E’ da circa un anno che nutro il desiderio di riprodurre alcune delle “vecchie” tecniche fotografiche dell’’800 e, sulla spinta di letture quali, tra tutte, “L’età del collodio”, mi sono messo alla ricerca di una macchina fotografica a lastre che mi consentisse di dedicarmi alla sperimentazione. Dopo mesi di occasioni mancate, a causa di aste sempre troppo care per le mie tasche, proprio due settimane fa ho avuto la grande fortuna di imbattermi in un lotto molto bello, a mio avviso, e di riuscire ad aggiudicarmelo per una cifra non troppo elevata. La mia bella 13x18 della fine dell’’800 è arrivata martedì scorso dall’Inghilterra, ma, da quello che mi è stato detto dal venditore, dovrebbe avere origini francesi. E’ corredata di un’ ottica che definire splendida, nella sua lucente anche se, e forse ancor di più perché, vissuta finitura d’ottone, è riduttivo.
Le lenti ed il diaframma sono perfetti, così come il piccolo barilotto metallico che reca la scritta “Ortar Extra-Rapide Aplanate”.
Gli chassis, poi, ben due, sono entrambi doppi e equipaggiati con cornicette di riduzione per sfruttare lastre di dimensioni più piccole di quelle 13x18 di base.
Nel lotto, che è tutto racchiuso in uno splendido bauletto di legno corredato tanto di serratura quanto di chiave originale, ho trovato anche due scatolette di cartone contenenti lastre di vetro già emulsionate e pronte all’uso (The Imperial Dry Plate Co., Ltd., Cricklewood London N.W. 2) (Ilford Special Rapid Plates) che, a giudicare da quanto ho potuto vedere su internet, per la verità in relazione a cose simili e non proprio identiche, dovrebbero essere dei primi del secolo scorso, così come il bell’esposimetro cartaceo “Wellington Exposure Disc” che non mi era nemmeno stato detto essere incluso nell’offerta al momento dell’acquisto.
Adesso mi chiedevo se fosse opportuno fare un tentativo di impressionare quelle lastre.
Oltre a non nutrire grandi speranze circa la loro utilizzabilità, dato che, per quanto ne so, potrebbero essere scadute anche da più di cento anni, vorrei anche evitare di “sprecarle” così da lasciare quanto il più possibile integra la loro confezione. Non posso però nascondere la mia curiosità, che vorrebbe tanto fossero ancora buone.
Fermo restando che il mio obiettivo a breve è quello di realizzare degli ambrotipi, queste lastre potrebbero essere l’ultima occasione di riprodurre “realmente” tecniche d’epoca con materiale dell’epoca.
Nel caso, come dovrei comportarmi circa la loro impressione? La loro sensibilità a quanto dovrebbe essere uguale? Per lo sviluppo, poi? Sulla confezione sono indicati procedimenti identici a quelli di questo link (http://www.photomemorabilia.co.uk/Ilfor ... d_Pan.html), ma io potrei adoperare il Rodinal o un normale sviluppo per carte (che dovrebbe essere anche più energico)?
Marcello
Vecchia macchina, vecchie lastre, vecchie tecniche!!!
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
tante domande hanno bisogno di tante risposte....
lo conosci il Gruppo Rodolfo Namias?
gente molto seria e preparata.
ciao
http://www.grupponamias.com/
lo conosci il Gruppo Rodolfo Namias?
gente molto seria e preparata.
ciao
http://www.grupponamias.com/
al di là del fatto che mi farebbe piacere vedere le immagini di questa fotocamera e in particolare il suo obiettivo, sono del parere, personalissimo, sia chiaro, che le pellicole originali sarebbe meglio lasciarle intatte nella loro confezione, per ricordo e testimonianza, mentre proverei ad usare pellicole moderne per vedere qualche risultato e impratichirsi del procedimento e della resa dell'ottica.
Ottimo il consiglio di Rubes, e magari anche andare a trovare un fotografo magari avanti con gli anni ma che conosce questo tipo di apparecchi, le sue pellicole e specialmente i vari tipi di sviluppo. In un secondo tempo passerei alle cose più difficili. In Francia vi sono ancora molti appassionati di fotocamere dell'Ottocento e magari se ti capita di andare a Parigi sono sicuro che troveresti degli ottimi indirizzi ove trovare materiale da impressionare.
Comunque complimenti per il materiale
Pierpaolo
Ottimo il consiglio di Rubes, e magari anche andare a trovare un fotografo magari avanti con gli anni ma che conosce questo tipo di apparecchi, le sue pellicole e specialmente i vari tipi di sviluppo. In un secondo tempo passerei alle cose più difficili. In Francia vi sono ancora molti appassionati di fotocamere dell'Ottocento e magari se ti capita di andare a Parigi sono sicuro che troveresti degli ottimi indirizzi ove trovare materiale da impressionare.
Comunque complimenti per il materiale
Pierpaolo
Grazie mille per il link, Rubes!
Non conoscevo il Gruppo Rodolfo Namias e sono rimasto impressionato dagli ottimi risultati che riescono ad ottenere con le vecchie tecniche di stampa.
Sulle tecniche di ripresa, invece, ho trovato molto utili questi due link, oltre il già citato libro "L'età del Collodio":
http://www.ginomazzanobile.it/fotografia/Collodio.htm
http://www.flavioserci.com/
Non appena avrò fatto qualche primo esperimento per verificare il materiale, penso proprio che mi rivolgerò a qualcuno già esperto di queste tecniche per farmi "avviare" nel migliore dei modi.
Pierpaolo, grazie mille per i tuoi consigli e per il tuo parere sulle lastre. Devo dire che, se prima ero in dubbio se fare o meno il tentativo, adesso mi sento ancor più incline a conservarle (preservarle) nel loro stato originario; lo meritano!
Della Francia come “centro” di un rinato interesse verso queste tecniche, avevo già sentito qualche cosa. In particolare, ho trovato diversi riferimenti ad una sorta di fiera di vecchi apparecchi fotografici che ha luogo nel centro di Bièvres http://www.bievres.fr/Italiano .
Quanto alla macchina, in questi ultimi due anni ho avuto modo di provare due FKD di un mio carissimo amico, una 13x18 ed una 18x24, ma mai mi sarei immaginato di ritrovarmi con una 13x18 come quella in mio possesso. Rispetto alla FKD di pari formato, infatti, pur conservando un aspetto simile, è DECISAMENTE più piccola; piccolissima direi!
Per le foto, comincio con il segnalarti il link ebay della vendita http://www.ebay.it/itm/180726376408#ht_1054wt_930 .
Nel caso tu voglia altre foto particolareggiate, poi, sarà per me un piacere realizzartele. L’ottica, comunque, sembra simile a questa http://camerapedia.wikia.com/wiki/Rapid_Rectilinear , anche se non è uguale.
Marcello
Non conoscevo il Gruppo Rodolfo Namias e sono rimasto impressionato dagli ottimi risultati che riescono ad ottenere con le vecchie tecniche di stampa.
Sulle tecniche di ripresa, invece, ho trovato molto utili questi due link, oltre il già citato libro "L'età del Collodio":
http://www.ginomazzanobile.it/fotografia/Collodio.htm
http://www.flavioserci.com/
Non appena avrò fatto qualche primo esperimento per verificare il materiale, penso proprio che mi rivolgerò a qualcuno già esperto di queste tecniche per farmi "avviare" nel migliore dei modi.
Pierpaolo, grazie mille per i tuoi consigli e per il tuo parere sulle lastre. Devo dire che, se prima ero in dubbio se fare o meno il tentativo, adesso mi sento ancor più incline a conservarle (preservarle) nel loro stato originario; lo meritano!
Della Francia come “centro” di un rinato interesse verso queste tecniche, avevo già sentito qualche cosa. In particolare, ho trovato diversi riferimenti ad una sorta di fiera di vecchi apparecchi fotografici che ha luogo nel centro di Bièvres http://www.bievres.fr/Italiano .
Quanto alla macchina, in questi ultimi due anni ho avuto modo di provare due FKD di un mio carissimo amico, una 13x18 ed una 18x24, ma mai mi sarei immaginato di ritrovarmi con una 13x18 come quella in mio possesso. Rispetto alla FKD di pari formato, infatti, pur conservando un aspetto simile, è DECISAMENTE più piccola; piccolissima direi!
Per le foto, comincio con il segnalarti il link ebay della vendita http://www.ebay.it/itm/180726376408#ht_1054wt_930 .
Nel caso tu voglia altre foto particolareggiate, poi, sarà per me un piacere realizzartele. L’ottica, comunque, sembra simile a questa http://camerapedia.wikia.com/wiki/Rapid_Rectilinear , anche se non è uguale.
Marcello
solo una nota: la fiera di Bievres è un mito tra gli appassionati. Conosco gente che ci arriva carica di contanti e poi elemosina dagli amici ancora contanti (unica forma di pagameno accettata in quella fiera) per le numerosissime tentazioni che vi si trovano. Un pozzo senza fondo...
Molto pericolosa!
Pierpaolo
Molto pericolosa!
Pierpaolo
Queste sono un paio di foto fatte adesso, in tutta fretta (e per le quali mi scuso) e con il cellulare (il mio digitale fotografico è solo questo).
L'8 lenti, naturalmente, l'ho messo solo come riscontro delle dimensioni, dato che è un "oggetto" che conoscete benissimo tutti e due.
L'8 lenti, naturalmente, l'ho messo solo come riscontro delle dimensioni, dato che è un "oggetto" che conoscete benissimo tutti e due.
ancora una nota: il nome Ortar deriva dal greco orthos che significa corretto (cinque anni di greco al liceo classico...e mi serve solo una volta ogni 10 anni....), spesso nell'Ottocento le ottiche non portavano i nomi dei costruttori (Voigtlande, Dallmeyer, Ross, Zeiss o Hermagis,tra i più noti,ad esempio, perchè fabbricati artigianalmente da piccoli produttori poco noti). Potrebbe essere il caso del tuo obiettivo, troppo poco luminoso per usare lo schema di Petzval e altresì ababstanza chiuso per correggere le aberrazioni ottiche grazie ad un'apertura limitata.
Esiste anche un'ottica Orthar (con la lettera H) della Plaubel e Co di Francoforte
Pierpaolo
Esiste anche un'ottica Orthar (con la lettera H) della Plaubel e Co di Francoforte
Pierpaolo
Complimentissimi Marcello!!!
Ciao
Ciao
Riccardo
riccardox.2@libero.it
I work by impulse. No philosophy. No ideas. Not by the head but by the eyes.
Instinct is the same as inspiration.
Manuel Alvarez Bravo
riccardox.2@libero.it
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Instinct is the same as inspiration.
Manuel Alvarez Bravo
Ciao,
bellissimo il collodio... mi sta stregando tanto quanto mi ha stregato la stampa al platino e palladio...
per misurare la focale dell'obiettivo è molto semplice, ti metti in una stanza con la finestra aperta, con un foglio di carta metti a fuoco dietro l'obiettivo (smontato dalla camera) l'immagine del paesaggi all'infinito che c'è fuori.... Misuri con un decimetro la distanza tra foglio e obiettivo. Metodo banale, empirico e approssimativo ma funziona....
complimenti vivissimi per la splendida camera, vedrai che ti divertirai.
Con il collodio però ad f/8 ti dedicherai ai paesaggi perché i tempi di esposizione si allungano molto... già a f/3 con 1500 Watt di illuminazione (luce diurna) si aggira tra i 5 e i 10 secondi...
PS: il gruppo Rodolfo Namias fa un raduno il secondo WE di novembre a Parma....
bellissimo il collodio... mi sta stregando tanto quanto mi ha stregato la stampa al platino e palladio...
per misurare la focale dell'obiettivo è molto semplice, ti metti in una stanza con la finestra aperta, con un foglio di carta metti a fuoco dietro l'obiettivo (smontato dalla camera) l'immagine del paesaggi all'infinito che c'è fuori.... Misuri con un decimetro la distanza tra foglio e obiettivo. Metodo banale, empirico e approssimativo ma funziona....
complimenti vivissimi per la splendida camera, vedrai che ti divertirai.
Con il collodio però ad f/8 ti dedicherai ai paesaggi perché i tempi di esposizione si allungano molto... già a f/3 con 1500 Watt di illuminazione (luce diurna) si aggira tra i 5 e i 10 secondi...
PS: il gruppo Rodolfo Namias fa un raduno il secondo WE di novembre a Parma....
ciao
Giuseppe T - http://giuseppe.toffoli.net
Giuseppe T - http://giuseppe.toffoli.net
Riccardo, grazie per i complimenti!
Grazie anche a te, Giuseppe, per essere intervenuto.
Vedo con piacere che non sono l'unico ad essere rimasto affascinato dalle vecchie tecniche.
Per la misurazione della lunghezza focale, ci avevo già pensato, ma avrei voluto una stima un poco più precisa, fatta magari dalla casa tenendo conto del secondo punto nodale più che del semplice centro fisico del barilotto.
Quanto al suggerimento dei tempi di posa, ti sono immensamente grato. E' uno di quei dati che, sia in rete che sui testi che ho consultato, difficilmente ho trovato riportato.
Ogni tua ulteriore indicazione sarà veramente bene accetta.
Marcello
Grazie anche a te, Giuseppe, per essere intervenuto.
Vedo con piacere che non sono l'unico ad essere rimasto affascinato dalle vecchie tecniche.
Per la misurazione della lunghezza focale, ci avevo già pensato, ma avrei voluto una stima un poco più precisa, fatta magari dalla casa tenendo conto del secondo punto nodale più che del semplice centro fisico del barilotto.
Quanto al suggerimento dei tempi di posa, ti sono immensamente grato. E' uno di quei dati che, sia in rete che sui testi che ho consultato, difficilmente ho trovato riportato.
Ogni tua ulteriore indicazione sarà veramente bene accetta.
Marcello
Marcello,
sei andato avanti con il collodio?
io ho iniziato ed è straordinario.
Fiori di Lavada:

18x24 clear glass
12" Derogy Petzval (1860)
5 sec exposure
sei andato avanti con il collodio?
io ho iniziato ed è straordinario.
Fiori di Lavada:

18x24 clear glass
12" Derogy Petzval (1860)
5 sec exposure
ciao
Giuseppe T - http://giuseppe.toffoli.net
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- carlo riggi
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- Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
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Giuseppe, da quanto tempo non ti si legge? Molto bella questa tua proposta.
Ciao
Carlo
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