Postata originariamente sul forum Polyphoto.
" Inviato il 10/11/2005 23:46:07
Ho sentito spesso l' affermazione: questa ottica ha troppo definizione non è adatta al ritratto.
Io sono dell' idea opposta, secondo me è un luogo comune il fatto che un ritratto debba essere poco definito, morbido o poco risolvente a dir si voglia.
Io amo sul piano di messa a fuoco una resa tagliente, che poi si stemperi in una sfocato plastico ancora meglio ma il fuoco deve essere deciso.
Non amo peraltro, anzi la trovo irritante, una ritrattistica da grande formato ipernitida ed iperrealistica per cui non vorrei essere frainteso ma non sopporto l' idea che il ritratto per essere "buono" debba essere un morbidone di luci soffuse e poco definite.
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.
Grazie
Ciao
Luca "
Ritratto tagliente
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
- luca rubbi
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Un buon vetro è nitido e anche plastico.
Un cattivo vetro nessuno dei due.
Purtroppo, molto spesso, si giustificano certe ottiche "minerali" dicendo che sono perfette per il ritratto...
"Sai la mia cinquecento non fa tutto quello schifoso fracasso della Ferrari..."
Nat
Un cattivo vetro nessuno dei due.
Purtroppo, molto spesso, si giustificano certe ottiche "minerali" dicendo che sono perfette per il ritratto...
"Sai la mia cinquecento non fa tutto quello schifoso fracasso della Ferrari..."

Nat
inanzitutto col grande formato ci fai quello che vuoi avendo esattamente sotto controllo sul vetro smerigliato il risultato finale che andra ad imprimere la pellicola,per cui anche il livello di sfocamento ,poi non e' l'ipernitidezza la peculiarita' principale,ma secondo me la gamma tonale,l'ariosita che ne deriva e la tridimensionalita della foto.
insomma e' un'altro modo di fare fotografia,assolutamente non paragonabile al piccolo formato.
rimanendo in ambito di ritratto, per me e' molto importante l'ambientazione,gli oggetti,le cose comuni che raccontino del soggetto,se invece per ritratto intendi un primissimo piano,allora anche a me piace il fuoco deciso sull'occhio,che e' poi lo specchio dell'anima,in tal caso anch'io opero a t.a..
insomma e' un'altro modo di fare fotografia,assolutamente non paragonabile al piccolo formato.
rimanendo in ambito di ritratto, per me e' molto importante l'ambientazione,gli oggetti,le cose comuni che raccontino del soggetto,se invece per ritratto intendi un primissimo piano,allora anche a me piace il fuoco deciso sull'occhio,che e' poi lo specchio dell'anima,in tal caso anch'io opero a t.a..
- luca rubbi
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Si Vittorio, intendevo quello.Vittorio ha scritto: [...]
se invece per ritratto intendi un primissimo piano,allora anche a me piace il fuoco deciso sull'occhio,che e' poi lo specchio dell'anima,in tal caso anch'io opero a t.a..
Ciao
Luca
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Il problema non è tanto la nitidezza, quanto il contrasto. Un'ottica da ritratto, per i miei gusti, ha quattro caratteristiche principali:
1) la plasticità
2) la resa dello sfuocato, che deve essere progressivo dal centro verso i bordi
3) una nitidezza molto alta al centro ma degradante verso i bordi, alle maggiori aperture
4) un contrasto non eccessivo
Per essere chiari, considero i macro non adatti, mentre considero ottiche da ritratto i seguenti obiettivi:
Leica 90/2 sia R che M
Leica M 75/1.4
Leica R 80/1.4
Zeiss Planar 85/1.4
Nikon 85/1.4
Nikon 105/1.8
Canon 85/1.2
Questo non vuol dire che altre ottiche non siano adatte, solo che i ritratti migliori (i classici, ovvero al massimo a mezzo busto o a pieno viso) li ho fatti con questi obiettivi. Per ritratto ambientato va benissimo, anzi meglio, il 50 o il 35 mm.
Pino
1) la plasticità
2) la resa dello sfuocato, che deve essere progressivo dal centro verso i bordi
3) una nitidezza molto alta al centro ma degradante verso i bordi, alle maggiori aperture
4) un contrasto non eccessivo
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Canon 85/1.2
Questo non vuol dire che altre ottiche non siano adatte, solo che i ritratti migliori (i classici, ovvero al massimo a mezzo busto o a pieno viso) li ho fatti con questi obiettivi. Per ritratto ambientato va benissimo, anzi meglio, il 50 o il 35 mm.
Pino
Pino
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STI CA'.......
il gotha del luminoso da ritratto
contax 85 1,4 cello',il canon 85 1,2 invece e' andato a ruba con tutto il resto........
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contax 85 1,4 cello',il canon 85 1,2 invece e' andato a ruba con tutto il resto........

- luca rubbi
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Come darti torto.g.caprio ha scritto:Il problema non è tanto la nitidezza, quanto il contrasto. Un'ottica da ritratto, per i miei gusti, ha quattro caratteristiche principali:
1) la plasticità
2) la resa dello sfuocato, che deve essere progressivo dal centro verso i bordi
3) una nitidezza molto alta al centro ma degradante verso i bordi, alle maggiori aperture
4) un contrasto non eccessivo
Per essere chiari, considero i macro non adatti, mentre considero ottiche da ritratto i seguenti obiettivi:
Leica 90/2 sia R che M
Leica M 75/1.4
Leica R 80/1.4
Zeiss Planar 85/1.4
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Questo non vuol dire che altre ottiche non siano adatte, solo che i ritratti migliori (i classici, ovvero al massimo a mezzo busto o a pieno viso) li ho fatti con questi obiettivi. Per ritratto ambientato va benissimo, anzi meglio, il 50 o il 35 mm.
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A mio parere, ma sarebbe più giusto dire per i miei gusti, l'ottica più adatto per il ritratto varia a seconda delle condizioni di illuminazione.
All'ombra o con luce molto tenue prediligo un obiettivo dalla resa tagliente fin dalla massima apertura e dal contrasto altissimo.
In quelle condizioni, infatti, un'ottica morbida non mi ha mai soddisfatto, mentre sono rimasto impressionato, come ripeto spesso, dal 100 Apo Leica.
Inoltre, visto che si parla spesso di sfocato in relazione al numero di lamelle che compongono il diaframma, l'ottica in questione mi consente l'utilizzo alla massima apertura senza scadimenti di resa. Così non essendoci per nulla il diaframma, credo che la qualità dello sfocato sia al top.
Al sole, o con ambienti molto illuminati, preferisco un'ottica più morbida, ma comunque molto nitida e tra quelle che possiedo il Kern in questo senso è il migliore. Ovviamente non per i primi piani.
In ogni caso mai un obiettivo morbido, è una caratteristica che gradisco soltanto nello sfocato.
All'ombra o con luce molto tenue prediligo un obiettivo dalla resa tagliente fin dalla massima apertura e dal contrasto altissimo.
In quelle condizioni, infatti, un'ottica morbida non mi ha mai soddisfatto, mentre sono rimasto impressionato, come ripeto spesso, dal 100 Apo Leica.
Inoltre, visto che si parla spesso di sfocato in relazione al numero di lamelle che compongono il diaframma, l'ottica in questione mi consente l'utilizzo alla massima apertura senza scadimenti di resa. Così non essendoci per nulla il diaframma, credo che la qualità dello sfocato sia al top.
Al sole, o con ambienti molto illuminati, preferisco un'ottica più morbida, ma comunque molto nitida e tra quelle che possiedo il Kern in questo senso è il migliore. Ovviamente non per i primi piani.
In ogni caso mai un obiettivo morbido, è una caratteristica che gradisco soltanto nello sfocato.
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Secondo me non è tanto giusto cercare di stabilire regole.
Ritratto: in che senso? la foto la tieni per te, o la devi consegnare anche al soggetto ripreso?
già questo semplice distinguo spalanca una forbice di ampiezza estrema: quanti soggetti hanno il carattere di Anais Nin (penso all'impietoso ritratto di Avedon), o di Suzanne Valadon, che si auto effigiava senza filtri?
Io credo che ogni caso sia a se stante, e pur apprezzando il senso del postulato di Luca, lo giudico altrettanto parziale quanto il luogo comune del morbidone.
In ogni caso, con i vecchi straordinari obiettivi degli anni '50 e '60, il problema era assolutamente capzioso: un Elmarit 90 svitabile, o il Summicron pari focale TS, ha un mix di elementi che di nulla fa sentire la mancanza, senza in nulla esagerare...
Ritratto: in che senso? la foto la tieni per te, o la devi consegnare anche al soggetto ripreso?
già questo semplice distinguo spalanca una forbice di ampiezza estrema: quanti soggetti hanno il carattere di Anais Nin (penso all'impietoso ritratto di Avedon), o di Suzanne Valadon, che si auto effigiava senza filtri?
Io credo che ogni caso sia a se stante, e pur apprezzando il senso del postulato di Luca, lo giudico altrettanto parziale quanto il luogo comune del morbidone.
In ogni caso, con i vecchi straordinari obiettivi degli anni '50 e '60, il problema era assolutamente capzioso: un Elmarit 90 svitabile, o il Summicron pari focale TS, ha un mix di elementi che di nulla fa sentire la mancanza, senza in nulla esagerare...
Ciao,
Sante
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Sante, sei li solito sentimentale passatista.sante castignani ha scritto:Secondo me non è tanto giusto cercare di stabilire regole.
[...]
In ogni caso, con i vecchi straordinari obiettivi degli anni '50 e '60, il problema era assolutamente capzioso: un Elmarit 90 svitabile, o il Summicron pari focale TS, ha un mix di elementi che di nulla fa sentire la mancanza, senza in nulla esagerare...

Ciao
Luca
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dei miei ritrattati, saranno giusto un 10 per cento quelli che non si sono visti piu' brutti e piu' vecchi...
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sante castignani ha scritto:Secondo me non è tanto giusto cercare di stabilire regole.
Ritratto: in che senso? la foto la tieni per te, o la devi consegnare anche al soggetto ripreso?
già questo semplice distinguo spalanca una forbice di ampiezza estrema: quanti soggetti hanno il carattere di Anais Nin (penso all'impietoso ritratto di Avedon), o di Suzanne Valadon, che si auto effigiava senza filtri?
Io credo che ogni caso sia a se stante, e pur apprezzando il senso del postulato di Luca, lo giudico altrettanto parziale quanto il luogo comune del morbidone.
In ogni caso, con i vecchi straordinari obiettivi degli anni '50 e '60, il problema era assolutamente capzioso: un Elmarit 90 svitabile, o il Summicron pari focale TS, ha un mix di elementi che di nulla fa sentire la mancanza, senza in nulla esagerare...
Luca,
non vorrei darti torto,
ma sposo in pieno la tesi di Sante!

Ciao,
Donatello
- luca rubbi
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Non ci posso credere!!!donatellobirsa ha scritto:sante castignani ha scritto:Secondo me non è tanto giusto cercare di stabilire regole.
Ritratto: in che senso? la foto la tieni per te, o la devi consegnare anche al soggetto ripreso?
già questo semplice distinguo spalanca una forbice di ampiezza estrema: quanti soggetti hanno il carattere di Anais Nin (penso all'impietoso ritratto di Avedon), o di Suzanne Valadon, che si auto effigiava senza filtri?
Io credo che ogni caso sia a se stante, e pur apprezzando il senso del postulato di Luca, lo giudico altrettanto parziale quanto il luogo comune del morbidone.
In ogni caso, con i vecchi straordinari obiettivi degli anni '50 e '60, il problema era assolutamente capzioso: un Elmarit 90 svitabile, o il Summicron pari focale TS, ha un mix di elementi che di nulla fa sentire la mancanza, senza in nulla esagerare...
Luca,
non vorrei darti torto,
ma sposo in pieno la tesi di Sante!![]()
Ciao,
Donatello
Sante ha plagiato anche te, lo frequenti troppo!



Ciao
Luca
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