Pagina 1 di 1

neotopografia

Inviato: ven apr 13, 2007 9:54 am
da mauro ruscelli
Manifesto della neotopografia (27/07/2002)

Noi siamo i discendenti dei Nuovi Topografi, che ci hanno indicato la
strada da percorrere.

Di Adams ce n'è uno solo: Robert.
Rinneghiamo l'estetismo compiaciuto e la Falsità dei truccatori:
crediamo nella Verità solo e soltanto perché essa è nuda e invisibile.

Noi non pieghiamo nulla e nessuno al volere della nostra indole: siamo
inermi e sopraffatti dalla Bellezza, e non la ricerchiamo. Noi non
cerchiamo nulla.

Fotografiamo il territorio circostante perché non si deve mettere in
posa: esso sta, qui e ora.

Non aspettiamo l'attimo fuggente: esso è, qui e ora.
Non attendiamo l'affanno di un nuovo progetto, né una nuova idea: il
progetto siamo noi stessi.

Il neotopografo ama fare la fotografia, perché in quel momento essa è
solo il nutrimento della sua anima.

Il neotopografo non ha il culto della personalità, ma ama ciò che
guarda.

Il neotopografo non vuole "fare una bella fotografia", ma si abbandona
all\'inconscio tecnologico della macchina perché la Bellezza entri con
passi felpati dalla porta di servizio.

Chiunque può divenire neotopografo, purché abbia la fede.

Lo Stilita
pietropesaresi.altervista.org

-----------------------------------------------------------------------------------------------

La fotografia dei New Topographics


" mondo é infinitamente più interessante
di qualunque opinione possa avere su di lui "

Nicholas Nixon


I primi anni ' 70 hanno registrato la affermazione della correrne culturale denominata "Nuova Oggettività".Un nuovo modo di affrontare i problemi della rappresentazione del territorio e delle umane interazioni che in Europa ebbe nello scrittore e regista tedesco Peter Handke un indiscusso caposcuola. In continuità ideale con la ricerca formale degli europei, taluni tra i più sensibili fotografi americani di quella generazione iniziarono ad interrogarsi sul concetto di stile nella rappresentazione del territorio attraverso la fotografia.

Nella primavera del 1975 il critico W.Jenkins raccolse in una mostra alla George Eastman House di Rochcster NY, un
certo numero di questi fotografi coniando per loro (non senzaqualche distinguo da parte di taluno dei partecipanti) la
definizione di "New Topographics" (Nuovi Topografi).

Il sottotitolo della mostra recitava: A Man Altered Landscape (Il paesaggio modificato dall' Uomo) ed era indicativo del tentativo dei fotografi di "leggere" il paesaggio attraverso le tracce lasciate dall'uomo sulla sua superficie visibile.

Il nodo essenziale era quello dello "stile', un problema di Calviniana e Barthesiana ascendenza. I Nuovi Topografi avrebbero voluto rappresentare il Mondo senza interpretarlo, senza introdurre nella loro lettura del Mondo quell'insieme correlato di pregiudizi e preconcetti di cui siamo, inevitabilmente e "culturalmente" portatori, vero e proprio "grado zero" della fotografia che si impegnava a rappresentare un paesaggio lontano anni luce dagli stereotipi della wilderness (Ansel Adams) o dalla celebrazione estetica della norma (Minor White).

Una "campionatura della realtà " che si é spinta a considerare persino le variabili atmosferiche come disturbanti "bizzarrie" (Gholke). Negli anni successivi alcuni dei fotografi coinvolti nell'avventura della cosiddetta "Nuova Topografia" hanno continuato ad avere stretti contatti con la cultura europea fino a scegliere di lavorare quasi esclusivamente nel Vecchio Continente. L.Baltz, R.Adams e S.Shore di cui si segnala una pregevole riedizione dell'ormai introvabile "Uncommon Places" adottando un punto di vista "freddo", tendevano a sottolineare gli aspetti sublimi delle cose di tutti i giorni. Caso emblematico di questo approccio "neutro e del trattamento" minimo dei soggetti e quello dei tedeschi Berndt e Hllla Becher, con una vera e propria scuola tedesca i cui esponenti di spicco sono i loro allievi Axel Hutte e Andreas Gursky.

Una certa maggior carica ironica e l'utilizzo del grande formato hanno permesso a Joel Sternfeld di realizzare le sontuose immagini contenute in "American Prospect" (ristampato ora in un formato più ampio ed arricchito
di fotografie inedite appartenenti al progetto onginale).

Luigi Tirittico

Lugi Tiriticco, insegnante, fotografa dal 1982
si occupa attivamente di fotografia americana dal
1986. E' curatore del sito di immagini e critica
fotografica www.fotologie.it

http://www.newtopography.net/



http://www.flickr.com/groups/neotopografia/

Inviato: ven apr 13, 2007 10:07 am
da mauro ruscelli
Vi inserisco anche questa riflessione di Pietro Pesaresi presa da iaf

La fotografia si occupa della superficie delle cose.
Quindi, per definizione, è impossibile che la fotografia sia
"profonda". Ma cosa ci dice una qualsiasi fotografia, al di là della
superficie? Ebbene, essa va in profondità: propone il *nostro*
sguardo a noi stessi: uno sguardo alieno. La fotografia, tutta la
fotografia, ci parla dell'alienazione del nostro sguardo sul mondo. Ci
svela una segreta verità, e cioè che noi siamo altro da noi stessi:
siamo alieni in noi stessi, alieni al mondo, figli dispersi di un dio
sconosciuto. Siamo esseri la cui unica verità è l'alienazione da
tutto; per sopravvivere ci innamoriamo di una cenere.

Inviato: ven apr 13, 2007 1:00 pm
da massimostefani
Sull'esaltazione del comune=meraviglioso (per tagliarla con il falcione ) dobbiamo risalire a Walt Whitman.....quindi ben più lontano dalle origini dei nuovi topografi....Le affermazioni tipo .." l'unico Adams è Robert " suonano un tantino patetiche,oltrchè ammantate di quell'atteggiamento radical-chic che ha sinceramente stancato...x non dire di peggio!
Posso vantare il piacere di conoscere,personalmente,alcuni esponenti nazional-popolari della corrente dei Neo Top....con un minimo di cultura si può proporre al mondo ,argomentandola,qualsiasi cosa....in special modo se si tratta di fotografia!Ciò non toglie che ad una seria e coerente ricerca ci si debba avvicinare, da eventuali fruitori, con il dovuto rispetto...ma come ben sappiamo..le correnti..le mode..ecc..ecc..
Dulcis in fundo...arrivano gli alieni....conscevo un certo Giorgio Gaber che affermava "siamo talmente futili che le distrazioni possono impedirci di ammazzarci......" ora siamo arrivati alla la cenere x tenerci in vita......!!?


massimostefani.

Inviato: ven apr 13, 2007 2:01 pm
da Supermario
Per quello che mi par di capire questi concetti sono molto interessanti.
Quello che non mi piace è l'istituzione della ideologia o corrente artistica, come una religione alla quale si appartiene o si ricusa o si rinnega!
Certamente dietro a qualsiasi movimento c'è qualche genialità che però si spegne quando un'idea diventa criterio sistematico.
Forse l'uomo ha bisogno di un'ordine e di un'organizzazione che lo protegga dalla sua insicurezza!
I manifesti così arroganti e assoluti sono simpatici fin che sono propositi di adolescenti creativi, poi diventono molto pericolosi!
E dietro c'è sempre qualche furbone ispirato che ne approfitta!.
Io vedo sempre il giusto in quasi tutte le affermazioni o posizioni politiche e nel loro esatto contrario, in ultima analisi per me solo l'opera artistica riscatta l'ideologia!
A questo punto se c'è il manico tutto è condivisibile, se non c'è è pastoia accademica e provinciale!
Non si può icasellare l'anelito in un discorso razionale, organizzato, ordinato e coerente!
A chiunque, sopratutto a me condizionato dalla mia formazione professionale, piacerebbe avere e dare delle ricette e delle spiegazioni, invece tutto ciò resta nel mistero, e ci consente di dibatterne all'infinito.

Inviato: ven apr 13, 2007 2:17 pm
da cristiano cossu
I "manifesti" sono stati molto importanti per le diverse correnti artistiche. Questo mi sembra un pò debole nei contenuti, non abbastanza contraddittorio da essere un vero manifesto artistico - quindi simbolico, illogico, sognante - ma soltanto quel che basta per essere "ineffettuale" rispetto al mondo...
Peccato! Anche se possiamo fare a meno di un nuovo manifesto artistico, poteva essere una buona occasione per non ammantare ulteriormente la fotografia di pseudosignificati.
Robert Adams è un grande fotografo e anche come studioso è molto bravo, ma la frase che lo cita purtroppo fa ridere! Bisogna anche saper scrivere, e non è semplice come sembra...
ciao