vittosss ha scritto:stefano, sei in buona compagnia qui fuori.
dopo il loro manifesto noi facciamo il:
"Poster dell'ho imparato a usare la ghiera della messa a fuoco"

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
vittosss ha scritto:stefano, sei in buona compagnia qui fuori.
dopo il loro manifesto noi facciamo il:
"Poster dell'ho imparato a usare la ghiera della messa a fuoco"
Fuori o dentro... Non si tratta di un club esclusivo (odio i club esclusivi), è uno strumento, un laboratorio, un altro modo possibile di vivere la fotografia e di decodificarne i contenuti.Stefano Tambalo ha scritto:io penso di essere fuori
si Carlo, tutto vero, tutto stilisticamente condivisibile. L'insaturo è potente e su questo non ho dubbi. L'immagine funziona esattamente come dici tu, è satura visivamente e cognitivamente insatura.carlo riggi ha scritto:Fuori o dentro... Non si tratta di un club esclusivo (odio i club esclusivi), è uno strumento, un laboratorio, un altro modo possibile di vivere la fotografia e di decodificarne i contenuti.Stefano Tambalo ha scritto:io penso di essere fuori
Nella mia foto, di quante informazioni ancora hai bisogno per sapere d'acchito che si tratta di un'altalena? E lascia perdere il titolo, che titolo non è. E allo stesso tempo, quande suggestioni in meno deriverebbero da una più nitida rappresentazione della stessa? Non trovi anche tu che la forza evocativa ne sia potenziata? In una foto così puoi far sedere il bambino che c'è in te su quell'altalena, e sentire il vento in faccia o rievocare il dolore della prima sbucciatura al ginocchio... E in quella di Nicola? Quante colonie di segni pronte a gemmare da un'immagine così insatura eppure così potente?
Per me ci stanno. Trovo pure adeguata la resa della pellicola ai soggetti fotografati.
Sì Stefano, e forse, al di là delle parole, non siamo poi così lontani.Stefano Tambalo ha scritto:Boh, non so se riesco a spiegarmi..
E chi lo ha detto che non ce li ha? Nel Manifesto ho citato sfuocati e mossi, ma avrei potuto aggiungere sovra e sottoesposizioni, per esempio, e chissà cos'altro.Andrea ha scritto:.... non riesco proprio a collegare la necessità di uno sfuocato a supporto di una fotografia transfigurativa ... per me anche questa è una fotografia transfigurativa, ma a quanto pare, non ne ha i connotati ......
Tu sei membro ad honorem.
carlo riggi ha scritto:E chi lo ha detto che non ce li ha? Nel Manifesto ho citato sfuocati e mossi, ma avrei potuto aggiungere sovra e sottoesposizioni, per esempio, e chissà cos'altro.Andrea ha scritto:.... non riesco proprio a collegare la necessità di uno sfuocato a supporto di una fotografia transfigurativa ... per me anche questa è una fotografia transfigurativa, ma a quanto pare, non ne ha i connotati ......
Ma poi, a me piace essere inclusivo, credo che in generale sia transfigurativo tutto ciò che permette all'immagine di vivere al di là del suo dato di realtà. Anche la tua foto lo è dunque, così fortemente insatura ed evocativa ben oltre la scena di superficie.
Ho capito poco, però mi sembra che gli "equivalent" di Stieglitz e White datati anni 30 del secolo scorso, possano rientrare nella categoria in oggetto. oppure no ?carlo riggi ha scritto:Transfigurare significa andare oltre la rappresentazione. La fotografia è per definizione legata al dato di realtà, ma non trova in esso il suo limite ultimo, semmai lo spunto per avviare derive di significato riguardanti ad un tempo le istanze emozionali dell'autore e i loro ritrovamenti nel campo dei percetti. In essa il fruitore potrà trovare stimoli per propri personali percorsi di senso.
Conoscere è assimilare il dato di realtà attraverso un peculiare filtro creativo. Il sogno è la modalità principale di strutturazione della conoscenza. Come nel sogno, l'atto creativo, generativo, necessita di una funzione transfigurativa per poter cogliere l'essenza (la "quiddità") propria dell'esperienza in corso. Nella consapevolezza che visioni periferiche e insature rivelino più della più nitida delle immagini.
Mossi e sfuocati sono strumenti sintattici propri e ortodossi della tecnica fotografica. La fotografia transfigurativa non prevede "manipolazioni". Essa è fotografia allo stato puro, comunque sia realizzata, e ne esalta la capacità di veicolare contenuti altrimenti "invisibili" e irrappresentabili.
Oggi si costituisce ufficialmente la corrente denominata "Fotografia transfigurativa". Essa accoglie chiunque senta di aderire a queste linee programmatiche, senza per questo rinunciare ad altri modi di interpretazione e di utilizzo dello strumento fotografico.