La carta classica che ho usato in passato (remoto

) sempre a gradazione è stata:
Elite della Kodak, non più in produzione, ricchissima d'argento e quindi di sfumature, con supporto molto pesante, delicata da conservare (a me arrivò una partita già velata!).
Oriental a tono freddo, bellissima per nitidezza, meno ricca, con supporto più leggero ma moto elastico e quindi robusto. oggi carissima.
Record Rapid. Agfa, al cloro bromuro tono caldo, non più prodotta, ricchissima e nitidissima anche se nel tono caldo si percepisce di meno, con cartoncino grosso.
E' la carta usata dai grandi fotografi del passato.
Brovira Agfa con supporto pesante come la Record Rapid, molto meno ricca, ma a tono freddo e quindi più tagliente nella sensazione. Molto economica: letteralmente stracciava qualsiasi politenata ben più costosa dell'epoca!.
Tenendo questi riferimenti qualitativi del passato, oggi utilizzo sempre carte a gradazione variabile che mi permettono di stampare parti del negativo ad una gradazione e parti in altra gradazione, mi consentono di avere meno pacchi e quindi carta più fresca, e al contempo non percepisco un calo di qualità.
Posso affermare che le carte al cloro-bromuro sono superiori qualitativamente ma non danno un impatto visivo così sorprendente nel paesaggio come quelle a tono neutro-freddo.
Io utilizzo la carta Bergger al cloro-bromuro con soggetti animati e Tetenal vario-baryt a tono freddo per i paesaggi. La prima si avvicina più alla vecchia Record Rapid, con un tono caldo meno accentuato e sopratutto con una qualità decisamente più ricca nelle gradazioni alte. Tetenal mi ricorda molto Oriental, nitida e precisa, costante da pacco a pacco, con un supporto leggero ma molto elastico e resistente, con l'enorme vantaggio della gradazione variabile ed un costo inferiore.
Le carte Ilford a gradazione variabile sono state sempre inferiori a queste, più povere e meno brillanti, con una netta superiorità della WarmTone sull'altra.
Fino a 3 anni fà la Bergger era prodotta nel compianto stabilimento storico della Forte in Ungheria. Una delle 2 vecchie macchine emulsionatrici funzionava quasi esclusivamente per Bergger su materiale francese.
Quando riuscivano a eliminare i difetti di stesura, una serie su due

, la carta era di una poesia inarrivabile, sopratutto nelle sfumature chiare e impalpabili, altrimenti l'immagine era ugualmente meravigliosa ma la superficie si presentava come un tessuto a macchie più o meno opache e disuniformi, visibili comunque solo controluce angolando la carta.
Attualmente è prodotta nello stabilimento Harmann della Ilford, è molto più costante di qualità, con un tono caldo meno accentuato, di almeno un diaframma più rapida, ma meno poetica. Penso che questo connubio abbia favorito anche la qualità Ilford dato che la carta Ilford è prodotta nel medesimo stabilimento.
Comunque il salto vero è nel passaggio dalla carta politenata a quella baritata, nell'ambito di quest'ultima le differenze sono poco decisive per intenderci come la differenza fra gli obiettivi Leica e i Nikon professionali.