Foto slegate tra loro: come guarire?
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- mauro ruscelli
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Il problema delle foto slegate o singole e' che spesso dicono davvero poco. Possono lasciar pensare ad una botta di culo del fotografo. Io sento le singole immagini limitanti, ultimamente, ma non e' detto che il "progetto" debba pero' uccidere l'ispirazione. Fortunatamente vedo spesso un filo tra le mie immagini, e' la mia visione, sono IO il filo conduttore che spesso mi permette di superare il limite della singola immagine.
Mauro
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- carlo riggi
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Nikita ha scritto:Mauro,
nel tuo caso, più che di filo, io parlerei di cavo.
Per riportare il tutto alle giuste dimensioni, ovvio !


Ciao
Carlo
- mauro ruscelli
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Mauro
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- carlo riggi
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Non vaneggi affatto, Mauro. Credo che il più grosso guaio di questo paese, da trent'anni a questa parte, sia l'attacco sistematico al pensiero, di cui il simbolismo, come dicevo, è moneta di scambio.mauro ruscelli ha scritto: cercare/sperare che i miei figli crescano con un apparato simbolico degno delle loro radici culturali. Con tutta la liberta' poi di scegliere la loro strada, ma con una conoscenza che non li faccia sentire abbandonati.
Va beh, vaneggio e quindi chiudo.
Ma mi rendo conto che siamo ben oltre i limiti del thread, quindi mi fermo anch'io.
Ciao
Carlo
grazie Trem, anche per gli spunti interessanti di visione. Alcune cose non le avevo sentite nemmeno nominare, mea culpa! mi piacerebbe continuare questo discorso, e se domani o dopodomani sono un po' più vispo scrivo qualcosa anche io.trem ha scritto:
per prima cosa ci vuole un tema, che vuol dire avere un argomento che ti appassiona che ti interessa che hai voglia di vedere e poi raccontare...
eh sì ma ci stiamo dimenticando un personaggino mica da niente come Duane Michals
e il suo modo straordinario di inventare storie
http://www.imageandnarrative.be/inarchi ... erts03.htm
e anche questa del nonno che va in paradiso tanto per stare in attualità
http://zexual.tistory.com/13
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Ne discutevo con un mio caro amico qualche tempo fa.carlo riggi ha scritto:Non vaneggi affatto, Mauro. Credo che il più grosso guaio di questo paese, da trent'anni a questa parte, sia l'attacco sistematico al pensiero, di cui il simbolismo, come dicevo, è moneta di scambio.mauro ruscelli ha scritto: cercare/sperare che i miei figli crescano con un apparato simbolico degno delle loro radici culturali. Con tutta la liberta' poi di scegliere la loro strada, ma con una conoscenza che non li faccia sentire abbandonati.
Va beh, vaneggio e quindi chiudo.
Ma mi rendo conto che siamo ben oltre i limiti del thread, quindi mi fermo anch'io.
Ciao
Carlo
Abbiamo concluso che è una questione di anticorpi ... speriamo solo di riuscire a trasmetterglieli ...
nik
- luca rubbi
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Duane Michals è un genio, punto.trem ha scritto:eh sì ma ci stiamo dimenticando un personaggino mica da niente come Duane Michals
e il suo modo straordinario di inventare storie
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Luca
http://lucarubbi.blogspot.com/
http://lucarubbi.carbonmade.com/
http://lucarubbimuserotike.carbonmade.com/
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comunque riguardo alla foto singola, esiste proprio un genere fotografico la cui narrazione visiva si concentra in una sola immagine : "tableau vivant"
sono foto "costruite" o "messe in scena" e gli elementi raffigurati come anche l' angolazione della macchina fotografica sono studiati in anticipo con lo scopo di comunicare un concetto prestabilito.
ci sono spesso attori, assistenti e tecnici ed il fotografo dirige un orchestra come un regista cinematografico che ingegnosamente costruisce fantasie collettive con la realtà.
uno dei principali esponenti di questo genere è Jeff Wall
http://www.informatissimafotografia.it/art075.asp

otto.
sono foto "costruite" o "messe in scena" e gli elementi raffigurati come anche l' angolazione della macchina fotografica sono studiati in anticipo con lo scopo di comunicare un concetto prestabilito.
ci sono spesso attori, assistenti e tecnici ed il fotografo dirige un orchestra come un regista cinematografico che ingegnosamente costruisce fantasie collettive con la realtà.
uno dei principali esponenti di questo genere è Jeff Wall
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otto.
- Giuseppe Mosconi
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otto ha scritto:comunque riguardo alla foto singola, esiste proprio un genere fotografico la cui narrazione visiva si concentra in una sola immagine : "tableau vivant"
sono foto "costruite" o "messe in scena" e gli elementi raffigurati come anche l' angolazione della macchina fotografica sono studiati in anticipo con lo scopo di comunicare un concetto prestabilito.
...
Con tutto il rispetto: questo è proprio il genere di NON fotografia che mi piace di meno!!!


"Vorrei vedere in esse l'urgenza dello scatto, la necessità fisiologica dell'esserci, la frenesia nel respirare l'attimo, la furia di voler partecipare all'anelito di vita del pianeta."
http://www.flickr.com/photos/gimo/
http://www.flickr.com/photos/gimo/
A me piace eccome, invece, grazie per avermelo fatto conoscere (ma quanto sono ignorante?).
Io cerco l'immagine inserita nel contesto perchè è quello che vorrei provare a fare non dico di mestiere, ma quasi. Finora non ci sono riuscito nella maniera che volevo, ora mi ci sto mettendo seriamente e l'obiettivo, più che di fare foto belle, è di dire delle cose. E siccome non penso di essere in grado di farlo con una foto sola penso alla serie di foto. Purtroppo io viro verso il giornalismo, verso il racconto, non sono nemmeno in grado di esprimere concetti che non siano la semplice espressione della frase: "Ecco, questo è quello che mi succede, questo è quel che capita e come io lo vedo". E' già difficile così, per me.
Forse non riesco ad appassionarmi a qualcosa? Può darsi, anche se ci sono delle cose che mi piacciono tanto. Più probabile che non riesca a entrare dentro nelle cose, sia dal punto di vista pratico (entrare in contatto con delle realtà diverse dalla mia, viverci e sentirmi libero di far foto alle persone che in quelle realtà ci stanno non mi risulta ancora confortevole) che mentale (da questo punto di vista mi piacciono molto i discorsi che stanno dietro alle foto di molti di voi qui nel forum: vi prego, ancora!).
Ci sto lavorando davvero a tentoni, è quasi un imparare a camminare.
E poi ci sono tutte le cose tecniche, tutta la preparazione dell'argomento, il ragionare su come mostrare una storia. E' tosta!
(oh, grazie mille a Massimo che mi ha inviato una bellissima mail! me la sto leggendo e rileggendo, mi dà un sacco di energia pensare che hai speso parecchio tempo per raccontarmi tante cose interessanti. GRAZIE!)
Io cerco l'immagine inserita nel contesto perchè è quello che vorrei provare a fare non dico di mestiere, ma quasi. Finora non ci sono riuscito nella maniera che volevo, ora mi ci sto mettendo seriamente e l'obiettivo, più che di fare foto belle, è di dire delle cose. E siccome non penso di essere in grado di farlo con una foto sola penso alla serie di foto. Purtroppo io viro verso il giornalismo, verso il racconto, non sono nemmeno in grado di esprimere concetti che non siano la semplice espressione della frase: "Ecco, questo è quello che mi succede, questo è quel che capita e come io lo vedo". E' già difficile così, per me.
Forse non riesco ad appassionarmi a qualcosa? Può darsi, anche se ci sono delle cose che mi piacciono tanto. Più probabile che non riesca a entrare dentro nelle cose, sia dal punto di vista pratico (entrare in contatto con delle realtà diverse dalla mia, viverci e sentirmi libero di far foto alle persone che in quelle realtà ci stanno non mi risulta ancora confortevole) che mentale (da questo punto di vista mi piacciono molto i discorsi che stanno dietro alle foto di molti di voi qui nel forum: vi prego, ancora!).
Ci sto lavorando davvero a tentoni, è quasi un imparare a camminare.
E poi ci sono tutte le cose tecniche, tutta la preparazione dell'argomento, il ragionare su come mostrare una storia. E' tosta!

(oh, grazie mille a Massimo che mi ha inviato una bellissima mail! me la sto leggendo e rileggendo, mi dà un sacco di energia pensare che hai speso parecchio tempo per raccontarmi tante cose interessanti. GRAZIE!)