Bellezza spoglia

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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luca rubbi
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Questo post è stato suggerito da quell’uomo incredibile che è Raffaele, oramai lo penso e ve lo dico, sarebbe in grado di stimolare un termosifone.
Mi permetto di scrivere questa che peraltro è tutta una citazione, quindi non ho alcun merito particolare, solo il fatto che almeno ho dovuto trascrivere il testo, visto che ho il libro.

E’ il brano finale di Ada-Louise Huxtable, giornalista e critica statunitense di notevole fama, in questo saggio sull’architettura contemporanea del 1981 dal titolo:

L’architettura Moderna è Morta.

Ora voi mi direte ma che ci importa dell’architettura nella fase di trapasso del modernismo al postmodernismo?

Niente, vi dico soltanto una cosa, a parte qualche punto specifico, provate a sostituire le parola architettura e architetti con fotografia e fotografi e ne vedrete delle belle…

[…]
Il nostro mondo è imperfetto come lo abbiamo trovato, e ne l’arte ne l’ideologia lo hanno mutato.
L’Utopia ci evita; Groucho Marx sembra spesso più calzante di Karl.
Quello che spero è che gli architetti di oggi scoprano alcune vecchie verità.
Come la natura dell’arte, per esempio – qualche cosa che i modernisti capirono molto bene – molto meglio di quanto capissero il mondo futuro.
Oggi l’architettura è trattata come un esercizio di linguaggio e di idee; ma l’arte è un atto non una spiegazione, un’esperienza di spazio, linee, forma e funzione condivisa direttamente dall’artista e dall’osservatore.
Come tutte le grandi esecuzioni una grande opera d’arte fa sembrare semplice la complessità; è eseguita con stile, abilità e grazia.
Qualsiasi vera opera d’arte è creata con enorme disciplina, non messa assieme con riferimenti casuali e decorazioni ricercate tolte da una sporta.
La grande arte elimina tutto ciò che è superfluo e non essenziale, per lanciare un messaggio chiaro e forte nel linguaggio del proprio tempo.
Intensifica tutte le nostre reazioni.
Non è, comunque, un messaggio semplice, i suoi molti livelli di significato aggiungono acutezza e forza.
In architettura questa acutezza e forza provengono in primo luogo dal rapporto della struttura con lo spazio, e dall’immagine, o stile che questo produce.
La bellezza è l’esperienza di quell’immagine nella forma più essenziale, concentrata ed emozionante.
Non è un caso che Euclide considerasse la bellezza spoglia.
Nella ricerca di una fraintesa libertà, questa determinante essenziale e strutturale dello stile è oggi degradata in favore di effetti superficiali e di dubbie polemiche.
L’arte dell’architettura è pericolosamente indebolita da alcuni dei suoi professionisti significativi.
Una volta che gli architetti si siano stancati dei loro nuovi giocattoli, e dei giochi nostalgici e abbiano esaurito le proprie auto-gratificazioni, possono ritornare al compito reale e difficile di fare di nuovo arte.
Si pongono ora un compito ben più arduo; la rimozione delle restrizioni moderniste apre ancora una volta a tutte le possibilità dell’arte e della storia.
La sfida e le possibilità sono enormi.
Ma devono riscoprire la verità: che tutta la grande architettura coinvolge cuore,mente e sensi attraverso quelle forme e sequenze ottenute da una diretta espressione strutturale e spaziale, non attraverso significati nascosti o fioriture decorative.
Affrontare tale verità fu uno degli aspetti radicali del Modernismo.
Una volta appresa quella lezione, e una volta che i “giganti miesani” non ci minacceranno più, potremo anche scoprire che i “meno” è veramente il “più”.


Chiaramente è dedicata a Fabrizio e Nicola.

A voi :smile:


Ciao
Luca
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ulyssesitaca
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altro pezzo da incorniciare e rimeditare settimanalmente.

Grazie Luca, grazie.
Raffaele
sante castignani
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Condivido, anche se non... condivido.

Anche questa pur lucidissima pensatrice non sfugge alla trappola di impartire regole agli artisti, che è l'unica cosa che non andrebbe fatta proprio mai.

L'arte dovrebbe sbocciare, fiorire, e fruttificare secondo natura; a noi scegliere il pomo migliore.

Debbo tuttavia riconoscere che l'arte in oggetto, l'architettura, per la propria ricaduta ambientale e sociale, e per la propria, ehm... invasività, dovrebbe soggiacere a un rigore diverso da quelle discipline recluse nelle gallerie.

Ma a questo dovrebbero provvedere i piani regolatori e le commissioni urbanistiche, non i critici.

Forse mi scaldo tanto perché con la storia che "less is more" si tenta di squalificare cosucce come il Barocco, o l'Art nouveau, che, per transitorie che siano, non mi sembrano rivoluzioni né piccole né di seconda scelta.

Starei attento ad assumere come valore assoluto quello che è stato il grido di battaglia di un militante; sarebbe un po' come dire che l'estetica del club F:64 sia l'unica a tutt'oggi praticabile, o che la dodecafonia ha soppiantato la melodia.
Ciao,
Sante
sante castignani
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Aggiungo, a conferma della sottigliezza di questa bella Mente, che la frase "una volta che i giganti miesani non ci minacceranno più" esprime anche la sua preoccupazione per l'uso a mo' di prezzemolo di formule pur ottime.

Mi piacerebbe davvero conoscere il suo pensiero di oggi sulla trita moda del minimalismo strabico, con l'altro occhio strizzato ai fatidici '70s :-)
Ciao,
Sante
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massimostefani
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Mi sento di ringraziare Luca,che di tanto in tanto lancia sassi in uno stagno
che,giorno dopo giorno,si dimostra colmo di acque tutt'altro che putrescenti....Ed al tempo stesso,dopo una attenta lettura,mi sento di sottoscrivere in pieno l'intervento di Sante,che ci ricorda,con grande lucidità,che nel mondo dell'Arte, l'avvicendarsi di grandi fuochi,rapidamente trasformatisi in cumuli di cenere,per poi tornare ad ardere, poi di nuovo ceneri disperse nel vento..ecc..ecc..hanno costellato la storia della stessa.E non di rado ci è capitato di vedere il critico calato ora nella parte del piromane...ora nella parte del pompiere.

massimostefani.
tutte le fotografie sono reali,nessuna è la verità.
R.Avedon
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NatRiscica
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Grazie Luca e grazie Sante per quanto avete scritto.
Io non ho cultura per esprimermi ma sento di essere in sintonia con quanto da voi scritto.

Massimo, il tuo pragmatismo mi affascina.


Nat

P.S. Se riesco a metabolizzare magari esprimo la mia.
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luca rubbi
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sante castignani ha scritto:Condivido, anche se non... condivido.

Anche questa pur lucidissima pensatrice non sfugge alla trappola di impartire regole agli artisti, che è l'unica cosa che non andrebbe fatta proprio mai.

L'arte dovrebbe sbocciare, fiorire, e fruttificare secondo natura; a noi scegliere il pomo migliore.

Debbo tuttavia riconoscere che l'arte in oggetto, l'architettura, per la propria ricaduta ambientale e sociale, e per la propria, ehm... invasività, dovrebbe soggiacere a un rigore diverso da quelle discipline recluse nelle gallerie.

Ma a questo dovrebbero provvedere i piani regolatori e le commissioni urbanistiche, non i critici.

Forse mi scaldo tanto perché con la storia che "less is more" si tenta di squalificare cosucce come il Barocco, o l'Art nouveau, che, per transitorie che siano, non mi sembrano rivoluzioni né piccole né di seconda scelta.

Starei attento ad assumere come valore assoluto quello che è stato il grido di battaglia di un militante; sarebbe un po' come dire che l'estetica del club F:64 sia l'unica a tutt'oggi praticabile, o che la dodecafonia ha soppiantato la melodia.
D'altronde Sante abbi pietà, è solo una critica, per giunta giornalista!

Non sono d'accordo solo sul fatto del rigore che non deve essere appannaggio dei P.R. e delle commissioni, ma anche in primis degli architetti.

Poi non definirei transitorio il Barocco, purtroppo è vero che l'arte è un continuo alternarsi di tendenze che nel superamento del vecchio talvolta relegano quest'ultimo a infime posizioni o peggio all'oblio.
Per la verità da qualche tempo siamo migliorati, almeno la conservazione, viene garantita (forse...) un tempo demolivamo gli affreschi non alla moda.

:lol:

Ciao
Luca
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mauro ruscelli
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Non stiamo parlando di regole ma di concetti che valgono in assoluto, anche nel caso del barocco citato da Sante.

Vediamo quello che io ci ho letto:


L’arte è un atto non una spiegazione, un’esperienza di spazio, linee, forma e funzione condivisa direttamente dall’artista e dall’osservatore.

Questo pensiero e' sempre stato mio. Bisogna stabilire un dialogo nell'arte anche con la persona comune, io non amo la rappresentazione per l'elite o la necessita' di leggere due o tre volumi ti treccani per iniziare a comprendere l'artista. La VERA arte a mio avviso funziona su molteplici piani di lettura, se vuole essere arte. Deve piacere a mia nonna e anche, ANCHE alla persona colta. Altrimenti sono solo seghe mentali.

Come tutte le grandi esecuzioni una grande opera d’arte fa sembrare semplice la complessità; è eseguita con stile, abilità e grazia.


Come obiettare


Qualsiasi vera opera d’arte è creata con enorme disciplina


E secondo me' nel punto seguente non si parla di minimalismo in senso assoluto, ma quante volte in una foto la troppa ricchezza crea confusione, non cerchiamo tutti di pulire l'immagine dagli elementi che possono distrarre, proprio perche' non e' una quadro od un libro e non possiamo decidere tutto a priori e ancor piu' che in altre arti dobbiamo avere la capacita di sintesi:

La grande arte elimina tutto ciò che è superfluo e non essenziale, per lanciare un messaggio chiaro e forte nel linguaggio del proprio tempo.

In piu' mi sembra si parli anche della M8 o sbaglio?

L’arte dell’architettura è pericolosamente indebolita da alcuni dei suoi professionisti significativi.
Una volta che gli architetti si siano stancati dei loro nuovi giocattoli, e dei giochi nostalgici e abbiano esaurito le proprie auto-gratificazioni, possono ritornare al compito reale e difficile di fare di nuovo arte.
Mauro

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Vittorio
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:eek:

ragazzi adesso sono un filo indaffarato,pero' voglio anch'io dire la mia......

non avete la domanda di riserva???? :-P
sante castignani
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Per la verità da qualche tempo siamo migliorati, almeno la conservazione, viene garantita (forse...) un tempo demolivamo gli affreschi non alla moda.

Anche adesso, e non solo in Italia.

Vi racconto una storia.

Qualche anno fa vengo assoldato da una azienda specializzata in restauri per documentare un lavor molto interessante a Stuttgart.

Sulla amena collina di Vikingen stava per essere abbattuto uno degli ultimi esempi di edilizia civile dell'epoca della tirannide, ai tempi dell'architettura dell'uomo ideale. Non ne so di più, e non chiedetemi di più.
La casa era splendida, e perfetta in tutto, dagli infissi in indistruttibile legno tedesco, al rifugio antibomba.
Ma doveva essere abbattuta per far posto al palazzone.

Un brutto (per gli speculatori) giorno, la soprintendenza viene informata del fatto che su una parete della casa c'è un dipinto del pittore Schlemmer, Bauhaus.

Lavori bloccati, e necessità di salvare l'opera. I nostri eroi, scelti quale migliore garanzia per l'operazione, provvedono al restauro del dipinto, e progettano un intervento per asportarlo, con taglio della parete, diminuzione dello spessore della stessa, gabbia di acciaio, e tutto il resto. La cosa viene stimata troppo costosa, i nostri rispediti a casa con tanti ringraziamenti per il lavoro fin lì svolto, e vengono messi in azione i panzer locali, che riescono a distruggere, non so se in parte o in toto, il prezioso (boh... a me non piaceva tanto, ma la Staatsgallery aveva già stanziato un milione di marchi) reperto.

Io avrei salvato prima di tutto la casa, comunque.

In ogni caso, tutto il mondo è paese.
Ciao,
Sante
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Senza parole...

:-( :(

Ciao
Luca
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Walter Themel
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Un saluto a tutti, è il mio primo post qui.

Ho letto il passo della giornalista, ma non riesco ad entrare in sintonia con quanto da lei affermato. Probabilmente ciò che dice varrà nello specifico per l'Architettura, o forse per la Fotografia, come dice Luca, ma per quanto mi riguarda -la Musica- mi dice poco o niente.

"..ma l’arte è un atto non una spiegazione, un’esperienza di spazio, linee, forma e funzione condivisa direttamente dall’artista e dall’osservatore."

Già il fatto di definire che cos'è l'Arte...
Faccio solo un esempio: la Musica.
Per definizione un brano musicale non può essere compreso se non viene ascoltata fino all'ultimo suono. Pertanto ascoltando un brano per la prima volta lo si sta ascoltando senza capirlo!
La comprensione di un brano musicale accresce lentamente con i ripetuti ascolti, con un procedimento piuttosto faticoso ed imprevedibile.
E ciò vale anche per brani apparentemente semplici e di presa immediata, che vengono raramente compresi nella loro interezza: abbagliano l'ascoltatore non esperto concentrandolo solamente sulla superficie, bloccandogli l'accesso alle profondità dei contenuti.

E il valore dell'opera d'arte, nello specifico la Musica, non dipende certo dal fatto di essere compresa ed apprezzata sia dalla nonna che dal nipote: troppe e complesse sono le variabili in questa materia.

.. e poi non dimentichiamo la Musica Reservata: musica consegnata sì dal compositore all'umanità, ma in pratica -affinchè sia- compresa quasi esclusivamente da chi la esegue (e non sempre questo succede).
La grande stagione dei compositori fiamminghi, della madrigalistica italiana e alcune pieghe della serialità novecentesca ed enigmatica ne sono alcuni esempi.

E ciò nonostante è arte sublime.

un caro saluto a tutti
Walter
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Mauro, la tua visione dell'arte e' molto vicina a quella di Kant. E alla mia, che essendo un non addetto ai lavori posso permettermi visioni un po' naive...
Raffaele
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Grazie Walter e benvenuto!

Ciao
Luca
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NatRiscica
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Benvenuto Walter

Nat
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