Foto slegate tra loro: come guarire?

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

Avatar utente
luca rubbi
Messaggi: 7685
Iscritto il: lun dic 11, 2006 4:39 pm
Località: Milano
Contatta:
carlo riggi ha scritto:
otto ha scritto:......la foto singola non vale niente, niente.
Non sarei così drastico. Se intendi dire che la fotografia, come azione, può/deve essere legata da un filo sottile che val al pena di individuare, anche a posteriori, per dare senso e continuità ai propri percorsi, su questo sono d'accordo. Ma che la foto singola non valga nulla, questo proprio non posso sottoscriverlo. La storia della fotografia è piena di singole fulminanti visioni, che sono entrate direttamente e indelebilmente nel nostro immaginario.

Ciao
Carlo
Assolutamente d'accordo con Carlo.


Luca
http://lucarubbi.blogspot.com/
http://lucarubbi.carbonmade.com/
http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
Avatar utente
Nikita
Messaggi: 2759
Iscritto il: mar dic 12, 2006 4:29 pm
Località: SURTSEY
luca rubbi ha scritto:
carlo riggi ha scritto:
otto ha scritto:......la foto singola non vale niente, niente.
Non sarei così drastico. Se intendi dire che la fotografia, come azione, può/deve essere legata da un filo sottile che val al pena di individuare, anche a posteriori, per dare senso e continuità ai propri percorsi, su questo sono d'accordo. Ma che la foto singola non valga nulla, questo proprio non posso sottoscriverlo. La storia della fotografia è piena di singole fulminanti visioni, che sono entrate direttamente e indelebilmente nel nostro immaginario.

Ciao
Carlo
Assolutamente d'accordo con Carlo.


Luca
Anch'io.

nik
Avatar utente
Nikita
Messaggi: 2759
Iscritto il: mar dic 12, 2006 4:29 pm
Località: SURTSEY
Dédé ha scritto:A dire il vero trem sono stata io a scrivere della macchina rigata:
Dédé ha scritto:Se leggo ancora una singola parola del genere su De André vengo a casa vostra e vi rigo la macchina.
Non quella a quattro ruote bensì la macchina fotografica che accarezzate alla sera prima di dormire.
Del dove parcheggi la C4 nera non me ne frega un cazzo. Però se inserisci anche l'indirizzo di casa e lasci le chiavi sotto lo zerbino posso sempre rigare la macchina fotografica come promesso.
Ciao DéDé,
ben ritrovata.

nik
Avatar utente
massimostefani
Messaggi: 2955
Iscritto il: gio dic 28, 2006 7:28 pm
Località: san giorgio di piano (bo)
Contatta:
Difficilmente le foto "singole" lo sono realmente. Nel reportage poi non lo sono mai.
Magari assumono, agli occhi dei più, la connotazione di "singole" le immagini che per un verso o per l'altro hanno raccolto maggiori consensi in termini di comunicazione, di impatto emotivo, di emblematicità rispetto a luoghi/persone/avvenimenti. Quindi sono state maggiomente viste/analizzate/pubblicate.
Minamata di Smith mi pare l'esempio perfetto : " Tomoko ne bagno con la madre " da sola evoca sofferenza da un lato e grande forza d'animo dall'altro, composizione perfetta e cosi via. Ma se non ci fosse il resto nulla saprei di Minamata, nè potrei capire come si è giunti a quell'immagine e perchè. Il perchè d'altro canto, è ben spiegato dallo stesso Smith.
Nemmeno le immagini di Adams, seppur più facilmente valutabili ed apprezzabili singolarmente, sono immagini squisitamente singole; fanno parte di quel grande affresco sulla magnificenza della natura incontaminata ,alla quale Adams volle rendere omaggio. Cose che ovviamente, sapete tutti.
Ma, come per le arti e la cucina, i viaggi o le letture, alla fine per noi fotoamatori, contano solo i gusti personali.
Ed in fatto di gusti sarebbe sufficente ignorare ciò che non ci piace, evitando di affibbiare aggettivi sgraditi ai più ;-) ;) :wink:

MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
ale
Messaggi: 117
Iscritto il: mer apr 29, 2009 12:18 pm
Contatta:
Insomma non s'è cavato un ragno dal buco, a parte scoprire che c'è chi ama e chi odia De Andrè... :lol:

Se per caso qualcuno volesse raccontarmi come prepara un progetto fotografico, darmi una scossa o che ne so... Bè, sto ascoltando!
Avatar utente
carlo riggi
Messaggi: 7025
Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
Località: Milazzo
Contatta:
ale ha scritto:Insomma non s'è cavato un ragno dal buco
Non direi. Non sono così importanti le risposte quanto le riflessioni che certe domande suscitano.
Io per esempio, pur non completamente d'accordo con lui, ho letto con religiosa attenzione le considerazioni di Massimo, e mi sono ritrovato in tante cose, e su altre mi riprometto di riflettere.
Lo stesso vale per le considerazioni degli altri amici, compresi quelli con cui può capitare di discutere con più animosità.

Ciao
Carlo
Avatar utente
massimostefani
Messaggi: 2955
Iscritto il: gio dic 28, 2006 7:28 pm
Località: san giorgio di piano (bo)
Contatta:
carlo riggi ha scritto:
ale ha scritto:Insomma non s'è cavato un ragno dal buco
Non direi. Non sono così importanti le risposte quanto le riflessioni che certe domande suscitano.
Io per esempio, pur non completamente d'accordo con lui, ho letto con religiosa attenzione le considerazioni di Massimo, e mi sono ritrovato in tante cose, e su altre mi riprometto di riflettere.
Lo stesso vale per le considerazioni degli altri amici, compresi quelli con cui può capitare di discutere con più animosità.
Ciao
Carlo
=D> =D> =D> =D>

MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
Avatar utente
Roberto
Messaggi: 1057
Iscritto il: ven feb 20, 2009 2:46 pm
Località: Brescia
A proposito di considerazioni o interrogativi che scaturiscono, vorrei chiedervi fino a che punto, secondo voi, un progetto tiene "legate" le foto che ne fanno parte e quando invece, pur facendo parte di un progetto diciamo molto ampio, le foto non finiscano per essere una "greatest hits" di foto singole. Faccio un esempio-domanda: "the americans" di Robert Frank voi come lo considerate? Io faccio fatica a vederle come parte di un progetto, anche se so che un progetto di base c'era eccome.
Ciao
Roberto
Avatar utente
massimostefani
Messaggi: 2955
Iscritto il: gio dic 28, 2006 7:28 pm
Località: san giorgio di piano (bo)
Contatta:
Roberto ha scritto:A proposito di considerazioni o interrogativi che scaturiscono, vorrei chiedervi fino a che punto, secondo voi, un progetto tiene "legate" le foto che ne fanno parte e quando invece, pur facendo parte di un progetto diciamo molto ampio, le foto non finiscano per essere una "greatest hits" di foto singole. Faccio un esempio-domanda: "the americans" di Robert Frank voi come lo considerate? Io faccio fatica a vederle come parte di un progetto, anche se so che un progetto di base c'era eccome.
The Americans , a mio avviso è IL PROGETTO per eccellenza ! Se analizzi attentamente le foto ( cosa che di certo avrai fatto) non puoi non notare che la banalità ( alle volte solo apparente ) di moltissime immagini, si riscatta proprio supportandosi alle altre, come le tessere di un mosaico che, seppur singolarmente luccicanti, assumo il valore di opera d'arte solo se legate tra loro ;)

MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
trem
Messaggi: 255
Iscritto il: dom nov 08, 2009 7:14 pm
Località: Milano
Contatta:
ale ha scritto: Se per caso qualcuno volesse raccontarmi come prepara un progetto fotografico, darmi una scossa o che ne so... Bè, sto ascoltando!
per prima cosa ci vuole un tema, che vuol dire avere un argomento che ti appassiona che ti interessa che hai voglia di vedere e poi raccontare, quindi vai lì e lo fotografi cercando di darne le diverse visioni e cercando di non essere noioso nel tuo fotoracconto.
Questo vuol dire all'interno di uno stesso linguaggio che deve essere unitario, perchè deve collegare tra loro le diverse foto (tipo bn o colore, foto statiche o foto dinamiche, foto posate o istantanee, luce ambiente o flash o luce comunque ricostruita ....ecc)
all'interno di questo unico linguaggio fai le diverse foto alternando per non annoiare magari campi lunghi a particolari, cerchi di dare un percorso alle tue immagini come se tu fossi una guida di un museo che conduce i visitatori nelle diverse sale, quindi gli fai notare la complessità e la pienezza di una certa sala e magari il piccolo particolare che c'è su un singolo quadro, ho reso con l'esempio?

prova a guardare questo: http://www.miciap.com/index.php?nissue= ... =5&picid=4

tutti questi fotografi si raccontano per progetti, per serie di foto, fanno dei reportage completi di molte foto.

vedrai che nel racconto le foto sono coerenti e aggiungono informazioni, via via una dietro l'altra compone un ritratto corale di un luogo o di un gruppo di persone.

il tuo racconto non devrà essere per forza realistico ma potrà anche essere astratto o solo formale o solo fantastico o solo emozionale o solo un tuo esercizio di stile.

Adesso guardiamo la tua foto del bambino in metropolitina, è una foto sola è un anedotto, cosa ti comunica?
e cosa volevi raccontare?
che il bimbo è stanco dopo una giornata con i genitori a fare schopping? questo potrebbe essere un tema del tipo: tutti i bambini sono stanchi dopo aver fatto lo sciopping natalizio e si addormentano sulle spalle dei papa? se vuoi raccontare che è così, fai una serie di foto di bimbi addormentanti in metrò.
oppure il tema poteva essere: chi cè in giro sulla metrò oggi.
oppure la giornata di un bimbo in metropolitana.

devi essere tu a avere chiaro cosa vuoi raccontare poi il racconto ti viene,
se invece vuoi raccontare un aneddoto o solo degli haiku, delle poesie in una sola riga, va bene la tua foto singola.

per farti un esempio molto preciso:
HCB raccontava per aneddoti, le sue foto sono sempre delle foto singole, non mi viene in mente niente di suo da guardare in sequenza.
Eugene Smith che è stato citato sopra per il lavoro su Minamata, ha sempre fatto dei racconti di diverse foto, ti ricordo:
Albert Schweiter
Il villaggio spagnolo
Il medico di campagna

e qua insomma qualche librettino di storia della fotografia bisogna avercelo, bisogna conoscere almenmo qualche vecchio maestro, bisogna guardarli per imparare, perchè nessuna indicazione è buona se non vedi tu con i tuoi occhi e capisci da te il lavoro degli altri.

Esempi di racconto ma diversi dai reportage di Smith o di Robert Frank possono essere sempre per farti un esempio i reportage di paesaggio di Gabriele Basilico: i ritratti di fabbrica, Bord de Mer, Beirut, che sono foto singole ma tutte dentro a un progetto più complesso e completo

Altro esempio che mi viene in mente è il lavoro di Massimo Vitali sulle spiagge, tutte foto fatte da una certa altezza con una fotocamera formato 20x25. I soggetti sono simili ma diversi è l'unitarietà del progetto è data dal linguaggio formale: le foto in negativo colore in grande formato, e anche dalle sequenza di lavoro, dal modo di operare di Vitali, con un alto cavalletto su una grande scala con una grande fotocamera. Quando fa queste foto lui non passa inosservato come HCB ma è partecipe della scena, per montare l'attrezzatura a bisogno di un tempo e per le persone che vengono ritratte è lui stesso la scena.

un altro esempio FONDAMENTALE è Ugo Mulas, il suo "new York arte e persone" è un fantastico racconto di grandissima qualità sulla NY degli artisti anni '60.

Nel libro cè una piccola sequenza di Larry Poons che percorre lo studio, avvicinandosi e allontanandosi dalla tela che sta dipingendo, o la sequenza della costruzione dei calchi di Segal.
Un'altro suo bellissimo racconto è la sequenza, certamente la più emblematica, di Lucio Fontana con in mano uno stanley che da lontano guarda la tela e poi si avvicina e la taglia.

Anche le verifiche di Ugo Mulas sono un grande racconto, le foto sono diverse fra loro anche formalmente, sono il suo testamento, il suo dire io sono un fotografo e durante la mia vita sono stato attraversato da questi dubbi e da queste certezze ...
Avatar utente
luca rubbi
Messaggi: 7685
Iscritto il: lun dic 11, 2006 4:39 pm
Località: Milano
Contatta:
Condivido il pensiero di Massimo, The Americans è IL PROGETTO, uno sguardo feroce su un paese selvaggio, tanto che nessuno negli USA a suo tempo volle pubblicarlo, un nuovo linguaggio fotografico, una visione rivoluzionaria, considera che ha influenzato due generazioni di fotografi.
Personalmente lo ritengo il libro fotografico più significativo del 900, almeno nel progetto, il mio preferito resta The Lines of my Hand, ma forse perchè mi ha influenzato di più, soprattutto per la foto Blind Love Faith, che ha cambiato la mia vita.

Trem, mi parli di Mulas, uno dei miei 10 fotografi preferiti, la prima volta che sfogliai New York Arte e persone, fu nel 1984 a casa di Marco Santini, che sosteneva fosse un suo amico e a Pozzolengo, dove era nato.
Un segno del destino?
Il libro è formidabile e di straordinaria bellezza, anche le verifiche mi hanno ossessionato per anni ed ancora lo fanno!

Ciao
Luca
http://lucarubbi.blogspot.com/
http://lucarubbi.carbonmade.com/
http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
Avatar utente
ulyssesitaca
Messaggi: 2707
Iscritto il: lun dic 11, 2006 11:35 am
Località: BOLOGNA
Contatta:
A ben guardare, alla fine con pochi nomi si riassume quasi tutto:

Adams Arbus Avedon Frank Bresson Sander Smith

ordine alfabetico e senza voler essere esaustivi, ma...

(Nota: lavoravano tutti per progetto...)
Raffaele
trem
Messaggi: 255
Iscritto il: dom nov 08, 2009 7:14 pm
Località: Milano
Contatta:
ulyssesitaca ha scritto:A ben guardare, alla fine con pochi nomi si riassume quasi tutto:

Adams Arbus Avedon Frank Bresson Sander Smith
ma no,
dai cinque americani, un francese e un tedesco...
io farei: Mulas Ghirri Jodice
otto
massimostefani ha scritto:Difficilmente le foto "singole" lo sono realmente. Nel reportage poi non lo sono mai.
Magari assumono, agli occhi dei più, la connotazione di "singole" le immagini che per un verso o per l'altro hanno raccolto maggiori consensi in termini di comunicazione, di impatto emotivo, di emblematicità rispetto a luoghi/persone/avvenimenti. Quindi sono state maggiomente viste/analizzate/pubblicate.
Minamata di Smith mi pare l'esempio perfetto : " Tomoko ne bagno con la madre " da sola evoca sofferenza da un lato e grande forza d'animo dall'altro, composizione perfetta e cosi via. Ma se non ci fosse il resto nulla saprei di Minamata, nè potrei capire come si è giunti a quell'immagine e perchè. Il perchè d'altro canto, è ben spiegato dallo stesso Smith.
Nemmeno le immagini di Adams, seppur più facilmente valutabili ed apprezzabili singolarmente, sono immagini squisitamente singole; fanno parte di quel grande affresco sulla magnificenza della natura incontaminata ,alla quale Adams volle rendere omaggio. Cose che ovviamente, sapete tutti.
Ma, come per le arti e la cucina, i viaggi o le letture, alla fine per noi fotoamatori, contano solo i gusti personali.
Ed in fatto di gusti sarebbe sufficente ignorare ciò che non ci piace, evitando di affibbiare aggettivi sgraditi ai più ;-) ;) :wink:

MS
bell' intervento Massimo...


otto.
Avatar utente
mauro ruscelli
Site Admin
Messaggi: 8727
Iscritto il: dom dic 10, 2006 4:05 pm
Località: Ferrara
Contatta:
carlo riggi ha scritto:. Ho però chiaro il senso, la forza e la potenza dei simboli. Anche quelli si possono criticare, certo, ma c’è un problema di contesto, che può rendere la critica un fatto liberatorio e creativo oppure, semplicemente, una sterile offesa.

Se attacchiamo i simboli - che sono la moneta di scambio del pensiero - anche le fiche del Rubbi diventano mera roba da postribolo. E non c’è elucubrazione etico-estetico-filosofica che tenga, perché a quel punto sarà tutta materia svuotata di significato.

Ciao
Carlo
Non entro maggiormente nel discorso, mi mancano le competenze, ma questo e' un discorso importante, in cui io credo molto.
In un modo o nell'altro tutta l'arte e la fotografia e' un confrontarsi con simboli e simbologie, e non vi dico la fatica per cercare/sperare che i miei figli crescano con un apparato simbolico degno delle loro radici culturali. Con tutta la liberta' poi di scegliere la loro strada, ma con una conoscenza che non li faccia sentire abbandonati.
Va beh, vaneggio e quindi chiudo.
Mauro

Instagram: @mauroruscelli
Rispondi