Supermario ha scritto:Qui vedo foto molto interessanti, mai banali.
Vorrei però concentrarmi sulla prima di Carlo.
La foto è stata esposta per il cielo, forse un' improvvisa scomparsa del sole ha causato una sottoesposizione che è stata rimediata con la schermatura del soggetto.
Se fosse stata esposta per il mare e il viso il cielo sarebbe venuto più chiaro, perdendo drammaticità, sarebbe stato necessario sovraesporre il cielo in sede di stampa.
Il risultato è una accentuazione dell'aspetto onirico, ossessivo, direi esistenziale!
Un tempo ne vidi molte, fatte magari in fotomontaggio.
L'era di Sieff e Giacomelli è tramontata, ora siamo nell'era digitale e mi chiedo quale sia il senso di una foto che pare un fotomontaggio?
Non mi piacciono le schermature visibili perchè oggi la tecnica consente di ingannare completamente i nostri sensi, a meno che non si voglia ingannare in modo così grossolano da mostrarlo palesamente, ovvero fare una foto sbagliata per mostrare l'errore!
Questo approccio mi sembra interessante con aspetti concreti della vita, non lo trovo invece interessante da un punto di vista solo formale.
Non credo comunque di essere molto lucido a riguardo e non so se riesco a spiegarmi, voglio solo dire che Sieff e Giacomelli agivano in un'epoca nella quale la sintassi poetica consentiva una foto sbagliata oggi no. Volenti o nolenti siamo nell'era digitale e dobbiamo farne i conti!
Grazie per queste sollecitazioni. Le mie mascherature sono state oggetto di discussione anche in altri ambiti dove alfine, per pura amicizia, sono state accettate o semplicemente tollerate pietosamente come un sintomo della mia decadenza intellettiva. :-)
Non credo di poter condividere tutto il tuo ragionamento e, anche se con il cervello ancora grippato, proverò a replicare.
La foto, evidentemente, non è un ritratto (in senso stretto). Settembre avanzato, in quel momento si era determinata una situazione piuttosto surreale con quei nuvoloni tendenti a tempesta e la bambina solitaria in acqua con gli occhialoni scuri. E' questa condizione il soggetto della foto, non la bambina. Esporre correttamente il viso avrebbe reso ben leggibili i lineamenti della piccola nuotatrice ma avrebbe ammazzato la foto che avevo in mente. Io fotografavo un'atmosfera, non una bambina! Quella si imponeva come una presenza incongrua, un alieno, una sirena...
La mascheratura non è fatta per rimediare, è fatta per
accendere quell'elemento incongruo.
Non è così che vediamo? Se in una massa di persone intravedi la tua amata, lei si illumina e il contesto scompare...
E dunque, penso che ci siano mascherature e mascherature. Ci sono quelle che servono a riequilibrare i toni di un soggetto o a rimediare alle sottoesposizioni e ci sono quelle che sono usate per drammatizzare un particolare della scena o, come la penso io, per restituire (o amplificare) l'impatto emozionale di una visione. La mascheratura evidente per me fa parte a pieno titolo della sintassi fotografica, e continua a farne anche nel digitale. Poi ci sta che possa piacere o non piacere, o che si possa far meglio o peggio (la mia manualità è penosa, altro che fotomontaggio...), ma non sono d'accordo che col digitale tutto debba apparire "perfetto".
Infine, se il mio cervello durante lo scatto si è messo a frugare nell'archivio fotografico, penso che si sia soffermato sulla cartellina di Tress più che su quelle di Sieff o Giacomelli. :-)
Grazie ancora, ciao
Carlo