[Foto] Mani e non solo
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4-7-8 su tutte, è una bella serie che credo farà piacere ai soggetti. In alcune vedo dei bianchi troppo 'sparati', è la scansione?
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- luca rubbi
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Mi colpisce questa avversione per la 8, non sarà che abbiamo tutti la testa infarcita dal “tragico patinato” che tanto è di moda nel reportage contemporaneo, e che ci fa vedere anche quello che non c'è?
Non è che abbiamo visto più foto di bambini morti che vivi?
Ciao
Luca
p.s. vedo che però a Stefano piace, come a me d'altronde...
Non è che abbiamo visto più foto di bambini morti che vivi?
Ciao
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- cristian vidmar
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Il tuo amico sarà contento, Mauro, ottimo lavoro. La 8 a me non piace, non tanto per i possibili richiami da tragedia, quando per la foto in sé, è solo una questione di gusti. Però non bisogna dimenticare chi è il destinatario di queste foto e una interpretazione negativa è sempre possibile. Forse non è esattamente quello che gli ci vuole in questo momento felice.
Cristian
Siamo gente dal palato fino noi....luca rubbi ha scritto: p.s. vedo che però a Stefano piace, come a me d'altronde...

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Quindi, se la FIAT ci chiede di fotografare un'auto per il lancio di un nuovo modello, ci sta che noi gli proponiamo le "nostre" foto, con toni adatti a una campagna shock per la prevenzione degli incidenti stradali. Prendere o lasciare. E' questa la coerenza stilistica?otto ha scritto:Carlo, per me libertà espressiva è non cedere a compromessi con un committente
...
questo però non va a nozze con il mercato, dove bisogna soddisfare anche il cliente oltre se stessi, quindi per mantenere coerenza con il proprio stile bisogna con fatica imporlo ma non è da tutti
Vero è che noi siamo in primo luogo committenti di noi stessi. Ma questa coerenza stilistica, una volta che diventasse fissità stilistica, non limiterebbe la nostra capacità di dedicarci ad atmosfere e soggetti diversi e, in definitiva, proprio la nostra libertà espressiva?
Ciao
Carlo
- mauro ruscelli
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Io credo che proprio oggi tutti cerchino riconoscibilita' stilistica fino allo stremo, fino a non riuscire piu' ad uscire dai confini che si sono costruiti. Sono il primo a dichiarare che che questo e' sbagliato, ma e' sbagliato anche l'esatto opposto. La tua provocazione si infrange contro i photo-editor dei vari uffici media che chiamano solo chi adatto e guai se l'opera non e' coerente con le precedenti attivita'.
Mauro
Instagram: @mauroruscelli
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Caro Mauro, in questo scambio c'è un po' di confusione di piani. Parlando di committenti e photo-editor stuzzichiamo il nostro orgoglio autoriale e mobilitiamo le nostre giuste rivendicazioni libertarie. Non c'è dubbio che in quel caso occorra tenere ferma la barra contro ogni tentativo di omologazione, pur nel rispetto delle esigenze del cliente.mauro ruscelli ha scritto:Io credo che proprio oggi tutti cerchino riconoscibilita' stilistica fino allo stremo, fino a non riuscire piu' ad uscire dai confini che si sono costruiti. Sono il primo a dichiarare che che questo e' sbagliato, ma e' sbagliato anche l'esatto opposto. La tua provocazione si infrange contro i photo-editor dei vari uffici media che chiamano solo chi adatto e guai se l'opera non e' coerente con le precedenti attivita'.
Ma quel che ci interessa qui non è il piano della committenza commerciale.
Siamo partiti dalle tue belle foto per discutere su quanto il nostro stile abbia il diritto di prevalere sul racconto. Tu sei intellettualmente libero abbastanza da affermare, come fai, che a volte la nostra cifra stilistica diventa una gabbia da cui stentiamo a liberarci.
Come ho detto, alcune delle tue foto sono sintesi perfette tra la tua cifra autoriale e la situazione che hai interpretato. Altre, invece, a mio avviso, non "incontrano" il racconto. Al punto che, se fossero presentate da sole e fuori contesto, lascerebbero fortemente interdetti circa il reale significato della situazione.
La metterò così: la fotografia non nasce come un'attività autoerotica, l'immagine non è una eiaculazione solitaria di granuli d'argento o di pixel. La fotografia nasce per incontrare, interpretare e rappresentare un fatto. Quando essa tradisce il fatto per un puro scopo autoeccitatorio essa diventa mero onanismo e si allontana dal proprio scopo, primariamente relazionale.
Credo che in certi momenti noi privilegiamo il nostro bisogno di esibizione/consenso stilistico a scapito dell'evento che siamo chiamati (da noi stessi o da altri) a rappresentare. Tutto qui.
Ciao
Carlo
- mauro ruscelli
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Non so' non sono abbastanza bravo per avere tutte queste scelte, scatto come riesco "sperando" di aver "messo a fuoco" senza "idea chiara del risultato" e terrorizzato dall'idea di sbagliare lo sviluppo graffiare i negativi ecc.
Le foto nell'insieme che daro' a loro sono quasi 50, che spero smorzino i toni che a quanto pare hanno fatto scaturire la discussione,
Le foto nell'insieme che daro' a loro sono quasi 50, che spero smorzino i toni che a quanto pare hanno fatto scaturire la discussione,
Mauro
Instagram: @mauroruscelli
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Carlo,carlo riggi ha scritto: La metterò così: la fotografia non nasce come un'attività autoerotica, l'immagine non è una eiaculazione solitaria di granuli d'argento o di pixel. La fotografia nasce per incontrare, interpretare e rappresentare un fatto. Quando essa tradisce il fatto per un puro scopo autoeccitatorio essa diventa mero onanismo e si allontana dal proprio scopo, primariamente relazionale.
la fotografia è molto molto vicina alla polluzione.
nik
E che vuol dire? C'è una polluzione legata ad una necessità organica, ad una mera questione idraulica, od anche a un'implicita esigenza di chiusura e di rifiuto del contatto con l'altro. E c'è una polluzione legata al rapporto con i nostri oggetti libidici, con la creatività, col sogno. L'aspetto eccitatorio della fotografia si costituisce sempre a partire da un elemento di realtà col quale entriamo in relazione (anche se siamo da soli). E' il "fatto" il nostro committente, altrimenti la nostra diventa una stereotipia, un rituale autistico, autoreferenziale.Nikita ha scritto: Carlo,
la fotografia è molto molto vicina alla polluzione.
Ciao
Carlo
Carlo,
infatti io mi riferivo alla polluzione collegata alla nostra creatività, ai nostri sogni, alla parte irrazionale del nostro cervello eccitata in modo sempre diverso dall'aver preso coscienza del "fatto" da narrare.
Niente stereotipia, nè impulsi autistici, men che meno autoreferenzialità.
Insomma siamo d'accordo.
n.
infatti io mi riferivo alla polluzione collegata alla nostra creatività, ai nostri sogni, alla parte irrazionale del nostro cervello eccitata in modo sempre diverso dall'aver preso coscienza del "fatto" da narrare.
Niente stereotipia, nè impulsi autistici, men che meno autoreferenzialità.
Insomma siamo d'accordo.
n.
-
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- Iscritto il: lun ott 22, 2007 5:20 pm
arrivo ora a questo topic
l'ho letto velocissimamente per non farmi troppo condizionare ovvero ho letto tutto ma non ricordo nulla
mi sono invece soffermato sulle foto
1, 2, 6, 9(che bella!) e ultima
la mia combinazione vincente
Bellissime!
Nascita, calore, famiglia, gioia, vita.
le altre, a parte quelle con mamma, le precepisco male; 5, 7,8 sono per me negative nel senso di negatività; quelle mani e quello sguardo ( uniti a quella resa) significano per me una "fine" e non un inizio. Non rappresentano senso di protezione bensi di sconforto e non riesco a vederci neanche il bimbo addormentato con qualcuno che veglia amorevolmente su di lui . Ma va da sé che io percepisco cosi perche evidemente ho una sensibilità diversa da altri ( ne meglio ne peggio ...solo diversa) quindi spero che tutto cio venga preso come considerazione e non come giudizio
Io sono per la nascita come momento di felicità di gioia di "famiglia" di tutto ciò che di positivo ci può essere al mondo. Bisogna poi anche capire il "committente" cosa voleva, perche ha chiamato Mauro, cosa si aspetta: magari voleva proprio un'interpretazione artistica di un momento del genere unico e irripetibile ogni volta. (al di là delle classiche foto di rito)
E non è vero che la mamma è poco presente; c'è eccome se c'è
ehm,,
Mauro
ti offendi se posto la mia, di "manina"?
(cioò una foto che avevo fatto pochi giorni dopo la nascita di Pietro)
ciao!
(e scusa il "pessimismo cosmico ...ma quando stratta di pupi io voglio vedere solo positività..spero comunque possa essere uno spunto utile)
ciao:-)
l'ho letto velocissimamente per non farmi troppo condizionare ovvero ho letto tutto ma non ricordo nulla

mi sono invece soffermato sulle foto
1, 2, 6, 9(che bella!) e ultima
la mia combinazione vincente
Bellissime!
Nascita, calore, famiglia, gioia, vita.
le altre, a parte quelle con mamma, le precepisco male; 5, 7,8 sono per me negative nel senso di negatività; quelle mani e quello sguardo ( uniti a quella resa) significano per me una "fine" e non un inizio. Non rappresentano senso di protezione bensi di sconforto e non riesco a vederci neanche il bimbo addormentato con qualcuno che veglia amorevolmente su di lui . Ma va da sé che io percepisco cosi perche evidemente ho una sensibilità diversa da altri ( ne meglio ne peggio ...solo diversa) quindi spero che tutto cio venga preso come considerazione e non come giudizio

Io sono per la nascita come momento di felicità di gioia di "famiglia" di tutto ciò che di positivo ci può essere al mondo. Bisogna poi anche capire il "committente" cosa voleva, perche ha chiamato Mauro, cosa si aspetta: magari voleva proprio un'interpretazione artistica di un momento del genere unico e irripetibile ogni volta. (al di là delle classiche foto di rito)
E non è vero che la mamma è poco presente; c'è eccome se c'è
ehm,,
Mauro
ti offendi se posto la mia, di "manina"?
(cioò una foto che avevo fatto pochi giorni dopo la nascita di Pietro)
ciao!
(e scusa il "pessimismo cosmico ...ma quando stratta di pupi io voglio vedere solo positività..spero comunque possa essere uno spunto utile)
ciao:-)
Ultima modifica di Alberto Bregani il dom ott 19, 2008 5:46 pm, modificato 1 volta in totale.