Nikkormat FT2

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

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isi
Ciao a tutti,
ne ho vista una nera in uno strano negozio ( :) )
mi ha molto colpito; cosa mi dite al riguardo?
della macchina, non del negozio :)

Fede
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PIERPAOLO
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la Nikkormat FT2 é una riedizione del 1975 del modello FT del 1965, con piccoli restyling, come il vetrino di messa a fuoco migliorato e un mirino con più indicazioni. Si tratta di un'onesta e robusta Nikon d'altri tempi, con esposimetro TTL ed esposizione manuale, carro armato e nave scuola di generazioni di fotografi
Pierpaolo

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se vuoi puoi consultare il mio articolo su Reflex sett 2007 sulla famiglia Nikkormat
LucaGhedini
Te l'ho già detto proprio nello strano negozio: se proprio vuoi prendi una FM.
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aldo54
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strano.

ma perchè continuate a dire strano?

se è quello che conosco anch'io non mi pare

che poi è frequentato da tanta gente strana non c'è dubbio
Un saluto, Aldo Claudio.
aldoclaudio.medorini@gmail.com
Vincenzo Maielli
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Io ho un paio di FT3, una nera e una cromata, dotate di innesto AI, alla pari della Nikon FM e di tutte le Nikon prodotte a partire dal 1977.
La Nikkormat FT2 invece ha ancora il vecchio sistema per la connessione all'esposimetro, che richiede gli obiettivi dotati della classica forchettina sulla ghiera dei diaframmi.
Il sistema funziona nel modo seguente:
1) Si deve impostare il diaframma f/ 5,6 sulla ghiera dei diaframmi dell'obiettivo.
2) Si deve innestare l'obiettivo sul bocchettone porta ottiche, facendo attenzione che la forchettina centri bene il perno sulla macchina.
3) Si deve ruotare l'obiettivo in senso anti orario fino al click di bloccaggio.
4) Infine, si deve ruotare la ghiera dei diaframmi prima verso la chiusura massima (ad esempio, f/ 22) e poi verso l'apertura maggiore (ad esempio, f/ 1,4).
E' più difficile a dirsi che a farsi, sebbene sia più lento cambiare obiettivi rispetto ad una Nikon con l'innesto AI.
La Nikkormat FT2, che ha un esposimetro al CDS, è alimentata da una batteria all'ossido d'argento da 1,55 volt.
Ciao.
Vincenzo
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aldo54
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spesso sono proprio queste manualità, queste gestualità che fano il fascino di una macchina rispetto ad un'altra.

un'Alfa Romeo con un cambio automatico, che macchina è ?
Un saluto, Aldo Claudio.
aldoclaudio.medorini@gmail.com
alessandrofarella
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Ma forse perché un negozio frequentato da tanta strana gente non può essere normale!
aldo54 ha scritto:strano.

ma perchè continuate a dire strano?

se è quello che conosco anch'io non mi pare

che poi è frequentato da tanta gente strana non c'è dubbio
alessandro farella
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Ho posseduto una Nikkormat Ftn per 15 anni, e l'ho utilizzata dovunque e in qualsiasi condizione. Il suo pregio maggiore è la robustezza.
Ho apprezzato: lo specchio sollevabile manualmente, la centratura della lancetta del galvanometro leggibile sul carter. Ho avuto problemi invece con l'esposimetro che è semi-spot ma che si lascia facilmente ingannare, la messa a fuoco difficile con i grandangoli e i normali.
Dato il peso considerevole e le limitazioni operative è una fotocamera che aveva senso 30 anni fà come macchina-scuola di accesso al sistema Nikon, oggi ha solo un certo fascino retrò.
Ma a questo punto la Nikon El (ex Nikkormat El) mi pare più affascinante.
Penso che confrontata con la FM, FM2, FE2, FM3 non ci sia storia, queste ultime sono veri capolavori che si trovano ad appena 200 Euro.
Mario Andreoli
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PIERPAOLO
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la funzione storica delle Nikkormat è stata proprio quella di allargare la base degli utenti Nikon, non solo per i corpi, ma sopratutto per le ottiche, permettendo pertanto ad una schiera di utenti 'dilettanti' di possedere attrezzatura Nikon al di fuori delle F/F2. La costruzione robusta delle Nikkormat ha tuttavia rivolto a queste macchine anche parecchi utenti professionisti, che le hanno utilizzate volentieri come secondo/terzo corpo. Ricordo l'alpinista e viaggiatore lecchese Carlo Mauri che fotografava proprio con una Nikkormat, magnificandone la robustezza. Ricordo legato alla cime del Resegone, in una giornata primaverile di moltissimi anni fa.
Pierpaolo
Vincenzo Maielli
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Quanto al lasciarsi ingannare del sistema esposimetrico nelle Nikkormat, secondo me la cosa non è legata al tipo di lettura, vale a dire il classico semi spot Nikon (cosa dovremmo dire allora della media integrale?) quanto, piuttosto, al tipo di cellula adottato. Il CDS infatti risente, per la sua stessa natura, dei difetti di abbagliamento, memoria e pigrizia.
Il primo difetto/caratteristica si verifica in presenza di luci molto forti ed è noto anche come “cecità”. In questi casi, è meglio attendere qualche minuto, prima di ripetere la lettura. Io possiedo diverse macchine, sia reflex che a telemetro, con la cellula al CDS, e in tanti anni di fotografia non mi è mai capitato di trovarmi in una situazione di illuminazione tale da vedermi l’esposimetro accecato. Certo, se dovessi recarmi nel Sahara, o in un ghiacciaio in alta quota d’estate… In questi casi, avrei sempre qualcosa al silicio, per trarmi d’impaccio nell’attesa che il CDS torni a vedere.
Il secondo difetto/caratteristica capita con maggior frequenza e si verifica quando si passa repentinamente da una zona in luce ad una in ombra o viceversa e si misura l’esposizione immediatamente: il CDS dà una lettura per la situazione d’illuminazione precedente (luce oppure ombra, secondo la situazione). In questi casi bastano pochi secondi perché il CDS torni ad essere pimpante.
Il terzo difetto/caratteristica si verifica perché l’ago galvanometrico, negli esposimetri al CDS, è lento, quanto più è bassa la luce presente sulla scena. In questo caso, occorre un po’ di pazienza e attendere il definitivo arrestarsi dell’ago (anche in questo caso parliamo di pochi secondi).
Naturalmente, con il Gallio di una FM o il silicio di una FE2/FM2/FM3A si superano d’un botto tutti questi problemi, e nessuno può saperlo meglio di me, visto che possiedo e uso le suddette macchine.
Però, se dovessi rifiutare tout court una tecnologia obsoleta come quella del CDS, mi priverei del piacere di usare la Nikkormat FT3 e la Nikon F2A, la Leica M5, la Pentax Spotmatic II, la Zeiss Ikon Icarex 35 STM, le Canon F-1 Old e FT-b QL. Non me la sento di deludere tutte queste meraviglie... :-)
Ciao.
Vincenzo
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Interessante quanto mi dici Vincenzo.
Ho sempre considerato l'esposimetro della mia Leicaflex SL2 una ciofeca, voglio vedere, aspettando più tempo, se la lancetta del galvanometro si posiziona su valori più corretti.
Sai qualcosa sull'esaurimento delle fotocellule al selenio e al CDS, è una leggenda?.
Perchè occorre coprire la fotocelluala della rolleiflex?
Mario Andreoli
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PIERPAOLO
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occorre distinguere:
la cellula al selenio è colpita in continuazione dalla luce (non esiste un interuttore per attivarla), e pertanto possiede una sua vita che va ad esaurirsi nel tempo. Per questo molti preferiscono coprire le cellule al selenio con nastro adesivo (es la Bessamatic, Ultramatic, Rollei, ecc), proprio per limitare l'assorbimento della luce e quindi la vita della cellula stessa. Che tuttavia può essere, con relativa facilità, rimpiazzata.
la cellula al CdS possiede una vita molto lunga, difficilmente quantificabile se si ha l'accortezza di spegnere l'esposimetro della macchina. Che sia meno efficace della corrispondente al Silicio è indubitabile (come ben espresso da Vincenzo), ma non è per niente una ciofeca: basta saperla usare ed adattarsi (regola principale con tutte le macchine d'epoca, che possiedono una 'loro' logica, e non come oggi, una logica 'per l'utente'). Le Leicaflex possiedono un'ottimo esposimetro spot, molto preciso (come anche la Canon F-1 old), e difficilmente si sbaglia una foto quando se ne comprende l'operatività.
Occorre comprendere che stiamo parlando di attrezzature degli anni settanta (più di trent'anni fa), che vanno usate ed apprezzate per quello che rappresentavano allora, con tutte le riserve di operatività del caso, ma anche oggetti di rara ed insuperata costruzione.
Pierpaolo

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per la Leicaflex: attenzione alle pile e alla taratura dei trimmer: cambiano l valori di lettura esposimetrica
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NatRiscica
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Il nemico del Selenio e del CdS è l'umidità.
Il selenio è un generatore (una sorta di piccolissima cellula fotovoltaica), in presenza di luce (quindi mentre genera energia) e di umidità si creano strati d'ossido tra il substrato conduttore e il selenio, e si sa gli ossidi in genere sono degli ottimi isolanti.

Nel CdS l'umidità, anche in questo caso, altera l'impasto fotoresistivo con modifica sostanziale della curva di risposta.
Ho riparato tre Photomic Ftn che presentavano questo inconveniente.

Nat
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PIERPAOLO
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a quanto giustamente rilevato da Nat aggiungo che tutta la circuitazione degli anni settanta è composta (per tutte le marche) da elementi che spesso non hanno resistito al passare degli anni, e specialmente, appunto, all'umidità, che si forma lungo i circuiti e le linguette metalliche, che, per la loro consistenza intrinseca, spesso non hanno felicemente superato il trentennio, con conseguenti ossidazion ed interruzioni del passaggio di corrente. Spesso appunto i difetti non risiedono nelle cellule ma nei circuiti che trasportano l'energia dalle pile agli esposimetri.
Pierpaolo
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Thread estremamente interessante.
Riassumo:
1) la focellula al selenio, che funziona senza pile e non ha l'interruttore, deve essere protetta dalla luce, vedi le mascherine della Rolleiflex, altrimenti è sempre attiva ed invecchia. Si può però sostituire.
2) la fotocellula al CDS può deteriorarsi con l'umidità ed occorre ritararla.
3) i circuiti soffrono l'umidità che crea ossidazione e che diminuisce od annulla la conduttività del materiale ed occorre sostituirli se ossidati. Ricordo di aver visto più volte, nell'alloggiamento della pila, le linguette ossidate.
4) In aggiunta a questi problemi nell'esposimetro della Nikkormat si consuma il carboncino che scorre sul resisistore e che suppongo serva per impostare la diversa conduttività :-( l Questa era la voce che io confusamente ricordavo, ora è un pò più chiaro.
Mi pare però di capire che sono tutti guai risolvibili con un pò di pazienza da un riparatore.
Che mi dite ora della differenza fra galvanometro e led?
Visivamente io apprezzo più il galvanometro, mi distrae di meno, e voi?
Mario Andreoli
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