Una ridicola immagine digitale sprigiona i sentimenti più arzigogolati.
L'immagine è decisamente insignificante per ciò che rappresenti...NULLA!
Decisamente meglio sarebbe stato se lo spuntone acuminato fosse stato ripreso all'altezza della zona pelvica dell'autore: Avrebbe avuto senso...
Ma ciò che mi lascia perplesso è lo sviluppo dei vari pensieri che ne è scaturito: Il NULLA che scuote il dolce dormir del digitaiolo...
Selfie (foto)
Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi
E poi ci si lamenta che i Forum sono deserti...evidentemente molti di coloro che avevano enfatizzato il NULLA, dopo essersi riletti...vergognandosene, si sono definitivamente eclissati.
Meglio pochi Fotografi con Fotografie pur racccapppriccccianti, piuttosto che una marea mucillaginosa di ridicole immagine elettroniche.
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Pixel volant Pelicula manent
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Forse, si era semplicemente esaurito e completato l'argomento oggetto della discussione.
E.
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Se per selfie si intende puntare l'apparecchio fotografico su se stessi impugnandolo con una o due mani c'è stato sicuramente qualcuno prima di chi fa tutto questo con il telefono (il bastone per i selfie non lo prendo in considerazione):Elmar Lang ha scritto: ↑dom giu 14, 2020 10:28 pm Forse, si era semplicemente esaurito e completato l'argomento oggetto della discussione.
E.
https://www.damianieditore.com/it-IT/product/626
Ho il libro ed è molto interessante.
E comunque mi viene in mente anche Maripol, che faceva tutto questo con una Polaroid SX-70.
Con la fotocamera appoggiata su qualsiasi cosa, montata su cavalletto o davanti allo specchio, preferisco chiamarli autoritratti.
Diciamo una cosa: buttare via decine di scatti digitali non costa nulla ed è per questo che la cosa si è imposta (vale anche per le foto dei piatti). Quando bisognava pagare per forza di cose, pellicola, sviluppo e stampa era tutto molto diverso. In pochi si azzardavano. Ora non bisogna nemmeno acquistare la fotocamera, è già nel telefono!
- Stefano Tambalo
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Certo, esempi ce ne sono parecchi.roger ha scritto: ↑mar set 20, 2022 6:49 pm
Se per selfie si intende puntare l'apparecchio fotografico su se stessi impugnandolo con una o due mani c'è stato sicuramente qualcuno prima di chi fa tutto questo con il telefono (il bastone per i selfie non lo prendo in considerazione):
https://www.damianieditore.com/it-IT/product/626
Ho il libro ed è molto interessante.
Sul bastone per selfie non riaprirei vecchi discorsi già approfonditi - credo proprio in questo thread.
Una domanda invece sul libro che hai citato: cosa lo rende interessante *per te*?
Prima di tutto è un lavoro seriale abbastanza monolitico, cambia qualcosa solo negli ultimi anni e poi mi piace molto il taglio di quasi tutte le fotografie, realizzate quasi fino ad oggi con una Leica, il 28 millimetri e il flash. E poi ci sono decenni di personaggi che hanno fatto e fanno parte della vita culturale del mondo occidentale e non solo. Per me è una bella galleria di facce.Stefano Tambalo ha scritto: ↑mer set 21, 2022 10:15 pmCerto, esempi ce ne sono parecchi.roger ha scritto: ↑mar set 20, 2022 6:49 pm
Se per selfie si intende puntare l'apparecchio fotografico su se stessi impugnandolo con una o due mani c'è stato sicuramente qualcuno prima di chi fa tutto questo con il telefono (il bastone per i selfie non lo prendo in considerazione):
https://www.damianieditore.com/it-IT/product/626
Ho il libro ed è molto interessante.
Sul bastone per selfie non riaprirei vecchi discorsi già approfonditi - credo proprio in questo thread.
Una domanda invece sul libro che hai citato: cosa lo rende interessante *per te*?
Ho trovato questo volumetto ad un prezzo molto conveniente, anche se non c'è disponibilità sul sito di Damiani. L'ho trovato estremamente interessante, a partire dalla figura di Jean Pigozzi, figlio del fondatore della SIMCA. Jean Pigozzi è un personaggio introdotto, si è laureato ad Harvard, ha lavorato di qua di di là dell'oceano. Conosce tutti i personaggi con i quali si è fotografato ed anche altri: da Andy Warhol a Ringo Starr a Gianni Agnelli.
Nell'introduzione
Nell'introduzione
Un tipo originale e creativo, ha cominciato nel 1972. Non ha fatto solo "selfie". Roger ha posto in evidenza la tecnica ed è merito di Pigozzi averla sviluppata. E sicuramente è un tipo con certe frequentazioni (la famiglia Agnelli, i fondatori di Rolling Stone, ...), ha creato un modo di esprimersi ed è stato capace di andarsi a "prendere le fotografie" che voleva fare.I invented the selfie, (but not the word selfie)
I use a Leica with a flash.
I have long arms.
I am dyslexic.
Selfies are much better than autographs as they
really prove that you met the person in the photo next to you.
Sicuramente fotografare Bianca Jagger invece della mia vicina di pianerottolo rende agli occhi di molti più interessanti le fotografie di Pigozzi. Lo penso anche io, è inutile nasconderlo, ma non è questo il punto.cliqueur ha scritto: ↑mar set 27, 2022 10:45 am Ho trovato questo volumetto ad un prezzo molto conveniente, anche se non c'è disponibilità sul sito di Damiani. L'ho trovato estremamente interessante, a partire dalla figura di Jean Pigozzi, figlio del fondatore della SIMCA. Jean Pigozzi è un personaggio introdotto, si è laureato ad Harvard, ha lavorato di qua di di là dell'oceano. Conosce tutti i personaggi con i quali si è fotografato ed anche altri: da Andy Warhol a Ringo Starr a Gianni Agnelli.
Nell'introduzione
Un tipo originale e creativo, ha cominciato nel 1972. Non ha fatto solo "selfie". Roger ha posto in evidenza la tecnica ed è merito di Pigozzi averla sviluppata. E sicuramente è un tipo con certe frequentazioni (la famiglia Agnelli, i fondatori di Rolling Stone, ...), ha creato un modo di esprimersi ed è stato capace di andarsi a "prendere le fotografie" che voleva fare.I invented the selfie, (but not the word selfie)
I use a Leica with a flash.
I have long arms.
I am dyslexic.
Selfies are much better than autographs as they
really prove that you met the person in the photo next to you.
Maripol (al centro), più o meno nello stesso periodo ma con la Polaroid SX-70, faceva le stesse cose. Qua è con Edwige Belmore e Bianca Jagger. Con un po' di pazienza si può trovare qualcosa in rete. Altrimenti consiglio i libri Maripolarama (facile da trovare) e Maripola X (un po' più raro e costoso).
Sinceramente non ho del tutto capito quale è il punto che vuoi marcare.
Ho dimenticato di dire che mi piace l'idea che Jean Pigozzi sviluppi una serie temporale del suo proprio aspetto, mettendosi direttamente in gioco. Basta guardare la prima e l'ultima foto con Faye Dunaway.
Uno degli aspetti che i fotografi di celebrità sottolineano è la costante preoccupazione dell'effetto che le loro fotografie avranno sulla loro immagine pubblica. Per questo hanno bisogno di fidarsi del fotografo e di Pigozzi si fidano.
Certo, stabilire la primogenitura di uno stile è sempre difficile. Maripol ha cinque anni più di Pigozzi, è stata in contatto alcuni degli ambienti che frequenta/va, molte conoscenze in comune nella scena newyorkese (la Factory). L'approccio, gli interessi, lo sviluppo temporale mi sembrano assai diversi. Altri fotografi, altre tecniche, altri soggetti.
Per quanto una fotografia possa essere unica, è possibile trovarne una molto simile.
Ho dimenticato di dire che mi piace l'idea che Jean Pigozzi sviluppi una serie temporale del suo proprio aspetto, mettendosi direttamente in gioco. Basta guardare la prima e l'ultima foto con Faye Dunaway.
Uno degli aspetti che i fotografi di celebrità sottolineano è la costante preoccupazione dell'effetto che le loro fotografie avranno sulla loro immagine pubblica. Per questo hanno bisogno di fidarsi del fotografo e di Pigozzi si fidano.
Certo, stabilire la primogenitura di uno stile è sempre difficile. Maripol ha cinque anni più di Pigozzi, è stata in contatto alcuni degli ambienti che frequenta/va, molte conoscenze in comune nella scena newyorkese (la Factory). L'approccio, gli interessi, lo sviluppo temporale mi sembrano assai diversi. Altri fotografi, altre tecniche, altri soggetti.
Per quanto una fotografia possa essere unica, è possibile trovarne una molto simile.
Il punto che voglio marcare è che trovo comunque il lavoro interessante e non solo perché ha fotografato i vip. Cosa che ho già scritto in precedenza.cliqueur ha scritto: ↑mar set 27, 2022 12:21 pm Sinceramente non ho del tutto capito quale è il punto che vuoi marcare.
Ho dimenticato di dire che mi piace l'idea che Jean Pigozzi sviluppi una serie temporale del suo proprio aspetto, mettendosi direttamente in gioco. Basta guardare la prima e l'ultima foto con Faye Dunaway.
Uno degli aspetti che i fotografi di celebrità sottolineano è la costante preoccupazione dell'effetto che le loro fotografie avranno sulla loro immagine pubblica. Per questo hanno bisogno di fidarsi del fotografo e di Pigozzi si fidano.
Certo, stabilire la primogenitura di uno stile è sempre difficile. Maripol ha cinque anni più di Pigozzi, è stata in contatto alcuni degli ambienti che frequenta/va, molte conoscenze in comune nella scena newyorkese (la Factory). L'approccio, gli interessi, lo sviluppo temporale mi sembrano assai diversi. Altri fotografi, altre tecniche, altri soggetti.
Per quanto una fotografia possa essere unica, è possibile trovarne una molto simile.
Di Pigozzi si fidano perché è di casa, in molti casi è molto più ricco di loro (sembra una sciocchezza ma non lo è) e inoltre è un gran collezionista di arte, insomma un buon cliente per alcuni dei personaggi ritratti. Ma anche questo non toglie nulla al suo lavoro. Non ho citato la mia vicina di casa per caso.
Sicuramente il filo che unisce Maripol a Jean Pigozzi non è così spesso ma nemmeno così sottile. Su altri soggetti però non sono così d'accordo.
Anche io. E mi sembrava di essere andato ben al di là del commento alle relazioni sociali ed economiche di Pigozzi. Ma magari sbaglio.
Citare selettivamente consente di capire meglio a cosa si riferisce la risposta.