non so'Raffaele,ma io davantia immagini di questo tipo provo sempre un pugno nello stomaco,e mi chiedo se certe foto non e' megliotenersele per se'.
senza polemica alcuna,e' solo un mio pensiero..
Le tre foto raccontano e colpiscono forte, Raffaele. Io sono sempre fin troppo ottimista e positivo mi dicono, sarà che da giovane ho visto qualcosa (non sulla mia pelle, ringraziando Dio) che mi ha cambiato prospettiva, ma come si fa a non vedere che il nostro bicchiere è sempre pieno al 99% e non vuoto all'1%? Se mai vi capita di incontrare qualcuno e rispondere al classico "Come va?" con un "Insomma, così così" suggerisco di ritornare su questa pagina e valutare se avete dato la risposta esatta.
Penso che la prima e la terza raccontino una storia; starebbero bene in due pagine contigue in un libro sulla ex Unione Sovietica. Sono immagini che devono essere scattate, pubblicate e guardate con attenzione. Bravo.
Ciao Cristian,
hai colto nel segno, a mio parere.
Noi abbiamo il bicchiere che trabocca, ma la c.d. "società dei consumi" ha come assioma il fatto che il bicchiere deve fartelo apparire sempre vuoto.
Ma Raffaele, che è persona che fa funzionare la testa, quando ci sentiamo e io gli dico come stai, lui mi risponde all'incirca così << BENE dopo quello che ho visto fare in Rwanda>>, allundendo ovviamente alla guerra e ai cadaveri che galleggiavano sul fiume.
Di Raffaele, le foto bellissime e struggenti che scatta, sono un dettaglio.
Raffaele non ti arrabbiare per quello che ho detto, ma se ti va di offrirmi qualcosa, date le distanze, lascia qualche "caffè pagato" da quelle parti e di di berselo alla salute di un amico.
Così farebbero a Napoli ... Don Raffaé ... .
scusate il poco elegante copia e incolla ma raffaele è troppo importante per me per non parlare "su" di lui ovunque si possa.
...
tu non hai una macchina fotografica raffaele, hai un oggetto simile all'aleph di borges che al posto dell'otturare ha la tua anima che si apre a un trentesimo di secondo, ingoia umanità e si ingrossa... si ingrossa...
e ogni tanto ti trasformi in un samovar a cui sedersi intorno a sentirne raccontare le storie, muto affabulante narratore.
grazie per mostrarcele.
Ho visto nascere e crescere,passo dopo passo,il lavoro fotografico di Raffaele in Russia.Che lavoro non è in realtà..perchè il lavoro si scontra spesso con esigenze di "copione" che fortunatamente nè lui nè io abbiamo.SI tratta x dirla con W.E.Smith..di usare un mezzo x dar voce ha chi voce non ha...e non ha impotanza se "QUELLA" voce è stata udita solo da colui che era li con la M6 in mano...in una posizione di indubbio privilegio,ma colui che era li ha voluto condividere quel momento e spezzare il buon pane della buona fotografia assieme a noi,ed è una comunione che DEVE indurci ad una riflessione....non si caccia MAI la bestia rara,ma ci si avvicina ad una realtà di estremo disagio pensando che NOI ne siamo in parte responsabili...non dimenticando che fuori dalla nostra porta esistono non poche situazioni simili........