Apo-Macro-Elmarit-R 100mm f/2,8 al 100%, finalmente

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Marco Cavina
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Scusate se continuo con le mie suggestioni/provocazioni, ovviamente a fin di bene.

Quando acquistai l'obiettivo di cui in oggetto la sua produzione era a regime da 4-5 anni, e complice anche il relativo test di TF la sua resa ottica era molto chiacchierata: in sostanza, si discuteva sulla reale utilità pratica di un obiettivo macro che - almeno sull'asse - è quasi diffraction-limited, e fornisce la massima incisione (in realtà davvero elevatissima) ai diaframmi più aperti, ovvero f/2,8 ed f/4, mentre ad f/5,6 l'asse comincia già a flettere leggermente e alle aperture successive (quelle effettivamente più idonee alla macro) la resa scende ai livelli più umani dei migliori e più economici concorrenti.

Il dilemma era dunque se darsi alla macro "artistica", scattando a tutta apertura o quasi e sfruttando il sottilissimo e tagliente piano di fuoco a scopo creativo, o lavorare in modo convenzionale, per esempio ad f/16, rinunciando a quel plusvalore che doveva giustificare l'elevatissimo prezzo di acquisto.

Io stesso passai attraverso questi "patimenti", rarefacendo nel tempo l'impiego di questo pezzo da novanta... L'avvento del digitale ed i relativi miracoli permessi dai moderni software mi hanno permesso di trovare la quadratura del cerchio: grazie ai software di stacking (solitamente utilizzati il microfotografia) posso eseguire diversi scatti a diaframma molto aperto (dove il pregiato 100mm Leica R non ha rivali per risoluzione pura), avanzando con uno stepper il piano di fuoco fra uno scatto e l'altro di una misura pari alla tolleranza di profondità di campo (tenendo comunque un certo overlap di sicurezza); il soft di stacking provvede a selezionare da ogni fotogramma solamente il piano di fuoco nitido, assemblando in un unico file le porzioni a fuoco prelevate da tutte le immagini successive, ottenendo così (come avviene nei microscopi a scansione) un'immagine finale tutta a fuoco.

Nell'esempio allegato, ho riprodotto il dettaglio di una Nikkormat EL con Canon EOS 5D e Leica Apo-Macro-Elmarit-R 100/2,8 a diaframma f/4,8 (condizione di utilizzo che, a mio giudizio, garantisce il miglior rapporto fra risoluzione, PDC e diffrazione), con rapporto di riproduzione 1:2, il massimo consentito dall'obiettivo senza Apo-Elpro; con queste specifiche la profondità di campo è ovviamente ridottissima, ed ho eseguito 18 scatti successivi, partendo dal piano di fuoco anteriore (la leva di carica) ed avanzando di 1mm per ogni successiva esposizione, per cui la serie di scatti copre con estrema nitidezza un range di profondità virtuale da 18mm.

Il successivo stacking ha combinato le zone nitide di tutte le immagini, ed il risultato finale è quello degli esempi allegati: immagine con molta PDC ma molto più nitida di un equivalente scatto singolo, forzatamente ottenuto con diaframma estremamente chiuso e subendo il degrado introdotto da una pesante diffrazione.

In questo modo posso "riciclare" nell'uso pratico l'Apo-Macro-Elmarit-R, sfruttandolo senza remore alle elevate aperture dove eccelle.

:sleepy: :sleepy: :sleepy:

oops...

Marco
Allegati
stack-b.jpg
stack-a.jpg
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NatRiscica
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8)

Nat
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PIERPAOLO
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secondo il mio parere il 100 Apo macro è con il 180/3,4 Apo l'ottica obbligatoria di chi utilizza il sistema Leica R: vi sono molte altre ottime ottiche ma su queste due non si discute, provare per credere......
Pierpaolo
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L'avvento del digitale ed i relativi miracoli permessi dai moderni software mi hanno permesso di trovare la quadratura del cerchio: grazie ai software di stacking (solitamente utilizzati il microfotografia) posso eseguire diversi scatti a diaframma molto aperto (dove il pregiato 100mm Leica R non ha rivali per risoluzione pura), avanzando con uno stepper il piano di fuoco fra uno scatto e l'altro di una misura pari alla tolleranza di profondità di campo (tenendo comunque un certo overlap di sicurezza); il soft di stacking provvede a selezionare da ogni fotogramma solamente il piano di fuoco nitido, assemblando in un unico file le porzioni a fuoco prelevate da tutte le immagini successive, ottenendo così (come avviene nei microscopi a scansione) un'immagine finale tutta a fuoco.

Questa è l'unica tentazione che il digitale mi offre veramente, a volte penso che dovrei evitare contorsionismi e affaticamenti in fase di ripresa e affidarmi tutto alla postproduzione. Forse sarebbe una resa senza condizioni e perderei l'entusiasmo del fare artigianale da me stesso arrendendomi alle lusinghe della multinazionale dell'informatica e al pranzo Postcotto.
Bah!!!
Per quanto riguarda l'Apo Macro Elmarit vi pongo il seguente sistema a 2 equazioni.
Il mio Macro Elmar 100 costa il 30% dell'Apo Macro Elmarit e pesa il 60%, monta i filtri passo 55, i più frequenti in casa Leica, è migliore dell'Elmarit dal rapporto 1:1 in poi, è migliore ai diaframmi 11 e 16, è peggiore all'infinito e ai diaframmi più aperti.
L'elmarit 90 mm costa il 30-40% e pesa il 50% dell' Apo Macro Elmarit , probabilmente dai diaframmi 5.6 in poi và uguale, ha solo meno elicoide.
Domanda: che cosa conviene comperare per fare macro e foto di paesaggio?
Mario Andreoli
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Per quanto riguarda l'Apo Macro Elmarit vi pongo il seguente sistema a 2 equazioni.
Il mio Macro Elmar 100 costa il 30% dell'Apo Macro Elmarit e pesa il 60%, monta i filtri passo 55, i più frequenti in casa Leica, è migliore dell'Elmarit dal rapporto 1:1 in poi, è migliore ai diaframmi 11 e 16, è peggiore all'infinito e ai diaframmi più aperti.
L'elmarit 90 mm costa il 30-40% e pesa il 50% dell' Apo Macro Elmarit , probabilmente dai diaframmi 5.6 in poi và uguale, ha solo meno elicoide.
Domanda: che cosa conviene comperare per fare macro e foto di paesaggio?


Un Micro Nikkor 55/3,5 e Micro Nikkor 105/4
:lol:

Nat
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Un Micro Nikkor 55/3,5 e Micro Nikkor 105/4

Nat mi hai spiazzato :-P , esiste anche un risultato immaginario! :lol:
Mario Andreoli
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Supermario ha scritto:Un Micro Nikkor 55/3,5 e Micro Nikkor 105/4

Nat mi hai spiazzato :-P , esiste anche un risultato immaginario! :lol:
E' vero, c'è sempre una i nascosta da qualche parte.
:lol:

Nat
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PIERPAOLO
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per Mario e i Macro Leitz.
- Apo Macro è un f/2,8 pesante ed ingombrante, ottimo per uso generale e macro spinta anche con l'aggiuntivo ottico che è straordinario, colori brillantissimi, tende leggermente a sovraesporre, ottica come detto che rappresenta un vero must R;
- 100/4 perde un diaframma, colori meno brillanti, ma ottimo per secchezza di resa, disponibile in due versioni, solo testa ottica per soffietto e ottica completa, leggermente raro in quest'ultima versione, in definitiva un buon obiettivo ma non di punta;
- Macro Elmar 90/4 per M: ottica straordinaria quasi Apo per resa, incisione, colori, stacco dei piani, ma in definitiva poco macro per l'ingrandimento che offre con il caro aggiuntivo, da usare solo per la leggerezza dell'insieme ma messa a fuoco ravvicinata difficile
poi c'è il 60/2,8 per uso più generale
Pierpaolo
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Marco Cavina
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[quote="Supermario"]
Questa è l'unica tentazione che il digitale mi offre veramente, a volte penso che dovrei evitare contorsionismi e affaticamenti in fase di ripresa e affidarmi tutto alla postproduzione. Forse sarebbe una resa senza condizioni e perderei l'entusiasmo del fare artigianale da me stesso arrendendomi alle lusinghe della multinazionale dell'informatica e al pranzo Postcotto.
quote]

In questo specifico caso credo che il fare artigianale non c'entri: semplicemente, ad un RR di 1:2 e diaframma così aperto è impossibile avere una PDC reale di quasi 2cm su un soggetto tridimensionale (sviluppato anche in altezza) mantenendo questo restrittivo circolo confusionale, anche usando un 85/2,8 PC micro con i basculaggi applicati: Scheimpflug orienta semplicemente il piano di fuoco sullo svolgimento orizzontale del soggetto (in questo caso il carter superiore), ma per tenere a fuoco lo spessore verticale (la ghiera dei tempi) resta solo l'originale PDC dell'obiettivo a tale diaframma e coniugata-oggetto, comunque non sufficiente.

HDR, stacking, panorama stiching, QTVR sono tutte nuove opzioni che non vogliono essere in contrapposizione o alternativa alla catena cinematica tradizionale: semplicemente consentono nuove possibilità, letteralmente impossibili con i sistemi convenzionali.

Per quanto riguarda l'Apo-Macro-Elmarit, dall'uso pratico mi sono fatto l'idea che le sue particolari caratteristiche (resa ottimale ai diaframmi aperti, buon spianamento di campo anche a coniugate brevi) lo rendano ideale più per la riproduzione tecnica di originali bidimensionali con necessità di risoluzione critica; nell'uso pratico a distanze medio-brevi (come ritratti a pieno viso presi a mano libera) l'agilità d'uso è un po' rallentata dal particolare elicoide, davvero moltiplicato, che richiede due giri completi di una ghiera non molto frizionata per passare da infinito ad 1:2; personalmente, se devo fare macro GENERICA con ottiche Leica-R, preferisco usare il 60/2,8, che anche ad f/11 tiene ancora molto bene, ed anche la provocazione di Nat sul micro-Nikkor 105/4 non è campata in aria: effettivamente, il suo nocciolo ottico "tipo Pentac" (SIC, non Pentax, Pentac è un antico obiettivo) tiene la diffrazione in modo esemplare, e mantiene una risoluzione soddisfacente addirittura fino ad f/13,5; 15 anni fa lo usavo proprio a questa apertura, montato su 3 tubi PK-13 (con il suo elicoide tutto esteso arrivava così a circa 1,4:1) su F4 con SB-24 in TTL per fare le api sui fiori di albicocco, e conservo ancora diapositive piuttosto gustose.

Ciao Marco
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