Le belle foto di mauro mi hanno fatto voglia di rispolverare queste. Si tratta di foto di ormai 5 anni fa quando ero agli albori fotografici.
Il posto ora non esiste più, è stato demolito, un ex-luogo in piena regola.
Ex-luoghi a Padova
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belle belle.
ma che cosa era prima di diventare ex?
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Mauro
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Non lo so
all'epoca era un dormitorio di extracomunitari, ma ce ne siamo accorti una volta entrati e abbiamo girato alla larga....

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- massimostefani
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Alla faccia degli albori!!! Veramente interessanti ed ottimamente dosate,sia nei tagli che nell'enfatizzazione delle luci.
Complimenti.
massimo.
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tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
I luoghi non più abitati ma che conservano tracce dell'uomo mi interessano molto, si era capito ormai, e queste fotografie mi piacciono molto. In particolare la 0002, che mi incuriosce non poco. Sono fontanelle? A cosa servivano?
Contrariamente a quello che ho letto in altri posti per fare buone fotografie di luoghi disabitati ed abbandonati non basta una buona luce e un'inquadratura equilibrata: ci vuole una storia.
---
E' da molto tempo che desidero fotografare le ex-cartiere veronesi. Quando comprai la mia prima macchina a pellicola decisi di dedicarmi a questo piccolo progetto. Non l'ho mai realizzato perché sono zone a rischio, da tempo erano divenute rifugio di persone (ma visto la grandezza si potrebbe parlare di piccola città nella città) prive di casa e due anni fa il comune ha deciso di sgomberare l'area. La tensione è sempre stata elevata e la situazione è divenuta tesa come una corda.
Non mi sono mai fidata ad entrarci ed è rimasto un desiderio fotografico inespresso. Ci sono letti, poster su pareti scrostate, segni dell'uomo che ha fatto suo quel luogo abbandonato...
Spero un giorno di poterci entrare.
Contrariamente a quello che ho letto in altri posti per fare buone fotografie di luoghi disabitati ed abbandonati non basta una buona luce e un'inquadratura equilibrata: ci vuole una storia.
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E' da molto tempo che desidero fotografare le ex-cartiere veronesi. Quando comprai la mia prima macchina a pellicola decisi di dedicarmi a questo piccolo progetto. Non l'ho mai realizzato perché sono zone a rischio, da tempo erano divenute rifugio di persone (ma visto la grandezza si potrebbe parlare di piccola città nella città) prive di casa e due anni fa il comune ha deciso di sgomberare l'area. La tensione è sempre stata elevata e la situazione è divenuta tesa come una corda.
Non mi sono mai fidata ad entrarci ed è rimasto un desiderio fotografico inespresso. Ci sono letti, poster su pareti scrostate, segni dell'uomo che ha fatto suo quel luogo abbandonato...
Spero un giorno di poterci entrare.
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Contrariamente a quello che ho letto in altri posti per fare buone fotografie di luoghi disabitati ed abbandonati non basta una buona luce e un'inquadratura equilibrata: ci vuole una storia.
E' da molto tempo che desidero fotografare le ex-cartiere veronesi. Ci sono letti, poster su pareti scrostate, segni dell'uomo che ha fatto suo quel luogo abbandonato...
Spero un giorno di poterci entrare.[/quote]
Buongiorno DeDE,
Personalmente ritengo che una fotografia possa considerarsi "buona" indipendentemente dalla storia che cerca di raccontare.Anche nel caso si tratti dei ben noti luoghi dell'abbandono,che forse non sono mai stati cosi popolati,come dal giorno in cui eserciti di fotografi hanno cominciato ad entrare ed uscire (più o meno garbatamente ) da essi.Capisco perfettamente e condivido il tuo sentire rispetto al tema in oggetto :non basta un bel taglio ed un bel controluce per cavarsi d'impaccio..ecc..ecc..
Ma come si articola una storia,adottando come teatro,una location come quella che ci hanno mostrato Mauro e Stefano??
A mio parere le strade sono due : o si costruisce un racconto che sfrutti le suggestioni e le atmosfere "ambientali" contestualizzando in esse un percorso narrativo che parli di...che sò..del nostro star male in questo mondo,oppure del tempo trascorso tra quelle mura dall'infanzia all'età adulta(vedi the doll)dove i sogni,le gioie ed i dolori vissuti hanno permeato l'ambiente,e da esso si riverberano nella luce che noi andiamo imprigionando all'interno delle ns,più o meno tecnologiche "scatole magiche"...ma in questo caso occorre che il luogo sia stato veramente vissuto,in tutto od in parte nel tempo.Oppure,nel caso di un contesto tipo quello al quale tu fai cenno,per poter ordire una narrazione,prima si arriva meglio è,altrimenti si corre inevitabilmente il rischio di subire la cancellazione quasi totale dei "segni" che,dopo una attenta valutazione potrebbero consentirci di articolare efficacemente una "storia".Capisco la difficoltà nel tuo caso,che è comune a tutti coloro che,volendo indagare in quei luoghi,oggi,si trovano di fronte alle esigenze,ben diverse,degli occasionali inquilini.Una strada percorribile potrebbe essere il presentare un progetto alla proprietà dell'immobile,puntando alla valorizzazione di quest'ultimo come testimonianza di una realtà che ha avuto un valore,non solo dal punto di vista produttivo,ma anche sotto l'aspetto architettonico.
Ho scritto un romanzo e me ne scuso...ma il tema mi coinvolge.
ciao
massimo.
ps:le "fontanelle" potrebbero essere lavandini per detergere le mani,il viso o anche le posate..sullo sfondo in alto c'è un cilindro che potrebbe esser stato un boiler...ceramica alle pareti,tipica delle zone bagno o doccia e,mi pare appendiabiti alle pareti.
E' da molto tempo che desidero fotografare le ex-cartiere veronesi. Ci sono letti, poster su pareti scrostate, segni dell'uomo che ha fatto suo quel luogo abbandonato...
Spero un giorno di poterci entrare.[/quote]
Buongiorno DeDE,
Personalmente ritengo che una fotografia possa considerarsi "buona" indipendentemente dalla storia che cerca di raccontare.Anche nel caso si tratti dei ben noti luoghi dell'abbandono,che forse non sono mai stati cosi popolati,come dal giorno in cui eserciti di fotografi hanno cominciato ad entrare ed uscire (più o meno garbatamente ) da essi.Capisco perfettamente e condivido il tuo sentire rispetto al tema in oggetto :non basta un bel taglio ed un bel controluce per cavarsi d'impaccio..ecc..ecc..
Ma come si articola una storia,adottando come teatro,una location come quella che ci hanno mostrato Mauro e Stefano??
A mio parere le strade sono due : o si costruisce un racconto che sfrutti le suggestioni e le atmosfere "ambientali" contestualizzando in esse un percorso narrativo che parli di...che sò..del nostro star male in questo mondo,oppure del tempo trascorso tra quelle mura dall'infanzia all'età adulta(vedi the doll)dove i sogni,le gioie ed i dolori vissuti hanno permeato l'ambiente,e da esso si riverberano nella luce che noi andiamo imprigionando all'interno delle ns,più o meno tecnologiche "scatole magiche"...ma in questo caso occorre che il luogo sia stato veramente vissuto,in tutto od in parte nel tempo.Oppure,nel caso di un contesto tipo quello al quale tu fai cenno,per poter ordire una narrazione,prima si arriva meglio è,altrimenti si corre inevitabilmente il rischio di subire la cancellazione quasi totale dei "segni" che,dopo una attenta valutazione potrebbero consentirci di articolare efficacemente una "storia".Capisco la difficoltà nel tuo caso,che è comune a tutti coloro che,volendo indagare in quei luoghi,oggi,si trovano di fronte alle esigenze,ben diverse,degli occasionali inquilini.Una strada percorribile potrebbe essere il presentare un progetto alla proprietà dell'immobile,puntando alla valorizzazione di quest'ultimo come testimonianza di una realtà che ha avuto un valore,non solo dal punto di vista produttivo,ma anche sotto l'aspetto architettonico.
Ho scritto un romanzo e me ne scuso...ma il tema mi coinvolge.
ciao
massimo.
ps:le "fontanelle" potrebbero essere lavandini per detergere le mani,il viso o anche le posate..sullo sfondo in alto c'è un cilindro che potrebbe esser stato un boiler...ceramica alle pareti,tipica delle zone bagno o doccia e,mi pare appendiabiti alle pareti.
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
le 3 e la 4 su tutte.
ciao
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Ciao
Alfonso
www.alfonsoarana.it
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- luca rubbi
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Stefano sinceramente mi sembrano un po' anonime, ad eccezione della 0002 che è veramente ottima, nelle altre l'energia del luogo abbandonato non arriva, si vede l'immagine ma le manca l'anima.
Eri ancora un ragazzo, Pellegrin dormiva ancora sonni tranquilli...
Ciao
Luca
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- ulyssesitaca
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Avvertite la stampa ! Per una volta sono in disaccordo con Luca !
Io le trovo affascinanti: la prima (una storia in se'), la seconda che ancora risuona di passi frettolosi e la quarta, in cui echeggiano le voci in liberta' tipiche di certi luoghi.
Nell'ultima c'e' molto "mestiere" ma nessuno dice che sia una cosa negativa. Se devo trovarne una meno pregnante e', forse la terza.
I tuoi toni, devo dire, mi piacciono sempre molto (vedi USA): conosco film e sviluppo, ma la stampa ?
Io le trovo affascinanti: la prima (una storia in se'), la seconda che ancora risuona di passi frettolosi e la quarta, in cui echeggiano le voci in liberta' tipiche di certi luoghi.
Nell'ultima c'e' molto "mestiere" ma nessuno dice che sia una cosa negativa. Se devo trovarne una meno pregnante e', forse la terza.
I tuoi toni, devo dire, mi piacciono sempre molto (vedi USA): conosco film e sviluppo, ma la stampa ?
Raffaele
- luca rubbi
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Avvertite la stampa ! Per una volta sono in disaccordo con Luca !
E adesso cosa devo fare???
Ciao
Luca



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Non cambiare mai, Luca.
Raffaele
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Cambiamo sempre, l'importante è non peggiorare.Raffaele Bartoli ha scritto:Non cambiare mai, Luca.
Ti ringrazio sinceramente.
Ciao
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- NatRiscica
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Stefano è un abile regista di luci e storie accennate.
Mi piacciono tutte, anche se nella serie, almeno un paio fanno storia a se, voglio dire che sono delle grandi immagini anche fuori dal contesto del racconto.
Ho sempre trovato questo genere difficile, della difficoltà e dello smarrimento tutto mio di quando non ho di fronte al mia macchina persone e sguardi.
Nat
Mi piacciono tutte, anche se nella serie, almeno un paio fanno storia a se, voglio dire che sono delle grandi immagini anche fuori dal contesto del racconto.
Ho sempre trovato questo genere difficile, della difficoltà e dello smarrimento tutto mio di quando non ho di fronte al mia macchina persone e sguardi.
Nat
Ho avvertito l'ONU, manderanno i caschi blu come forze di interposizioneRaffaele Bartoli ha scritto:Avvertite la stampa ! Per una volta sono in disaccordo con Luca !

Mi attacco qui, ma rispondo a tutti. Grazie per i complimenti prima di tutto.Raffaele Bartoli ha scritto:Io le trovo affascinanti: la prima (una storia in se'), la seconda che ancora risuona di passi frettolosi e la quarta, in cui echeggiano le voci in liberta' tipiche di certi luoghi.
Nell'ultima c'e' molto "mestiere" ma nessuno dice che sia una cosa negativa. Se devo trovarne una meno pregnante e', forse la terza.

A differenza di altre serie che ho presentato negli 2 ultimi anni, qui non c'è un intento narrativo, almeno da parte mia in modo consapevole. C'è una rappresentazione, un'interpretazione del luogo attraverso singole foto e non una regia o un racconto. Sono legato a queste foto non solo perchè alcune mi piaciono, ma forse perchè è stata la prima volta che cercavo di fare qualcosa di organico.
Ehm, si la stampa, cioè quella su carta, come dire.... stampo da 5 anni in digitale con sperimentazione di tecniche, inchiostri speciali, software e carte varie, ora non lapidarmi....Raffaele Bartoli ha scritto:I tuoi toni, devo dire, mi piacciono sempre molto (vedi USA): conosco film e sviluppo, ma la stampa ?

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