Alpa

Sezione Principale - Fotografie e Passioni

Moderatori: NatRiscica, maucas, simone toson, luca rubbi

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fabrizio canella
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Apro una argomento nuovo perchè ne stavamo discutendo nel posto sbagliato.
L'intenzione è quella di scrivere qualcosa sul mondo Alpa, Se avete del materiale fatelo sapere.
Grazie
Ciao
fabrizio
Marco Barretta
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Io comincio a riportare alcune esperienze,che ho trovato su internet e tradotto in italiano
Se non interessano smetto.
Mi fa piacere iniziare con un commento buffo di un fotografo.
"Le uniche due cose veramente uniche che gli svizzeri hanno realizzato negli ultimi 500 anni, sono l'orologio a cuckoo e l'Alpa"

Ora la piccola esperienza.

"Circa 35 anni fa prendevo lezioni di fotografia da un’anziana signora, Litze Von Miklos.
Litze era una professionista e ricavava buona parte del suo reddito grazie a delle pubblicazioni sui giardini e sulla natura in generale.
Per il piccolo formato utilizzava materiale Alpa perché, a suo dire, erano sempre lì quando ne aveva bisogno e le ottiche erano le migliori sul mercato (nel 1966). In particolare aveva bisogno di un macro per riprendere i fiori.
Ho avuto il privilegio di usare liberamente l’attrezzatura di Litze e realizzare alcune immagini con il Kern Macro-Switar. Purtroppo non ho più accesso a queste fotografie, ma ricordo che avevano un tale bokeh da far sgranare gli occhi alla vista di quei fiori. Era proprio il tipo di qualità che Litze andava cercando per le sue pubblicazioni.
Appena comprai un ottica macro (Nikkor 55/3,5), Litze mi disse: “queste fotografie sono senz’altro belle, ma non hanno cuore”.
Aveva ragione, il Macro Switar era invece un’ottica piena d’anima.
Ancora oggi quest’ottica è capace di una piacevolezza impossibile da ritrovare in obiettivi moderni".

Ciao!
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NatRiscica
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Interessa, interessa!

P.S. giusto per dovere di giustizia, oltre all'orologio e l'ALPA, aggiungerei i giradischi e i registratori...

Nat
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fabrizio canella
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Invia pure, Marco, più se ne sa e meglio è.
La frase che citi è probabilmente una libera parafrasi di questa:

«In Italia con i Borgia per trent'anni hanno avuto guerra, terrore, assassinii e massacri; ma c'erano anche Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia e che cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù!»
Tratto da Il terzo uomo - Harry Lime (Orson Welles)

Per la "precisione" bisognerebbe aggiungere che l'orologio a cucù l'hanno inventato in Germania...
Ciao
fabrizio
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fabrizio canella
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NatRiscica ha scritto:Interessa, interessa!

P.S. giusto per dovere di giustizia, oltre all'orologio e l'ALPA, aggiungerei i giradischi e i registratori...

Nat
Revox!
Ciao
fabrizio
Marco Barretta
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Anche Nagra per caso?
Mio zio ha un registratore a bobine, Revox Rb 77 (forse).
P.S.: mi sono procurato i test strumentali di 10 ottiche Alpa, giusto per curiosità.
A dopo!
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NatRiscica
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Revox - Nagra - Stellavox...

Nat
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andreamiglio
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Attendo e sono tutt'orecchie...pardon...occhi
Andrea


[url=http://www.flickr.com/photos/andreamiglio/]FOTOGRAFIE[/url]
Marco Barretta
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Un altro piccolo stralcio. Il materiale è abbondante, poi andrebbe accorpato.

"La produzione di queste macchine fotografiche è iniziata negli anni ’40 ad opera di una compagnia chiamata Pignons, S.A. in Ballaiugues, Svizzera, che produceva anche componenti, meccanismi, e altri dispositivi per le ditte di orologi più rinomate.
Erano apparecchi assai originali, i primi modelli a telemetro, i successivi avevano sia il dispositivo reflex che quello a telemetro, all’interno della stessa macchina fotografica (!!!!), gli ultimi esclusivamente reflex.
L’alpa non costruiva ottiche, gli venivano fornite da alcuni dei migliori produttori sul mercato, come Kern, Schneider, Kilfitt, Angenieux, Kinoptik ecc..
La loro cavillosità le rendeva inadatte alla fotografia dinamica e a quella di giornalismo, erano apparecchi lenti e per nulla intuitivi (la leva di carica, per fare un esempio, avanzava al contrario).
Tutto questo rendeva le operazione troppo lente e meditate e relegava l’apparecchio ad utilizzi di tipo scientifico.
Tom Abrahamsson, un collezionista del marchio, dice di aver smontato i primi modelli e di aver trovato il meccanismo dell’otturatore molto simile a quelli di un Patek Philippe e di un Rolex, mentre tutto il resto sembrava che provenisse da una fabbrica di trattori sovietica.
I modelli successivi erano costruiti in maniera magnifica e rivaleggiavano con i prodotti Zeiss e Leitz dell’epoca".

Ciao!
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andrea de sanctis
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Località: Orta Nova(FG)
Una macchina impossibile.

Cari Amici,
Vi parlerò solo del canto del cigno dell’Alpa,la 11Si del 1976,l’ultima realizzazione della casa di Ballaigues ,che è stata la sola azienda europea capace di realizzare da sola tutte le parti di un apparecchio reflex 35mm.
Gli artigiani di Alpa,nati ed educati nell’industria dell’orologeria svizzera,grazie anche alla possibilità di lavorare in un ambiente tranquillo e fuori dalla frenesia delle catene di montaggio,seppero mantenere ai massimi livelli di qualità il loro lavoro ai fini di creare un apparecchio unico nel suo genere,il corpo era composto da 738 pezzi di cui 535 diversi tra loro,le parti meccaniche soggette a movimento erano montate su rubini per la massima durata possibile.
Era la naturale evoluzione dei modelli 11e ed 11el,che ancora disponevano di un esposimetro al Cds,molto preciso,ma soggetto al fenomeno dell’abbagliamento e della memoria,nella 11Si l’esposimetro era finalmente al silicio,che permetteva ai cultori della velocità d’azione di non tener conto della lentezza di risposta di altre cellule in caso di illuminazione debole o di un loro accecamento con luci troppo violente,con le cellule dell’Alpa 11Si la precisione restava la stessa in tutto il campo delle luci misurabili ,cioè da 0,01 a 100.000 Lux,questo significa che tutta la gamma dei tempi di esposizione era accoppiabile a tutte le sensibilità ,sì da poter avere 1/1000 di sec con un film da 3 Asa oppure 1 sec con un film da 6400 Asa.
La corretta esposizione era indicata da tre diodi luminosi dei quali il rosso significava sottoesposizione,il giallo sovraesposizione ,ed il verde esposizione corretta;la loro accensione era istantanea qualunque fosse il livello dell’illuminazione del soggetto,inoltre la luce che poteva entrare dall’oculare veniva sottratta dai valori misurati grazie alla compensazione effettuata da una terza cellula al silicio,questa specie di “semaforo” dei Leds era visibile oltre che nel mirino,in una finestrella situata nella parte sinistra della calotta,apribile dal fotografo.
Era presente l’autoscatto ed il sollevamento manuale dello specchio. Il sincro flash ad 1/60 di secondo,valore non eccezionale,ma assolutamente nella norma per otturatori con tendine a scorrimento orizzontale,i tempi erano quelli che bastano ed avanzano,cioè da 1 secondo ad 1/1000 di secondo più la posa B.
Ma se il corpo macchina era eccezionale,sia per efficienza che per i costi,venne definita la Rolls Royce delle fotocamere,al suo debutto sul mercato,1976,costava 1.600.000 lire contro il 1.100.000 della Leica M4,ancor più fuori dal comune devono essere considerate le ottiche a corredo, a partire dal sensazionale “normale” Kern macro switar 50/1,9 macro ed apocromatico,otto lenti in cinque gruppi,che nella su ultima versione metteva a fuoco da 17,5 cm all’infinito con un rapporto di 1:1 e che unanimemente viene considerato il migliore 50 mm di tutti i tempi, tanto che il celebre Tom Abrahamsson lo ha adattato alla sua M6 Millennium,accoppiato al telemetro ed in questi giorni il famoso negozio di Norimberga Arsenal Photo sta proponendo l’adattatore per il Kern Macro Switar 50/1,9 su Leica M a circa 300euro con consegne a partire dal 10 Gennaio 2007.
La Kern svizzera,famosissima per le sue ottiche per il cinema,equipaggiavano le famosissime Bolex,ha prodotto obiettivi per fotografia esclusivamente per Alpa e per la NASA,famoso il suo 180/4 per la missione Apollo nel 1968,oggi specie nell’estremo oriente,dove nonostante il dominio assoluto del mercato fotografico,vi sono moltissimi cultori delle grandi ottiche della vecchia Europa,alcuni fotografi stanno adattando alle loro reflex ultramoderne ottiche Kern per il cinema,specie il famosissimo Yvar,in particolare nella focale 75/2,8 e 100/2,vi è facile digitando “Kern Yvar” sui più comuni motori di ricerca vedere immagini prodotte da queste ottiche,che,pur pensate per il cinema, restituiscono nelle foto un Bokeh al di fuori della portata di qualsiasi altra ottica.
Una delle poche operazioni sensate compiute dalla Leica Camera Ag è stata quella di acquistare ,nel 1988, la Kern che oggi produce i suoi celeberrimi binocoli ed i più ancora sofisticati sistemi di puntamento per uso militare,grazie ai quali oggi,è triste dirlo ma è così, possiamo ancora esibire il nostro feticistico amore Leica.
Ma sarebbe riduttivo descrivere le ottiche Alpa solo con kern,ci sono anche i favolosi Angenieux,specie i grandangoli retrofocus 28/3,5 e 24/3,5,il medio-tele Alfitar 90/2,5 ed il tele Alitar 180/4,5.Oltre ai primissimi Alpar 50/2,9 che equipaggiavano le primissime Alpa.
Gli olandesi Old Delft,oggi azienda all’avanguardia mondiale nel sttore dell’endoscopia medica,coi loro Alfinar 38/3,5,Alfinon 50/2,8,Algular 135/3,2,ed Alefar 180/4,5.
La francese Kinoptik col sensazionale Apo 100/2,ancora oggi prodotto su richiesta e disponibile in due settimane a 3660 euro per i principali attacchi,per molti il miglior medio-tele di sempre,ed il non inferiore Apo 150/2,5.
La famosissima Schneider con i suoi fantastici Curtagon 35/2,8 e Curtagon Pa 35/4,Xenon 50/1,9,Xenar 75/3,8,Tele-Xenar 135/3,5,Tele –Xenar 360/5,5 e Tele-Variogon 80-240/4.
La Kilfitt del Liechtenstein coi suoi famosi macro 40/2,8 e 90/2,8,ma anche il Tele-kilar 300/5,6, Tele-Kilar 400/5,6 e Tele-Kilar 600/5,6,Heinz Kilfitt cedette la sua azienda al dr.Back di New York che la ribattezzò Zoomar,e che nel 1959 presento il primo Obiettivo Zoom 36-82/2,8 con attacco Voigtlander Bessamatic,scusami tanto Sante se distruggo un altro tuo mito,e che fornì all’Alpa appunto lo Zoomar 36-82/2,8 ed il macro zoom 50-125/4.
Ancora la Enna-Werk di Monaco fornì i suoi Lithagon 24/4 e lo zoom 85-250/4.
Infine la Schacht con i suoi Alpagon 35/3,5 ed Altelar 90/2,8.
Anche Pentax produsse ottiche per Alpa,ma non ritengo di riportarle perché si era nel periodo in cui la Chinoin acquisì il marchio tentando di mantenere a galla il celebre nome con le Alpa Si 2000 e 3000,tentativo che naufragò miseramente,il marchio tornerà alla ribalta moltissimi anni dopo con la costosissima Alpa 12,attualmente in produzione,ma questa è un’altra storia.

Ciao,
Andrea
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luca rubbi
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Grazie Andrea.

Ciao
Luca
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mauro ruscelli
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andreamiglio
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Grazie Andrea...ottimo ed esaustivo
Andrea


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Marco Barretta
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Grazie mille Andrea, copio e incollo nei documenti.
Intanto continuo a tradurre.
Ecco cosa pensa la stampa specializzata dei grandangolari Alpa.

I grandangoli

Nessuna sorpresa, semplicemente un corredo ottico di precisione per degli apparecchi di precisione.
Per lungo tempo le fotocamere Alpa hanno avuto la reputazione di essere le migliori sul mercato, in termini di costruzione e affidabilità.
Il precedente test sulle ottiche di lunga focale, in particolare Kinoptik, ha evidenziato come il sistema ottico Alpa sia più che all’altezza delle sue fotocamere, e questa prova sulle ottiche di corta focale è stata condotta con grandi aspettative.
Sicuramente, spaziando tra Angenieux e Kinoptik, l’Alpa è in grado di offrire un ampio ventaglio di ottiche dalla resa insolitamente alta.
Naturalmente, essendo oggetti di prima qualità, non sono propriamente economici. Non potrebbero esserlo.
Si tratta infatti di un corredo di precisione destinato a chi necessiti della massima qualità e della massima versatilità, e che non abbia problemi economici.

Kinoptik 9,8 mm f/1,8

Questo obiettivo per cineprese, dalla meritata fama, non copre l’intero formato 35mm, ma fornisce comunque delle immagini interessanti, in particolare quando viene utilizzato a distanza molto ravvicinata.
A 8”, per esempio, è possibile scoprire un mondo completamente nuovo.
Le prestazioni sono molto buone a f/16. Ma più che altro è un’ottica divertente da usare.
I mirini sono disponibili sia per il 9,8 mm che per il 18.
Tra l’altro, gli apparecchi 10 D e 9 D, sono reperibili sia nella versione a formato pieno che in quella mezzo formato, 18X24mm.
Per i filmini (non ho capito come tradurre film-strip) è disponibile anche l’opzione 17X22mm.
Sia il 9,8mm che il 18mm garantiscono la piena copertura di questo formato.


Kinoptik 18 mm f/1,8

Ancora una volta un obiettivo destinato alle cineprese che utilizzano un negativo 18X24mm: metà di quello classico 24X36.
Di conseguenza non è in grado di coprire l’intero campo come qualcuno potrebbe aspettarsi.
Le prestazioni sono in ogni caso elevate. Bisogna infatti tenere a mente che i grafici del test, dove vengono indicate le prestazioni ai bordi, sono piuttosto discutibili, visto che gli angoli estremi del negativo sono fuori dall’area di copertura di quest’ottica.
Se non è fondamentale la perdita degli angoli, quest’ottica standard per le cineprese professionali può considerarsi utilizzabile, specialmente per via della sua fenomenale luminosità.

Angenieux 24mm f/3,5

Per un obiettivo della sua focale, questo Alpa retrofocus offre una qualità veramente notevole, con una risoluzione stupefacente a f/16.
Il diaframma viene impostato tramite una rotella, ed è possibile previsualizzare l’effetto spostando una levetta situata nella parte bassa del barilotto.
Questo è uno dei migliori 24 mm in circolazione.

Angenieux 28mm f/3,5

Questo delizioso obiettivo fornisce alte prestazioni con una brillantezza d’immagine inconsueta.
Le operazioni di diaframma avvengono con le stesse modalità del 24mm.
Lavorare con quest’ottica è un vero piacere, ed è il minimo che si possa dire.

Schneider Curtagon 35mm f/2,8

Questo obiettivo fornisce prestazioni mediamente buone, con un buon contrasto alle aperture intermedie.
Un originale disegno del barilotto permette la visualizzazione della scala della profondità di campo tramite una serie di colori codificati.
Per previsualizzare l’immagine è possibile chiudere il diaframma ruotando una ghiera coassiale al pulsante di scatto.
Le indicazioni sono piccole, ma leggibili.

Macro Kilar 40mm f/2,8

Le famose ottiche Macro Kilar offrono un’estrema versatilità in termini di possibilità di focheggiare alle brevi distanze, unita ad una buona qualità e un prezzo ragionevole.
Sebbene con questo obiettivo le operazioni non siano proprio istintive, riesce comunque a svolgere il suo compito (focheggiare alle brevi distanze) piuttosto bene.
Ne esistono due versioni: il Macro Kilar D e il Macro Kilar E. La differenza è nella montatura, il modello D focheggia fino a 2”, il modello E fino a 4”.
Marco Barretta
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Iscritto il: lun dic 11, 2006 2:36 pm
Forse non interessa più, ma visto che devo studiare l'inglese per i concorsi, traduco materiale Alpa.
Ecco cosa pensano del Macro Switar alcuni utilizzatori, le riviste, Andrea De Sanctis e Tom Abrahamsson

Kern Macro Switar

Qualche utilizzatore

Io possiedo entrambi gli obiettivi e li utilizzo per scopi diversi. Il Kern meccanicamente è costruito meglio, il Summicron presenta un contrasto maggiore ed è molto più aggressivo a tutti i diaframmi. Lo Switar ha colori meno accesi e un contrasto più basso. In termini di risolvenza non c’è confronto: quando tutto va bene con l’esposizione lo Switar è in grado di superare le 200 linee/mm. Posso dirlo anche in un altro modo: ho delle immagini che si rifiutano di perdere nitidezza, indipendentemente dall’ingrandimento a cui vengono sottoposte e sto parlando di pellicole da 200 e 400 iso, sia a colori che in bianconero. Che ci si creda o no, un’ottica francese, il Kinoptik 100/2, è ancora superiore.
Dimenticavo di dire che le mie esperienze sono relative all’1,8 e corre voce che l’1,9 sia leggermente superiore, sia come nitidezza che come contrasto, a tutte le distanze di messa a fuoco.
Ho notato inoltre che l’obiettivo è migliore a distanza ravvicinata che non all’infinito.
La mia esperienza si basa su ingrandimenti 60x90.

Quello che dici a proposito della sua risolvenza è giusto, in linea di massima è comparabile al Summicron DR/rigido.
Ma il suo contrasto non può essere definito realmente basso, a meno che non si stia parlando della sua resa a tutta apertura e agli angoli estremi (18mm fuori asse). Ad esagerare, parlando in via generale, cioè della resa alle varie aperture di diaframma e nelle varie zone del campo, potremmo dire che è un obiettivo dal contrasto medio. Ho avuto modo di utilizzare e confrontare per lungo tempo il Summicron 50/2 rigido e il Kern Macro Switar 50/1,9.
Sebbene a tutta apertura il contrasto di entrambi sia più basso delle ottiche Leica attuali, specialmente agli angoli estremi (18 mm fuori asse), utilizzati alle aperture medie sono molto vicini all’attuale Summicron 50/2 di cui Erwin ha una così alta considerazione. Addirittura, alle medie aperture e in alcuni punti dell’immagine, sia lo Switar che il Summicron 50/2 rigido mostrano un contrasto leggermente superiore a quello dell’attuale Summicron.
Bisogna anche tener presente che il Kern 1,9 è stato riprogettato rispetto al suo predecessore 1,8 e in base alle informazioni che ho, credo che abbia un trattamento antiriflesso multistrato.

I test

Nei test il Kern Macro Switar 1,8 risultò l’obiettivo dotato di maggiore nitidezza tra tutte le ottiche normali per il formato 35mm. Le sue prestazioni a tutta apertura e negli angoli erano migliori di qualunque Carl Zeiss o Leica dell’epoca. Ho avuto il privilegio di utilizzare uno di questi obiettivi su un’Alpa che mi diedero in prestito e sia le diapositive Kodachrome che i negativi in bianco e nero risultarono incredibilmente ricchi di dettaglio. Senza una prova comparativa è difficile dirlo con certezza, ma credo che le uniche ottiche capaci di sorpassare il Kern siano quelle asferiche per Leica M.
Questo significa che il livello del Kern è rimasto imbattuto per almeno tre decenni.

Andrea De Sanctis

Il Kern macro switar 50/1,9 è un otto lenti in cinque gruppi che mette a fuoco da 17,5 cm all'infinito.
A mio modesto avviso ha una resa cromatica incomparabile, specie nell'incarnato, come del resto tutte le ottiche prodotte nella vecchia Europa da case super specializzate in obiettivi per il cinema,penso soprattutto a Kinoptik, Zeiss ed Angenieux.
Come definizione e contrasto è superiore al summicron alle brevi e medie distanze, ma leggermente inferiore all'infinito dove il cron mantiene una capacità di analizzare i dettagli al di fuori della portata di qualsiasi altro normale,Zeiss compreso,questa è un'ammissione per me dolorosa.
Gli sfuocati del Kern sono magnificamente pittorici ed anche meglio strutturati dei Leitz, la resa in controluce, pur ottima, è inferiore a quella degli ultimi summicron ma superiore a quella dei vecchi sette lenti.
La correzione delle altre aberrazioni è più spinta che nel Leitz, tranne quella per il coma, virtualmente assente nei migliori summicron.
In macro è ottimo, ma non paragonabile ad un vero obiettivo ottimizzato per le brevissime distanze, quale può essere il makro-planar 60/2,8AE, a mio avviso superiore all'Elmarit, o, meglio ancora un Apo-Rodagon da ingrandimento montato su soffietto.

Tom Abrahamsson

Il Kern 1,9 (che si suppone migliore del precedente 1,8 ) è un grandissimo obiettivo: risoluzione molto alta e costruzione impeccabile.
Se sia migliore o peggiore del Summicron DR è veramente difficile da dire. Nella gran parte dei casi le immagini non verrano ingrandite ad un livello tale da poter scorgere le differenze.
Scattando soprattutto in bianco e nero trovo che il contrasto inferiore rispetto alle ottiche moderne sia un vantaggio. Sia il Summicron rigido che il DR, come lo Switar 1,9, sono più delicati delle attuali ottiche Leica.
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