Troppo buono, Grazie notte!!
Ciao
Ecuador
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Per me no, quindi concordo col pensiero dell'autore.foco ha scritto:Ai fini contenutistici ha importanza dare un volto a questa bimba?
Su che cosa sia giusto fotografare e cosa no, o sull'etica fotografica, lascio proprio perdere.
Bella foto!
Ciao
Riccardo
riccardox.2@libero.it
I work by impulse. No philosophy. No ideas. Not by the head but by the eyes.
Instinct is the same as inspiration.
Manuel Alvarez Bravo
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Posizione rispettabile, anche considerando le tue preferenze in fatto di immagini, che ci mostri.R.dox ha scritto:Su che cosa sia giusto fotografare e cosa no, o sull'etica fotografica, lascio proprio perdere.Bella foto!Ciao
Per me dipende da cosa si fotografa e come. Vedi per esempio la "biografia fotografica" di Rudi.
Scatto interessante. Ricordo il viaggio di tre mesi in Ecuador che feci cinque anni fa. E' tempo che ritorni in Sud America...
Antonello
http://www.flickr.com/photos/astro62/
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Prima di tutto complimenti per i tuoi lavori e anche per l'approccio ad essi.foco ha scritto:Per Marco e Luca,
vi rimando ad un intervista che mi fece il mio professore di camera oscura:
Parte 1
http://visualnote.bloog.it/it%E2%80%99s ... rafia.html
Parte 2 intervista con l'amico Paolo Degiampietro
http://visualnote.bloog.it/it%E2%80%99s ... rafia.html
Parte 3 continua l'intervista sempre con l'amico Paolo Degiampietro
http://visualnote.bloog.it/it%E2%80%99s ... rafia.html
Erano gia' stati proposti qui nel forum Marco forse li avra' gia' visti letti. Se non sbaglio Luca sei arrivato recentemente e quindi te li ripropongo. Grazie per il tuo intervento.
PS: Io sono Rudi
PS2 Per Luca ...Sembra un'immagine di Koen Wessing ... GRAZIE mi rende felice ma hai esagerato!!
Ciao
Non avevo nemmeno io letto l'intervista che riproponi, credo di capire ora il perchè della tua domanda sulla necessità o meno di dare un volto alla bimba della foto.
Fotografando non rappresentiamo nessuno, non è questione di averne o no il diritto. Semplicemente è impossibile.
Semmai diamo una personale interpretazione di un fatto o di una situazione.
Capisco il problema che poni e che dovrebbero porsi tutti, non sono però sicuro che ci possa essere una soluzione valida sempre, ma va bene così: continuare a interrogarsi è molto meglio che avere già tutte le risposte.
Ciao
http://www.facebook.com/marco.esse.39
Non credo che esista "la" fotografia. Ogni fotografo opera secondo i propri obiettivi, che come tutti sappiamo sono diversissimi e spesso non uniformabili o categorizzabili. Ogni osservatore di immagini ha le proprie aspettative, le proprie categorie. E poi ognuno ha la propria dimensione etica: Bruce Gilden, che spara flash in faccia a sconosciuti a NYC dice di non avere etica. La sua urgenza di documentazione supera qualsiasi altro principio. Dorothea Lange, incaricata da un'agenzia governativa di documentare la crisi del 29 non sembra essersi posta il problema dell'esposizione della "migrant mother".Marco Serio ha scritto: Semmai diamo una personale interpretazione di un fatto o di una situazione.
Ciao
Rudi si pone il problema e non "espone" il viso della bambina. Riccardo "lascia perdere" discorsi etici, e va benissimo.
Marco ed io concordiamo sulla maggior "forza" potenziale dell'esposizione del viso, ma facciamo un ragionamento asettico, perché oggettivamente nulla ha più forza espressiva di un volto.
Rudi ci dice che secondo lui "legare" una persona ad una situazione che può essere giudicata di degrado non è giusto. Non in fase di ripresa, ma di pubblicazione.
Bisognerebbe capire cosa ne pensa la bambina, se si vergogna del contesto a cui è legata nell'immagine, o se vi è assuefatta. Se considera la ripresa un gioco o un potenziale vulnus alla dignità.
E poi, nella globale "economia" delle vicende umane, cosa deve essere fatto vedere? Cosa nascosto? Cosa è utile mostrare per causare, forse, un moto di reazione, un cambiamento?
Quando invece l'ulteriore documentazione di dolore e sofferenza non fa altro che aumentare l'assuefazione di chi osserva?
Come dice Marco, non ci sono risposte universali.
Concordo con lui sulla necessità di continuare ad interrogarsi.
Sono in disaccordo invece con chi dice che vedere o non vedere il volto non fa differenza. Certo che la fa. Sopratutto in una situazione come questa.
Ultima modifica di cliqueur il ven nov 01, 2013 9:57 am, modificato 1 volta in totale.
- carlo riggi
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Complimenti a Rudi, credo che sia molto nobile interrogarsi su un tema a così forte rischio di ipocrisia.
Personalmente, mi pongo gli stessi interrogativi ben espressi da Luca nell'ultimo post. L'etica è un campo scivoloso, e, se siamo tutti bravi a schierarci nel caso di un approccio alla Bruce Gilden, la maggior parte delle situazioni comporta sfumature difficili da valutare.
La foto della bambina, che ha originato questo thread, è bella così e del viso forse si può fare a meno. Ma se così non fosse? Se il viso fosse fondamentale per raggiungere quel gradiente estetico in grado di far passare il messaggio?
Rudi è un fotografo, è arrivato in capo al mondo per prendere delle immagini, è il suo mestiere. Un mestiere che, specie il reportage, ci piaccia o no, contiene sempre una quota di rapacità, temperata che sia da una "caritatevolezza" nel trattamento delle immagini ottenute. Si può - e si deve - essere rispettosi sia al momento dello scatto che in quello della pubblicazione, ma non si può rinnegare la propria mission. Quando Scianna si trovò di fronte un uomo gravemente in difficoltà - in India, credo -, prima lo fotografò e poi lo aiutò, con finto cinismo commentando: "Io fotografo sono!".
D'altronde, siamo sicuri che sempre la condizione nella quale noi scorgiamo gli altri sia per loro motivo di vergogna? Tanto per fare un esempio a latere, è di ieri l'articolo di un noto attore, su Repubblica, che dice quanto l'omofobia sia un problema soprattutto dei non omofobi. Un atteggiamento di eccessivo pudore per una condizione che non è di per sé né vergognosa né riprovevole, e che dunque svuota di fatto sul nascere qualunque intenzione di offesa. Come se un milanista desse sprezzante dell'"Interista" a un tifoso nerazzurro: quello mica si offenderebbe, anzi! Ma stiamo divagando.
Nel caso in specie, la bambina non ha alcun motivo per rinnegare il suo status di bambina, felice di giocare in un ambiente che a noi pare degradato ma che per lei, probabilmente, è il migliore dei mondi possibili, perché l'unico conosciuto. Personalmente, se il volto fosse stato importante per la costruzione estetica dell'immagine, l'avrei messo senza remore. Diverso il discorso della prostituta? Si rischia di marchiarla a vita? Anche lì non so. Io detesto le foto fatte dal buco della serratura qualunque ne sia il soggetto. Ma nel caso di una fotografia fatta in modo più o meno consenziente, e comunque in un assetto in cui è possibile - perché fa parte della "professione" - essere visti, credo che non dobbiamo porci noi il problema etico dell'esistenza altrui. Certo, lì dove la prostituta fosse pure minorenne le cose si complicherebbero ulteriormente, com'è ovvio. Ma anche la "necessità" di testimoniare le brutture del mondo (che è quello che il reporter avidamente cerca) si farebbe più stringente.
Ultima considerazione, tra le tante possibili. Dove si ferma il dovere di rispettare l'identità altrui? E, soprattutto, dove si trova la nostra identità? Siamo sicuri che coincida col volto? O che sia sempre legata alla riconoscibilità? I teschi delle crude e bellissime immagini di Rudi a Srebrenica non avevano alcun diritto alla privacy? Perché morti? Perché non riconoscibili? Fotografare un corpo senza volto non pone problemi di privacy? E' solo il viso il rappresentante iconico della nostra persona?
Prendiamo il caso di questa mia fotina. Siamo sicuri che rientri appieno in quei vincoli etici che ci poniamo rispetto al viso della bambina, per il solo fatto di non aver violato il viso di questa donna ma "solo" il suo corpo affaticato, assonnato, certamente incongruente con quella che, di lì a poco, sarà la sua immagine di donna in carriera?
Grazie per gli spunti.
Personalmente, mi pongo gli stessi interrogativi ben espressi da Luca nell'ultimo post. L'etica è un campo scivoloso, e, se siamo tutti bravi a schierarci nel caso di un approccio alla Bruce Gilden, la maggior parte delle situazioni comporta sfumature difficili da valutare.
La foto della bambina, che ha originato questo thread, è bella così e del viso forse si può fare a meno. Ma se così non fosse? Se il viso fosse fondamentale per raggiungere quel gradiente estetico in grado di far passare il messaggio?
Rudi è un fotografo, è arrivato in capo al mondo per prendere delle immagini, è il suo mestiere. Un mestiere che, specie il reportage, ci piaccia o no, contiene sempre una quota di rapacità, temperata che sia da una "caritatevolezza" nel trattamento delle immagini ottenute. Si può - e si deve - essere rispettosi sia al momento dello scatto che in quello della pubblicazione, ma non si può rinnegare la propria mission. Quando Scianna si trovò di fronte un uomo gravemente in difficoltà - in India, credo -, prima lo fotografò e poi lo aiutò, con finto cinismo commentando: "Io fotografo sono!".
D'altronde, siamo sicuri che sempre la condizione nella quale noi scorgiamo gli altri sia per loro motivo di vergogna? Tanto per fare un esempio a latere, è di ieri l'articolo di un noto attore, su Repubblica, che dice quanto l'omofobia sia un problema soprattutto dei non omofobi. Un atteggiamento di eccessivo pudore per una condizione che non è di per sé né vergognosa né riprovevole, e che dunque svuota di fatto sul nascere qualunque intenzione di offesa. Come se un milanista desse sprezzante dell'"Interista" a un tifoso nerazzurro: quello mica si offenderebbe, anzi! Ma stiamo divagando.
Nel caso in specie, la bambina non ha alcun motivo per rinnegare il suo status di bambina, felice di giocare in un ambiente che a noi pare degradato ma che per lei, probabilmente, è il migliore dei mondi possibili, perché l'unico conosciuto. Personalmente, se il volto fosse stato importante per la costruzione estetica dell'immagine, l'avrei messo senza remore. Diverso il discorso della prostituta? Si rischia di marchiarla a vita? Anche lì non so. Io detesto le foto fatte dal buco della serratura qualunque ne sia il soggetto. Ma nel caso di una fotografia fatta in modo più o meno consenziente, e comunque in un assetto in cui è possibile - perché fa parte della "professione" - essere visti, credo che non dobbiamo porci noi il problema etico dell'esistenza altrui. Certo, lì dove la prostituta fosse pure minorenne le cose si complicherebbero ulteriormente, com'è ovvio. Ma anche la "necessità" di testimoniare le brutture del mondo (che è quello che il reporter avidamente cerca) si farebbe più stringente.
Ultima considerazione, tra le tante possibili. Dove si ferma il dovere di rispettare l'identità altrui? E, soprattutto, dove si trova la nostra identità? Siamo sicuri che coincida col volto? O che sia sempre legata alla riconoscibilità? I teschi delle crude e bellissime immagini di Rudi a Srebrenica non avevano alcun diritto alla privacy? Perché morti? Perché non riconoscibili? Fotografare un corpo senza volto non pone problemi di privacy? E' solo il viso il rappresentante iconico della nostra persona?
Prendiamo il caso di questa mia fotina. Siamo sicuri che rientri appieno in quei vincoli etici che ci poniamo rispetto al viso della bambina, per il solo fatto di non aver violato il viso di questa donna ma "solo" il suo corpo affaticato, assonnato, certamente incongruente con quella che, di lì a poco, sarà la sua immagine di donna in carriera?
Grazie per gli spunti.
Ultima modifica di carlo riggi il ven nov 01, 2013 11:51 am, modificato 1 volta in totale.
Ciao
Carlo
Carlo
foco ha scritto:Ho anche la foto con il volto della bimba ma non la pubblico. In ogni caso per me il volto della bimba non e' importante. Grazie per il passaggio ed il commento.
concordo....
complimenti, mi piace molto questa foto e per me funziona proprio perchè non si vede il volto, è la presumibile direzione del suo sguardo a valorizzarne lo scatto in base alla mia personale lettura.
otto.
che bella questa frase...Marco Serio ha scritto:continuare a interrogarsi è molto meglio che avere già tutte le risposte.
otto.
carlo riggi ha scritto: Ultima considerazione, tra le tante possibili. Dove si ferma il dovere di rispettare l'identità altrui? E, soprattutto, dove si trova la nostra identità? Siamo sicuri che coincida col volto? O che sia sempre legata alla riconoscibilità? I teschi delle crude e bellissime immagini di Rudi a Srebrenica non avevano alcun diritto alla privacy? Perché morti? Perché non riconoscibili? Fotografare un corpo senza volto non pone problemi di privacy? E' solo il viso il rappresentante iconico della nostra persona?
Prendiamo il caso di questa mia fotina. Siamo sicuri che rientri appieno in quei vincoli etici che ci poniamo rispetto al viso della bambina, per il solo fatto di non aver violato il viso di questa donna ma "solo" il suo corpo affaticato, assonnato, certamente incongruente con quella che, di lì a poco, sarà la sua immagine di donna in carriera?
olè........

ciao Carlo, mi hai dato un bel pò da pensare.......
a mio modesto parere non esiste una formula unica per rispettare eticamente le situazioni più disparate, l' approccio del fotografo è importante quanto i suoi intenti e non sempre le due cose vanno a braccetto.
Ledere la dignità di una persona per poter denunciare una situazione può essere eticamente scorretto per il singolo ma non denunciare avendone la possibilità può essere eticamente scorretto per i molti coinvolti nella situazione.
Sono due aspetti che ogni fotografo che si pone certi interrogativi deve saper pesare di volta in volta in base al messaggio ed all' interpretazione del suo vissuto reale che vuole raccontarci.
otto.
Diciamo che senza viso è molto, molto difficile identificare una persona. I teschi, poi.carlo riggi ha scritto:Prendiamo il caso di questa mia fotina. Siamo sicuri che rientri appieno in quei vincoli etici che ci poniamo rispetto al viso della bambina, per il solo fatto di non aver violato il viso di questa donna ma "solo" il suo corpo affaticato, assonnato, certamente incongruente con quella che, di lì a poco, sarà la sua immagine di donna in carriera?
Grazie per gli spunti.
Detto questo la tua fotina ha una forza espressiva enorme. La ripresa, ed il grandangolo, rendono perfettamente la donna disfatta dal sonno, che sta scivolando dal sedile. Anche se il giornale aggiunge un tono comico.
Ognuno deve risolvere il problema per se. Pensate allo scandalo suscitato da "the falling man" ripreso a NYC l'11 settembre 2001. Un uomo non identificabile, ma lo stesso uno shock.
Era giusto?
Lascio a voi le risposte.
Grande foto Carlo!
Ciao
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Riccardo
riccardox.2@libero.it
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Manuel Alvarez Bravo
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Grazie Riccardo!
Ciao
Carlo
Carlo
Ringrazio tutti per i commenti e sono felice che la discussione abbia creato dubbi e non certezze. Condivido il pensiero di Marco e molti altri, il continuare ad interrogarsi sta alla base per una crescita solida e consapevole.
Ringrazio anche Carlo per l'ottima foto postata. Non aggiungo altro al momento ma valuto i vostri pensieri e rifletto ulteriormente.
Grazie a tutti.
Ringrazio anche Carlo per l'ottima foto postata. Non aggiungo altro al momento ma valuto i vostri pensieri e rifletto ulteriormente.
Grazie a tutti.