Cupe vampe

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

carlo riggi
Lasciate perdere i titoli, non è cosa mia. :-)
Nella fattispecie si tratta una citazione dei CSI, presa come impropria suggestione per una domanda: entrando nel forum, e guardandolo quindi con occhi novelli, ho notato che c'è una decisa predilezione per i toni forti, i neri cupi, gli alti contrasti, la grana grossa... Si tratta della "weltanschaung" del gruppo? E' la nuova direzione della fotografia moderna? Quanto c'entra il desiderio di uniformarsi allo spirito del gruppo, o dei suoi componenti più rappresentativi?
Nel proporre le due o tre foto che ho postato, ho anch'io sentito una spinta ad accentuare qualche contrasto, le mie foto mi apparivano un po' moscie... Poi ho desisitito, naturalmente, ma la spinta ad uniformarsi c'è, eccome se c'è. In questo come in tutti i gruppi. C'è un "modello Photobit"?..
E' solo uno spunto di discussione, se vi va.

Ciao
Carlo
Ultima modifica di carlo riggi il sab nov 24, 2007 7:19 am, modificato 1 volta in totale.
_De
Nei gruppi ci possono essere varie dinamiche. Quella che tu hai evidenziato è una componente presente in molte comunità virtuali, specialmente dove sono presenti fotografi con una visione fotografica ancora poco sviluppata. Un'altra è il riunirsi con persone che hanno interessi comuni. Non si è influenzati dagli altri componenti ma li si sceglie perché ritenuti simili (almeno come spirito).
Visti da fuori i due modelli sono uguali e la caratteristica è la presenza di fotografie simili. Io qui vedo tanto bianco e nero e una certa predilizione per la figura umana. Penso più per scelta che per "contagio". =)
Alla fine però ci si sceglie per affinità. Finisce dunque che l'appassionato di macro si trovi ad avere pochi argomenti in comune con lo stradaiolo. Allo stesso modo un commentatore che ha dedicato tutto il suo tempo libero alla fotografia di architettura potrebbe rendersi conto di non avere gli strumenti per criticare in maniera costruttiva una fotografia di sport.
Ecco che allora per scelta naturale si tende ad emigrare verso lidi affini.
Io ad esempio guardo con piacere generi fotografici differenti dal mio ma non sarei in grado di fare un commento motivato davanti a generi di cui ho scarse conoscenze.
Mi pare abbastanza naturale che sia così anche perché io non ho mai creduto ai tuttologi.

Io di forum ne ho girati non pochi, a volte solo come lettrice silente altre come attiva partecipante. Alla fine tendo ad allontanarmi da realtà troppo chiuse e consolidate, vado, torno, rivado, ritorno. A volte sento il bisogno di proseguire per la mia strada senza incrociare alcuna persona, altre volte sento la voglia di fermarmi a parlare di ciò che sto facendo.
Immagino però che ci sia anche qualcuno che non è abituato a vedere luoghi diversi da quello che frequenta abitualmente e che possa dunque sentire una certa influenza da parte degli elementi più "caratteristici" del gruppo. E se qualcuno sente questo mi piacerebbe conoscerne l'opinione.

La mera copiatura invece è altro discorso. Triste e arida a mio avviso. Ognuno di noi ha competenze, vite e visioni differenti. Queste peculiarità non andrebbero perse.
Io la spersonalizzazione e l'appiattimento li temo sempre.
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mauro ruscelli
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Le comunita' virtuali nascono in genere attorno ad interessi comuni. Questa nasce non semplicemente come comunita' di appassionati di fotografia, ma e' un po' piu' definita. Molte persone qui (quasi tutte) utilizzano Leica, (i primi contatti li abbiamo stabiliti ai tempi del forum leica ufficiale), amano prevalentemente il bianco e nero, buona parte stampano in CO.
Questo evidentemente la rende una comunita' chiusa, in cui non e' facile sempre facile proporre foto diverse, ma viceversa non sarebbe nemmeno facile proporre foto di questo genere in molte altre community piu' generiche o generaliste o anche specifiche di altri argomenti.
Il contrasto, e' un argomento difficile, vedendo un po' in giro, come alcuni deli ultimi numeri della rivista private o le foto di zizola e pellegrin (guarda caso ho come riferimento il reportage in b/n) vedo un uso molto elevato dello stesso. Capace di catturare l'occhio, piu' sulla scena e sulla costruzione della stessa che sui micro dettagli di una possibile stampa fine art. Io li ho nel tempo aumentati, una volta ero contento del b/n nativo della mia canon 20d, foto che ora mal digerisco, come digerisco poco i file come escono dalla M8 che a volte si vedono. Arrivo a trovare innaturale una foto senza grana, ed infatti anche a pellicola uso delle 400iso piuttosto che delle 25.
Forse e' una moda, influenzata da libri e riviste, ma e' il mio caso e non poso parlare per altri. (Luca Rubbi da quando lo conosco usa le tmax tirate a 1600 anche di giorno, e gia' da questa scelta consegue una resa molto definita)
Aggiungo anche che quando stampo schiarisco un po' le mie foto ma non so' se e' perche' la stampante stampa piu' scuro o il mio monitor le mostra piu' chiare.
Per quanto riguarda i forum sono uno stanziale. Voglio trovarmi in un ambiente confortevole dove conosco le persone, dove so con chi posso permettermi di scherzre ecc. Il forum non lo uso (per imparare o altro) ma per condividere. Anche perche' a mio avviso la crescita maggiore si fa obbligandosi a scattare almeno 1 o 2 rulli a settimana.
Mauro

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han gia detto <molto bene dedè e mauro....condivido l'idea che ci si sceglie per affinità....di sentire e di visione!!
e sottoscrivo mauro quando dice che gli piace un'ambiente confortevole!!!
..tutto muore,è la regola,..ma tutto ciò che muore un giorno tornerà...."
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mauro ruscelli
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Aggiungo una nota, ad una lettura di portfolii avevo sentito un commentatore guardando le foto, una volta molto contrastate, una volta a infrarossi, una volta in cross processing dei vari ragazzi che presentavano i lavori dire che a volte l'uso di "artifici" c'e' quando si giovani (fotograficamente) e si vogliono usare dei rafforzativi, magari perche' ancora non ci si fida di se stessi e della forza insita nell'immagine, col tempo e l'esperienza si tende invece a realizzazione molto piu' equilibrate. Capaci di superare mode e tempo.
Mauro

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carlo riggi
charlie26 ha scritto:han gia detto molto bene dedè e mauro....condivido l'idea che ci si sceglie per affinità....di sentire e di visione!!
Grazie per le vostre considerazioni, le ho trovate convincenti e condivisibili.
Anche a me piace sostare in luoghi amichevoli e ho ben capito come questo non sia un luogo in cui si impari a fotografare (anche se poi si impara sempre). Ancor di più mi stupisce questa uniformità: da gente "scafata" mi aspetto caratteri e stili già definiti.
Un po' sarà, come dite, che ci si sceglie per affinità (verissimo). Un po' sarà che la fotografia sta andando di per sé in quella direzione. Un po' sarà pure che lo spirito del gruppo si impone in qualche modo. Se così fosse lo considererei un pregio di questo gruppo, non un difetto. Qui vedo foto (e pensiero fotografico) di qualità mediamente molto alta. Se in parte dipende dal "traino" del gruppo, significa che questa è una comunità vitale, capace di crescere insieme. Mi compiaccio di questo, e sono ancor più contento di esserci. Anche se questo significa rimboccarsi le maniche e accettare di mettere in discussione quel che si è fatto finora. Anzi, proprio per questo! :-)

Ciao
Carlo
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luca rubbi
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carlo riggi ha scritto:
charlie26 ha scritto:han gia detto molto bene dedè e mauro....condivido l'idea che ci si sceglie per affinità....di sentire e di visione!!
Grazie per le vostre considerazioni, le ho trovate convincenti e condivisibili.
Anche a me piace sostare in luoghi amichevoli e ho ben capito come questo non sia un luogo in cui si impari a fotografare (anche se poi si impara sempre). Ancor di più mi stupisce questa uniformità: da gente "scafata" mi aspetto caratteri e stili già definiti.
Un po' sarà, come dite, che ci si sceglie per affinità (verissimo). Un po' sarà che la fotografia sta andando di per sé in quella direzione. Un po' sarà pure che lo spirito del gruppo si impone in qualche modo. Se così fosse lo considererei un pregio di questo gruppo, non un difetto. Qui vedo foto (e pensiero fotografico) di qualità mediamente molto alta. Se in parte dipende dal "traino" del gruppo, significa che questa è una comunità vitale, capace di crescere insieme. Mi compiaccio di questo, e sono ancor più contento di esserci. Anche se questo significa rimboccarsi le maniche e accettare di mettere in discussione quel che si è fatto finora. Anzi, proprio per questo! :-)
Ciao
Carlo
Mettersi in dicussione, ecco la cosa pù importante.

:)

Grazie a te per questa thread.

Ciao
Luca
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Tirtha
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OT [ grazie per avermi ricordato quel brano che, insieme a tutto quell'album, ha caratterizzato un periodo particolare e intenso della mia vita :smt049 ] fine OT

beh io sono stata invitata qui da Logu, perchè tanto l'ho stressato altrove con la mia fissa per il bianco/nero e per la pellicola (anche se in questa fase di passaggio sono giocoforza operativa solo col digitale) e per la grana e per le tmax 3200 tirate a 6400 (anche di giorno all'aperto) e la CAMERA OSCURA... che sogno la camera oscura.... e che ricordi, per me era il laboratorio d'alchimista ideale, era un luogo dove oltre a sviluppare e stampare sovente mangiavo, facevo l'amore, mi ritiravo per meditare...

ergo non credo di essere capitata qui per caso...

l'unica cosa che mi distingue probabilmente è il non avere nessun feticismo per le macchine... ho avuto un insegnante di fotografia (moooolto bravo) che diceva che se dietro non c'è un Occhio non c'è macchina che tenga e ci portava a spasso per la città con i telaietti delle dia a guardare il mondo attraverso un rettangolo vuoto fingendo di scattare, poi quando vedevamo qualcosa, a nostro avviso, degno di nota, lo chiamavamo per mostrare attraverso il telaietto cosa avevamo visto e se ne discuteva, questo mi ha portato a cercare l'immagine prima del mezzo, e quando scatto nella mia testa sto ancora guardando il mondo da quel magnifico e semplicissimo telaietto...
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mauro ruscelli
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Tirtha ha scritto:OT [ grazie per avermi ricordato quel brano che, insieme a tutto quell'album, ha caratterizzato un periodo particolare e intenso della mia vita :smt049 ] fine OT
Ti capisco :D
.
Tirtha ha scritto: ci portava a spasso per la città con i telaietti delle dia a guardare il mondo attraverso un rettangolo vuoto fingendo di scattare, poi quando vedevamo qualcosa, a nostro avviso, degno di nota, lo chiamavamo per mostrare attraverso il telaietto cosa avevamo visto e se ne discuteva, questo mi ha portato a cercare l'immagine prima del mezzo, e quando scatto nella mia testa sto ancora guardando il mondo da quel magnifico e semplicissimo telaietto...
Guarda che e' come se tu stessi parlando di una LEICA M !
Mauro

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fabrizio canella
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mauro ruscelli ha scritto:
Tirtha ha scritto:OT [ grazie per avermi ricordato quel brano che, insieme a tutto quell'album, ha caratterizzato un periodo particolare e intenso della mia vita :smt049 ] fine OT
Ti capisco :D
.
[...]
Di colpo si fa notte e s'incunea a crudo il freddo
La città trema
Livida trema
Brucia la biblioteca, i libri scritti e ricopiati a mano
Che gli Ebrei Sefarditi portano a Sarajevo in fuga dalla Spagna

S'alzano i roghi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe

Brucia la biblioteca degli Slavi del Sud, europei dei Balcani
Bruciano i libri, possibili percorsi, le mappe e le memorie, l'aiuto degli altri

S'alzano i roghi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe

Di colpo si fa notte e s'incunea a crudo il freddo
La città trema
Come creatura...

Cupe vampe, livide stanze
Occhio cecchino, etnico assassino
Alto il sole, sete e sudore
Piena la luna, nessuna fortuna
Ci fotte la guerra che armi non ha
Ci fotte la pace che ammazza qua e là
Ci fottono i preti, i pope e i mullah
L'ONU, la NATO, la civiltà
Bella la vita dentro un catino
Bersaglio mobile di ogni cecchino
Bella la vita a Sarajevo città
Questa è la favola della viltà
Ciao
fabrizio
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Tirtha
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questi si che sono testi! :smt055
carlo riggi
Tirtha ha scritto:OT [ grazie per avermi ricordato quel brano che, insieme a tutto quell'album, ha caratterizzato un periodo particolare e intenso della mia vita :smt049 ] fine OT
Anche a me quella musica evoca tante cose…
Quello del telaietto è un esercizio essenziale. Saper vedere (e pre-vedere) è un fatto che prescinde dall’apparecchio, così come “fotografare” può anche prescindere dalla pellicola (o dal sensore).
Per me però la fotocamera è importante. Non tanto come feticcio (un po’ pure), quanto perché costituisce un sostegno, un oggetto controfobico, per affrontare l’angoscia dello scatto.
Fotografare è infatti per me un’attività fortemente liberatoria ma anche estremamente faticosa, alcune volte persino dolorosa.
Quanto ai toni cupi e ai contrasti, può essere che, come dall’esperienza che riferiva Mauro, siano talvolta utilizzati come “espedienti”, fine a se stessi. A me però interessa tutto ciò che espanda l’immagine, affrancandola dal dato grezzo, sollecitando derive emozionali. Se la profondità dei toni serve a questo, ben venga.
Personalmente detesto affettuosamente la fine art. Sono (sono stato fin qui) più “bressoniano” nell’interpretazione dell’immagine da reportage (o da flânerie, che dir si voglia), ma viro anch’io ultimamente verso modalità più drammatizzanti. Soprattutto quando utilizzo strumenti “alternativi”, come la Holga di questa immagine. Strumenti che considero a fortissimo gradiente espressivo. Tutto meno che “giocattoli”…

Ciao
Carlo
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luca rubbi
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carlo riggi ha scritto:
Tirtha ha scritto:OT [ grazie per avermi ricordato quel brano che, insieme a tutto quell'album, ha caratterizzato un periodo particolare e intenso della mia vita :smt049 ] fine OT
Anche a me quella musica evoca tante cose…
Quello del telaietto è un esercizio essenziale. Saper vedere (e pre-vedere) è un fatto che prescinde dall’apparecchio, così come “fotografare” può anche prescindere dalla pellicola (o dal sensore).
Per me però la fotocamera è importante. Non tanto come feticcio (un po’ pure), quanto perché costituisce un sostegno, un oggetto controfobico, per affrontare l’angoscia dello scatto.
Fotografare è infatti per me un’attività fortemente liberatoria ma anche estremamente faticosa, alcune volte persino dolorosa.
Quanto ai toni cupi e ai contrasti, può essere che, come dall’esperienza che riferiva Mauro, siano talvolta utilizzati come “espedienti”, fine a se stessi. A me però interessa tutto ciò che espanda l’immagine, affrancandola dal dato grezzo, sollecitando derive emozionali. Se la profondità dei toni serve a questo, ben venga.
Personalmente detesto affettuosamente la fine art. Sono (sono stato fin qui) più “bressoniano” nell’interpretazione dell’immagine da reportage (o da flânerie, che dir si voglia), ma viro anch’io ultimamente verso modalità più drammatizzanti. Soprattutto quando utilizzo strumenti “alternativi”, come la Holga di questa immagine. Strumenti che considero a fortissimo gradiente espressivo. Tutto meno che “giocattoli”…
Ciao
Carlo
Assolutamente d'accordo!
Intanto complimenti per la tua eccellente immagine, poi ti posto questa realizzata con una LOMO fisheye da 40 euro.

GDG, SESTRI ED IL SOGNO ILLUMINATO
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Ciao
Luca
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carlo riggi
luca rubbi ha scritto:Intanto complimenti per la tua eccellente immagine, poi ti posto questa realizzata con una LOMO fisheye da 40 euro.
La tua foto evoca un rimando intrigante: il sogno della mamma che vede se stessa attraverso gli occhi del proprio bambino, dal di dentro del mondo sferico della vita intrauterina... Bella!

Ciao
Carlo
carlo riggi
luca rubbi ha scritto:ti posto questa realizzata con una LOMO fisheye da 40 euro.
Luca, i toni caldi delle tue foto dipendono da una qualche forma di viraggio (digitale)?

Grazie, ciao
Carlo
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