Digitale

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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PIERPAOLO
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e allora caro Logu perché ti meravigli?
Pierpaolo
logu
perchè tu escludi che si possa essere feticisti per un oggetto "elettronico" o "digitale" che poi anche qui si potrebbe aprire un fiume di discussioni.
La maggior parte delle macchine a pellicola hanno dispositivi digitali..
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Oskar Barnack
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Tirtha ha scritto:a quasi un anno da allora ritiro su questo topic, posso?

lo faccio perchè voglio chiedermi, insieme a voi, che senso ha contrapporre analogico e digitale...

lo trovo insolito come lo sarebbe contrapporre pittura a grafica pubblicitaria...

Voglio dire, il digitale è un mezzo professionale (che può avere anche saltuariamente valore artistico) ma che risolve e soddisfa un sacco di problematiche prima difficilmente risolvibili dalla pellicola. Permette livelli di elaborazione tali che nella fotografia pubblicitaria diventano essenziali dal punto di vista pratico e creativo, vorrei ricordare come la pittura iperrealista fosse nata per soddisfare la possibilità di avere ingrandimenti estremamente particolareggiati a dimensioni irraggiungibili dalla fotografia (pena una perdita di dettaglio inaccettabile) Il digitale trova posto in questa dimensione, il digitale permette inoltre la creazione di immagini 'impossibili' attraverso elaborazioni e 'fotomontaggi' di tale precisione prima irrealizzabili, ma il suo spazio è uno spazio prevalentemente di 'lavoro' e documentazione

la foto analogica conserva (e conserverà sempre) il suo spazio, perchè è di uno spazio diverso che tratta, lo spazio artistico, non finalizzato necessariamente alla produzione, non piegato a logiche di mercato, uno spazio di espressione che necessita di tale mezzo, un mezzo capace di essere ancora 'artigiano' e asservito solo alla Bellezza del messaggio.
ha ancora spazio professionale, laddove la Bellezza è necessaria più di quanto non lo sia la duttilità e l'obbedienza del mezzo alle intenzioni, ma i distinguo vanno fatti perchè sono due mezzi che hanno diverse funzioni come lo sono l'illustrazione per l'infanzia e la pittura, possono coesistere, anche condividere linguaggi talvolta, e quindi anche contaminarsi tra loro, ma dubito seriamente che l'una possa scalzare l'altra...

non trovate?
Perdonami ma non sono daccordo.
Il fatto che solo un immagine digitale sia elaborabile non è corretta.
Le fotografie analogiche sono elaborabili allo stesso modo ma con mezzi diversi e forse con più difficoltà.
Leggendo il libro "La stampa" di Ansel Adams" vedrai che lui elaborava le stampe più di quanto si fa nomalmente in digitale.
Addirittura, nelle sue stampe, spesso faceva una sorta di HDR (Hig Dinamic Range), usando 2 negativi esposti differentemente dello stesso soggetto e poi uniti in fase di stampa per ampliare la gamma dinamica (pardon latitudine di posa).

Si può fare un uso giudizioso del digitale, toccando solo , contrasto, luminosità e nitidezza, niente di più di quanto si faceva in analogico (la maggior parte delle persone fa così).

La bellezza dell' immagine è indipendente dal mezzo.
Le fotocamere si usano, si cambiano e si buttano essendo solo un pezzo di ferro.
Quello che conta è il contenuto ovvero l' immagine.

Una foto può essere meravigliosa ed artistica sia in digitale che in analogico con la medesima dignità.

ciao
G.
Ultima modifica di Oskar Barnack il lun nov 19, 2007 11:37 am, modificato 1 volta in totale.
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Oskar Barnack
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PIERPAOLO ha scritto:non mi sembra francamente che il digitale sia una tecnologia economica: 4300 euro per l'ultimo modello Canon o 6000 euro di M8+28mm non sono proprio bazzecole e una F3 costa solo 300 Eutro, una F6 circa 2000 (anche meno) . Il fatto che mi piace delle fotocamere ed obiettivi analogici è la loro costruzione e tecnologia, tutto qui.
Non c'entra la contrapposizione dell'immagone, ma la contrapposizione dell'oggetto.
Pierpaolo
Si può comprare una nuova e più che dignitosa eos 350D con 18-55 per meno di 500 euro ed ottenere risultati notevoli.

Non c'è bisogno di comprare una 5D (che comunque si attesta sui 1900 euro), che si potrà utilizzare per i prossimi 10/15 anni senza nessun problema salvo farsi prendere dalle fregole per il nuovo modello di grido.
Con un modello del genere tiri fuori stampe eccezionali a colori o in BW (ma una "popolare" 350D non è molto da meno).

ciao
G.
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Tirtha
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Oskar Barnack ha scritto: Perdonami ma non sono daccordo.
Il fatto che solo un immagine digitale sia elaborabile non è corretta.
io non ho detto che la fotografia digitale sia la sola elaborabile (come potrei mai dire una simile eresia?) ma semplicemente che il digitale (intendendo computer) permette livelli di elaborazione ben superiori alla camera oscura, prendiamo il fotomontaggio fatto a mano contro l'arte digitale (che sempre fotomontaggio è)... non puoi raggiungere una tale qualità ingannevole con carta e pellicola ripsetto a foto digitale + computer...

adesso qualunque ragazzino riesce a fare fotomontaggio... un tempo solo grandissimi esperti potevano farne di credibili


e comunque la fotografia per me parla col risultato (che può essere ottimo anche con una compatta digitale se fatto cum grano salis) non col mezzo che anche una leica in mano a un incompetente può produrre obbrobbri... no?
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Oskar Barnack
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Tirtha ha scritto:
Oskar Barnack ha scritto: Perdonami ma non sono daccordo.
Il fatto che solo un immagine digitale sia elaborabile non è corretta.
io non ho detto che la fotografia digitale sia la sola elaborabile (come potrei mai dire una simile eresia?) ma semplicemente che il digitale (intendendo computer) permette livelli di elaborazione ben superiori alla camera oscura, prendiamo il fotomontaggio fatto a mano contro l'arte digitale (che sempre fotomontaggio è)... non puoi raggiungere una tale qualità ingannevole con carta e pellicola ripsetto a foto digitale + computer...

adesso qualunque ragazzino riesce a fare fotomontaggio... un tempo solo grandissimi esperti potevano farne di credibili


e comunque la fotografia per me parla col risultato (che può essere ottimo anche con una compatta digitale se fatto cum grano salis) non col mezzo che anche una leica in mano a un incompetente può produrre obbrobbri... no?
Ok, forse su questo aspetto non ho capito bene quello che intendevi.

Nel post però, dici che il digitale è utile nel campo professionale perchè più pratico e veloce mentre in quello artistico è superiore l' analogico perchè dona un qualche cosa non riproducibile con il digitale, ho capito bene ?

ciao
G.
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Tirtha
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Oskar Barnack ha scritto: Ok, forse su questo aspetto non ho capito bene quello che intendevi.

Nel post però, dici che il digitale è utile nel campo professionale perchè più pratico e veloce mentre in quello artistico è superiore l' analogico perchè dona un qualche cosa non riproducibile con il digitale, ho capito bene ?

ciao
G.
Beh, le carte, gli acidi le pellicole, la grana... danno quella particolarità artigianale che il digitale può anche emulare ma a prezzo di artifici... non è insito nella sua natura fatta di pixel.

era questo che intendevo dire, come scrivere una lettera con inchiostro e calamaio su pergamena oppure scrivere una lettera a computer con un font calligrafico stampata con una tonalità simil inchiostro su una carta che emula la superficie della pergamena... mi capisci?

Poi l'occhio del fotografo fa la differenza, sia che lavori con la digitale che con l'analogico... il mezzo è un mezzo, è l'artefice a fare la differenza!
Supermario
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C'è una foto di Haas che io ho dolorosamente incastonata nel cuore, mi rendo conto che è un mio privilegio.
Vienna 1946, sfilano sereni e smunti i soldati austriaci che tornano dalla prigionia ed una signora anziana con gli occhiali mostra una foto del figlio cercando notizie.
L'espressione è cocciuta ma anche grondante di un'angoscia muta e soffocata priva di lacrime e pertanto ancora più dolorosa.
Chiunque guarda quel volto paralizzato sà che il ragazzo è morto, tuttavia la madre indomita nega l'evidenza e continua a chiedere.
La piccola foto con il margine bianco frangiato sembra tolta da un album fotografico, mostra un ragazzo in divisa pettinato e vestito appositamente per la fotografia di posa in studio, e la immagino ritoccata dal fotografo professionista prima della consegna al committente.
Erano tempi nei quali la civiltà si mescolava alla barbarie ed il passato al presente, come sempre, ma esisteva il linguaggio, la conoscenza, la memoria, un mezzo per rendere significativo il nostro vivere e morire.
La memoria è un nostro privilegio!
Mario Andreoli
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Tirtha
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Supermario ha scritto:C'è una foto di Haas che io ho dolorosamente incastonata nel cuore, mi rendo conto che è un mio privilegio.
Vienna 1946, sfilano sereni e smunti i soldati austriaci che tornano dalla prigionia ed una signora anziana con gli occhiali mostra una foto del figlio cercando notizie.
L'espressione è cocciuta ma anche grondante di un'angoscia muta e soffocata priva di lacrime e pertanto ancora più dolorosa.
Chiunque guarda quel volto paralizzato sà che il ragazzo è morto, tuttavia la madre indomita nega l'evidenza e continua a chiedere.
La piccola foto con il margine bianco frangiato sembra tolta da un album fotografico, mostra un ragazzo in divisa pettinato e vestito appositamente per la fotografia di posa in studio, e la immagino ritoccata dal fotografo professionista prima della consegna al committente.
Erano tempi nei quali la civiltà si mescolava alla barbarie ed il passato al presente, come sempre, ma esisteva il linguaggio, la conoscenza, la memoria, un mezzo per rendere significativo il nostro vivere e morire.
La memoria è un nostro privilegio!
che poetico....
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PIERPAOLO
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provo molto piacere che Tirtha nomini Haas e il suo primo reportage che gli é valso l'ingresso nella Magnum. Non sono mai riuscito a dimenticare il contrasto tra il reduce felice del ritorno, e l'angosca di chi aspetta senza speranza. Ho avuto il privilegio di incontrare Haas a Venezia nel 1979: allora aveva una Leica tutta rovinata e diceva pochissime parole. Mostrò alcune foto tratte dal suo bellissimo libro 'La Creazione' che mi lasciarono senza parole per l'intensa emozione. Appena tre anni dopo, alle Galapagos, cercai d'emularlo senza naturalmente neanche avvicinarlo e mi rimase impressa la sua incredibile capacità di creare emozioni colorate, come colpi di pennello.
Era un artista a tutto campo, un vero poeta, che ha aperto nuove strade alla fotografia a colori.
Pierpaolo
logu
Oskar Barnack hai ragione.
E' quello che penso io: nell'arte bisogna che il "mezzo" sia trasparente e che "l'opera" faccia da padrona.
Io spesso non capisco nemmeno chi mette in evidenza "Scattata con Nikon Fx obiettivo 50mm.eccec ccecc" Ok delle volte serve per capire se quella macchina o quell'obiettivo è buono e vale la pena comprarlo ma nel 90% dei casi distrae dall'immagine. Io sono interessato alle foto, non alle macchine.

CHROMASIA ha usato tante macchine digitali, elabora molto le sue foto ma alcune sono talmente colorate, vive e belle che mi incanto davanti al monitor dimenticando il mezzo come se fossi affacciato a una finestra.

Logu
Supermario
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Grazie UGP, è proprio questa foto!
"(però gli italiani che ho visto tornare nel 1947 in carri bestiame dalla Germania non avevano nemmeno la forza di sorridere )"
I casi della guerra sono sempre disparati, chi ha avuto la sfortuna di capitare in Germania nel 1943-45 deve ringraziare la fortuna di essere ritornato. Io conosco alcune storie veramente incredibili.
Solo i prigionieri Anglosassoni e in parte Francesi ebbero un buon trattamento per motivi strategici, per gli altri era questione di fortuna.
Dalla Germania non tornarono 15.000 soldati italiani rastrellati dopo l'8 settembre, dalla Russia non tornarono 20.000 soldati italiani fatti prigionieri sul Don.
Per i Russi e per i Tedeschi comunque andò molto peggio.
Le cifre solo dei civili morti sul fronte orientale sono spaventose, e dietro queste cifre ci sono milioni di tragedie individuali.
Mario Andreoli
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Tirtha
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PIERPAOLO ha scritto:provo molto piacere che Tirtha nomini Haas e il suo primo reportage che gli é valso l'ingresso nella Magnum.
ho solo quotato l'intervento di supermario che nominava Haas (che peraltro trovo un fotografo FOTOGRAFO... tanto per evidenziare la cosa senza usare aggettivi) ma non posso prendermi il merito di averlo citato :-)
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luca rubbi
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Ernst Haas era un uomo elegante, considerarlo il più grande fotografo a colori è riduttivo.
Un vero Maestro.

Ciao
Luca
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Tirtha
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luca rubbi ha scritto:Ernst Haas era un uomo elegante, considerarlo il più grande fotografo a colori è riduttivo.
Un vero Maestro.

Ciao
Luca
ecco perchè ho usato FOTOGRAFO in maiuscolo e non ho voluto aggiungere aggettivi... :D
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