Gente di Istanbul (16 foto)

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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carlo riggi
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simone toson ha scritto:Posso chiederti, Carlo, come approcci la gente per fotografarla? Immagino che ci voglia anche un po' di coraggio, poi in una città straniera come Istanbul.. Certo, in tutti i manuali ti consigliano di coscere la gente, di chiedere che quasi sempre poi la gente e' contenta, bla, bla, bla.. Poi pero' tra il dire e il fare... Io mi trovo quasi sempre ad avere degli scatti rubati che vanno anche bene ma che in un reportage vero non bastano. Il limite delle mie foto di New York per esempio e' anche quello.
Qualche consiglio? :-(
A volte rubo anch'io qualche foto, ma in genere preferisco incassare una qualche forma di consenso. Spesso sotto forma di un'occhiata, un cenno del capo, una intesa al volo.
Dipende dalle situazioni e dalle persone. E' una questione di sfumature.

In questo caso, per esempio, il venditore di bandiere era esposto, quasi un personaggio pubblico. Non credo gli facesse particolare piacere essere fotografato, ma era consapevole di essere parte del paesaggio, così ho potuto seguirlo per un po' e aspettare che assumesse la posa migliore.

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A questa signora, pronta a fine giornata per il meritato pasto del Ramadan, è bastato mostrare la fotocamera con un sorriso per avere questa splendida espressione di accoglienza.

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Quest'altro ritratto, invece, ho preferito prenderlo con la macchina al fianco. Sarebbe stato troppo difficile spiegarsi. Tra l'altro, il mio centro d'interesse non era tanto la persona in sé, quanto il suo rapporto con i versetti sullo sfondo.

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Grande attenzione serve ovunque con i bambini. In quei casi è assai meglio avere un cenno di assenso dai genitori. Ho notato che in Turchia sono mediamente molto meno diffidenti che da noi.
In questa situazione i genitori osservavano divertiti il mio interesse fotografico per la loro bambina che scorrazzava nella Moschea.

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In generale, comunque, per la "street" è assai opportuno cercare di non esibire un atteggiamento rapinoso, come di chi sta per azzannare una preda. Molto meglio assumere un aspetto un po' "molle", ingenuo, sonnacchioso, osservare in modo quasi sbadato e poi attivarsi senza movimenti troppo rapidi, scattando con calma e, soprattutto, senza andare a compulsare il monitor subito dopo lo scatto. Se qualcuno si arrabbia meglio mostrarsi disponibili a cancellare la foto (poi magari non serve farlo, ma intanto gli fai capire che sei in buona fede).
Sono giusto due parole, per dirti come mi comporto io. Suppongo che ognuno affini nel tempo le proprie piccole strategie.
Ciao
Carlo
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simone toson
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Ottimi consigli. Grazie mille!
Belle anche queste ultime, in partircolar modo l'ultima..
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Stefano Tambalo
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Mi associo anche io, Carlo, ai consensi verso questa selezione. Un catalogo ben assortito da un occhio che mantiene la sua impronta "misteriosa" ed implicita, indipendentemente dal colore/BN. Tutte riportano il tuo timbro. Quelle del reprise meritano sicuramente l'inclusione nella prima selezione.

Una cosa che apprezzo nel reportage di luoghi -passatemi il termine- esotici, perche' ormai di esotico non e' rimasto molto, e' lo sguardo "paritario": il documentare la diversita' (di cultura, abitudini, luoghi, costumi) consapevoli di essere, in quel momento, reciprocamente diversi. Il vedere con lo sguardo dell'ospite, presente e silenzioso. Questo lo vedo nella serie di Carlo, ma anche nei lavori dei reportagisti piu' diciamo "specializzati" che bazzicano su queste pagine. E' un indice di grande cultura e sensibilita'.
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carlo riggi
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Grazie caro Stefano, il tuo commento mi tocca molto.
Ciao
Carlo
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Nikita
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Carissimo Carlo,
parlare delle tue foto non è semplice, perché rappresentano sempre un mix perfetto di consapevolezza e suggestioni.
Il termine suggestioni è tuo, io ci giravo intorno, senza afferrarlo, da tempo.
Un pregio assoluto è averle realizzate in compagnia della tua famiglia.
E poi il colore, nessun trucco, la semplicità del contatto con la gente.
Un racconto delle tue suggestioni quasi liquido.
Trovo che in altre foto tu ti sia espresso secondo regole compositive diverse, più austere, più "consapevoli".
Mentre in queste hanno prevalso l'istinto dello scatto, il trasporto, le suggestioni.
Tutto ciò solo per farti i miei complimenti !

nik
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carlo riggi
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Fotografare con la famiglia in effetti è limitante. Per fortuna, essendo moglie e figlie dotate di fotocamere, sono dispensato dalle foto ricordo. :)

Grazie caro Nicola!
Ciao
Carlo
otto
non mi prendono Carlo :|
1-4 e l' ultima tra quelle aggiunte ala fine (la bambina in moschea) quelle che reputo con maggior "atmosfera"...
tutte buone foto ma non lasciano il segno [-(

otto.
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carlo riggi
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La prossima volta mi impegnerò per fare meglio. :)

Grazie Otto!
Ciao
Carlo
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GIALLO
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Reportage d'alta scuola, tutte immagini funzionali al racconto, ma la 5, 10 e 15 spiccano ancora di più per originalità ed universalità del messaggio.
Buona luce
Γηράσκω δ' αεί πολλά διδασκόμενος

http://www.flickr.com/photos/giallofoto/
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carlo riggi
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Grazie Gianluca!
Ciao
Carlo
ExContax
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Ciao Carlo, le tue immagini sono sempre fonte di ispirazione e prima o poi chissà che non riusciro' a combinare qualcosa di decente! A breve andro' anche io a visitare la città di Istanbul, il tuo reportage contribuisce a rendere piu' piacevole l'attesa della partenza!

Se non sono indiscreto, "voto" anche io la 5, ha grande forza comunicativa.

A presto, continua a scattare!

Max
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carlo riggi
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Grazie Max, sei gentilissimo. Buon viaggio!
Ciao
Carlo
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carlo riggi
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Bentornato caro Umberto,
mi fa piacere che abbia apprezzato la pulizia (in molti sensi) di quei luoghi e di quella gente. Per me è stata una rivelazione.
Ci sono cose, poi, che val la pena di "fotografare" anche senza fotocamera. Ma basta accennarvi, come hai fatto tu, perché si imprimano nell'immaginario più vivide di qualunque fotogramma.
Le tue foto sono molto belle, foto "da dentro". A Istanbul non è difficile, ma ci vuole pur sempre manico, e cuore.
Ciao
Carlo
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