
Carlo rispondo alla tua di almeno 4 pagine fa...
"Ti ringrazio per la spiegazione Renato.
Rispetto il tuo tono "ultimativo" e non replico, anche perché credo che le posizioni siano chiare e nessuno dei due ha necessità di convincere l'altro.
Si può essere amici pensandola in modi diametralmente opposti, anche se mi dispiace un po' pensare che tutte le foto che mostrerò da ora in avanti non avranno valore per te.
La mia stima nei tuoi confronti non cambierà per questo.
volevo rispondere a quest'altra:
"Questa presunta distinzione tra fotografia e immagine - ma chi l'ha introdotta, quel brav'uomo di GBG? Aveva bevuto? - comincia a farsi seccante. Soprattutto per l'accezione negativa che da più parti si dà alla seconda come fosse una specie di "fotografia di serie B".
Non richiamerò l'etimo di foto-grafia perché ha scocciato pure quella. Ma penso che bisognerebbe fare una differenza tra fotografia come reportage - nel qual caso l'eliminazione di un dettaglio significativo mi pone un problema etico -, fotografia "artistica" - dove qualche manipolazione, nel range della sintassi fotografica, mi pare accettabile -, e fotografia come rappresentazione di stati emotivi - dove tutto è consentito, in digitale come in analogico, e basterebbe pensare a un mostro sacro come Jodice per averne un esempio di altissimo livello. "
GBG, secondo me a ragione, difende il concetto di specifico fotografico dove la differenza viene fatta proprio dal colpo d'occhio del fotografo, il tipo di foografia che lui predilige, dove il fotografo appunto è testimone di un momento irripetibile che verrà "colto" e mai più modificato. Lo può fare con poesia, crudezza, ecc.
Si può considerare una cosa artistica? Forse si o forse no, ma l'autore ha mantenuto un linguaggio specifico della fotografia. Lui (GBG) è un fotografo e ci tiene che le sue immagini siano considerate fotografie.
All'artista (quello a tutto tondo che tanto gli fa usare la fotocamera piuttosto un pennello o uno scalpello) pensate che gli freghi qualcosa se la sua opera è considerata una fotografia o "altro"? Assolutamente no, lui esterna le sue emozioni in un'opera e a questo punto non gli frega di usare un processo digitale o analogico, userà quello a lui più congeniale e che gli permetterà di arrivare meglio al punto d'arrivo ed io non guarderò la sua opera come una fotografia, ma come "altro".
Per questo motivo non è una questione di fotografia di serie A o B, ma solo di voler essere consapevoli, come autori,del tipo di linguaggio che si vuole usare.
Altra cosa a proposito di stampa chimica e digitale: ormai il gap è totalmente annullato. Ho visto con i miei occhi delle stampe inkjet stampate su cartoncino baritato (decine e decine di stampe di un'unica immagine fatte per provare i vari tipi di carta), tutte perfettamente uguali ed indistinguibili da una baritata chimica. Pensate che sono riusciti perfino a simulare (a proposito di etica) quel "sano"odore di acidi che rimane sul cartoncino anche dopo il lavaggio e l'asciugatura. Questo per dire che la differenza sta a monte.
Ciao