a 1Cesar (e a ognuno di noi) perche' non smetta,
Inviato: mar apr 24, 2007 8:56 am
Cesare, tu offri il destro per speculazioni piu' profonde e te ne sono grato.
Il problema e', secondo me:
1) scegliamo di confrontarci con qualcuno ?
2) chi scegliamo come parametro ?
Sviluppiamo tentando di restare sintetici.
1) Facciamo fotografie per noi stessi, per dare e ricevere qualcosa da questa operazione o per ricevere applausi ?
Se scattiamo per noi, come diceva Ernst Haas, e lo faremmo anche se fosse difficilissimo o vietato, allora il problema non si pone. Noi stessi guardiamo le nostre fotografie e noi stessi le giudichiamo: se non ci soddisfano, siamo liberissimi di volgere altrove i nostri obiettivi, o di non scattare.
C'e' un fotografo giapponese che per tutta la vita (tutta) ha fotografato solo cigni selvatici, un altro che fotografa solo oceani, in 6x6, con l'orizzonte a meta e null'altro, cambiano solo caption e condizioni di luce. Mille esempi si possono aggiungere.
Io dico: fare quello che si sente e farlo per se stessi, e se le cose non vanno, la risposta non e' nel corredo o nella Holga, ma nell'analisi delle proprie pulsioni (quando ci sono, senno' basta sky...).
Resta anche perfettamente lecito, secondo me, fare fotografie con lo stesso spirito di confronto e goliardia con cui si gioca a biliardo, e voler in qualche modo trasporre la tensione del risultato e della supremazia tipiche del nostro vivere quotidiano e che esiste nel nostro codice genetico dai tempi delle caverne, del resto, anche nel nostro hobby. Ed ecco i concorsi e le garette, le mostre di circolo e di paese, i dopolavori.
Tutto bene fino qui. Scelte, come sempre nella vita.
2) Qui nasce il problema: se nella fase 1) abbiamo scelto il confronto al silenzio, il problema diventa la scelta del parametro.
Esempio: se il parametro della bellezza e' Gwyneth Palthrow, e ad essa parametriamo le nostre compagne, siamo tutti condannati all'infelicita' perenne o a lunghissimi anni di solitarie masturbazioni.
Se siamo dei manager e ci parametriamo a Jack Welch, epico amministratore delegato della General Electric e vero simbolo del management, siamo condannati a decenni di Prozac.
Se siamo medici e ci parametriamo a Jenner, o chi altro, possiamo organizzare subito un seppuku col bisturi, perche di Jenner ce n'e' uno.
Se siamo architetti e ci paragoniamo a Mies, sono certo che desidereremo tuffarci nella colata di cemento piu' prossima e li annegare, cosi come addenteremmo un cavo (collegato) da 15000 volt se fossimo dei supertecnici e ci paragonassimo a Maxwell (quello delle equazioni fondamentali dell'elettromagnetismo).
Allora, a mio parere, il discorso e':
se NOI ci parametriamo a HCB, McCullin, Salgado, Nachtwey eccetera e' chiaro che il nostro reportage e' merda. Non nella singola prestazione, intendiamoci: la nostra singola immagine potrebbe tranquillamente reggere il confronto, ma nel totale dell'opera e nella serieta' del lavoro di conoscenza e preparazione, nell'investimento di tempo, risorse e denaro che stanno dietro.
Dunque, se siamo amatori che giocano a calcetto, o suonatori della domenica, paragonarsi a DelPiero o Emerson Lake & Palmer e' un errore di metodo, punto.
Quello che io credo, dunque, e' che dovremmo rilassarci riguardo alle nostre foto, essere piu' indulgenti con noi stessi (sul metodo, non sulle singole fotografie !) ed accettare il fatto che la Storia sta passando lontanissima da tutti noi e, a dire la verita', chissenefrega.
Cerchiamo di vivere la fotografia come una bella attivita' ("l'ora d'aria dell'anima" dico da vent'anni ) che ci rilassa e da' sensazioni belle, e teniamo fuori le tristi considerazioni su chi avremmo potuto essere e non siamo diventati, tanto le cose non cambieranno e, ancora, chissenefrega.
I forum. E' chiaro che i forum, per definizione, sono dei "cortili piccoli" come direbbe Massimo.
Ruscelli dovrebbe confermarlo, ma credo che agli iscritti di PhotoBit non si siano aggiunti ne' Nachtwey, ne' Salgado, di recente, ne' tantomeno McCullin che, essendo dislessico, ha sicuramente problemi con la tastiera.
E' un cortile piccolo, ma un cortile di amici. Io lo frequento da 8 mesi eppure per 15 anni ho fotografato (malissimo) da solo, in silenzio, senza circoli ne' concorsi, non per disprezzo, ma perche' veniva cosi.
Nel forum ho trovato, per setacciature successive un gruppo di amici che mi pare non abbiano manie di grandezza, ne' superbie particolari, ne' conti aperti con la vita da far pagare ad altri. Ho trovato invece accettazione, simpatia, talvolta delle generosita' stupefacenti, grande VOGLIA di stare insieme e di condividere.
All'interno di questi gruppi, Cesare, la condivisione e' il mezzo per la comunicazione, per il contatto umano, non il fine (non fare questo errore): c'e' chi per condividere ha bisogno di scrivere tanto, chi a ha bisogno di una battuta salace (Nat, Vittorio), chi ha bisogno di 400 immagini in un anno (i miei amici Luca e Massimo) e chi di frasi concise e concettulamente cristalline (Mauro) opposte a fluttuanti profondita' di pensiero e di vissuto (Mario) e cosi via.
Fare fotografie e' un mezzo, non un fine. Sempre.
Lo e' per i grandi, lo e' per noi piccoli, lo e' per tutti. E' la canalizzazione di un qualcosa, sempre.
Qui, finora, la condivisione e' stato un mezzo per conoscersi, per capire i nostri vissuti, i punti di contatto e quelli di allontanamento, la visione della vita, dell'amore e talvolta della politica.
Qui stanno nascendo amicizie, alcune piu' concettuali e altre piu' affettuose, qui si trova, forse grazie alla protezione-filtro del monitor, un po' di disponibilita', simpatia, tenerezza in piu' che al bar, dimostrate con parole gentili, apprezzamenti certe volte un po' esagerati, nomignoli (Nikita !! Rush : se c'e' un nomignolo adatto all'aplomb britannico di Ruscelli e' proprio Rush, scatto, in inglese...) che parlano di affetto, riferimenti e simpatia che vanno oltre la fotografia.
Ma sai, sapete che lavoro fa Nikita ? E Ansaldi ?
Credete che nella vita possano mostrare tutto questo affetto e gentilezza ?
Il forum e' un luogo privilegiato (finche' funziona) perche' e' una sorgente di energie, che poi potranno scontrarsi, respingersi, fondersi e creare qualcos'altro, speriamo di piu' alto.
Continua a fotografare, Cesare, e faccele vedere: fotografa fili dell'alta tensione per tutta la vita, se vuoi, ma faccele vedere. Accetta ogni tanto qualche piccola presa per il culo, che sta a significare che sei abbastanza interessante da meritartela, non abbatterti se le tue foto non piacciono (ma cerca che piacciano a te) e non esaltarti se piacciono molto. Accetta il nomignolo affettuoso che qualcuno prima o poi ti dara' e non prenderci mai troppo sul serio...Solo, continua a fotografare, che lo fai bene, perche' le alternative sono Sky e la bocciofila. Sicuro che ti interessi ?
Coldiali saluti,
Lo Studente Moscovita
P.S. Scritto di getto, non corretto, perdonate l'itagliano.
Il problema e', secondo me:
1) scegliamo di confrontarci con qualcuno ?
2) chi scegliamo come parametro ?
Sviluppiamo tentando di restare sintetici.
1) Facciamo fotografie per noi stessi, per dare e ricevere qualcosa da questa operazione o per ricevere applausi ?
Se scattiamo per noi, come diceva Ernst Haas, e lo faremmo anche se fosse difficilissimo o vietato, allora il problema non si pone. Noi stessi guardiamo le nostre fotografie e noi stessi le giudichiamo: se non ci soddisfano, siamo liberissimi di volgere altrove i nostri obiettivi, o di non scattare.
C'e' un fotografo giapponese che per tutta la vita (tutta) ha fotografato solo cigni selvatici, un altro che fotografa solo oceani, in 6x6, con l'orizzonte a meta e null'altro, cambiano solo caption e condizioni di luce. Mille esempi si possono aggiungere.
Io dico: fare quello che si sente e farlo per se stessi, e se le cose non vanno, la risposta non e' nel corredo o nella Holga, ma nell'analisi delle proprie pulsioni (quando ci sono, senno' basta sky...).
Resta anche perfettamente lecito, secondo me, fare fotografie con lo stesso spirito di confronto e goliardia con cui si gioca a biliardo, e voler in qualche modo trasporre la tensione del risultato e della supremazia tipiche del nostro vivere quotidiano e che esiste nel nostro codice genetico dai tempi delle caverne, del resto, anche nel nostro hobby. Ed ecco i concorsi e le garette, le mostre di circolo e di paese, i dopolavori.
Tutto bene fino qui. Scelte, come sempre nella vita.
2) Qui nasce il problema: se nella fase 1) abbiamo scelto il confronto al silenzio, il problema diventa la scelta del parametro.
Esempio: se il parametro della bellezza e' Gwyneth Palthrow, e ad essa parametriamo le nostre compagne, siamo tutti condannati all'infelicita' perenne o a lunghissimi anni di solitarie masturbazioni.
Se siamo dei manager e ci parametriamo a Jack Welch, epico amministratore delegato della General Electric e vero simbolo del management, siamo condannati a decenni di Prozac.
Se siamo medici e ci parametriamo a Jenner, o chi altro, possiamo organizzare subito un seppuku col bisturi, perche di Jenner ce n'e' uno.
Se siamo architetti e ci paragoniamo a Mies, sono certo che desidereremo tuffarci nella colata di cemento piu' prossima e li annegare, cosi come addenteremmo un cavo (collegato) da 15000 volt se fossimo dei supertecnici e ci paragonassimo a Maxwell (quello delle equazioni fondamentali dell'elettromagnetismo).
Allora, a mio parere, il discorso e':
se NOI ci parametriamo a HCB, McCullin, Salgado, Nachtwey eccetera e' chiaro che il nostro reportage e' merda. Non nella singola prestazione, intendiamoci: la nostra singola immagine potrebbe tranquillamente reggere il confronto, ma nel totale dell'opera e nella serieta' del lavoro di conoscenza e preparazione, nell'investimento di tempo, risorse e denaro che stanno dietro.
Dunque, se siamo amatori che giocano a calcetto, o suonatori della domenica, paragonarsi a DelPiero o Emerson Lake & Palmer e' un errore di metodo, punto.
Quello che io credo, dunque, e' che dovremmo rilassarci riguardo alle nostre foto, essere piu' indulgenti con noi stessi (sul metodo, non sulle singole fotografie !) ed accettare il fatto che la Storia sta passando lontanissima da tutti noi e, a dire la verita', chissenefrega.
Cerchiamo di vivere la fotografia come una bella attivita' ("l'ora d'aria dell'anima" dico da vent'anni ) che ci rilassa e da' sensazioni belle, e teniamo fuori le tristi considerazioni su chi avremmo potuto essere e non siamo diventati, tanto le cose non cambieranno e, ancora, chissenefrega.
I forum. E' chiaro che i forum, per definizione, sono dei "cortili piccoli" come direbbe Massimo.
Ruscelli dovrebbe confermarlo, ma credo che agli iscritti di PhotoBit non si siano aggiunti ne' Nachtwey, ne' Salgado, di recente, ne' tantomeno McCullin che, essendo dislessico, ha sicuramente problemi con la tastiera.
E' un cortile piccolo, ma un cortile di amici. Io lo frequento da 8 mesi eppure per 15 anni ho fotografato (malissimo) da solo, in silenzio, senza circoli ne' concorsi, non per disprezzo, ma perche' veniva cosi.
Nel forum ho trovato, per setacciature successive un gruppo di amici che mi pare non abbiano manie di grandezza, ne' superbie particolari, ne' conti aperti con la vita da far pagare ad altri. Ho trovato invece accettazione, simpatia, talvolta delle generosita' stupefacenti, grande VOGLIA di stare insieme e di condividere.
All'interno di questi gruppi, Cesare, la condivisione e' il mezzo per la comunicazione, per il contatto umano, non il fine (non fare questo errore): c'e' chi per condividere ha bisogno di scrivere tanto, chi a ha bisogno di una battuta salace (Nat, Vittorio), chi ha bisogno di 400 immagini in un anno (i miei amici Luca e Massimo) e chi di frasi concise e concettulamente cristalline (Mauro) opposte a fluttuanti profondita' di pensiero e di vissuto (Mario) e cosi via.
Fare fotografie e' un mezzo, non un fine. Sempre.
Lo e' per i grandi, lo e' per noi piccoli, lo e' per tutti. E' la canalizzazione di un qualcosa, sempre.
Qui, finora, la condivisione e' stato un mezzo per conoscersi, per capire i nostri vissuti, i punti di contatto e quelli di allontanamento, la visione della vita, dell'amore e talvolta della politica.
Qui stanno nascendo amicizie, alcune piu' concettuali e altre piu' affettuose, qui si trova, forse grazie alla protezione-filtro del monitor, un po' di disponibilita', simpatia, tenerezza in piu' che al bar, dimostrate con parole gentili, apprezzamenti certe volte un po' esagerati, nomignoli (Nikita !! Rush : se c'e' un nomignolo adatto all'aplomb britannico di Ruscelli e' proprio Rush, scatto, in inglese...) che parlano di affetto, riferimenti e simpatia che vanno oltre la fotografia.
Ma sai, sapete che lavoro fa Nikita ? E Ansaldi ?
Credete che nella vita possano mostrare tutto questo affetto e gentilezza ?
Il forum e' un luogo privilegiato (finche' funziona) perche' e' una sorgente di energie, che poi potranno scontrarsi, respingersi, fondersi e creare qualcos'altro, speriamo di piu' alto.
Continua a fotografare, Cesare, e faccele vedere: fotografa fili dell'alta tensione per tutta la vita, se vuoi, ma faccele vedere. Accetta ogni tanto qualche piccola presa per il culo, che sta a significare che sei abbastanza interessante da meritartela, non abbatterti se le tue foto non piacciono (ma cerca che piacciano a te) e non esaltarti se piacciono molto. Accetta il nomignolo affettuoso che qualcuno prima o poi ti dara' e non prenderci mai troppo sul serio...Solo, continua a fotografare, che lo fai bene, perche' le alternative sono Sky e la bocciofila. Sicuro che ti interessi ?
Coldiali saluti,
Lo Studente Moscovita
P.S. Scritto di getto, non corretto, perdonate l'itagliano.