Domanda provocatoria.

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

mario zacchi
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Renmazuoh ha scritto:
mario zacchi ha scritto: PS: sbaglierò, ma temo che i fotografi vadano poco nei musei d' arte contemporanea.
Credo che invece farebbe loro molto bene. Così, tanto per capire che arte è innovare, non replicare. :grin:
Non sbagli :D e sai perche'? le direttive museali sono ferree e non consentono di scattare neppure senza flash.
Touché :grin:
Renmazuoh ha scritto:Per Carlo: leggere un po' di ingegneria ottica non fa male,anzi spesso distoglie da questioni filosofiche pedanti e chiacchiericci da commari.
La motivazione e il risultato. La coerenza tra questi due aspetti, pesata sullo sfondo del contesto. E' tutto qui quel che fa o non fa un opera (la tecnica appartiene in primo luogo al contesto, per quella parte che attiene lo stato dell' arte della tecnologia). Quindi non si tratta di chiacchiericcio di comari, anche se certo può non interessare per nulla: ci mancherebbe ...

Si tratta di qualcosa a partire dal quale si individua, nella fattispecie, se un autore cerca di far vibrare i suoi scatti sparsi sul tavolo, spogliati delle convinzioni personali, senza cornici, senza muri di gallerie vere o virtuali alle spalle attraverso qualcosa di sostanzioso, di nuovo, oppure se lo fa camminando lungo sentieri battuti, quando non addirittura solo attraverso il mood puro e semplice (quello della pellicola o dell' ottica fantastica, in questo caso; ma c' è anche quello della potenzialità digitale, naturalmente).

Se si monoteizza la tecnica, la tecnologia, si corre un rischio: il rischio che proprio la tecnologia di cui ci si è innamorati ci perda, ci sveli deboli ancor prima di quanto non riesca a farlo la mancanza di sostanza.

Cioè vero per quanto riguarda la pellicola, perché decine di migliaia di fotografi hanno già battuto il terreno e alcuni tra loro hanno messo i paletti importanti che chiamiamo Fotografia, tanto per la sostanza, quanto per la la tecnica, appunto; quindi farsi un giro nei loro laboratori per prendere a prestito questa tecnica senza essere capaci, almeno, di emularli, cioè di essere almeno manieristi, ci svela poveri alla velocità di uno sguardo (attento, ovviamente).

Ciò è vero poi per il digitale perché non c' è nulla di nuovo, né di più creativo in sé nella possibilità di ottenere solo più velocemente, più facilmente e più precisamente prodotti che, quasi tutti, esistevano già.

Quindi si ritorna al chicchiericcio tra comari dal quale bisogna giocoforza passare nel brutto giorno in cui si vogliano andare a scoprire le carte per verificare quanto è peso e quanto è scatola la nostra fotografia.
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simone toson
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Luca Ghedini ha scritto:Non me ne voglia Simone, ma il tasso di significanza (invero modestissimo), della diatriba digitale vs. analogico è dato dalla citazione di Berengo...
Il fatto che il digitale abbia reso molto più semplice e immediato scattare, ha fatto sì che tanti abbiano cominciato a farlo a sproposito, tanto non costa niente.
Così, anche chi non avrebbe mai pensato di avere a che fare con rullini, stampe e nozioni tecniche adeguate, si è avvicinato alla fotografia senza riflettere sull’importanza di ogni singolo scatto e quindi della Fotografia.
A questo genere di persone sicuramente ammiccava la pubblicità citata dal grande Berengo Gardin.
Immagino che Berengo si riferisse a questo tipo di concezione della fotografia, cioè scattare tanto per scattare, cosa che il digitale porta più facilmente a fare.
Penso che tra quelli che scrivono su questo forum, nessuno appartenga a questa categoria di persone e tutti quando scattano cercano di creare qualcosa che comunichi un’emozione, un’idea, un sentimento o semplicemente che descriva e rappresenti qualcosa.
Questo è quello che intendo per Fotografia, analogica o digitale che sia.
Tutti noi cerchiamo di dare un senso compiuto a quello che scattiamo e il 99 % delle volte sono foto che abbiamo composto e pensato nel mirino della nostra macchina fotografica.
Poi viene da se che il digitale ti porti a scattare di più ma sta nell’intelligenza e nella competenza del fotografo (e dalla percentuale di masochismo nell’avere a che fare con migliaia di files…) sapere quando e quanto “premere il grilletto” e come trasformare questa possibilità in opportunità.
Poi sai ci sarebbe da discutere chissà quanto, anche perché dette da un genio come Berengo Gardin le parole pesano..
A proposito, avete mai visto i dvd dell’editrice Contrasto dove alcuni fotografi tra cui Gardin e Fontana (cito due tra i miei preferiti) si raccontano? Sono bellissimi, quello di Gardin è commovente..
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Luca Ghedini
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Pare che ora Leica abbia convinto Berengo ad usare una digitale....

Va dove ti porta l'euro :-) sembra il motto del maestro...
Lu©a Ghedini
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carlo riggi
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Luca Ghedini ha scritto:Va dove ti porta l'euro :-) sembra il motto del maestro...
Malpensante! L'avranno convinto che quella è "vera fotografia"...
Ciao
Carlo
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simone toson
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Non posso citarlo come esempio di una filosofia di vita che subito mi smentisce.. :-(
Non ci credo.. E' tutto vero (anche se sta valutando..).
Certo che per Leica (Monochrome ovviamente) sarebbe un bel colpo...
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carlo riggi
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Simone, di quella collana di DVD, se ti capita, guardati Scianna e Jodice. Densi e significativi entrambi. Tra l'altro equamente divisi: uno adesso va di digitale, l'altro continua con l'analogico. Ma davanti alla profondità del loro pensiero e delle loro opere nessuno perde tempo a chiedersi che attrezzature usino.
Ciao
Carlo
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simone toson
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Jodice l'ho visto, bellissimo. Scianna, procedo domani all'acquisto.. Grazie del consiglio..
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Danio Cabrini
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Comunque questa diatriba,se così vogliamo chiamarla,con frequenza sismica
torna di tanto in tanto a galla.E questo nel suo significante sta ad indicare
quanto poco sicuri si è di fronte al nuovo strumento digitale.
Forse lo sgomento sta nell'impalpabilità dei file.O forse è l'aggressività
delle novità che sconcerta,fino al punto di riscoprire strumenti
considerati oramai obsoleti.
Ciao
Danio
Vola solo chi osa farlo
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Luca Ghedini
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L'aggressività che sgomenta è anche quella commerciale, forse: compri a caro prezzo un oggetto che di lì a poco non vale più nulla e che è - spesso - destinato a rompersi.

Piuttosto è un altro il fronte di discussione che bisognerebbe aprire: che destinazione danno ai loro scatti gli "analogici di ritorno"...
Lu©a Ghedini
msampei
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carlo riggi ha scritto:
R.dox ha scritto:Mo lo sento il mio amico Carlo... :D ...
Lo senti sì! :-)
Vedi, caro Riccardo, tu sei fotografo e puoi dire quello che vuoi. Perché le tue foto mi ghermiscono, mi emozionano, a volte mi fanno contrariare, ma, insomma, sono "fotografie", possiedono dunque quella speciale grazia evocativa... Sei un po' come Berengo, gli si perdona tutto perché per lui parlano le sue foto.
Ho visto persone cercare per una vita la tridimensionalità, la plasticità, bla bla (io stesso non sono immune dal virus) e parlarne continuamente, ma senza mai riuscire a evocare uno straccio di emozione nel fruitore con le loro immagini. Solo compiacendosi della resa e del bokeh e cercando consensi su quello, così come tanti digitalisti fanno per il pelo a 200% di ingrandimento a monitor.
Ognuno si diverte come vuole, naturalmente. Per me quella non è Fotografia, ma non vado a imporre ad altri cosa debba essere per loro. Vedo che persone con 2 anni di fotografia alle spalle hanno già capito tutto, anche per me.
Come sempre, è un problema di cultura. Se una persona, "studiata", si getta sulla digireflex costosetta con i suoi ammennicoli (vibration and orgasmic pollution) come fosse l'apritisesamo dell'arte fotografica e ottiene solo banali cartoline, logico che poi cercherà il gusto epico dell'antico. Sempre cartoline farà, ma adesso potrà dire di essere Fotografo. E soprattutto denigrare chi la sua ricerca la fa seguendo altri sentieri.
Poi, tutti i salmi finiscono in gloria, e così anche i pani e i pesci della pellicola argentica si moltiplicano in un trionfo di pixel. Ma questo è un dettaglio, direbbe il nostro amico. L'importante è scattare alla maniera di Ansel Adams, e sentirsi un po' come lui..

Stammi bene :)
Carlo
=D> =D> =D> =D> =D> =D>
Elmar Lang
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Iscritto il: ven gen 07, 2011 6:20 pm
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Salve,

non mi ritengo affatto un fotografo con delle qualità. Fotografare però mi da' piacere, occupa parte del mio (poco purtroppo) tempo libero e per un certo periodo è stato anche parte importante del mio lavoro. Quel poco di creatività che possiedo, talvolta riesco a trovarlo nei miei scatti.

Insomma, fotografare mi diverte ed è un piacere che ho ereditato come 'tara' di famiglia.

La disputa "è meglio l'analogico o il digitale?" è cosa trita e ritrita e che salta fuori anche nell'ambito di discussioni tra 'mostri sacri' della fotografia. Per me però non ha senso. Entrambi i sistemi possono essere utili ad esprimere, appunto, la creatività ed il senso estetico di un fotografo.

Per vari sensi, mi considero un tradizionalista: il mio 'sistema' preferito è la Contax a telemetro, che non darei in cambio neppure per la più bella Leica (che pure è un 'mito' della tecnologia); assieme alla Contax, mi accompagna una bella Kiev-4A; per il medio formato, la Rolleiflex serie "f"; per il grande formato, la MPP Micro-Technical MkVII 4"x5". In passato trovai bellissimo praticare le c.d. "antiche tecniche", cosa che farei ancora, se avessi lo spazio...

Però... sarei disonesto se dicessi che il digitale è il "male assoluto" in fotografia. Possiedo una reflex digitale e -recentemente- mi sono regalato una Fuji dall'aspetto un po' rétro, che pur nei limiti di una (costosa) compatta, fa' cose egregie.

Entrambi i modi di fotografare li trovo piacevoli e creativi. Odio la 'post-produzione' del digitale... quella roba chiamata "lightroom", che lascio ad altri più pazienti di me... ai quali do' le mie istruzioni su quel che voglio ottenere. Per la documentazione, il metodo digitale è utilissimo, e lo sarà ancora di più se e quando si troverà un modo per rendere maggiormente duraturi i files-immagine.

Scusate la prolissità...

A presto,

E.L.
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maucas
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simone toson ha scritto:Jodice l'ho visto, bellissimo. Scianna, procedo domani all'acquisto.. Grazie del consiglio..
Bellissima collana,li ho presi tutti. L'altro giorno sono riuscito a trovare "Deserto Rosa" ,un viaggio dentro le fotografie di L. Ghirri. Da vedere....
Maurizio Cassese.
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simone toson
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maucas ha scritto:
simone toson ha scritto:Jodice l'ho visto, bellissimo. Scianna, procedo domani all'acquisto.. Grazie del consiglio..
Bellissima collana,li ho presi tutti. L'altro giorno sono riuscito a trovare "Deserto Rosa" ,un viaggio dentro le fotografie di L. Ghirri. Da vedere....
Cercherò anche quello.. Grazie.
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Gianluca.Monacelli
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Località: ROMA
Danio Cabrini ha scritto:Forse lo sgomento sta nell'impalpabilità dei file.O forse è l'aggressività
delle novità che sconcerta,fino al punto di riscoprire strumenti
considerati oramai obsoleti. Ciao Danio
Per me alcune volte questa impalpabilità dei file mi lascia interdett rispetto alle pellicole - anche fai date, con la bobina e la pellicola a metri - che puoi toccare, vedere in controluce e studiare col lentino. Però è pur vero quanto detto da Carlo, alla fine conta l'immagine - meglio se stampata - che deve essere 'emozione e testimonianza' in ogni suo senso.
Altra cosa è il feeling tra il fotografo e il mezzo. Ad esempio personalmente quando ho avuto tra le mani la M2 con il suo elmarit 2,8 collassabile godevo nel tenerlo in mano. MI eccitava e la tensione fotografica era tale che mi fece superare in parte la timidezza portandomi a registrare le persone da vicino e nell'intimità dei gesti. Ero passato dal mondo nikon analogico al mondo leica analogico.
Poi la rd che mi permise di vedere in diretta cosa mi potevano restituirei gli antichi vetri.
Fu amore a prima vista, tutto'ora ininterrotto neanche dalla nuova giunta M8.
Ogni tanto come dice il Mosconi riprendo pellicole ed M2 e vado... ed è emozione per me.
Ma questo feeling deve essere solo uno strumento, un mezzo, un valore aggiunto che deve condurti a registrare emozioni e testimonianza.
Ad ognuno il suo.
Ciao a tutti, Gianluca
http://www.flickr.com/photos/21673430@N06/
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Gianluca.Monacelli
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Località: ROMA
e\4
Gianluca.Monacelli ha scritto:
Danio Cabrini ha scritto:Forse lo sgomento sta nell'impalpabilità dei file.O forse è l'aggressività
delle novità che sconcerta,fino al punto di riscoprire strumenti
considerati oramai obsoleti. Ciao Danio
Per me alcune volte questa impalpabilità dei file mi lascia interdett rispetto alle pellicole - anche fai date, con la bobina e la pellicola a metri - che puoi toccare, vedere in controluce e studiare col lentino. Però è pur vero quanto detto da Carlo, alla fine conta l'immagine - meglio se stampata - che deve essere 'emozione e testimonianza' in ogni suo senso.
Altra cosa è il feeling tra il fotografo e il mezzo. Ad esempio personalmente quando ho avuto tra le mani la M2 con il suo elmarit 2,8 collassabile godevo nel tenerlo in mano. MI eccitava e la tensione fotografica era tale che mi fece superare in parte la timidezza portandomi a registrare le persone da vicino e nell'intimità dei gesti. Ero passato dal mondo nikon analogico al mondo leica analogico.
Poi la rd che mi permise di vedere in diretta cosa mi potevano restituirei gli antichi vetri.
Fu amore a prima vista, tutto'ora ininterrotto neanche dalla nuova giunta M8.
Ogni tanto come dice il Mosconi riprendo pellicole ed M2 e vado... ed è emozione per me.
Ma questo feeling deve essere solo uno strumento, un mezzo, un valore aggiunto che deve condurti a registrare emozioni e testimonianza.
Ad ognuno il suo.
Ma è vero che GBG avrebbe deciso di usare leica digitale? Noooooooooooo
Qual'è la fonte?
Ciao a tutti, Gianluca
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