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Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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carlo riggi
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ExContax ha scritto:ps: pero' una cosa devo ammetterla: non sentivo asslutamente la mancanza del digitale quando non c'era, poi sono stato risucchiato dalle onde...
Ah neanch'io, se è per questo! :)

Volevo aggiungere una cosa, risuonatami dall'esempio di Davide su Mark Knopfler.
E' un po' come ascoltare un assolo di mark knopfler improvvisato dal vivo per 8 minuti dopo la canzone da copione piuttosto ascoltare il CD (con la pur altissima qualità audio che hanno i CD) con la canzone stessa eseguita per i suoi 3.50... scriveva il nostro amico.
Ecco, è proprio questo il punto. A volte si tende a trattare l'analogico come il reale e il digitale come una sua duplicazione. Ma si tratta in entrambi i casi di trasposizioni del reale.
Poi, e qui dico una cosa pro-analogico, bisogna capire se e quanto il supporto digitale (sonoro o visivo) sia in grado di trasferire tutta la gamma di frequenze e di armoniche che l'analogico sa riprodurre. Quella quota di informazioni non visibile e udibile ma che contribuisce a ricreare l'impatto emozionale del messaggio. E qui ammetto la mia diffidenza.
Si tratta evidentemente di questioni di lana caprina, di pressoché nulla importanza concreta, e destinate a sparire man mano che aumenterà la raffinatezza delle nuove soluzioni. Ma, almeno sul piano teorico, è uno dei miei pregiudizi verso la riproduzione digitale (penso alla nuova moda delle sedute psicologiche via skype, per esempio...).

Buona domenica
Carlo
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Davide L.
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carlo riggi ha scritto:
ExContax ha scritto:ps: pero' una cosa devo ammetterla: non sentivo asslutamente la mancanza del digitale quando non c'era, poi sono stato risucchiato dalle onde...
Ah neanch'io, se è per questo! :)

Volevo aggiungere una cosa, risuonatami dall'esempio di Davide su Mark Knopfler.
E' un po' come ascoltare un assolo di mark knopfler improvvisato dal vivo per 8 minuti dopo la canzone da copione piuttosto ascoltare il CD (con la pur altissima qualità audio che hanno i CD) con la canzone stessa eseguita per i suoi 3.50... scriveva il nostro amico.
Ecco, è proprio questo il punto. A volte si tende a trattare l'analogico come il reale e il digitale come una sua duplicazione. Ma si tratta in entrambi i casi di trasposizioni del reale.
.........
Buona domenica
Carlo
:)
la metafora che ho scritto era per far capire il "gusto del percorso" e del "sapore finale", poi certo che anche il digitale imprime il momento che vuoi cogliere, con sapori diversi però.
La cosa che a me dispiace man mano viene persa è tutto il percorso e il sapore che ha la pellicola e la stampa, è un po' come per altri "mestieri" che piano piano vengono soppiantati dal nuovo che per quanto avanzato non avrà mai lo stesso sapore della manualità.
Non sta a me dire cosa sia meglio o cosa sia peggio perchè non mi ritengo nemmeno in grado di farlo, però credo sia oggettivo che una baritata grande formato ha un sapore diverso rispetto ad una stampa digitale su carta patinata. Diverso, non sta a me dire se migliore o peggiore, ma molto diverso... ed è un peccato piano piano il negativo la CO e la stampa vadano perse perchè il digitale è la stessa cosa, non è così. E' un altro percorso ed un altro risultato, poi l'emozione del fruitore può essere la stessa ma è un peccato lo stesso. Credo sia un po' come suonare un violino fatto da un liutaio o uno fatto in catena di montaggio, è sempre un violino...può essere fatto egregiamente, è reale, lo tocchi, lo suoni... ma è diverso :)

Ciao e buona domenica a te e a voi tutti
Davide-
ExContax
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Davide L. ha scritto:
carlo riggi ha scritto:
ExContax ha scritto:ps: pero' una cosa devo ammetterla: non sentivo asslutamente la mancanza del digitale quando non c'era, poi sono stato risucchiato dalle onde...
Ah neanch'io, se è per questo! :)

Volevo aggiungere una cosa, risuonatami dall'esempio di Davide su Mark Knopfler.
E' un po' come ascoltare un assolo di mark knopfler improvvisato dal vivo per 8 minuti dopo la canzone da copione piuttosto ascoltare il CD (con la pur altissima qualità audio che hanno i CD) con la canzone stessa eseguita per i suoi 3.50... scriveva il nostro amico.
Ecco, è proprio questo il punto. A volte si tende a trattare l'analogico come il reale e il digitale come una sua duplicazione. Ma si tratta in entrambi i casi di trasposizioni del reale.
.........
Buona domenica
Carlo
:)
la metafora che ho scritto era per far capire il "gusto del percorso" e del "sapore finale", poi certo che anche il digitale imprime il momento che vuoi cogliere, con sapori diversi però.
La cosa che a me dispiace man mano viene persa è tutto il percorso e il sapore che ha la pellicola e la stampa, è un po' come per altri "mestieri" che piano piano vengono soppiantati dal nuovo che per quanto avanzato non avrà mai lo stesso sapore della manualità.
Non sta a me dire cosa sia meglio o cosa sia peggio perchè non mi ritengo nemmeno in grado di farlo, però credo sia oggettivo che una baritata grande formato ha un sapore diverso rispetto ad una stampa digitale su carta patinata. Diverso, non sta a me dire se migliore o peggiore, ma molto diverso... ed è un peccato piano piano il negativo la CO e la stampa vadano perse perchè il digitale è la stessa cosa, non è così. E' un altro percorso ed un altro risultato, poi l'emozione del fruitore può essere la stessa ma è un peccato lo stesso. Credo sia un po' come suonare un violino fatto da un liutaio o uno fatto in catena di montaggio, è sempre un violino...può essere fatto egregiamente, è reale, lo tocchi, lo suoni... ma è diverso :)

Ciao e buona domenica a te e a voi tutti
Davide-
Questa metafora musicale colpisce nel segno ... è come ascoltare i suoni campionati via midi di strumenti a corda ... bellissimi, realistici, pero' poi una chitarra classica di liuteria suonata per davvero è tutta un'altra storia, almeno per me che l'ho studiata e la studio da anni, le differenze le sento eccome.

Non saprei dire, a questo punto del percorso, se sarà possibile mantenere vivo l'interesse per la fotografia analogica, spero almeno che in qualche modo possa dipendere anche da noi e non solo dai colossi industriali che ci pilotano nelle scelte ... utopia probabilemente, del resto l'x100 l'ho comprata consapevolmente ed in troppe situazioni è fantastica...

Ora pero', mio suocero mi ha commissionato un lavoro nel suo orto :grin: .... dal momento che nessuno mi corre dietro, ho deciso di scattare con la gloriosa Contax 137 ma ed il planar zeiss 50 f/1,4 ... devo scegliere solamente la pellicola ... che bello non dover rendere conto a nessuno!

A presto, Max

ps: ma Silver ci snobba? :lol:
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carlo riggi
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ExContax ha scritto:Questa metafora musicale colpisce nel segno ... è come ascoltare i suoni campionati via midi di strumenti a corda ... bellissimi, realistici, pero' poi una chitarra classica di liuteria suonata per davvero è tutta un'altra storia, almeno per me che l'ho studiata e la studio da anni, le differenze le sento eccome.
Pian piano scopriamo che condividiamo più cose di quel che pensiamo. :)
Anch'io ho studiato chitarra classica per tanti anni, anche se adesso io e Lei non ci frequentiamo più... (sob!).
Come si diceva con Davide, però, non credo sia corretto paragonare il suono della chitarra a un campionamento midi. Il paragone andrebbe fatto semmai tra una registrazione analogica e una digitale.
Le differenze ci sono, non discuto, così come ci sono tra una baritata e una stampa digitale. Ma sempre di rappresentazioni si tratta.
Il digitale non è la simulazione di una fotografia!.. Digitale e analogico sono modi diversi di registrare la realtà.
Questo è fondamentale capire. Se no continuiamo a paragonare i suoni veri e i suoni finti.

ExContax ha scritto:ps: ma Silver ci snobba? :lol:
Quando arriverà si farà sentire forte e chiaro, non temere. ;)

Ciao
Carlo
bananocrate
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Iscritto il: mar lug 19, 2011 7:13 pm
Il mio apporto alla discussione non credo sia significativo, perchè sono nato digitale (e un simpatico fotografo di nome Gianni Berengo a questa affermazione mi ha risposto con un "allora sei nato male"). Il mio punto di vista è distorto dalla mia esperienza, probabilmente allo stesso modo di chi è nato analogico, ma al contrario di questi ultimi non posso capire effettivamente la portata cambiamento avvenuto e solo immaginarlo.

Però, perdonatemi, ma credo che la differenza fra digitale e analogico è sopratutto nella testa del fotografo. Le idee più romantiche o intransigenti legate alla pellicola spiegano assai poco sulla pellicola ma molto di più lo fanno del fotografo (e più il fotografo si lancia in allegorie e paragoni, più il discorso diventa intimo e talvolta surreale). E se il fotografo che le pensa è un Fotografo, ha poco senso discuterne: se funziona nella sua testa, non c'è bisogno di cambiargliela... nella discussione al massimo c'è da capire o da imparare. Quando il fotografo che le pensa invece è espressivamente mediocre, quando si inizia anche a palesare (e succede) il discorso finanziario, si inizia a intravedere la sagoma dell'alibi e a sentire un retrogusto rancoroso che fa apparire la discussione inutile in tutti i sensi.
Marco Bottazzi
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Iscritto il: lun set 19, 2011 7:26 pm
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Bella immagine! Sarà perchè mi ricorda una scena molto simile in cui mi imbattei annia fa a Bagheria.
Comunque la trovo molto spontanea e in queste occasioni la sintonia fra i soggetti ed il fotografo, che non deve mai essere invasivo, è essenziale.
Bravo!
Marco
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carlo riggi
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Grazie Marco! E grazie a Banano per il suo contributo. Sono molto d'accordo con te.

Ciao
Carlo
mario zacchi
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Mi sa che sono stato frainteso: colpa mia che non sono stato chiaro. Non intendevo certo bollare la discussione, anzi. E' solo che spesso, sull 'argomento, si leggono posizioni che paiono dogmatiche; nenche passionali (che si potrebbe capire). Con il risultato che passa in secondo piano il pensiero (quello che genera l' opera) e in primo piano il mezzo. Da qui una certa disaffezione/scetticismo verso l' argomento. Tutto qui.
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carlo riggi
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Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
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Chiaro Mario! In genere è così, hai ragione. Ma io sono sempre convinto che tra persone intelligenti si possa parlare di tutto. E che non esistano argomenti noiosi, ma solo modi noiosi di trattarli. :)

Grazie, ciao
Carlo
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Stefano Tambalo
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Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
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Io sono un pellicolaro. Un pellicolaro perché usare pellicola mi piace. Assegno alla pellicola più valore come supporto perché la posso toccare. Mi piace l'aspetto artigianale del trattamento, mettere le mani sul materiale, spostarmi da un tavolo ad un altro. Scatto su pellicola perché queste sono le macchine con cui mi piace uscire.
La corrente plughinista, pur se mi fa sorridere come quella dei photographer, qui su queste pagine non esiste. Certo, può apparire superfluo scattare in digitale e lavorare dopo per emulare il film, ma queste sono le immagini a cui siamo abituati.. l'evoluzione degli strumenti ha sorpassato l'estetica di rappresentazione dell'immagine, no? la Fotografia è rimasta quella, non abbiamo ancora visto Fotografie dell'era digitale o non siamo abituati a vederle. Non ho visto ancora (magari per ignoranza) avanguardie Fotografiche che abbiano rinnovato l'immagine fotografica basandosi sui nuovi strumenti. Finchè qualcuno non aprirà la via, continueremo ad usare i nuovi come i vecchi perché questi sono i risultati che ci aspetteremo di trovare alla fine, sulla carta. Ben venga la polvere di pixel, se giustificata; ben venga il plughinismo Autoriale. La Quotidianità, il Documento, l'Evento, lo Sguardo, il Gesto sono tutti lì, immutati nel valore per chi li vive e per chi li riprende.
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carlo riggi
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Gran bell'intervento, Stefano!

Ciao
Carlo
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Davide L.
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Ecco la chiave è questa credo :) fare ciò che piace e che ci fa star bene.
Di conseguenza anche la foto ne gioverà in tutti i sensi, avere feeling con la macchina e con il supporto stesso credo sia fondamentale e questa ricerca deve portare ad esprimere il proprio io fotografico nel migliore dei modi.
Lo scambio di vedute nato con Carlo aveva evidentemente in comune il punto fondamentale, la passione per la fotografia, per l'attimo decisivo e unico.
E' importante poi che sia chiaro i due binari analogico e digitale sono diversi, per una serie di motivi, non uno migliore dell'altro ma diversi e starà al fotografo sciegliere con cosa si esprime al meglio.
Ha ragione Banano nel dire che molte cose sono solo nella testa del fotografo ma credo molte di queste poi si riflettono anche nel fruitore perchè in un modo o nell'altro ne risente la foto.
Non digerisco molto i filtri sui file digitali che sanno di artifizio, di strato fra te e la foto... di manipolazione anche se contenuta, per questo per me il passaggio più naturale è una bella "TriX e vivi felice" per avere l'effetto pellicola. Ma sono nulla più che convinzioni personali e percorsi che a me fanno star bene, e chiaramente ognuno trova il suo percorso.
Stefano ciò che dici è vero, ora come ora non c'è un'avanguardia digitale quindi l'effetto che si ricerca è quello, però credo il digitale abbia una sua prerogativa... che può andare dal dettaglio a dove vuoi ma non nei granuli d'argento. Il digitale andrà avanti fino ad avere sensori che vedranno attraverso le persone ma sarà un andare avanti in quella direzione, la pellicola non ha questa prerogativa... ha un'altra anima e quella rimane.
Indi per cui credo che alla fine tutti amano profondamente la pellicola, mediocri e bravi fotografi, e spero non venga mai persa quella manualità, quell'attesa e quel sapore che sarebbe davvero un peccato perdere per lasciar spazio al solo sensore.
Ciao e grazie a tutti, spero sempre più in discussioni così
Davide-
R.dox
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carlo riggi ha scritto:Poi, e qui dico una cosa pro-analogico, bisogna capire se e quanto il supporto digitale (sonoro o visivo) sia in grado di trasferire tutta la gamma di frequenze e di armoniche che l'analogico sa riprodurre. Quella quota di informazioni non visibile e udibile ma che contribuisce a ricreare l'impatto emozionale del messaggio. E qui ammetto la mia diffidenza.
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Riccardo
riccardox.2@libero.it

I work by impulse. No philosophy. No ideas. Not by the head but by the eyes.
Instinct is the same as inspiration.

Manuel Alvarez Bravo
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GIALLO
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Complimenti per lo scatto: hai colto un attimo di vita sincero, genuino, spontaneo, intenso, con discrezione ed immediatezza.
Per me la Fotografia è questo: comunicazione della vita e del proprio modo di vederla.
Della pura documentazione son pieni libri, manuali e musei: bravi i tecnici che la realizzano, ma non è quello che mi interessa.
Quanto al supporto argentico o numerico, trovo la questione ormai ridicola: anche il manierismo in letteratura è diventato lo zimbello se ne fece portabandiera, come se una tecnica potesse di per sè sostituire il contenuto. Dante scriveva con la penna d'oca, Buzzati con l'Olivetti ed Umberto Eco userà un Mac od un Pc: e con ciò?
Credo semplicemente che se da un lato un bravo fotografo si può esprimere bene sia con una Nikon F che con una D7000, invece nè la seconda nè la prima bastano di per sè a qualificare un click come Fotografia o meno; che poi alcuni fotografi grandi ed ignoti preferiscano continuare a scattare in pellicola, è per me un valore aggiunto al concetto, ossia essi proseguono ad esprimersi con lo strumento con il quale hanno operato per più decenni, perchè ritengono un disturbo inutile doversi sobbarcare un nuovo apprendistato tecnico. Ma è cosa affatto diversa ritenere che "di per sè" l'ottima velvia e l'ottima Tri-X siano il Telepass della vera fotografia. Semplicemente ingenuo o funzionale a chi, non avendo grandi contenuti da esprimere, si nasconde dietro il fragile paravento di un'opzione tecnica.
Buona luce
:)
Γηράσκω δ' αεί πολλά διδασκόμενος

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carlo riggi
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GIALLO ha scritto:Complimenti per lo scatto: hai colto un attimo di vita sincero, genuino, spontaneo, intenso, con discrezione ed immediatezza.
Grazie Gianluca!

Ciao
Carlo
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