nazionali, tra cui GB Gardin, Letizia Battaglia, Alex Majoli, Francesco Cito, Uliano Lucas, Stefano De Luigi, Francesco Zizola, Piergiorgio Branzi, Mario Peliti, Pietro Masturzo e molti altri.
La sera del 5 agosto ci sarà una tavola rotonda a cui parteciperanno Giovanna Calvenzi (RCS), Renata Ferri (RCS), Roberto Tomesani (TAU Visual), Alberto Giuliani di Luzphoto, Fulvio Merlak (FIAF), con un testo scritto di Michele Smargiassi (Repubblica), sul tema "I limiti che cambiano la fotografia".
L'idea è quella di iniziare a sollevare il problema non tanto sul diritto o no di fotografare, di non fotografare, di essere/non essere esposto, quanto dell'enorme danno che si andrà a creare ai posteri. Dei nostri giorni in un futuro potranno essere viste foto di guerra, foto posate, foto studiate, ma mancheranno quasi completamente le foto di street e di vita normale che tanto hanno arricchito la nostra cultura fotografica. Basta pensare con quanto trasporto aguzziamo la vista quanto capita sotto le nostre mani una foto di quindici -venti, trenta anni fa dei nostri paesi, delle persone vicine a noi, di come era quella strada oggi affogata nel cemento. Foto che abbiamo l'obbligo morale di scattarle oggi, per lasciarle come lascito nel futuro. Senza considerare come la privacy (quella vera) sia continuamente infranta da telecamere, foto postate su Facebook a nostra insaputa perchè semplicemente presenti ad una festa, tutte le tracciature esistenti nel nostro mondo moderno.
Vorremmo riuscire a farci trattare (e sentirci) un pò meno da delinquenti, quando scattiamo una fotografia.
La mostra sarà poi itinerante per l'Italia, prossima tappa Fondazione Marangoni a Firenze.
E' graditissimo un vostro commento, e meglio ancora, se passerete dalle nostre parti, na vostra visita.
A chi interessa il programma completo lo trovate su http://www.fotocinegarfagnana.it a Settimana della Fotografia.
Grazie a tutti.
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GIALLO
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Complimenti per l'iniziativa.

Tra tanti che rinunciano a malincuore a pubblicare per rispettare di una legge anche se oggettivamente assurda, e tanti altri che pubblicano per ignoranza o calcolo delle scarse probabilità d'essere pizzicati, era ora che qualcuno ponesse a tema questi argomenti, per non ridurre la fotografia a messinscena o stucchevolezza, ossia l'esatto contrario di quello che quel mezzo voleva essere e fu quando nacque, a prescindere dalle mistificazioni e storture funzionali ai poteri che di volta in volta se ne sono serviti, appunto in malafede.

La valenza culturale dei fotografi menzionati (ma ve ne potrebbero essere tantissimi altri che hanno letteralmente trasmesso ai posteri l'atmosfera di certi anni del nostro passato) dovrebbe bastare da sola a dimostrare che questo malinteso e riduttivo concetto di privacy fa condannare all'oblio intenzioni e manifestazioni fotografiche di carattere indubitabilmente artistico, mentre non pone alcun freno all'intromissione quotidiana e costante nella nostra vita e nelle nostre convinzioni più intime e riservate da parte di qualsiasi operatore malizioso, che abbia le mostrine sulle spalle oppure no.

Esssere guardati come dei ladri o dei maniaci quando si ha una reflex al collo, mentre chiunque ti potrebbe fotografare, filmare e registrare con un telefonino o con telecamere di sorveglianza (che poi sono sempre fuori servizio quando servono davvero) è paradigmatico e singificativo di una mentalità comune a lungo imposta e ormai deviata, di una cultura della diffidenza, della solitudine e del perenne sospetto del proprio prossimo.

Grazie davvero, spero di poter passare da Lucca, ma in ogni caso in bocca al lupo per questa intelligente iniziativa.

Gianluca
Γηράσκω δ' αεί πολλά διδασκόμενος

http://www.flickr.com/photos/giallofoto/
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marco palomar
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bellissima iniziativa, concordo al 101% sul ragionamento fatto da Giallo e sugli accenti da lui usati.
ma guarda un po'
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Giuseppe Mosconi
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Iscritto il: mer mag 02, 2007 9:11 am
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Iniziativa corretta e interessante che doveva essere avviata ben prima (sia ben inteso non è colpa degli attuali organizzatori!). Speriamo che il dibattito si mantenga vivo e si giunga a una conclusione positiva per la Fotografia. Mi resta però un dubbio sullo scopo dell'iniziativa: già da oggi la vigente normativa garantisce a tutti il diritto di espressione (artistica o no) e quindi anche di poter fotografare una persona senza altra formalità richiesta, mentre limita con le leggi sulla privacy gli scatti lesivi della dignità del soggetto; la pubblicazione di immagini a uso commerciale è l'altro aspetto già regolamentato. Deduco quindi che si sente finalmente l'esigenza di cambiare un modo di percepire la fotografia nella popolazione? se così è sono d'accordo. E negli altri paesi del mondo? noi italiani che non sentiamo remore a mettere in piazza gli affari di famiglia negli spettacoli pomeridiani siamo poi quelli che si rifiutano, invocando la legge, di farci fotografare. Siamo gli unici al mondo a essere in questa triste situazione o anche negli altri stati sono alla frutta?
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

http://www.flickr.com/photos/gimo/
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Stefano Tambalo
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Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
Località: Verona
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diffondo e pubblicizzo l'iniziativa, meritevole della più ampia visibilità e partecipazione possibile.
grazie.
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carlo riggi
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Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
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Caro Gabriele, mi complimento vivamente per l'iniziativa.

A mo' di omaggio, e scusandomi per l'ineleganza di un'autocitazione, riporto un brano tratto dal mio libricino:

(...)
La saturazione di elementi grezzi di realtà, irrappresentabili e inelaborabili, comporta come unica possibilità di sfogo la “messa in atto”. In una sorta di appagamento autoreferenziale l’altro è disconosciuto, se non come parvenza, perché è inconcepibile l’idea della distanza. L’immagine è trattata alla stregua di un pezzo reale dell’altro, un duplicato, e non come sembiante o rappresentante simbolico. Questo spiega, tra l’altro, la crescente diffidenza nei confronti della fotografia, celata da una ipocrita esigenza di tutela della privacy. Molte persone, pur ben disposte a lasciarsi riprendere dalle telecamere di una qualunque “vita in diretta” – dove tutto è dato e presentificato in modo ipersaturo – , diventano irascibili e intolleranti quando vengono fotografate. Come se davvero l’atto autoriale del fotografo e del suo apparecchio trafugasse materialmente un pezzo delle loro vite - l’anima - e lo segregasse in un meandro oscuro. Lo pseudoinconscio iperrealista della TV, privo del riposo della morte, non prevede elaborazione del lutto e oblio ma solo l’eterno happening dei nos-feratu. La prevalenza di pensiero concreto che caratterizza sempre più la nostra società non consente di concepire l’alterità, la separazione, la morte. Ogni distacco, anche solo il perdere il controllo su un pezzo della propria effige, equivale ad un evento angoscioso insopportabile, una mutilazione reale. Non stupisce che oggi sia così diffuso il divieto di fotografare all’interno dei cimiteri, un tempo considerati, proprio per via della sua intrinseca capacità di “immortalare”, luoghi d’elezione per la fotografia.
(...)


In bocca al lupo!
Carlo
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ryo
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Iscritto il: ven gen 01, 2010 1:13 pm
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Mi associo ai complimenti per la lodevole iniziativa e concordo pienamente con l'analisi di coloro che mi hanno preceduto nel commentarla.
Marcello
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astro62
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Località: Avellino
L'argomento è interessante e sono cerco avrà un'eco notevole. Per quanto mi riguarda io continuo a scattare da pirata, sono allergico alle regole. Ciao e auguri.
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GIALLO
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Iscritto il: mer gen 20, 2010 11:26 am
Località: Milano
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Anch'io scatto da pirata: è del tutto lecito farlo.
Il problema è pubblicare le immagini, non realizzarle.
Buona luce
:)
Γηράσκω δ' αεί πολλά διδασκόμενος

http://www.flickr.com/photos/giallofoto/
Gabriele66
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Iscritto il: gio lug 02, 2009 12:40 pm
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Non penso che la questione sia scattare da pirata: oltre tutto è l'unico modo di scattare se si vuole cogliere la vita. Il problema è il poterlo fare con una certa tranquillità!
La Fiaf ha vinto l'anno scorso il campionato mondiale di foto di bambini: non vi era una foto scattata in Italia. I nostri fotografi sono apprezzati nel mondo: le foto che pubblicano non sono fatte in Italia.
E' vero che sentirsi puntato un obiettivo addosso puo' dare noia.... ma tutte le telecamere alle quali ci sottoponiamo ogni volta che usciamo di casa? Il nostro cellulare che segnala la nostra posizione? E' purtroppo un'idea, un fenomeno di massa correlato a una sensibilizzazione da parte dei media.
Sembra che la fotografia faccia paura... che veramente ci catturi l'anima?
Senza considerare un aneddoto che mi raccontava un mio amico che lavora a Canale 5: quando esci con la telecamera fanno a botte per essere ripresi, se esce con la M6 lo guardano con sospetto. C'è proprio qualcosa che non va!
Ed il problema, per rispondere a Giuseppe, è più forte nei paesi strutturati rispetto agli altri. E la nostra storia va a farsi friggere!!!
Ciao
silver
Voi ponetela come vi pare la questione ed appronditela pure, ma i fotografi continuano imperterriti ad immortalare i soggetti per strada, esponendo i relativi scatti in ogni pagina di qualsiasi forum, senza preoccuparsi di eventuali conseguenze.

In amore ed in fotografia tutto è concesso.

ciao
silver
bananocrate
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Iscritto il: mar lug 19, 2011 7:13 pm
L'iniziativa è lodevole e probabilmente necessaria.
Io continuo a scattare. Il problema, come è stato notato, non è tanto lo scattare ma la pubblicazione. In realtà è anche possibile la pubblicazione delle foto senza liberatoria in circostanze particolari (per esempio, il testo di legge lo prevede per motivi artistici... piccola parentesi ragionevole in una infrastuttura legale che, nei fatti, è irragionevole in quanto castra chi non lede la privacy ma permette altri comportamenti da grande fratello).
Piuttosto, l'importante non è l'aspetto legale quanto l'aspetto umano. Da un annetto che faccio street sono stato fermato già diverse volte, tanto da agenti che da cittadini, e con una spiegazione tranquilla ed un sorriso si risolvono la maggior parte delle situazioni.
Gabriele66
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Iscritto il: gio lug 02, 2009 12:40 pm
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E' uscito su FOTOCRAZIA il blog di Michele Smargiassi, l'articolo sulla mostra Vietato.
Ciao
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Giuseppe Mosconi
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Iscritto il: mer mag 02, 2007 9:11 am
Località: Perso nella provincia di Alessandria
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Gabriele, leggo solo ora. Scusa il ritardo ma ti ringrazio.
"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."

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