Ansel Adams: intanto non c'è paragone per
- - il formato: un miserello 24x36 contro grande formato
- tecnica di stampa: non mi sognerei di paragonare la maestria tecnica di AA con la mia. Adams mi sembra il teorico, ma anche l'empirico della ripresa fotografica e della stampa.
Inoltre non ho molto tempo per guardare i miei libri di fotografia, alcuni non li ho nemmeno ancora scartati dalla pellicola trasparente. Pesano e ne sono spesso molto lontano, prima di prenderne altri vorrei vedere quelli che ho.
Poi c'è la questione di "quale fotografia": i miei paesaggi sono assolutamente incidentali, questo mi è piaciuto e ce n'è anche un altro simile, ma certo non è il mio scopo specializzarmi in paesaggi.
Anche se il concetto di "paesaggio" riguarda anche le storie per immagini, come sappiamo.
Una cartolina: certo, nessuno credo amerebbe che una propria fotografia fosse considerata una cartolina. Ma l'ho guardata meglio ed è una cartolina.
Il problema è forse, e lo dice anche il buon Barthes, che noi esseri umani dobbiamo avere delle categorie di riferimento alle quali rapportare ciò che vediamo, le fotografie che vediamo. Quindi vediamo qualcosa, la baita di Luca, e ci vengono in mente altre fotografie, il nostro concetto di baita. Ed a questi lo rapportiamo.
Ma chi può dire una fotografia scattata da uno di noi l'avrebbe potuta scattare Stephen Shore, Cartier Bresson, Eggleston, Erwitt, Parr, Sessini, Alex Webb, Gaumy, Pellegrin, Majoli, Scianna ...?
Il fatto è che non l'hanno scattata quelli, ma noi.
Adams fotografava i grandi scenari montuosi americani, questo è un prato montano. Tutt'altro.
Se troverò una fotografia di AA che veramente rappresenta una baita su un prato, ve le proporrò.
CIao,
Luca