Gianni Viola

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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ulyssesitaca
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Rilancio con adeguata enfasi la segnalazione sommessa di 1Cesar.
Gianni Viola non lo conosco, anche se ci siamo incrociati più volte, ma le prime pagine del suo flickr mi sembrano molto coerenti stilisticamente, e stimolanti.

Gianni Viola
Raffaele
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Stefano Tambalo
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sfogliato con un certo interesse, grazie del rilancio.
Ora mi chiedo però: è necessaria tutta questa "drammaticità" nel trattamento della foto di strada in situazioni apparentemente quotidiane?
Posso capire il notturno, ma le passeggiate, le chiacchierate? Non so.
Non nello specifico di Viola, ma ne vedo sempre di più.
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Luca Ghedini
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Ecco Gianni, ritratto alla mostra di Reggio Emilia di Diego Macrì.

Gianni è una persona splendida, un amico, come Cesare, ma anche io mi sono posto il dubbio di Stefano.
Ciao
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Lu©a Ghedini
R.dox
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Perdonatemi ma... io in queste foto del sig. Viola non ci vedo proprio nulla di rilevante, sono le classiche foto "de panza" che chiunque oggi può divertirsi a fare, se possibile poi la post le rovina maggiormente.
Questo è solamente il mio pensiero e non ha nessuna intenzione polemica.

Ciao
Riccardo
riccardox.2@libero.it

I work by impulse. No philosophy. No ideas. Not by the head but by the eyes.
Instinct is the same as inspiration.

Manuel Alvarez Bravo
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marco palomar
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la post produzione è davvero troppa troppa troppa. Grandguignolesca. Comunque le foto rivelano un buon occhio (anche se Parr è su un altro pianeta)
Le foto "di panza" non sono così facili da fare, specie a questi livelli.
ma guarda un po'
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mauro ruscelli
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Mi piacciono molto alcuni ritratti, quelle vistosamente "de panza" no
Mauro

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Roberto
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Iscritto il: ven feb 20, 2009 2:46 pm
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La definizione di foto "de panza", che se non sbaglio è stata coniata da Marco Palomar in qualche post recente, è troppo simpatica e rende bene non solo la tecnica in sè, ma anche "l'umoralità" di certi scatti; infatti allo scatto "de panza" ricorrono non solo i timidi ma anche gli scafati, quando non c'è tempo di portare la macchina all'occhio.
Se Mauro e Marco sono d'accordo se ne potrebbe creare un "elogio".
Ciao
Roberto
1cesar
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Iscritto il: lun apr 16, 2007 8:31 am
Parlerò molto sinceramente, più che altro de panza mi sembrano alcuni commenti, di intransigenza un po' miope.

Trovo il lavoro di Gianni sulla città (poi nel flicr c'è finito di tutto) estremamente interessante.
Dove è la città in queste foto? Sparita !! Non ve n'è traccia.
Al suo posto il monto intero, con i suoi spostamenti veloci, fisici e di idee, con la massa, gli esclusi, i dissidenti, lo scambio veloce di stato d'animo, il prozac consumato in abbondanza, e tutto quello che ci rende uomini di questi anni.
E la città dove è ?? è li, supporta tutto questo, ma in qualche modo non lo comprende, ne è esclusa....

Un lavoro moderno e complesso, e sul fatto che sarebbero tutti capaci, permettetemi di dubitare fortemente.

La tecnica decisa, in quest'ottica assume un significato completamente diverso.
Ciao
Ciao

www.1cesar.it
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ishkra
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Iscritto il: mer dic 29, 2010 10:06 am
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mi sembra che tutta la PP di cui si sta parlando consiste nell'accentuare i contrasti, lavorare sui toni o aggiungere della vignettatura...non vedo nulla di più di quello che comunemente si fa in camera oscura.

Sul fatto che "chiunque possa fare quelle foto" è una frase che si sente spesso dire soprattutto da chi quelle foto non riesce a farle :-)
Un saluto
Fabio
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Stefano Tambalo
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Il fatto della PP non é nella complessità, ma nella necessità..camera oscura o meno.
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carlo riggi
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Cesare, la tua illustrazione amplia la fruibilità di questo lavoro e fornisce importanti chiavi di lettura.
Le fotografie, però, devono sostenere i propri Manifesti. Non sempre, a mio avviso, quelle di Viola ci riescono. Alcune foto sono molto belle, funzionali al progetto e di oggettivo impatto. Altre, invece, risultano condizionate da una scelta tecnica (non solo il punto di ripresa) che risulta insistita e ridondante, fino ad apparire, in qualche caso, quasi un “espediente”. Magari non sarà così, si tratta solo di impressioni soggettive, ma non per questo devono intendersi come indizio di miopia.
Ad ogni modo, appoggio la proposta di Roberto, e mi prenoto un angolino per un contributo all’elogio. :)

Ciao
Carlo
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luca rubbi
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carlo riggi ha scritto:Cesare, la tua illustrazione amplia la fruibilità di questo lavoro e fornisce importanti chiavi di lettura.
Le fotografie, però, devono sostenere i propri Manifesti. Non sempre, a mio avviso, quelle di Viola ci riescono. Alcune foto sono molto belle, funzionali al progetto e di oggettivo impatto. Altre, invece, risultano condizionate da una scelta tecnica (non solo il punto di ripresa) che risulta insistita e ridondante, fino ad apparire, in qualche caso, quasi un “espediente”. Magari non sarà così, si tratta solo di impressioni soggettive, ma non per questo devono intendersi come indizio di miopia.
Ad ogni modo, appoggio la proposta di Roberto, e mi prenoto un angolino per un contributo all’elogio. :)

Ciao
Carlo
Mi spiace ma devo quotare Carlo, aggiungo che le foto su flickr hanno un bianconero per me inguardabile tanto è contrastato (e di certo io non amo i grigetti), stranamente sul sito le foto sono più equilibrate e risultano nei toni di maggior gradimento.

Ciao
Luca
http://lucarubbi.blogspot.com/
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http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
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massimostefani
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1cesar ha scritto:Parlerò molto sinceramente, più che altro de panza mi sembrano alcuni commenti, di intransigenza un po' miope.

Trovo il lavoro di Gianni sulla città (poi nel flicr c'è finito di tutto) estremamente interessante.
Dove è la città in queste foto? Sparita !! Non ve n'è traccia.
Al suo posto il monto intero, con i suoi spostamenti veloci, fisici e di idee, con la massa, gli esclusi, i dissidenti, lo scambio veloce di stato d'animo, il prozac consumato in abbondanza, e tutto quello che ci rende uomini di questi anni.
E la città dove è ?? è li, supporta tutto questo, ma in qualche modo non lo comprende, ne è esclusa....

Un lavoro moderno e complesso, e sul fatto che sarebbero tutti capaci, permettetemi di dubitare fortemente.

La tecnica decisa, in quest'ottica assume un significato completamente diverso.
Ciao
Mi sento di condividere quasi totalmente il pensiero di Cesare. Il "quasi" si riferisce, ed è tutto sommato una sfumatura, alla non identificabilità della città, non tanto come contesto architettonico, ma come elemento che concorre in modo fondamentale al realizzarsi di questa rete di interscambi, e chi conosce Bologna lo sa.
Detto questo trovo il lavoro di Gianni, che conosco da qualche tempo, di ottimo livello.
In merito poi alle scelte, diciamo linguistiche, che l'autore ci propone esse rientrano a pieno titolo nel novero delle possibilità che la comunicazione fotografica ha a disposizione. E non è sempre detto che "contrasto" debba essere sinonimo di "dramma"
Chi non ricorda le splendide immagini di Sieff o Newton che abbondavano a livello di contrasto ed al tempo stesso, trattando il tema moda, erano quanto di più lontano possibile dal dramma si potesse immaginare.
Forse sarebbe sufficente parlare di una chiave comunicativa più intensa, alla quale siamo credo oramai avvezzi, dopo decenni di immagini proposte proprio in questa chiave che, nonostante tutto, mi sembra ancora decisamente efficace e, nel caso di Gianni, assolutamente finzionale al progetto.

MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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carlo riggi
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massimostefani ha scritto: e, nel caso di Gianni, assolutamente finzionale al progetto.
Fortuna che non vedo psicoanalisti nei paraggi... ;)

Caro Massimo, ho pieno rispetto per tutto e specie per quello che non capisco. Ma il riferimento a Sieff e Newton francamente mi pare tanticchia forzato.

Ciao
Carlo
R.dox
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Località: Trieste
Mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso dal mio intervento sul fotografo in questione, ma anche riguardando con più calma le foto in questione il mio giudizio resta quello.
Sinceramente non vedo nulla di significativo in scatti fatti con macchine a tracolla passeggiando per città affollate e nemmeno dove stia "l'idea trainante" di questa serie o l'originalità nè colgo messaggi insiti in questa carrellata di "varia umanità" condita in una post-produzione tutto sommato nè nuova nè originale, anzi...
Tecnicamente poi non si capisce se l'autore ha voluto sfruttare dinamismo o mosso, la sensazione che mi viene restituita è più che altro quello della "casualità".
Capisco bene che la conoscenza di alcuni di voi con l'autore sia un "limite naturale" al proprio senso critico.
Spero che nessuno se ne abbia a male ma sono uso a dire sempre quel che penso... se questo non dovesse essere gradito saprò trarne le mie conclusioni.

Un sincero saluto a tutto il forum
Riccardo
riccardox.2@libero.it

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Manuel Alvarez Bravo
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