We are such stuff as nightmares are made on
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I C O N S (12 foto)
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
- carlo riggi
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Ciao
Carlo
Carlo
Carissimo Carlo,
a me piacciono molto, alcune moltissimo, non posso farci niente.
A me sembra che con queste immagini, ma anche con altre prima (Reve), tu stia tracciando un tuo personalissimo percorso in cui è necessario evidenziare l'ambiguità del "reale".
E il mezzo fotografico non può che essere il principe dei mezzi a disposizione.
Tornando alle immagini le trovo intense, affascinanti, misteriose, da scoprire lentamente in un viaggio alla ricerca del passato, della memoria.
Il silenzio che emerge da alcune di esse risulta essere assordante, necessario a farti ritrovare il luogo del vissuto a cui riportano: il punctum di partenza.
Il mio umile pensiero per quello che vale.
nik
P.S.1. ci sarò ...
P.S.2. salutami Tony ...
a me piacciono molto, alcune moltissimo, non posso farci niente.
A me sembra che con queste immagini, ma anche con altre prima (Reve), tu stia tracciando un tuo personalissimo percorso in cui è necessario evidenziare l'ambiguità del "reale".
E il mezzo fotografico non può che essere il principe dei mezzi a disposizione.
Tornando alle immagini le trovo intense, affascinanti, misteriose, da scoprire lentamente in un viaggio alla ricerca del passato, della memoria.
Il silenzio che emerge da alcune di esse risulta essere assordante, necessario a farti ritrovare il luogo del vissuto a cui riportano: il punctum di partenza.
Il mio umile pensiero per quello che vale.
nik
P.S.1. ci sarò ...
P.S.2. salutami Tony ...
- massimostefani
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Sequenza superlativa ! Condivido il post di Nik ed aggiungo che vedo emergere un tentativo di esorcizzare lo stato d'angoscia/incertezza che affligge moltissimi di noi, utilizzando i volti, reali o fantasmatici di coloro che fecero della " sofferenza " un valore assoluto.
MS
MS
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
R.Avedon
- carlo riggi
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Nicola, Massimo, Maurizio, grazie a tutti!
La serie nasce dalla considerazione di quanto il nostro immaginario si sia nutrito e sia pregno di queste icone religiose o parareligiose. Sono con noi fin dalla primissima infanzia, quando credo tutti noi della nostra generazione, nel nostro paese, hanno vissuto momenti intensi - brevi o lunghi che siano stati - nelle chiese. Si tratta quasi sempre di volti dolenti, come nota Massimo, o demoniache: quella zona intermedia, di forte ambiguità, tra il sacro e il diabolico, tra il terrifico e l'idilliaco, che contrassegna il passaggio delle nostre colonne d'Ercole, tra conscio e inconscio.
Queste icone penetrano il nostro immaginario in forma diretta, percettiva, ma si sedimentano emozionalmente attraverso un processo simbolico, prossimo all'incubo. E proprio attraverso la cifra dell'incubo, il sogno pauroso, esse possono essere rivelate e rappresentate. Ed è quello che ho provato a fare in questa ricerca. I vostri primi commenti mi confortano molto.
Grazie ancora!
Ciao
Carlo
p.s.
Nik, chi è Tony?..
La serie nasce dalla considerazione di quanto il nostro immaginario si sia nutrito e sia pregno di queste icone religiose o parareligiose. Sono con noi fin dalla primissima infanzia, quando credo tutti noi della nostra generazione, nel nostro paese, hanno vissuto momenti intensi - brevi o lunghi che siano stati - nelle chiese. Si tratta quasi sempre di volti dolenti, come nota Massimo, o demoniache: quella zona intermedia, di forte ambiguità, tra il sacro e il diabolico, tra il terrifico e l'idilliaco, che contrassegna il passaggio delle nostre colonne d'Ercole, tra conscio e inconscio.
Queste icone penetrano il nostro immaginario in forma diretta, percettiva, ma si sedimentano emozionalmente attraverso un processo simbolico, prossimo all'incubo. E proprio attraverso la cifra dell'incubo, il sogno pauroso, esse possono essere rivelate e rappresentate. Ed è quello che ho provato a fare in questa ricerca. I vostri primi commenti mi confortano molto.
Grazie ancora!
Ciao
Carlo
p.s.
Nik, chi è Tony?..
Direi serie perfetta. Merita di essere osservata con calma, cosa che farò.carlo riggi ha scritto:Nicola, Massimo, Maurizio, grazie a tutti!
La serie nasce dalla considerazione di quanto il nostro immaginario si sia nutrito e sia pregno di queste icone religiose o parareligiose. Sono con noi fin dalla primissima infanzia, quando credo tutti noi della nostra generazione, nel nostro paese, hanno vissuto momenti intensi - brevi o lunghi che siano stati - nelle chiese. Si tratta quasi sempre di volti dolenti, come nota Massimo, o demoniache: quella zona intermedia, di forte ambiguità, tra il sacro e il diabolico, tra il terrifico e l'idilliaco, che contrassegna il passaggio delle nostre colonne d'Ercole, tra conscio e inconscio.
Queste icone penetrano il nostro immaginario in forma diretta, percettiva, ma si sedimentano emozionalmente attraverso un processo simbolico, prossimo all'incubo. E proprio attraverso la cifra dell'incubo, il sogno pauroso, esse possono essere rivelate e rappresentate. Ed è quello che ho provato a fare in questa ricerca. I vostri primi commenti mi confortano molto.
Grazie ancora!
Ciao
Carlo
p.s.
Nik, chi è Tony?..
Anche perché il tempo - che fa "aprire" i buoni vini - consente di capire meglio e di integrare meglio.
Ciao,
L.
- carlo riggi
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Grazie Luca! Tutto il tempo che vuoi.
Ciao
Carlo
Carlo
Guardata a lungo la serie e credo che tu abbia raggiunto l'obbiettivo che ti eri prefisso.
Siccome il lavoro non è terminato aspetto che tu lo concluda...Mi manca una foto introduttiva ed una conclusiva.
Alla prossima.
Siccome il lavoro non è terminato aspetto che tu lo concluda...Mi manca una foto introduttiva ed una conclusiva.
Alla prossima.
Ultima modifica di rosario il sab ago 22, 2015 5:19 am, modificato 1 volta in totale.
Bella serie, onirica e inquietante che sembra indagare il lato più oscuro della fede e dell'animo. Mi ricorda in parte il lavoro di Mimmo Jodice. Complimenti
A mio modesto parere toglierei solo la n. 8 dalla serie per una questione di coerenza, ma nulla di essenziale in ogni caso.
Ciao
Stefano
A mio modesto parere toglierei solo la n. 8 dalla serie per una questione di coerenza, ma nulla di essenziale in ogni caso.
Ciao
Stefano
Personal Website: http://www.stefanomartellucci.com
- carlo riggi
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Grazie Rosario (benvenuto!) e Stefano!
Sono indeciso sull'idea di un inizio e una fine. Mi sembrerebbe una confezione "pericolosa" per una serie che fa dell'insaturo (come diceva Maurizio) la sua cifra.
C'è pure che quella spinta in questo momento è un po' sopita. Non voglio esagerare, ma ci vuole una particolare predisposizione per entrare in un luogo di culto e mettersi in una dimensione di contatto così "intimo" con quelle icone. E' quella vicinanza che svela il diabolico... Magari più avanti ci tornerò.
La 8, è vero, può sembrare un elemento di discontinuità. Ho pensato molto anch'io se lasciarla o toglierla. Alla fine ho scelto di tenerla, sostanzialmente per due motivi: uno, perché credo che quell'armatura contenga anch'essa una sua misteriosa sacralità; due, perché quella foto mi piace un sacco.
Jodice per me è una fonte di ispirazione. Lo è da molto tempo.
Sono indeciso sull'idea di un inizio e una fine. Mi sembrerebbe una confezione "pericolosa" per una serie che fa dell'insaturo (come diceva Maurizio) la sua cifra.
C'è pure che quella spinta in questo momento è un po' sopita. Non voglio esagerare, ma ci vuole una particolare predisposizione per entrare in un luogo di culto e mettersi in una dimensione di contatto così "intimo" con quelle icone. E' quella vicinanza che svela il diabolico... Magari più avanti ci tornerò.
La 8, è vero, può sembrare un elemento di discontinuità. Ho pensato molto anch'io se lasciarla o toglierla. Alla fine ho scelto di tenerla, sostanzialmente per due motivi: uno, perché credo che quell'armatura contenga anch'essa una sua misteriosa sacralità; due, perché quella foto mi piace un sacco.
Jodice per me è una fonte di ispirazione. Lo è da molto tempo.
Ciao
Carlo
Carlo
Da sempre,Carlo,ho vissuto una sorte di "malessere" in ogni chiesa in cui sono entrato. Gli odori,la penombra,le architetture hanno sempre scaturito in me una sorta di paura,di ambiguita'.Quasi terrore. Piu' che luoghi di pace e serenita',per me hanno sempre rappresentato inquietudine....Mi solleva il fatto che non sono il solo a percepire questo senso di "diabolico'" in luoghi che dovrebbero trasmettere ben altro.
E pensare che mia moglie mi voleva portare dall'esorcista...ahahah
E pensare che mia moglie mi voleva portare dall'esorcista...ahahah
Maurizio Cassese.
- carlo riggi
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Avrebbe fatto bene!maucas ha scritto: E pensare che mia moglie mi voleva portare dall'esorcista...ahahah
Sì Maurizio, sacro e diabolico si incontrano in quell'area di confine di cui parlavo e che contiene il "mistero", ciò che sentiamo appartenerci ma che non possiamo conoscere, controllare, rappresentare. Lo facciamo attraverso questi elementi simbolici (di cui la chiesa storicamente si è servita anche per assoggettare e intimorire), che proprio per quello assumono una fortissima ambivalenza.
Ma, se ci pensi, ogni cosa se guardata a lungo e da vicino diventa paurosa. Prova a guardarti a lungo negli occhi allo specchio... C'è una parte di noi che non conosciamo, e che temiamo per quello.
Spesso la proiettiamo sugli altri (la paura del diverso) e così plachiamo in parte le nostre ansie. Ma è di noi stessi che abbiamo paura. La fotografia, come dice Nicola, può essere uno strumento in grado di aiutarci a dare a queste angosce profonde una qualche raffigurabilità.
Ciao
Carlo
Carlo
- simone toson
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La serie è molto bella e riportano alla dimensione dell'incubo grazie anche al tuo "trattamento" caratteristico.
Anche io da bambino ho avuto sensazioni simili alla paura con le icone, i gesti, i rituali in alcune occasioni religiose ed è incredibile come la religione cattolica sia piena di avvertimenti e avvenimenti che incutono disagio, ansia e paura.
La Bibbia è piena di catastrofi, punizioni, violenza. Ricordo questo lavoro fotografico http://www.choppedliver.info/holy-bible/davvero impressionante.
Il tema come lo hai sviluppato tu, dove il filo conduttore è finemente psicologico, è interessante e potrebbe a mio avviso essere sviluppato perché questo lo vedo come primo step, una piccola parte di un lavoro più ampio che potresti prenderti il tempo e la briga di continuare.
Non mi soffermo sulle singole immagini che sono tutte belle ed efficaci ma che solleticano a mio avviso un mondo colmo di rituali, gesti, particolari e richiami ad un universo mistico alquanto efficace nel far breccia in menti deboli.
Questo perché l'estetica della singola immagine passa in secondo piano rispetto al messaggio proposto che deve trovare in una serie più variegata la forza di emergere.
Immagino non serva aggiungere che questa è la mia visione, rispetto anche al concetto di fotografia proposta come serie di immagini legate tra loro da un sottile filo conduttore psicologico ed il mio è un invito ad andare oltre.
Anche io da bambino ho avuto sensazioni simili alla paura con le icone, i gesti, i rituali in alcune occasioni religiose ed è incredibile come la religione cattolica sia piena di avvertimenti e avvenimenti che incutono disagio, ansia e paura.
La Bibbia è piena di catastrofi, punizioni, violenza. Ricordo questo lavoro fotografico http://www.choppedliver.info/holy-bible/davvero impressionante.
Il tema come lo hai sviluppato tu, dove il filo conduttore è finemente psicologico, è interessante e potrebbe a mio avviso essere sviluppato perché questo lo vedo come primo step, una piccola parte di un lavoro più ampio che potresti prenderti il tempo e la briga di continuare.
Non mi soffermo sulle singole immagini che sono tutte belle ed efficaci ma che solleticano a mio avviso un mondo colmo di rituali, gesti, particolari e richiami ad un universo mistico alquanto efficace nel far breccia in menti deboli.
Questo perché l'estetica della singola immagine passa in secondo piano rispetto al messaggio proposto che deve trovare in una serie più variegata la forza di emergere.
Immagino non serva aggiungere che questa è la mia visione, rispetto anche al concetto di fotografia proposta come serie di immagini legate tra loro da un sottile filo conduttore psicologico ed il mio è un invito ad andare oltre.
- carlo riggi
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- Iscritto il: gio giu 25, 2009 10:38 pm
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Grazie Simone!
Nell'eventualità di proseguire, tu proponi di esplorare altri aspetti dell'iconografia sacra (e quali)? Oppure mi suggerisci di ampliare la rassegna di questi volti tra il mistico e il diabolico, tra il dolente e l'estatico?
Nell'eventualità di proseguire, tu proponi di esplorare altri aspetti dell'iconografia sacra (e quali)? Oppure mi suggerisci di ampliare la rassegna di questi volti tra il mistico e il diabolico, tra il dolente e l'estatico?
Ciao
Carlo
Carlo
- simone toson
- Messaggi: 2164
- Iscritto il: lun mag 07, 2012 2:54 pm
- Località: Verona
A dire il vero la mia idea va oltre l'iconografia. Di certo non aggiungerei statue, cioè continuerei a fotografarle per trovare immagini ancora migliori se fosse possibile visto che già sei messo bene. Penso piuttosto ad allargare la ricerca con gestualità, oggetti, luoghi, situazioni.
Girare attorno al tema anche da distante ma variare di molto stando attento con una certa maestria che ti appartiene a non uscire dal seminato e dal registro definito. Certo, non così semplice. Peraltro il tuo archivio fotografico è già abbastanza ricco di immagini attinenti al tema, ne sono sicuro. Io in questo contenitore ci vedo tante cose anche paesaggi, gesti come la semplice ostensione della particola, chiese in contesti abbandonati, i tuoi particolari delle processioni senza sconfinare ovviamente nel reportage sulla processione. Particolari quindi. Ma poi puoi fare quello che vuoi perché il tema si presta e se ci ragioni sopra tante sono le situazioni che richiamano alla "paura" non solo le statue e l'iconografia. Poi magari è un lavoro diverso da quello che avevi in mente ma prova a pensarci di allargare l'orizzonte, potrebbe uscirne un lavoro interessante soprattutto se interpretato a modo tuo.
Se poi prendi spunto dalle tue conoscenze in ambito psicologico penso che potresti attingere non poco per rappresentare le paure e da dove nascono, come e perché.
Girare attorno al tema anche da distante ma variare di molto stando attento con una certa maestria che ti appartiene a non uscire dal seminato e dal registro definito. Certo, non così semplice. Peraltro il tuo archivio fotografico è già abbastanza ricco di immagini attinenti al tema, ne sono sicuro. Io in questo contenitore ci vedo tante cose anche paesaggi, gesti come la semplice ostensione della particola, chiese in contesti abbandonati, i tuoi particolari delle processioni senza sconfinare ovviamente nel reportage sulla processione. Particolari quindi. Ma poi puoi fare quello che vuoi perché il tema si presta e se ci ragioni sopra tante sono le situazioni che richiamano alla "paura" non solo le statue e l'iconografia. Poi magari è un lavoro diverso da quello che avevi in mente ma prova a pensarci di allargare l'orizzonte, potrebbe uscirne un lavoro interessante soprattutto se interpretato a modo tuo.
Se poi prendi spunto dalle tue conoscenze in ambito psicologico penso che potresti attingere non poco per rappresentare le paure e da dove nascono, come e perché.