Un quesito x Luca Rubbi

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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massimostefani
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Salve Luca,
Mi sembra che il forum abbia preso la giusta direzione,nel senso di lasciare il giusto spazio a quella quota di feticismo che,se dio vuole, possiamo permetterci senza infastidire nessuno.Al tempo stesso ritengo che ci siano le potenzialità e l'interesse ad aprire un dibattito più profondo sulle scete che ognuno di noi opera.Leggo con attenzione i tuoi interventi,come del resto quelli degli altri,e seguo con altrettanta attenzione i "percorsi creativi" che ognuno di noi intraprende,o ha intrapreso,e dei quali ci mostra i risultati via web.Mi piacerebbe che tu mi illuminassi sulle scelte che ti hanno portato a leggere il corpo femminile nel modo in cui lo leggi,con dovizia di immagini.Il tuo (esprimo un mio sentire) non è un viaggio x esaltare la bellezza,patinata e magniloquente,tantomeno una ricerca del'eros classico...sembrano immagini colte..cosi,nei ritagli di tempo di una qualunque quotidianità ,senza artificio alcuno.Un gioco alle volte impietoso,con il quale si convive a denti stretti (cosi a volte leggono i miei occhi) che non di rado propone immagini che hanno risvegliato in me scene tipo "Cristiane F e i ragazzi dello zoo di Berlino"
Sono incuriosito dalla tua lettura e mi piacerebbe sentire il "tuo sentire"..ovviamente assieme a quello degli altri.Penso che potrebbe essere un esercizio utile per tutti,tendente a portarci oltre al solo "perche fotografiamo"
Ti ringrazio e ti saluto.

massimostefani.
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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luca rubbi
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Grazie a te Massimo, prima di tutto ti dirò che io sono anti glamour per convinzione, nel senso che non mi piace sia per la forma che per quello che esprime.
Diciamo che sono stato fulminato dai nudi di Lee Friedlander, e che poi ho rimosso l’evento e soltanto anni dopo mi sono reso conto della cosa.
Diciamo anche che amo un certo tipo di realismo magico (passatemi il termine mutuato dalla letteratura…) che esprimo in tutta la mia fotografia.
Certo ho dei generi, come tutti ma perseguo un certo modo, nella fattispecie del ritratto il mio interesse è per l’energia della persona, questo è quello che voglio che venga fuori.
Ti riporto a maggior chiarimento un brano scritto a risposta di Raffaele proprio su questo forum, un po’ prima della tua iscrizione, mi pare che sia abbastanza illuminante:



Nel ritratto la posa è fondamentale, in questo sono bressoniano, il soggetto non deve essere impegnato in attività di qualunque tipo, altrimenti non è ritratto ma reportage, certo c'è una componente ritrattistica, ma io ne faccio un fatto ideologico, la persona ritrattata deve essere in posa, ben conscia del ruolo che ha e del destino immanente che intreccerà per sempre la sua vita e quella del fotografo.
Troppo romantico?
Lo pensa anche Giovanni Chiaramonte, che innesta il concetto barthesiano di pietas, nella prefazione in un libro di Gene Smith, sul destino comune tra i soggetti dell’incontro ed il legame che avranno per sempre.
Quindi rigore nella dimensione del ruolo che il soggetto ha ma poi, come avviene nella vita la casualità ed il fato comandano, l'atteggiamento è libero, difatti non impongo mai posture o espressività che non siano nella natura della persona, perché il ritratto è di-svelamento dell’anima e dell’energia, senza maschere di sorta, da qui la mia concezione che il ritratto perfetto è il nudo.




Vorrei aggiungere che la casualità della foto colta nella disarmante quotidianità è l’opposto della situazione reale, che è invece una seduta con una modella, nel senso vero, di persona che posa per se stessa e per me.
Quasi sempre non le conosco, fotografo delle perfette sconosciute che posano nude, quindi l’altra cosa da sfatare e che io sia una specie di satiro che fotografa le sue amanti nei momenti di abbandono.
Ho sempre detto che c’è tensione sessuale, e difatti non fotografo uomini nudi, perché non mi interessano, ma la cosa si ferma qui, di certo però non accetterei la dimensione di Irvin Penn, che per una sua famosa serie di nudi ebbe a dire che per lui le modelle erano solo un approccio formale alla femminilità, ecco io sono l’opposto, passionale e viscerale, ma per me sono e restano modelle.
Madame B penso sia la persona a cui ti riferisci per l’accostamento allo zoo di Berlino, che dirti, lei era veramente così l’ho incontrata per fotografarla una sola volta, e poi l’ho rivista in un’altra occasione, per portarle un po’ di foto.
D’altronde è anche risaputo che è la mia compagna che mi ha fatto incontrare queste ragazze ed io come altri sono fedele per vocazione.

:smile:

Scherzi a parte, di solito ottengo foto che rendono la personalità e soprattutto l’energia delle persone ritratte, e questo è il mio scopo, se poi sembrano qualcosa d’altro non lo so, non è così importante, rimane un’esperienza unica ed indimenticabile.

Ciao
Luca
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massimostefani
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Ti ringrazio per le precisazioni e se non vado errato i tuoi riferimenti
sono per Smith.."Usate la verità come pregiudizio"..e per Penn..la serie di nudi,per cosi dire abnormi,con una o più modelle decisamente sovrabbondanti?Ho un bel volume di Friedlander...che non mi pare raccolga nudi...verificherò.Giusto..il riferimento era a Madame B..una presenza che alle volte..si sopporta come una camicia bagnata addosso...
non avrei mai pensato ad una frequentazione,per cosi dire,quasi anonima con le modelle.Ritengo il nudo uno dei cimenti più ardui,assieme al ritratto,sul terreno della fotografia...Ma sono certo che ci sono altri,ben più ferrati di me sull'argomento,e con una visione completamente diversa dalla tua,che potranno arricchire il dibattito.
Ti saluto.

massimostefani.
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R.Avedon
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Riccardo
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In effetti c'è un'evidente contiguità tra Cristiane F e Madame B che ha molto tormentat anche me.
E c'è anche un'affinità tra questi fugaci incontri di Rubbi con le sue muse e molti precedenti letterari-cinematografici.
Il calore di un momento fa parte di Rubbi, con la T-Max a 1600 e l'M6 è una delle sue cifre.
Del resto, quando, morso dalla curiosità, chiesi qualche informazione sull'intrigante Madame, Luca rispose come oggi lasciandomi a becco asciutto.
Un'altra curiosità frustrata e, per inciso, un'efficace strategia di marketing che mi spinge a guardare sempre le foto chiedendomi cosa ci sia dietro :-(

Riccardo
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luca rubbi
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massimostefani ha scritto:Ti ringrazio per le precisazioni e se non vado errato i tuoi riferimenti
sono per Smith.."Usate la verità come pregiudizio"..e per Penn..la serie di nudi,per cosi dire abnormi,con una o più modelle decisamente sovrabbondanti?Ho un bel volume di Friedlander...che non mi pare raccolga nudi...verificherò.Giusto..il riferimento era a Madame B..una presenza che alle volte..si sopporta come una camicia bagnata addosso...
non avrei mai pensato ad una frequentazione,per cosi dire,quasi anonima con le modelle.Ritengo il nudo uno dei cimenti più ardui,assieme al ritratto,sul terreno della fotografia...Ma sono certo che ci sono altri,ben più ferrati di me sull'argomento,e con una visione completamente diversa dalla tua,che potranno arricchire il dibattito.
Ti saluto.

massimostefani.
I riferimenti sono corretti, neanche io ho il libro di Friedlander, non potevo comprarlo ai tempi costava una cifra spropositata.
Ne ho un altro che ne mostra qualcuno nel finale.

A te non farà questo effetto ma a me ed altri la Madame pare molto erotica, poi non parlerei di frequentazioni anonime, io voglio bene alle donne che ho fotografato, non sono mica oggetti, sono persone con le quali ho condiviso un momento importante, mica per nulla ho citato Chiaramonte e soprattutto Barthes.

Grazie Riccardo, niente marketing, solo la pura e semplice verità, un incontro fugace, tre ore di fotografia e sentimento, quasi tutte le foto sono buone o comunque utilizzabili, ne ho anche alcune più strong che di solito non posto.

Ciao
Luca
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NatRiscica
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Fotografo una donna solo se riesco a volergli bene.
Credo che il ritratto e il nudo abbiano la loro ragion d'essere in una forma di sublimazione tra fotografo e modella.
Poi c'è anche una forma di comunicazione "muta". Se manca, mancano le foto.
Non ho mai fotografato una donna per caso...

Nat
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luca rubbi
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Non è mai stato il caso, è stato il destino...

Ciao
Luca

p.s un fottuto fatalista
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NatRiscica
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luca rubbi ha scritto:Non è mai stato il caso, è stato il destino...

Ciao
Luca

p.s un fottuto fatalista
Causalità Luca, causalità!
8)

:lol:

Nat
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Riccardo
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Mhhh!
Alcune più strong che normalmente non posti eh? :-(
La cosa non mi sorprende, Madame B non ha proprio l'aria angelicata. 8)
Ti chiedo di non mandarmele neppure privatamente.
Il voyeurismo è sempre in agguato :grin: :grin: :grin:

Riccardo
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massimostefani
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A te non farà questo effetto ma a me ed altri la Madame pare molto erotica, poi non parlerei di frequentazioni anonime, io voglio bene alle donne che ho fotografato, non sono mica oggetti, sono persone con le quali ho condiviso un momento importante, mica per nulla ho citato Chiaramonte e soprattutto Barthes.

Ciao
Luca[/quote]

Il punto ( o se preferisci il punctum) che trovo interessante sviluppare consiste proprio nell'analisi della diversità di approccio nei confronti direi della vita...non solo della fotografia.Non discuto sul fatto che l'aspetto malsano di Madame B possa essere fortemente stimolante per qualcuno e molto meno per altri...altrimenti rientreremmo nella categoria del "mi piace/non mi piace" che mi sembra oltremodo limitante.Se parlo di frequentazioni anonime è perchè seguo i filo del tuo discorso...e forse,sbagliando,ricucio il tutto con il mio metro...personalmente non riesco a "voler bene" a chicchessia in uno spazio di tempo cosi limitato,anche perchè il bene matura,sedimenta e si consolida nel tempo.Cosa diversa è l'attarzione,non solo fisica,che può scaturire in un baleno.Sul ruolo della donna,o meglio dell'essere umano, come oggetto
sono reduce da mesi di dibattiti,in altro ambito,ragion per cui non mi avventuro su questo terreno...
Ti saluto.

massimostefani
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R.Avedon
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Ross
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Luca, cosa intendi per realismo magico?
Come si guarda una donna? Ognuno di noi vede col proprio vissuto. Il mio modo di vedere e sentire la donna può essere diverso dal tuo; penso alla serie di J. Dunas incentrata sulla moglie Laura, fatta di rarefazione, di particolari accennati e altri da scoprire, di erotismo non al neon e poi mi vengono in mente le foto di Ralph Gibson di quella serie fortemente erotica ma mai volgare o pornografica in cui la donna, il nudo sono caratterizzate dalla dimensione onirica e ossessiva; penso al tanto discusso Hamilton e alle sue ragazze in fiore.. Contraddizioni? La donna è tutto questo, è insieme sogno, erotismo, giochi di bambini, seduzione, quotidiano e proiezione astratta. Se il nudo, meglio degli occhi, sa disvelare l'anima femminile, dovremmo riuscire ad essere tanto profondi da cambiare il modo di visione e scattare la foto con la parte femminile di noi stessi, con quella metà nascosta che a volte fa a pugni col nostro ego maschile, ma che capisci di aver attivato quando negli occhi della modella si accende un lampo particolarissimo che la rende unica. Per me la fotografia di nudo femminile è prima di tutto un omaggio all'altra metà del mondo, non può essere svilente o puramente descrittiva, nè al contrario eccessivamente patinata o troppo ritoccata. La mia ricerca prenderà spunto da questo: non identificazione o innamoramento, nè sterile dissezione anatomica ma vera empatia, essere lei in quel momento e nello stesso tempo restare sè stessi. Non sarà facile, ma chi ha detto che è facile il femminile? Quell'altra metà del cielo alla quale facciamo tante belle promesse e che sa benissimo che tutto quello che diciamo potrà essere usato contro di noi.
Wirus77
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..pensa te, anch'io Luca avrei detto che conoscevi molto bene le donne che hai ritratto. Le tue foto trasmettono una quotidianità ed intimità sulla quale avrei scommesso (....forse perchè i soggetti hanno sempre lo sgaurdo nel mirino)!! Forte però saper trasmettere ciò che non è....penso che dopo questi chiarimenti guarderò con ulteriore interesse i tuoi scatti e sarò più attenta ai particolari!!
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ulyssesitaca
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Bolt, dici cose belle, condite con un po' di quella magica retorica che i nostri padri latini ci hanno lasciato in eredita'.

Io credo che la fotografia di Luca vada altrove. Non oltre, altrove.
Ricordo le prime volte che vedevo le sue fotografie e rimanevo interdetto. A chi non lo conosce, ma soprattutto a chi non ha strumenti un po' piu' raffinati di quelli base, le fotografie di Rubbi possono sembrare "tout d'abord" delle foto disordinate di donne brutte.
Del resto allo stesso modo certi quadri di Chagall possono sembrare "i disegni de' ragazzini " o le tele di Mondrian delle prove di colore di un imbianchino-geometra.
Non parliamo di certa roba, per stare in fotografia, di Witkin, visto che e' stato citato da poco.
Tra i mille insegnamenti che Massimo mi ha regalato in un ventennio ce n'e' uno, fondamentale, sulla necessita' di giudicare la statura di un fotografo dal totale della sua opera, dalla coerenza stilistica oltre che dalla cifra tecnica (sempre necessaria e ancor piu' nel momento in cui la si vuole superare per lasciarsela alle spalle)
Sacrosanto.
Salgado negli anni ha avuto una parabola molto acuta: partito con "an uncertain grace" ad un ottimo livello, ha toccato il picco con "la mano dell'uomo" all'interno del quale si notano pero' gia' i primi segni di cedimento nell'ispirazione, per poi cominciare a scendere con "in cammino" e non parliamo della performance di Parma, da dimenticare. Lo aspettiamo al varco col suo nuovo lavoro sul pianeta Terra e i suoi primordi.
Altri fotografi hanno mantenuto invece cifre piu' costanti (Bresson, Smith, Doisneau, Boubat) altri hanno tenuto una bella costanza con un acuto straordinario (penso a Koudelka e Exils), altri, come dice l'editore Peliti hanno fatto il loro lavoro da "mediano" (mia opinione) della fotografia (Gardin, Scianna) con grandissima costanza e lavoro di polmoni, senza acuti.

Nel caso di Rubbi, al passare dei mesi, mi sono trovato a costruire dentro di me una unica idea generale, alla quale partecipava ognuna delle sue fotografie, che aveva una sua coerenza e una sua precisa collocazione. Fu una specie di illuminazione, che mi diede la chiave di lettura (attenzione la MIA chiave per la MIA lettura) delle sue immagini.
E siccome ognuno di noi le sue chiavi se le cerca dentro, attingendo come puo' al proprio vissuto, alla propria cultura scolastica e non, eccetera, a me e' venuto in mente un nome: Charles Bukowsky.
E per me la fotografia di Rubbi ha la stessa caparbia, volontaria, talentosa, autodistruttiva FALSA (perche' ricercata) casualita' dello scrivere di Bukowsky.
Rubbi fotografa senza maiuscole e senza virgole, cosi come scriveva Bukowsky, spiazzando il lettore delle sue immagini e cosi facendo disgregando in lui i vecchi codici precostituiti e obbligandolo a mettersi in gioco.
Non vi piace la sua fotografia ? Bene ! Chiedetevi: ma come puo' un uomo di quella cultura, apertura, onesta', educazione visuale (e' architetto) fare fotografie COSI BRUTTE ?
Chidetevelo, senza paura.
Poi, siccome siete persone intelligenti e sensibili, chiedetevi se non siete voi che non vedete il punctum, se vi sembra che non ci sia lo studium.
E in questo momento Luca ha gia' vinto la sua partita con se stesso, perche' vi ha guidato in un terreno sconusciuto, senza i vostri soliti riferimenti, senza virgole ne' due punti, tanto meno punti-e-a-capo. Siete soli con voi stessi e le vostre percezioni e costretti, costretti, a fare i conti con l'immagine e non con quello che vi aspettate dall'immagine.

Breve excursus: quando ero fotografo naturalista odiavo l'Enel e chi metteva i tralicci, i cui cavi rovinavano le mie foto di paesaggio che rinunciavo a scattare. E a Marrakesh non ho scattato fotografie di certe stradine del suk perche' qui e la c'erano appesi gli zainetti con i personaggi stronzi dei cartoni giapponesi.
In entrambi i casi, la realta' non si piegava umilmente (ma che cattiva!) a confortare la mia idea preconcetta della realta' stessa. E io, massima presunzione, non scattavo, rifiutando cosi il confronto e la presa di coscienza del mondo che cambia.
Me l'ha insegnato Massimo (ancora...).

Dunque Luca squinterna gli scaffali ordinati della NOSTRA visione delle cose (del corpo femminile) e ci costringe a dure prese d'atto, abbiamo detto, ma prese d'atto di cosa ?
Cosa c'e' da vedere di diverso da quello che vorremmo ?
Perche' il punto centrale e' questo. COME lui fotografa lo vediamo tutti: il nudo con la sportina di plastica sparata li, in un angolo e neanche tanto in un angolo, una gamba storta, una mano fuori fuoco che entra nell'inquadratura, un rotolo di carta igienica candido e squillante sullo sfondo, una lavatrice fatta ad equilibrare il volume di una schiena torta e quindi piena di pieghe.
PERCHE', Luca ?
Ecco il mio, di perche': perche' questa, signori, e' la vita, questa e' la donna, e la bellezza della donna, che sa, in questa collezione imperante di prosaicita' che e' il vivere, in questa marea di fatti, cose, avvenimenti, intersezioni che ci ricordano come noi si stia cavalcando l'onda di una esistenza che comunque ci porta dove vuole lei, questa donna forte, la stessa che sta al fianco di ognuno di noi, e quella che incontreremo domani e diventera' la nostra amante, e la moglie di nostro figlio, e quella del nostro amico; questa donna sa conservare il suo corpo e l'interiorita' che esso nasconde, come un piccolo fuoco di braci, nulla di piu' che un piccolo calore, per donarlo in un momento privilegiato per quanto scientemente e inarrestabilmente fugace, alla persona accanto a lei che lo vuole ricevere.
E' una donna non bella, come non lo e' il suo compagno, non perfetta PERCHE' PROPRIO NON PUO' ESSERLO, perche' il suo compagno e' senza capelli, o con lo stomaco prominente, o e' un pigliainculo sul lavoro, e via cosi'.
Donne normali, vere, anni luce lontane dal silicone. Donne che sanno di disperazione anche se disperate davvero non sono, perche' i piu' di noi conducono vite di "tranquilla disperazione" come diceva Henry David Thoreau, tra (lo dico io) sportine di plastica e sabati pomeriggio al centro commerciale, venendone a casa con un DVD da guardare tutti insieme in famiglia e va bene cosi che almeno c'e' la salute.
A me le donne di Rubbi piacciono, ma io sono cosi di mio: mai piaciute le ragazzine di pelle e seni perfetti, ma ho amato Jaqueline Bisset quarantenne struccata in "Ricche e Famose", Caterine Deneuve tardona impenitente in "Indocina", Susan Sarandon in tutto quello che fa.

Mi piacciono tutte le fotografie di Luca Rubbi? Certamente no.
Ce n'e' qualcuna che non mi dice niente ? Si, certo.
Ma, gente, secondo me quest'uomo fotografa la vita, quella vera di tutti i giorni, e lo fa attraverso il suo perno universale: la donna.
Proprio come Bukowsky.
Raffaele
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massimostefani
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Ciao Raffaele...
Sull'interpretazione del lavoro di Luca ho aperto la discussione proprio perchè mi interessava capire,come tu ben sai non amo dividere il mondo in "mi piace/non mi piace"...e quindi,rispetto il suo lavoro,pur con notevoli distinguo,rispetto la tua opinione.....e sono "totalmente" in disaccordo con te ( e vivaddio) sulla tua visione della donna nell'equilibrio della nostra (mia) vita...ma come giustamente annoti è il "tuo" punto di vista! Poi sinceramente conosco modi più alti...per fotografare,elevando a "cantico dei cantici" il fluire della vita su questa terra.....ma,è il mio punto di vista...che vale per uno.

massimostefani
Ultima modifica di massimostefani il sab feb 03, 2007 5:43 pm, modificato 1 volta in totale.
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R.Avedon
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Raffaele, riconosco che ci possa essere una coerenza ed una cifra stilistica costante nella fotografia di Luca Rubbi e mi citi dei paralleli molto colti e interessanti, soprattutto Bukowski; anzi hai fatto bene a farli notare, perchè allora capisco perchè non riesco a sentire mie le immagini del Rubbi. Infatti, come amo Chagall, così Bukowski mi lascia indifferente. Attenzione, questo è il mio modo di vedere e quanto dico non deve influenzare il giudizio altrui; in più, forse la conoscenza della persona potrebbe aiutarmi a capire meglio le immagini e a farmi immaginare un percorso in via di maturazione. Vorrei sentire il punto di vista di una donna e poi quello dello stesso autore.
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