La fotografia è “altro”

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
Forse è opportuno sottolineare che
  • si può certo dire che la cura formale è una modalità espressiva
  • che si può decidere che è necessario fare una fotografia formalmente accurata
  • nessuno può dire che una data fotografia “doveva” rispettare un canone formale. E nemmeno che una fotografia migliora rispettando un canone formale
Questo lo può decidere solo il fotografo.
Ultima modifica di cliqueur il dom mar 14, 2021 11:06 am, modificato 1 volta in totale.
Avatar utente
simone toson
Messaggi: 2164
Iscritto il: lun mag 07, 2012 2:54 pm
Località: Verona
abschied ha scritto:Non ci sono diecimila maniere di fare il ragù, ma solo ragù più o meno buoni.
Penso che il succo del discorso stia in questa perfetta metafora.
Diciamo che il ragù è il ragù, e deve essere buono.
Ci sono vari modi di farlo, ma in linea di principio gli ingredienti sono quelli. Puoi fare un soffritto diverso, metterci più o meno pomodoro, tipi di carne diversa.
Ma se la carne fa schifo, lo fai cuocere poco, la verdura fa schifo, il ragù farà schifo.
Ecco, posso affermare che la fotografia è come il ragù: o è buona o fa schifo. Oppure è na via di mezzo e te la dimenticherai presto.
Aspetterei però il parere di un bolognese doc come Massimo Stefani, che di ragù sicuramente se ne intende..
:-) :-) :-)
cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
temo dobbiamo allargare la metafora: qui non si tratta solo di ragù, ma del desinare complessivamente.
Alla lunga sempre gli stessi sapori vengono a noia, proviamo a mangiare sempre lo stesso ragù, o lo stesso caviale, o la stessa pizza capricciosa. Il mio auspicio è che il pasto vari, oltre ad essere ottimo. Qui entra in gioco, opportunamente, il palato dei commensali. Il maestro dei ragù nulla potrà se i suoi ospiti si sono stufati dello stesso ragù seppur di supremo livello.
abschied
Messaggi: 658
Iscritto il: mar gen 27, 2009 5:11 pm
Località: Milano
cliqueur ha scritto:temo dobbiamo allargare la metafora: qui non si tratta solo di ragù, ma del desinare complessivamente.
Alla lunga sempre gli stessi sapori vengono a noia, proviamo a mangiare sempre lo stesso ragù, o lo stesso caviale, o la stessa pizza capricciosa. Il mio auspicio è che il pasto vari, oltre ad essere ottimo. Qui entra in gioco, opportunamente, il palato dei commensali. Il maestro dei ragù nulla potrà se i suoi ospiti si sono stufati dello stesso ragù seppur di supremo livello.
Mettiamola sul leggero: Innanzitutto il ragù alla bolognese è carne macinata col pomodoro e non ha quindi alcun rapporto col vero ragù che è quello napoletano per il quale si fa cuocere un pezzo di carne intero nel sugo di pomodoro per almeno otte ore passate le quali la carne si da al gatto. Fatta questa premessa, dopo una settantina d'anni (per bambini piccoli il ragù è indigesto), io non mi sono affatto stufato di mangiarlo, anzi. Stesso discorso per la pizza della quale ci sono solo due varianti ortodosse che si possono gustare ad libitum: marinara (con le alici) e Margherita (con due sottovarianti, mozzarella o provola). Le altre pizze sono tentativi abortiti del "famolo strano". Da qui alla fotografia il passo è breve...

PS: Dimenticavo: io sono napoletano.
Ultima modifica di abschied il dom feb 21, 2021 1:17 am, modificato 1 volta in totale.
Paolo Viviani
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
Caro Paolo,
abschied ha scritto:io non mi sono affatto stufato di mangiarlo
E qui direi che entriamo nel campo della soggettività. Il "palato dei commensali" di cui parlavo.

Nota a margine, nel crogiolo della mia famiglia ci sono origini napoletane e ricordo benissimo "la genovese" che cuoceva nella casa di campagna nel salernitano mentre mia nonna giocava a canasta. E sono d'accordo con te sulla pizza.

I bolognesi, e ancora i francesi - il ragoût - avranno opinioni diverse. Senza voler scomodare Caterina De' Medici e come ha influenzato la cucina d'oltralpe.

Ma nel complesso sono relativamente poche le opere fotografiche che non stancano mai. E ce ne sono anche di assimilabili alla Pizza con l'ananas.
Avatar utente
Stefano Tambalo
Messaggi: 2076
Iscritto il: mer mag 13, 2009 4:26 pm
Località: Verona
Contatta:
cliqueur ha scritto:Forse è opportuno sottolineare che
  • - si può certo dire che la cura formale è una modalità espressiva
  • - che si può decidere che è necessario fare una fotografia formalmente accurata
  • - nessuno può dire che una data fotografia “doveva” rispettare un canone formale. E nemmeno che una fotografia migliora rispettando un canone formale
Questo lo può decidere solo il fotografo.
Mah.. secondo me il canone formale è richiesto perché una data fotografia diventi quella fotografia.
Se ci prova soltanto, o se vuol far altro, non la proporrà come quella fotografia.
Se decide di proporre comunque una data fotografia per quella fotografia, sarà ben disposto a vederla letta diversamente.
cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
D'accordo sul punto: l'elemento formale fa intrinsecamente parte della fotografia e del suo messaggio. Bisogna poi vedere come DEVE essere QUELLA fotografia, se funziona con o senza il rispetto della forma. Questo lo può decidere solo il fotografo, posto che sappia applicare canoni formali.

Sarebbe importante che la scelta fosse consapevole e possibilmente radicata nel percorso espressivo del fotografo.

Qualunque fotografo che proponga una fotografia esponendola, in qualunque modo, perde il controllo del suo significato, sostanziale e formale. Da questo punto di vista si conferma che "in una fotografia uno vede quel che sa" (cit. Grazia Neri). Il rischio è che lo spettatore della fotografia del fotografo ne sappia, o creda di saperne, più del fotografo stesso. Ed entrano in gioco innumerevoli elementi dai contorni impalpabili: l'effetto alone, per esempio.

Ogni fotografia o narrazione fotografica viene collocata in un mainstream, soggettivo ma anche oggettivo, e confrontata con questo mainstream. Bisogna poi vedere se questa collocazione è accettata dal fotografo e se chi la colloca nel mainstream lo fa a ragione.

L'unica "salvezza" è dominare il mainstream. Come fotografo o come critico.

Spesso uno si aggiusta.
Avatar utente
mauro ruscelli
Site Admin
Messaggi: 8727
Iscritto il: dom dic 10, 2006 4:05 pm
Località: Ferrara
Contatta:
devo rileggerlo tutto con calma, impegnativo ma interessante
Mauro

Instagram: @mauroruscelli
cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
Ogni tanto mi sottopongo alla "tortura" di fare leggere le mie fotografie. Lo so, ne mostro poche qui, in parte perché quelle "decenti" le ho già postate, in parte perché per la fotografia che vorrei fare adesso - e le restrizioni COVID-19 non aiutano, ma ci sono anche altre questioni - sarei tentato di buttare via tutto l'archivio. E in oltre quattro decenni ne ho fatte di fotografie.
Ad ogni modo
  • mettere insieme una serie coerente è una delle cose più difficili che si possano immaginare. Le fotografie non si prestano a trasmettere sofisticati concetti, sono dirette e semplici;
  • posso immaginare contesti e retroterra sofisticatissimi, ma è molto difficile trasferire questi in una sequenza. Ho sentito una proposta molto complessa, su una situazione anche emotivamente coinvolgente. Ma nelle fotografie non si vedeva per niente. La rappresentazione era originale: immagini riprese da un film super 8, ma resta la comunicazione assente sul tema;
  • anche creare legami evidenti tra una sequenza di fotografie non è per niente facile, soprattutto lavorando in contesti vicini e conosciuti. Se facessi vedere la Roma barocca ad un giapponese probabilmente farei più effetto;
  • le fotografie che fa un fotoamatore urbano - romano in questo caso - sono mediamente viste e poco originali;
  • il fotoamatore urbano che fa corsi di fotografia poi prova a mettere insieme i concetti che gli vengono trasmessi (who, why, where, when, what) su temi deboli e con risultati mediamente scontati;
  • si vede sempre la storia dell'uomo che vive in una casa disabitata o del clochard che vive in condizioni precarie;
  • capita anche di vedere, non in contesto urbano, ovviamente, la storia dei braccianti immigrati che lavorano nei campi. Ma quante ne abbiamo viste? (ricordo il lavoro di Nicola Spadafranca presentato anche qui);
  • poi ci sono i lettori: l'approccio è che IO gli devo dire cosa volevo rappresentare. E questo è il cappio che io annodo per esservi "impiccato". Perché, come detto, nella maggior parte dei casi non riesco a trasferire nelle fotografie e nella serie di fotografie la complessità che vedo;
  • i commenti sono per lo più altamente critici. Traspare chiaramente l'impostazione di fondo, la sensibilità a specifici temi, a volte la mancanza di tempo.
Almeno sto imparando come presentare il mio lavoro. O come non presentarlo. Quando potrò rimettermi al lavoro per concepire serie seguendo un filo rosso stabilito prima di scattare vedremo se riuscirò.
Ma forse non sarò mai capace.
O forse dovrei considerare l'esperienza semplicemente per quel che è.
abschied
Messaggi: 658
Iscritto il: mar gen 27, 2009 5:11 pm
Località: Milano
Luca, io non mi farei troppi scrupoli. Apprezzo le serie, ma non mi sembra per forza necessario che ci sia un filo conduttore narrativo. Una serie può anche essere puramente tematica.
Paolo Viviani
http://www.flickr.com/photos/86176478@N00/
cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
abschied ha scritto: dom apr 11, 2021 7:43 pm Luca, io non mi farei troppi scrupoli. Apprezzo le serie, ma non mi sembra per forza necessario che ci sia un filo conduttore narrativo. Una serie può anche essere puramente tematica.
Grazie Paolo.
In questo periodo sto fotografando poco ma studiando e riflettendo molto. Perché sono sempre più convinto che al di là di tecnica e “attrezzi” (non ci sono regole in fotografia, solo attrezzi) è il contenuto che conta.
Il resto mi sembra tutto finto.
  • l’ennesima storia dei braccianti/migranti sfruttati o violati
  • l’ennesima storia intimistica
  • l’ennesima immagine straniata in un vano tentativo di darle un sapore metafisico.
In realtà la foto che “buca” lo schermo - sarebbe meglio se bucasse la carta su cui è stampata - è rarissima. È rarissima l’immagine che riesce a mostrare un vero spessore.

Ci sono i precursori. Gli altri sono epigoni. O imitatori. Yet, the show must go on, spesso facendo leva sul fatto che “in una fotografia uno vede quel che sa” (cit.).

Io sono qui che combatto. E la tentazione di buttare tutto l’archivio resta. A volte mi sembra “un’accozzaglia di poesiole in rima” di uno studente delle medie. Che magari avrò scritto con una “penna preziosissima”, ma che non comunicano nulla.

P.S. “Cliqueur” è colui che pigia il pulsante di scatto. Tutto il resto lo fa qualcosa o qualcun altro.
cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
Enrico-To53 ha scritto: ven apr 16, 2021 11:55 am
cliqueur ha scritto: gio apr 15, 2021 2:36 pm Queste immagini hanno un loro perché.
il mio suggerimento è di selezionarle, ordinarle, dare loro le stesse dimensioni e presentarle in un unico post.
forse questo però vorrebbe dire che a monte serve un progetto, poi realizzarle seguendo un filo conduttore, altrimenti (forse) mettendole insieme mancherebbe un perché che non sia troppo generico.
Prendo spunto da questo preciso e pertinente commento di Enrico, profondamente vero.

Infatti, mettere insieme serie da archivio o da fotografie non concepite in maniera sequenziata è molto difficile ed emerge chiaramente dalle letture, per quanto erratiche queste letture possano essere.

Fatto è che la maggior parte dei fotografi amatoriali segue i propri interessi e non un filo conduttore - peraltro molto difficile da individuare, come evidente guardandosi attorno - uscendo e riprendendo situazioni che li colpiscono. Quindi con un perché generico.

Luigi, Schyter, non fa eccezione. Ce lo ha confermato lui stesso: è interessato a certi tipi di macchine e ottiche, anche stenopeiche, ed esplora.

Il mio commento era motivato dall’assenza di commenti e dall’idea che tutte queste fotografie di scene di paesaggio che ci propone possano avere un seppur tenue filo conduttore.

Come? Facendone stampine a basso costo, spargendole su una superficie e scartando ed ordinando. Per vedere cosa ne esce fuori.
Enrico-To53
Messaggi: 93
Iscritto il: sab mar 06, 2021 5:50 pm
"Come? Facendone stampine a basso costo, spargendole su una superficie e scartando ed ordinando. Per vedere cosa ne esce fuori"
-
si, può essere una soluzione, magari accoppiando la propria lettura a quelle di altre persone che ci possono aiutare (naturalmente persone consapevoli, non certo zia Cesira, per quanto simpatica possa essere)
però innanzitutto, per proseguire in questa analisi, bisognerebbe sentire cosa ne pensa il diretto interessato, che magari trova soddisfazione proprio nelle immagini singole, frutto di una ricerca più tecnica (il piacere di provare attrezzature) a qualsivoglia ricerca estetica/documentaria progettuale.
cliqueur
Messaggi: 2092
Iscritto il: lun ago 05, 2013 9:08 am
Contatta:
[schyter] ha scritto: mer apr 14, 2021 10:26 pmp
Enrico-To53 ha scritto: sab apr 17, 2021 10:58 am però innanzitutto, per proseguire in questa analisi, bisognerebbe sentire cosa ne pensa il diretto interessato
Direi che hai pienamente ragione.
La mia voleva essere solo una suggestione, niente di più.
Poi Luigi fa quello che desidera.
Avatar utente
[schyter]
Messaggi: 1323
Iscritto il: mer feb 08, 2017 4:24 pm
Località: Lodi
Contatta:
mi sento in imbarazzo a rispondere. Non ho una cultura fotografica per replicare alle vs considerazioni che leggo con avidità. Probabilmente non ho nemmeno una grande conoscenza sull'arte. Semplicemente dedico tutto il mio poco tempo libero alla fotografia... ma lo faccio da "mestierante"; nemmeno da fotoamatore. Diciamo che la definizione giusta potrebbe essere "fotografante".

Inutile proseguire ... quando inizio a parlare sulla"fotografia" divento sicuramente logorroico e pedante; mi conosco.
Certamente il poco tempo libero nn mi permette di realizzare "forse" l'unico progetto che mi bazzica da sempre in testa... lo rimanderò per quando sarò un fotografante pensionato.
Per il momento mi trascino con la macchina fotografica "cercando" qualcosa che mi stimoli a scattare... ma questo da fotografante senza grosse basi è fortunatamente semplice. Chiaro che i risultati sono quello che sono.

La parte ludica, naturalmente divertente, mi porta a raccattare improbabili attrezzature fotografiche ... ma questa parte pseudo-collezionistica centra poco con la mia fotografia... presumo di essere in grado di scattare pure con una Leica/Hassy/Rollei ... Quando hai scattato con un foro stenopeico, Lubitel, Zorki, Zenit etc. si è praticamente certi di saper fotografare con tutto. :)
Cos'è la fotografia pinhole? Come dire che si sente un leggero fruscio ascoltando un vecchio 78 giri su un grammofono a manovella! ;/)

La perfezione ha un grande difetto, tende ad essere noiosa. ;/)
Rispondi