
Quando ho cominciato questo mestiere, credevo di poter cambiare il mondo con le mie fotografie, ma ho capito presto che mi sbagliavo. Non e' fare questo mestiere che disillude, sono le persone che in poco tempo ti tolgono ogni illusione. Ma bisogna comunque crederci. Nonostante tutto, sono sempre rimasto ottimista.
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Agli albori della fotografia ci si faceva fotografare con gli abiti della domenica; quando la fotografia e' diventata "mobile", e quindi piu' aggressiva, ha cominciato a catturare i soggetti da un altro punto di vista, non sempre favorevole. In quel momento, si e' verificata una specie di perversione. Si instaura una propagande della violenza: "hai fatto delle belle foto di cadaveri?"
Il clima oggi va dal moralismo al voyerismo. Tuttavia la verita' la si cerca. Ma la verita' dell'uomo si interpreta, non si pou' fotografare facilemente.
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Ho visto delle cose atroci e in quei momenti mi sono detto: " attenzione vecchio mio, oltre a vedere le cose bisogna anche guardarci dentro, con queste immagini si puo' anche gettare polvere negli occhi".
Si combatte quando si fotografa, in situazioni dure, e si lotta di nuovo al ritorno, per difendere la propria liberta' d'espressione ed il proprio punto di vista.
Sito Magnum


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