Come scrissi anni fa nell'intervista che mi fece Toni Thorimbert, io conoscevo già Robert Frank soprattutto per i lavori degli anni '50 e in particolare per "The Americans".
Riporto quello stralcio, "nel 1989 lessi la recensione della nuova edizione di "The lines of my hand" su Photo Italia, e tra le altre, c'era pubblicata una fotografia, un trittico per essere precisi, intitolato "Blind Love Faith", una semplice maschera di gomma appesa ad un palo. Da quel giorno la mia vita è cambiata, lì ho capito."
Ora, io non ho mai specificato il perché, ma questo trittico fu per me un'autentica illuminazione.
La prima foto è sfocata, la seconda ha un orizzonte storto e non di poco, nella terza la maschera è mossa, mezza mangiata e piuttosto defilata, ma soprattutto è solo una maschera di gomma appesa a un palo, non è un soggetto di per sé particolarmente interessante ne tanto meno significativo.
Allora che cosa ho capito? Che la geometria, la composizione, i pesi, gli equilibri piuttosto che la regola dei terzi, non sono sufficienti ne tanto meno necessari, utilizzati come regolette finiscono per consentirti di fare il "compitino" e niente di più, non solo è il MODO con cui si fotografa che è fondamentale e non le trovate come molti pensano, ma la cosa più importante è l'ENERGIA, se c'è quella la foto funziona, senza di quella si rimane nel conformismo scolastico che ci ha letteralmente invasi.
Quindi, sempre ENERGIA!
Grazie Robert.
L'intervista di Thorimbert è del 2013, la migliore che mi sia stata fatta, per chi se la fosse persa questo è il link:
http://tonithorimbert.blogspot.com/2013 ... apher.html
Ciao
Luca
Energia
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L'intervista la conoscevo, grazie.
Non ci sono "regole", solo strumenti. Che si può scegliere di applicare o meno.
Le fotografie forti, o "energetiche" come dici tu, vengono da altre costellazioni.
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Grazie LucaLuca A Remotti ha scritto:L'intervista la conoscevo, grazie.
Non ci sono "regole", solo strumenti. Che si può scegliere di applicare o meno.
Le fotografie forti, o "energetiche" come dici tu, vengono da altre costellazioni.
Ciao
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A me invece la concezione un po' sciamanica del ruolo del fotografo mi lascia parecchio perplesso. Sento echi delle "good vibrations" e delle "positive energies" degli anni '70.
Paolo Viviani
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
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Paolo, non leggo di “sciamani” ma di forza di una foto.
Mi illumini tu?
Mi illumini tu?
Luca, quello intendevo con il mio intevento era esprimere la mia diffidenze nei confronti di termini, come appunto quello di energia, che non so bene come vada interpretato, e di perplessità rispetto al tentativo del fotografo di trasmettere questa energia facendosi coinvolgere dal soggetto. Ma naturalmente questa è una posizione personale oltre che largamente minoritaria al giorno d'oggi.
Paolo Viviani
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- mauro ruscelli
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Io credo molto al concetto di energia descritto da Luca e devo dire che mi piace molto l'idea di una fotografia sciamanica. Nel ritrarre persone come ho fatto negli ultimi anni, la sensazione la senti. Ed e' proprio il valore di queste sessioni fotografiche, quando si crea sintonia, quando si lavora sulla stessa lunghezza d'onda. Oltre a conoscere persone e storie che e' sempre un arricchimento personale.
Non mi sento in queste situazioni un fotografo od un artista, ma forse uno sciamano si, capace di far emergere quella forza. E a volte vedere oltre la semplice realtà' di una donna svestita davanti
Non mi sento in queste situazioni un fotografo od un artista, ma forse uno sciamano si, capace di far emergere quella forza. E a volte vedere oltre la semplice realtà' di una donna svestita davanti
Mauro
Instagram: @mauroruscelli
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