Terribile fotografia

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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luca rubbi
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Riporto un post scritto per Dede il 27 febbraio 2006 alle 3 di notte, voi direte ma non avevi niente di meglio da fare...

:smt052


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Deborah dice:

Mi piace avvicinarmi e mi piace la piccola danza che il 50mm ti costringe a fare. Non è l'obiettivo a muoversi, non mi piacciono gli zoom, ma sei tu a farlo. E a volte i suoi limiti evidenti ti costringono a lavorare di fantasia.


Questo mi ha fatto riflettere e ha messo in moto tutta una serie di considerazioni:

Il disporre di ottiche con le quali ci si sente a nostro agio e che ci permettono di ottenere quello che più si avvicina alla nostra concezione dell'essere, ci da la possibilità di concentrarci sul lato profondo della realtà e non sulla sua apparenza.
Questo è il paradosso della fotografia, sembra l'arte dell'istante, che per definizione dovrebbe essere superficiale ed invece finisce per essere un’arte profonda, perchè è nell'istante che si sublima il tutto.
Quanto amo la fotografia, ha una espressività terribile, che per il fotografo spesso, si confonde con il ricordo di un evento o di una situazione, ma soprattutto con la sua percezione della realtà.
Questo è il dramma, riuscire a svincolarsi dal legame emozionale del vissuto ed avere la capacità di scegliere (annoso problema), si perché la fotografia si gioca il tutto e per tutto nella “esecuzione”, il confronto con la musica non è azzardato, la fotografia è l’arte della diretta, del "qui ed ora".
Il trasporre una situazione serve a poco, nel senso che alcuni maestri sono in grado di riprodurre in studio, ma con le debite differenze qualcosa che li ha emozionati od incuriositi nel reale, in ogni caso si tratta di rielaborare del materiale per farne qualcosa d’altro, un po’ come accade in pittura.
Devo dire però che ciò che più eccita la mia fantasia, è la possibilità di cogliere nel fluire degli accadimenti qualcosa da trasfigurare o perlomeno imbrigliare in un fotogramma (parlo come un vecchio, altro che digitale…), nel senso che la vita vissuta può diventare come per incantesimo arte, superare cioè la naturale sudditanza nei confronti della fotografia, già per definizione arte magica che ruba l’anima (e questo è vero, ma ne ruba poca...), prendendo via via coscienza delle enormi potenzialità di questo mezzo che ti cambia la vita, e non lo dico io ma autori affermati del secolo passato.
Citando una frase di Ando Gilardi ho sostenuto che il grandangolo è come una droga, ebbene la fotografia è una droga mille volte più potente, almeno per me, per dirla alla Mapplethorpe , ti prende un po’ alla volta senza che tu te ne accorga, e poi non ti lascia più, quando cerchi di liberartene è troppo tardi.
Non dirò come disse lui, “è stato un errore”, ci mancherebbe altro, come ogni buon “drogato” la odio ma soprattutto la amo, la fonte delle mie allucinazioni ossessive.
Concludendo vorrei sostenere l’autonomia di questa forma di espressione a me così cara perché così vicina ad una concezione romantica dell’arte come esperienza del vissuto, l’arte che si mischia in modo assoluto ed inscindibile alla vita, che bello!

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Siccome mi sembra sempre interessante e visto che può essere letto da tante persone nuove, ve lo ripropongo original.

:lol:

Ciao
Luca
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ulyssesitaca
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la vita vissuta può diventare come per incantesimo arte,

l’arte che si mischia in modo assoluto ed inscindibile alla vita



Due cose da incorniciare, ragazzi. La danza leggera di Deborah, che e' piu' di un tomo sulla tecnica fotografica e la filosofia ad essa connessa, e queste due tue frasi, Luca, nel tuo classico stile in cui, in un discorso fluente scarichi li, senza parere, dei concetti tonanti, di una complessita' e profondita' abbagliante.

Per contribuire DEVO partire dalla tua frase, la vita vissuta puo' diventare per incantesimo arte, e aggiungere che questa arte si incarica per lignaggio e affinita' elettive tramite la fotografia di rappresentare il concetto universale dell'Arte del Vivere, e questo chiude il cerchio.
Raffaele
charlie29
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grande dede...altro elogio al normale!!
molto blues,molto interiore questa definizione d'arte e fotografia...che forse si avvicina di più alla poesia.....
".....le cose sono come sono perchè noi riusciamo a vederle,e quello che noi vediamo,il nostro sentire,la nostra percezione fa capo a quell'arte che più di tutte ci ha influenzato..la gente riesce a vedere la foschia non perchè esiste ma perchè poeti,pittori(fotografi)le hanno insegnato la bellezza sublime dei suoi effetti...."(wilde)
è una citazione neanche troppo precisa,è più o meno quello che mi ricordo era scritto nel capitolo sul libro di letteratura del liceo,il senso dovrebbe essere quello però!!scusate gli errori e l'imprecisione,ma da quando lavoro tanti miei libri sono spariti...
grande raffaele,luca e dede
carlo
..tutto muore,è la regola,..ma tutto ciò che muore un giorno tornerà...."
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Riccardo
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Sono gratificato da queste letture :eek:
Grazie, Deborah e Luca 8)

Riccardo
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mauro ruscelli
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Hai scritto delle cose davvero belle Luca.

E' davvero un onore conoscerti ed averti qui.
Mauro

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luca rubbi
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mauro ruscelli ha scritto:Hai scritto delle cose davvero belle Luca.

E' davvero un onore conoscerti ed averti qui.
Grazie Mauro, ti assicuro che per me essere qui è un privilegio.

Ciao
Luca
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_De
...
Ultima modifica di _De il sab mar 17, 2007 10:15 pm, modificato 1 volta in totale.
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Nikita
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Luca,
è un pò che volevo chiederti di "ripubblicare" su Photobit forum quelle che sono state le discussioni di maggior rilievo a cui hai partecipato su altri forum. Una è stata quella che hai già riproposto, ma c'è ne sono altre.
Ad esempio "deep focus" a commento di una foto di Roberto Bianchi del carnevale di Cento. Quella volta siamo partiti dalla profondità di campo e analizzando la tecnica alla base dell'uso del grandangolo abbiamo tirato in ballo "Quarto potere", Orson Welles, Bill Brandt, Kelvin Klein e se non ricordo male anche Alice nel paese delle meraviglie.
Ormai sono patrimonio dell'umanità (alludo al diritto d'autore).
Cari saluti.

Nicola
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ulyssesitaca
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ehi, e se si facesse una specie di archivio del forum in cui vengono contenuti i "pezzi" che si ritengono meritevoli di essere rispolverati di tanto in tanto, o comunque utili per chi entra nel gruppo piu' avanti, oppure per chi tra un po' di tempo desidera approfondire un argomento ?
Una sorte di biblioteca di abstract....

No bad, I'd say.
Raffaele
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NatRiscica
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E' un'ottima idea Raffaele.
Ovviamente io contribuirò con l'indice o "Index"...
8)

Nat
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Nikita
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Io in effetti pensavo ad una sorta di archivio storico delle "memorabilia".
Visto che Nat comporrà l'indice. Io potrei suggerire il nome, solo quello.
Il nome potrebbe essere «Little is left to tell» (poco resta da dire) intesa come frase finale di ogni racconto, " ma sempre ancora qualcosa forse resta da dire in attesa di quella frase".
Un omaggio a Italo Calvino che con quella frase chiude le sue Lezioni Americane.
Sono un romantico, passatista, decadente ..... ma ne sono consapevole.
Grazie

Nik.
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ulyssesitaca
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anche io sono un romantico, passatista decadente con una forte tendenza alla sperimentazione nella sfera sessuale.
E nei miei panni ci sto benissimo.
E ho anche ottimi amici, tie'.

Bella l'idea di Calvino. Si va avanti ?
Raffaele
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mauro ruscelli
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Per cominciare, in modo rapido e semplice, NAT che si e' offerto di costruire l'indice potrebbe aprire un post tipo "annuncio" cosi' resta in testa ad imperitura memoria e vademecum per i navigatori solitari che approdano qui (incrociando le dita), ed eventualmente anche bloccarlo ai commenti (?) dove aggiungere i vari collegamenti ai memorabilia del forum.

Puo' andare?
Mauro

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NatRiscica
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Potrebbe intitolarsi "Memorabilia Index" ?

Forza uomini e donne di lettere, esprimetevi.

8-)

Nat
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varrebbe la pena andare a scavare nei vecchi post, ed estrarre quello che c'e' di interessante, o no ?

Ricordo roba "etonnant" del buon Rubbi, ad esempio, compreso un bellissimo elogio del 50 mm, e altro.
Andrebbero riclassificati con un titolo nuovo che rende chiaramente e pragmaticamente l'idea del contenuto.
Raffaele
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